…ehm… salve… qualche tempo che non aggiorno, eh..?
Dunque… per chi leggesse ancora questa storia… riassunto delle puntate precedenti (che poi sono solo due).
Siamo
a Nihon, dopo un’ipotetica fine di Tsubasa. Nel
combattimento contro FWR, Fay/Yuui (il nostro mago, insomma) si
sacrifica per
salvare la vita di Kurogane.
A Nihon si tiene, come tutti gli anni, una festa in
onore dell’estate, e al castello arrivano vari artisti per
dare spettacolo; tra
di loro c’è un gruppo il cui capocomico
è nientemeno che Ashura-o (o meglio, la
sua controparte dimensionale del mondo di Nihon) e tra i componenti del
gruppo
ci sono Yuui e Fay, che usano la magia per intrattenere.
Nonostante Tomoyo-Hime pensi che questo incontro potrebbe
risollevare il ninja dall’angst in cui è piombato
dopo la morte del mago,
Kurogane è sì scioccato dalla
“ricomparsa” dell’altro, ma anche molto,
molto
cauto…
*…l'incantatore…*
Capitolo
III
Il
sole scintillava nel mezzo del cielo terso. Nel
palazzo, accanto alle stalle, in un riquadro di terra battuta
delimitato da una
sottile staccionata, qualcuno sollevava nuvole di polvere rossa, che
vorticavano, spostate dai suoi movimenti frenetici.
Kurogane si stava allenando. Il suo mantello ed il
suo elmo giacevano accatastati vicino allo steccato, mentre il metallo
della
Ginryu e quello del suo braccio meccanico splendevano al sole
pomeridiano.
Per un guerriero come lui, l’allenamento regolare era
un bisogno primario come il cibo o il sonno.
Inoltre, allenarsi assorbiva tutte le sue energie,
mentali e fisiche… un ninja doveva essere in grado di
concentrarsi alla
perfezione, lasciando da parte tutti i pensieri che non riguardassero
la presa
sulla katana, i movimenti dell’avversario di fronte.. tutti i
pensieri
estranei..
… certo …e lui era un fallimento come ninja, quel
giorno.
Si fermò e rimise la Ginryu nel fodero. Era stato
tentato di farlo con stizza, ma prendersela non l’avrebbe
aiutato a ritrovare
la concentrazione.
“Woah, ma complimenti!” esclamò qualcuno
alle sue
spalle. Qualcuno che lui aveva sentito arrivare.. e per questo si era
distratto.
Voltandosi, incrociò lo sguardo del biondo e questo
si profuse in un lungo applauso di approvazione
“E’ bello starti a vedere! Fai delle cose
molto…
molto artistiche, con quella spada!”
Lo valutò un attimo. Doveva trattarsi di Yuui… lo
stesso che aveva incontrato quella mattina. Il fratello stava accanto a
lui, e
a sua volta lo fissava con due occhi di un blu intenso. Ma il suo
sguardo era
distante, annoiato.
“Si chiama katana. E questo è un
allenamento.”
rispose, secco.
“Katana.. beh.. davvero spettacolare, Kuroninja!!”
Una vena prese a pulsare intensamente sulla fronte
del guerriero… già gli era difficile concentrarsi
da sé, e se poi quello ci si
metteva di nuovo…
“PIANTALA con questi nomi assurdi!”
“Ahahah, non prendertela, ma è più
forte di me!”
“Mi chiedo che diamine ci sia di così
divertente!”
ringhiò il ninja avvicinandosi a grandi passi verso lo
steccato dove Yuui si
stava appoggiando con fare pigro.
“Eheh, perché te la prendi così tanto,
ad esempio!
Insomma, un guerriero non dovrebbe avere un po’ di
flemma?”
“Ma te la faccio vedere io la flemma!”
sbottò
brandendo la Ginryu.
“E’ un invito a combattere?”
Prima che Kurogane potesse ribattere, Yuui aveva
saltato la staccionata ed era in piedi di fronte a lui.
“Yuui… non credo che…” fece a
quel punto Fay,
allungando una mano a toccare il braccio del fratello, e gettando a
Kurogane
uno sguardo diffidente.
“Nah, tranquillo! Aiutare un ninja ad allenarsi è
un
passatempo più che nobile, non credi?”
