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Autore: CheshireClown    11/11/2008    2 recensioni
"Affonda il viso nella chioma bionda, inspirando a fondo. Per quanto cerchi, del profumo originario rimane solo una traccia indistinta. Chiude gli occhi, accarezzando il capo della sua creatura eterna."
Ipotetica reazione di Sasori alla morte del compagno Deidara, e, pur di mantenere stabile l'equilibrio del loro rapporto, decide di sacrificare il corpo del biondo artista all'arte eterna. One-shot 'what if' dove il terrorista di Iwa è il primo a morire fra i due. [Saso/Dei]
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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sasodei-senza titolo
Le parti in corsivo sono flashback in forma dialogata in cui sono presenti solo Deidara e Sasori. Nel secondo flashback l'interlocutore di Sasori è invece Pain.



Fake
Illusoria eternità


Tira, rilascia, aggroviglia.

Filamenti celesti danzano guidati dalle dita a cui sono legati.
Avvolgono con grazia la figura senza vita seduta sul pavimento freddo, scivolano lungo un ligneo braccio, lo sollevano.
La marionetta si muove, lentamente.
Alza il capo, mostrando l’iride celeste, ormai privo della sua vitalità.
Incerto, il marionettista avvicina una mano al volto della sua creazione, per poi arrestarla prima che accarezzi la fredda guancia.
Inspira, chiude gli occhi, strizzandoli lievemente.
Riapre le palpebre e, con sicurezza, avvicina nuovamente la mano.
Le dita sfiorano il viso del burattino, accarezzandone la liscia superficie.
I polpastrelli giocano, tracciando cerchi immaginari sulla guancia fredda, della loro stessa fattura.
Accarezza le ciocche dorate, le pettina, le stringe dentro al suo pugno.
Con un gesto veloce della mano volta la marionetta e l’avvicina a sé, adagiandola contro il suo petto.
Affonda il viso nella chioma bionda, inspirando a fondo.
Per quanto cerchi, del profumo originario rimane solo una traccia indistinta.
Chiude gli occhi, accarezzando il capo della sua creatura.

L’arte è effimera, uhn!
L’arte è eterna, moccioso!
Credici  vecchiaccio! Di sicuro morirai prima di me!

Inspira profondamente, i respiri si spezzano in gola.
Strizza gli occhi, sentendo le lacrime insidiarsi fra le ciglia.
Non deve piangere, non ne ha il diritto.
Il grande Akasuna No Sasori non  piange mai. Neanche quando si tratta del suo compagno di squadra.
Non è nemmeno un masochista, nonostante la sua decisione di tramutarsi in una marionetta.
Allora perché aveva deciso di trasformare pure Deidara in una creatura eterna?

Sasori, ho finalmente ricevuto notizie sul conto di Deidara.
Era ora, quel moccioso non si faceva sentire da giorni, eppure sa che odio aspettare.
Quel moccioso è morto da giorni.

Un sorriso amaro si dipinge sul volto di Sasori.
Che sciocco che era stato quel moccioso: aveva previsto che sarebbe morto prima lui, amante dell’eterno, e invece era accaduto il contrario.
Voleva umiliarlo, ed era stato umiliato.
Di sicuro, non avrebbe mai voluto diventare una marionetta, una creatura eterna.
Deidara, amante delle esplosioni e dell’effimero, era profondamente contrario al concetto di eterno.
Il suo obbiettivo, da sempre, era di smentire Sasori, nonostante la profonda stima che provava per lui.
Se solo di stima si parlava.
Fra litigi e missioni, il loro rapporto si era sviluppato in qualcosa di ambiguo.
Una necessità reciproca, il continuo bisogno della presenza dell’altro accanto a sé.
Perfino nelle notti più fredde, quando il doloroso passato bussava alle porte dei sogni, si ritrovavano abbracciati, a consolarsi a vicenda.
E la mattina dopo si comportavano come nulla fosse accaduto.
Un equilibrio che andava mantenuto, anche oltre la morte di uno dei due.