Senza aspettare che il guerriero rispondesse, Yuui
indietreggiò, fissando negli occhi il suo avversario. Fece
qualche metro a
passi lunghi, misurati. Kurogane lo squadrò attentamente:
aveva un’aria
giocherellona ma anche determinata.
“A te la prima mossa, Kuroninja!”
incoraggiò il
biondo.
Kurogane strinse l’elsa della katana, sempre
soppesandolo. “Niente armi?”
Yuui ammiccò “Macchè armi! Dai,
attaccami!”
Stufo, il ninja non se lo fece ripetere due volte. La
lama dell’arma balenò, ma, come si era aspettato,
Yuui la schivò con un salto,
e si portò a fianco del ninja.
La Ginryu roteò con un movimento splendidamente
fluido, nuovamente diretta sul bersaglio. Di nuovo, il giovane si
spostò,
fulmineo ma con grazia, finendo alle spalle del ninja.
Questo si voltò di scatto, e l’acciaio
formò un
bagliore ricurvo mentre tagliava l’aria dall’alto
verso il basso.
“Non devi mica uccidermi davvero, Kuroguerriero!”
rise l’altro gettandosi all’indietro.
“Lo farò, se non contrattacchi!”
“Aww, come sei frettoloso!” replicò
Yuui,
abbassandosi repentinamente mentre la lama gli sibilava a poca distanza
dalle
punte dei capelli biondi.
Battè le mani, e una piccola cascata di scintille gli
scaturì tra le dita.
“Ma che diamine…!” esclamò
Kurogane mentre le luci
gli danzavano attorno al volto, coprendogli la vista.
“Sono un mago, eh! Con cosa ti aspettavi che
contrattaccassi?!” ridacchiò Yuui battendogli con
una mano sulla spalla.
La katana vorticò da quella parte, ma il mago era
già
distante.
“Combatti lealmente, idiota!” sbottò
frustrato il
ninja. Quelle maledette luci non solo gli offuscavano la vista, ma gli
impedivano persino di concentrarsi sugli altri sensi – cosa
che era tranquillamente
in grado di fare, abituato com’era a combattere anche in
condizioni di scarsa
visibilità…
“Come sei scontroso.” Le luci improvvisamente
sparirono, e Kurogane lanciò un’occhiataccia al
ragazzo.
Yuui era appollaiato sul bordo del pozzo vicino alle
stalle, e si stava atteggiando ad un falso broncio, che divenne un
sorriso
sornione non appena i loro sguardi si unirono.
Il ninja si accorse di un certo tramestio alle sue
spalle, e si voltò: accanto alla staccionata che delimitava
l’area di allenamento,
si era formata una piccola folla di spettatori. Vicino a Fay, qualche
ninja si
era fermato ad osservare lo scontro. Per un lungo, scomodo istante,
Kurogane
ebbe l’impressione che quei soldati non fossero incuriositi
soltanto dallo
svolgersi dell’allenamento.
“Se non vuoi combattere sul serio, vattene.” disse,
secco, tornando a rivolgersi a Yuui. Non sarebbe stata una
novità, per il mago,
fare una cosa del genere.
Ma il ragazzo scese dal pozzo “Hai ragione,
Kuroninja.” rispose, serio. Nella sua mano destra era
comparsa improvvisamente
una lama di luce fredda. Il mago la osservò per qualche
istante, come a
considerare il risultato.
“Non so come si combatte con una spada, ma ci posso
provare!” disse, e un attimo dopo partì
all’attacco.
Kurogane parò con facilità, ma quando
contrattaccò
anche Yuui deviò la sua katana con grazia. Come
c’era da aspettarsi, il mago
sapeva perfettamente come tenere in mano una spada…
Lo scambio di colpi andò avanti
“Allora, come sto andando?!”
“…manchi di forza!”
Il ninja accennò un mezzo sorriso. La spada magica di
Yuui aveva una consistenza strana, cedevole eppure solida…
la sentiva
attraverso il metallo della sua Ginryu… gli ci era voluto un
po’ per capire
come fare, ma…
Modificò l’inclinazione della sua katana, e questa
tornò
a fendere l’aria con mortale precisione:
incontrò l’altra arma e ne
tagliò a metà la lama.
La spada esplose in tante scintille, e quando riaprì
gli occhi, semiaccecato dall’intenso bagliore,
Yuui si ritrovò a terra, in mezzo alla polvere,
la punta della Ginryu
così vicina alla sua gola che poteva sentire sulla pelle il
freddo del metallo.
“…beh, mi arrendo!” disse sorridente,
alzando le
mani.
Troneggiante di fronte al mago inerme, Kurogane
inarcò un sopracciglio. Le pupille erano ridotte a due
fessure nel rosso acceso
delle sue iridi.
“Ah, davvero?” la lama si avvicinò, ma
il mago non si
spostò. Guardava il ninja negli occhi. Un piccolo puntino
scarlatto sulla pelle
bianca del suo collo comparve non appena la spada si ritrasse.
Yuui osservava il volto di Kurogane. Non aveva potuto
fare a meno di notare che nei suoi occhi era passata
un’espressione
malinconica.. dispiacere?
“Ehi! Ma che fai?!” esclamò Fay,
allarmato.
Un secondo dopo, Kurogane rimetteva la Ginryu nel
fodero.
“La prossima volta prova con una spada vera.”
Yuui si rialzò, spolverandosi i vestiti. “Ma se
non
ne ho mai usata una, scusa. Ho tirato a indovinare!”
Kurogane sbuffò, voltandogli la schiena.
“..ehi, Kuroninja! Allenami tu!”
L’altro lo guardò interdetto.
“Ma piantala, Yuui! Andiamo!” fece Fay sporgendosi
dallo steccato. Yuui gli lanciò un’occhiataccia,
come per zittirlo, e tornò ad
osservare Kurogane con aria speranzosa.
Il ninja si asciugò il sudore dalla fronte.
...che farsa era questa? Il mago che gli chiedeva
lezioni di katana?!
“… e perché diamine dovrei
farlo?!”
“Non so che fare, finché rimaniamo qui a
palazzo… e
poi, così posso esserti più utile nel prossimo
allenamento, no?” il sorriso che
gli era comparso sul viso era così sfacciato che perfino il
mago sembrò
pentirsene.
“… l’arte della katana non si
può imparare per
passatempo.”
“E chi l’ha chiamato passatempo? Ora che sono qui e
ho la possibilità di farlo... e poi, potrebbe tornarmi
utile. Meglio so
combattere, meglio posso difendere quello che devo
difendere!” ammiccò Yuui.
Kurogane lo fissò per un lungo istante. Cosa aveva da
difendere questo mago?
>>> <<<
Ashura
attraversava il parco del palazzo a passi misurati
e lenti. Era già pomeriggio inoltrato, anche se il caldo non
accennava ad
alleggerire la sua morsa. Se non altro, gli appartamenti reali erano
ombreggiati e freschi, ed era stato servito un pranzo leggero
accompagnato da
bevande raffinate e dissetanti. La corte di Nihon era veramente un
luogo
accogliente, pensò, trovando conforto in quella
constatazione.
La conversazione con la principessa Tomoyo era durata
più a lungo del previsto, ma non lo aveva colto del tutto
impreparato… del
resto, lui possedeva il potere di vedere nei sogni. E, in parte, sapeva
già
quello che ella gli aveva appena narrato.
Naturalmente, sognare qualcosa e poi sentirsi dire lo
stesso nella realtà era ben differente, se non altro
perché i sogni poteva
tenerli per sé, mentre la realtà avrebbe dovuto
per forza condividerla con gli
altri...soprattutto se i fatti li riguardavano in prima persona.
La Hime non aveva più la capacità di leggere nei
sogni, ma l’intuito e la perspicacia non le mancavano
certamente. Ora che
sapeva nel dettaglio tutto quanto, doveva parlare con Yuui. Anche se
non era
sicuro di quanto gli avrebbe detto… di quanto sarebbe stato
bene che il ragazzo
sapesse…
Seguendo
le indicazioni che gentilmente la ninja
dalla pelle scura gli aveva fornito, arrivò in vista delle
stalle. Tra i
cespugli, in lontananza, gli apparve uno dei due gemelli.. Fay, che gli
voltava
la schiena e, appoggiato ad un recinto di legno, stava osservando
qualcosa.