Danna, se io dovessi morire prima di lei…
Non pensarlo nemmeno.
Ma è possibile, uhn!
E’ una possibilità che non voglio prendere in considerazione.

Cosa c’è?
Danna, se dovessi morire prima io, mi trasformerebbe in una marionetta, uhn?

Morto in missione, colto di sorpresa da ninja nemici.
Pochi minuti, neanche il tempo di reagire, e la morte aveva raccolto la giovane anima di Deidara.
Veloce, effimero, come si addiceva al terrorista di Iwa.
Le labbra di Sasori, ancora poggiate sulle ciocche dorate della marionetta, lasciano fuggire un suono indistinto, forse una triste risata spezzata.
Al tempo, Sasori aveva negato in ogni modo la possibilità per Deidara di diventare una marionetta.
E ogni volta l’artista delle esplosioni malcelava un’espressione triste, quasi rassegnata.
Una sera, fredda e senza luna, era arrivato a confessare al marionettista di essere geloso delle sue creature eterne, alle quali dedicava più cure e attenzioni rispetto a chiunque altro.
Chissà, forse a Deidara non sarebbe dispiaciuto diventare una delle creazioni del suo Danna.
Era così giovane, così imprevedibile.

Se dovessimo separarci, si ricorderà di me, uhn?
Certo, come dimenticarsi di un essere così irritante?
Non è affatto divertente, uhn.

Che masochista.
Un vero e proprio masochista.
Aveva trasformato Deidara in una marionetta, per poterlo avere sempre accanto.
Per permettere al suo ricordo di infestare la sua esistenza, perseguitandolo.
Bastava guardare il volto inespressivo della creatura, lo sguardo spento, per rimpiangere il compagno di un tempo.
Non lo usava in battaglia, aveva paura di rovinarlo.
Lo teneva stretto a sé, come un bambino con il suo orsacchiotto.
E ogni volta, cercando il suo profumo, il suo sguardo vitale, la sua calda voce, rimaneva deluso a fissare una celeste iride spenta.
I ricordi tornavano, come fantasmi, ad aleggiare nella sua mente, infierendo sulle sue ferite nascoste con cura.
I sorrisi di Deidara si ripresentano dinanzi a Sasori, ma sono solo beffarde illusioni.
La mano si stringe attorno alle ciocche dorate, setose si lasciano catturare.
Il viso affonda ancora di più, il respiro irregolare.
I ricordi perseguitano Sasori, costanti infliggono colpi alla sua mente.
Come accadeva nelle notti più fredde, il passato si ripresenta crudele.
Ma questa volta Deidara non potrà consolarlo.

Scostati, moccioso, mi dai fastidio.
Stai tremando Danna, uhn.
E’ impossibile. Ora levati.
No.
Insopportabile.
Se la pensi così, perché mi stai abbracciando, uhn?

Una lacrima solca la guancia.
Una sola lacrima.









*******





Ma come sono traggggica. C:
Che bell'obbrobrio che ho scritto, direi pieno di OOC (per ottimismo non l'ho inserito come avvertimento, almeno non l'ho ciccato del tutto...) e dall'idea molto poco originale, a mio parere. Ma dopotutto è una Sasodei, quindi passi. C:
Tutta colpa di questa immagine. (La quale non mi appartiene ma è di un'autrice di cui purtroppo non conosco il nome)
E dell'astinenza dal pairing.
Il titolo è orrendo, lo so, ma non riuscivo a trovarne uno decente, così ho pensato a quello. Breve spiegazione del titolo: Deidara, pur essendo eterno, è solo un illusorio ricordo, un falso, del vero e proprio artista, del quale riporta solo l'aspetto.
E dopo quest'altra bella turbe mentale, mi eclisso.

That's all, my little sasodei lovers.





  
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