Appena superò il salice le cui fronde gli impedivano
la vista, rallentò il passo.
Yuui
era vicino al ninja che avevano incontrato
quella mattina. Avevano delle spade in mano, sembrava che stessero
facendo
degli esercizi… improvvisamente, Yuui stuzzicò
l’altro con la punta della sua
arma, e questo gli urlò addosso minacciandolo con la katana.
Il giovane rise e
saltellò all’indietro come ad evitare un attacco.
Ashura si avvicinò lentamente. Nemmeno Fay si era
accorto di lui… Yuui doveva essere davvero concentrato su
quello che stava
facendo...
“Ashura, signore!” esclamò
improvvisamente. Nello
scappare dal ninja, si era voltato e l’aveva visto arrivare.
Il volto dell’uomo si rasserenò, vedendo i visi
dei
due gemelli che lo guardavano con aspettativa. Oltre, il ninja lo
scrutava con
aria corrucciata, ma questo non lo preoccupò particolarmente.
“Oh, non vi volevo interrompere… vi prego,
continuate.” commentò facendo un gesto con la mano.
“Ci chiedevamo dove fossi finito.” disse Fay.
“Ho goduto della splendida ospitalità della
signora
di questo palazzo.” rispose, sorridendo alla volta di
Kurogane, che tuttavia lo
ricambiò aggrottando maggiormente le sopracciglia.
“Ora, credo che andrò a riposarmi nella mia
stanza.”
Yuui fece per andare da lui, ma Ashura si affrettò ad
alzare una mano per fermarlo “Ma no, rimani qui.
Verrà Fay con me, non ti
preoccupare. A più tardi.”
Si congedò con un lieve cenno del capo e se ne
andò,
seguito immediatamente da Fay, che si voltò un momento a
salutare il fratello. Yuui e Kurogane rimasero a guardarli mentre
sparivano
alla vista.
E così, Tomoyo aveva trattenuto il capocomico fino ad
allora… conoscendola, il ninja immaginava che in tutto quel
tempo non si era
limitata a mostrarli il palazzo e a fargli i complimenti per lo
spettacolo
della sera prima.
“Oh, non sei per nulla un maestro paziente! Fammi
vedere come devo fare!”
Kurogane sbuffò. “Sta’ fermo. Si fa
così.”
Si avvicinò a Yuui e gli passò un braccio dietro
la
schiena, sovrapponendo le sue mani a quelle del mago
sull’elsa di legno.
“Segui il mio movimento.” disse, perentorio, le sue
labbra a poca distanza dall’orecchio destro del mago.
Mentre il respiro – con sua grande sorpresa – gli
si
fermava, Yuui prese improvvisamente coscienza del fatto che erano soli
nel
campo di allenamento. Loro due, mentre l’afa del pomeriggio
li avvolgeva, e la
polvere copriva i loro stivali.
La mano destra del ninja, stretta sul dorso della
sua, era calda; quella sinistra, metallica, appena tiepida
*… guardò l’elsa
della spada: le sue dita erano sparite nella presa di Kurogane.
Sentiva il metallo della sua armatura sbattere
lievemente contro le sue scapole, l’acciaio liscio e asciutto
del braccio
sinistro aderire alla pelle del suo, mentre il guerriero gli faceva
muovere
lentamente l’arma.
Durò il tempo di quattro, cinque respiri del ninja
(poteva contarli perché li sentiva sulla nuca –
respiri lenti e controllati; si
stupì scoprendo che il suo cuore aveva evidentemente deciso
di fare una gara di
velocità con loro, superandoli immediatamente con la
velocità dei suoi
battiti), poi le sue mani lasciarono improvvisamente la presa.
“Non è affatto difficile.”
commentò aspro il
guerriero, allontanandosi di un passo. Un passo fatto di fretta.
Yuui non era sicuro di ricordarsi quello che gli
aveva appena mostrato. Guardò l’altro in faccia,
con uno sguardo perso nelle
iridi azzurre “…dici? A me è sembrato
di sì.”
Kurogane distolse in fretta gli occhi, prima che si
soffermassero un attimo di troppo in quelli del mago, un poco nascosti
da
sottili ciocche di capelli sudati, o sulla sua bocca dalle labbra
semichiuse.
“Se trovi difficile questo, voglio proprio vedere
come troverai il resto…”
…il resto?!
Per un momento, Yuui immaginò di sentire il viso del ninja
che si avvicinava al
suo, il suo respiro che sfiorava la sua guancia, il calore delle sue
labbra a
poca distanza dal suo collo…
“… ma no, Kuroninja! Ma che cosa dici! Ecco,
guarda
qui!” ridacchiò imbarazzato, riportando
improvvisamente sguardo e
concentrazione sulla spada di legno che aveva tra le mani.
Sperava solo che il guerriero attribuisse il rossore
delle sue guance al caldo e al movimento fisico…
>>> <<<
Il
sole stava tramontando. Kurogane e Yuui sedevano
appoggiando la schiena alla pietra fresca del pozzo, che proiettava a
terra
un’ombra scura e rettangolare. Tra di loro stava il secchio
dell’acqua, ormai
semivuoto.
Il ninja sedeva a gambe incrociate, come al suo
solito, lo sguardo calmo che si aggirava sull’ambiente
attorno a loro.
Si stavano riposando dopo l’allenamento, mentre il
tramonto cominciava a rinfrescare l’aria e nugoli di
moscerini uscivano dalle
fronde delle piante del giardino. L’atmosfera era
rilassata… che strano, pensò
Yuui. In fondo, aveva incontrato quel ninja nemmeno un giorno prima,
eppure
adesso erano seduti lì, tranquilli, dopo aver passato
insieme un pomeriggio
intero. Era come se… se si conoscessero già,
forse. Questo lo metteva
stranamente a suo agio - anche se sapeva bene di non poter abbassare la
guardia
più di tanto.
Così, senza particolare ragione, si sentì in vena
di
porgli una domanda che lo accompagnava da tutto il pomeriggio, da
quando, cioè,
aveva visto il ninja senza il pesante mantello che era solito indossare.
“…ma senti… quel braccio…
è interamente di metallo,
non è così?”
Kurogane annuì
“Sai, non mi è mai capitato di vedere una cosa del
genere, in nessuno dei posti che ho visto.”
“Per forza. Viene da un altro mondo.”
Yuui lo guardò di sottecchi. Un altro mondo?
…stava
forse facendo dell’ironia? Ma il viso del ninja era serio
come al solito, e il
mago decise di sorvolare.
“L’hai perso in combattimento?”
“Me lo sono tagliato di mia spontanea
volontà.”
Questa volta Yuui spalancò gli occhi. Stava per
sfuggirgli un’esclamazione di sorpresa, ma si trattenne ed
abbassò lo sguardo.
C’erano cose che si potevano chiedere, anche se con
discrezione, e c’erano
argomenti che era meglio non sondare. E poi, per l’appunto,
aveva incontrato
quel ninja appena un giorno prima: non aveva certo diritto di curiosare
nel suo
passato. Anche perché non voleva che, in seguito, fosse
l’altro ad indagare sul
suo.
Ma fu Kurogane a continuare: “Perdere questo braccio
mi ha permesso di ritrovare una cosa molto più
importante.”
“Un braccio, in cambio di qualcos’altro?
Beh… come si
dice, ogni cosa ha un suo prezzo.” commentò Yuui.
Un’elementare legge della
magia… elementare e fondamentale.
“Anche se certe cose non si possono ottenere,
nonostante si sia disposti a tutto pur di averle.” disse
ancora il ninja,
voltandosi a guardare l’altro in faccia. Yuui
sentì il cuore sobbalzare a
quello sguardo. Le pupille rosse erano penetranti, piene di domande e
sospetti,
ma c’era un fondo di solitudine, in quegli occhi…
come se volessero trapassare
i suoi e rubare tutto quello che vi si trovava dietro.
“…la vita di qualcuno a cui tieni, ad
esempio.” finì.
Yuui deglutì a vuoto. Dove voleva arrivare?!
“Ehi, devo dire che dei vari paesi che ho visitato
questo Nihon è il più strano di tutti…
continuo a vedere cose incredibili! –
esclamò divertito (o almeno, così suonava la sua
voce) – Braccia che vengono da
altri mondi… ma devo dire che la cosa più strana
sei tu, Kuroninja, che te ne
vieni fuori con questi discorsi!”
Questo sbuffò, spazientito “Ma siete tutti
così voi
maghi?!”
“Noi? Hai conosciuto altri maghi?” fece Yuui
sorridente. La conversazione poteva ancora prendere pieghe pericolose.
Kurogane si voltò e tornò a guardare il cielo che
si
arrossava, sopra i tetti del palazzo. “Beh, era
più un idiota che non un mago.”
“Un po’ come me, insomma.”
>>> <<<
I
passi di Kurogane rimbombarono sul legno delle
scale che portavano al giardino. Lo aspettava un’altra notte
praticamente
insonne… almeno, così si aspettava. Stava andando
a sostituire una sentinella
di guardia; se non altro, avrebbe fatto qualcosa di utile.
Avrebbe potuto tentare di porre qualche domanda a
Yuui, prima. Ma del resto, perché farlo? Lo aveva incontrato
appena un giorno
prima. Era vero, quei suoi occhi azzurri avevano lo stesso sguardo di
quelli
del mago nel primo momento in cui si erano incontrati… occhi
le cui palpebre si
abbassavano, mentre fingeva di sorridere. Erano anche occhi troppo
grandi per
nascondere tutte le bugie e le cose non dette.
Il cielo notturno era terso, conteso dalla luna e
dalle stelle. Appese qua e là a dei pali di legno,
splendevano file di piccole
lanterne da cui emanava un tenue chiarore, che faceva risplendere
d’argento le
foglie e gli steli d’erba. Soffiava un tenue venticello, le
luci si muovevano e
facevano danzare le ombre delle fronde sul sentiero percorso dal ninja.
I
suoi passi lo avevano portato in una ben
determinata direzione: tra le frasche dei cespugli fioriti gli
apparvero ben
presto Yuui e Fay, che avevano scostato i rami flessuosi di un piccolo
salice,
per osservare la danza che le lucciole stavano facendo attorno al suo
tronco.
Ridevano sottovoce, e anche se il ninja non poteva
capire le loro parole – un po’ per la distanza, un
po’ perché parlavano una
lingua sconosciuta – Yuui gli sembrava felice. Teneva per
mano il gemello, e
scherzavano insieme.
Vedere il mago aggirarsi sui sentieri di quel
giardino, fermarsi ad annusare il profumo di un bocciolo, vederlo
sorridere, il
volto incorniciato dai rami verdi di un salice… non era
questo che aveva
voluto?
Non è il mago, non è il mago…
Ma maledizione, se solo il suo viso non fosse stato
lo stesso! Se solo la sua voce non avesse avuto la stessa inflessione
canzonatoria! Se almeno non gli avesse affibbiato quegli stupidi
nomignoli
anche lui…se si fosse tenuto a distanza!
Si voltò e tornò all’interno del palazzo. Non voleva disturbare i due fratelli… sapeva quanto avrebbe contato, per il mago, poter passare anche solo un momento così con il suo gemello.
“Mi dispiace di averti lasciato solo, questo
pomeriggio, Fay… - commentò, aumentando
considerevolmente la presa sulla mano
del fratello, anche se questo non sembrò accorgersene -
…ma la verità è che
oggi… mi sono davvero divertito. Ma non prendertela per
questo…”
Non lo guardò in faccia. Sapeva che gli occhi di Fay
erano fissi sui rami dell’albero, immobili.
>>> <<<
*= in realtà non so se forse il metallo, scaldato dal sole (anche se non è proprio a picco) forse dovrebbe essere più caldo della pelle umana…? Però c’è anche il movimento, che al braccio normale da calore, mentre non ne dà a quello artificiale… *confusa sulle nozioni di fisica*
Mi scuso nuovamente per il ritardo negli aggiornamenti, ma vorrei comunque ribadire che sia questa fiction che "all'ombra del castello nel cielo" verranno senz'altro portate a termine... ho solo una vita un po' incasinata! :DIn ogni caso per chi volesse darci un'occhiata ho comunque prodotto cose kurofayose e potete vederle sulla my pagina di Deviant Art, e più specificamente sulla gallery dedicata al pairing!
Chu chu!