Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: MystOfTheStars    11/11/2008    1 recensioni
..un'altra mia allucinazione mentale su cosa potrebbe essere di Kurogane e Fay dopo un ipotetico finale di TRC. Ma stavolta è triste.
Quel Kurogane e quel Fay sono davvero anime gemelle? O forse...?
In ogni caso, sempre KuroXFay.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ashura Oh , Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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…ehm… salve… qualche tempo che non aggiorno, eh..?

Dunque… per chi leggesse ancora questa storia… riassunto delle puntate precedenti (che poi sono solo due).

Siamo a Nihon, dopo un’ipotetica fine di Tsubasa. Nel combattimento contro FWR, Fay/Yuui (il nostro mago, insomma) si sacrifica per salvare la vita di Kurogane.
A Nihon si tiene, come tutti gli anni, una festa in onore dell’estate, e al castello arrivano vari artisti per dare spettacolo; tra di loro c’è un gruppo il cui capocomico è nientemeno che Ashura-o (o meglio, la sua controparte dimensionale del mondo di Nihon) e tra i componenti del gruppo ci sono Yuui e Fay, che usano la magia per intrattenere.
Nonostante Tomoyo-Hime pensi che questo incontro potrebbe risollevare il ninja dall’angst in cui è piombato dopo la morte del mago, Kurogane è sì scioccato dalla “ricomparsa” dell’altro, ma anche molto, molto cauto…

 

 

 

*…l'incantatore…*

Capitolo III

 

 

 

Il sole scintillava nel mezzo del cielo terso. Nel palazzo, accanto alle stalle, in un riquadro di terra battuta delimitato da una sottile staccionata, qualcuno sollevava nuvole di polvere rossa, che vorticavano, spostate dai suoi movimenti frenetici.
Kurogane si stava allenando. Il suo mantello ed il suo elmo giacevano accatastati vicino allo steccato, mentre il metallo della Ginryu e quello del suo braccio meccanico splendevano al sole pomeridiano.
Per un guerriero come lui, l’allenamento regolare era un bisogno primario come il cibo o il sonno.
Inoltre, allenarsi assorbiva tutte le sue energie, mentali e fisiche… un ninja doveva essere in grado di concentrarsi alla perfezione, lasciando da parte tutti i pensieri che non riguardassero la presa sulla katana, i movimenti dell’avversario di fronte.. tutti i pensieri estranei..
… certo …e lui era un fallimento come ninja, quel giorno.
Si fermò e rimise la Ginryu nel fodero. Era stato tentato di farlo con stizza, ma prendersela non l’avrebbe aiutato a ritrovare la concentrazione.
“Woah, ma complimenti!” esclamò qualcuno alle sue spalle. Qualcuno che lui aveva sentito arrivare.. e per questo si era distratto.
Voltandosi, incrociò lo sguardo del biondo e questo si profuse in un lungo applauso di approvazione
“E’ bello starti a vedere! Fai delle cose molto… molto artistiche, con quella spada!”
Lo valutò un attimo. Doveva trattarsi di Yuui… lo stesso che aveva incontrato quella mattina. Il fratello stava accanto a lui, e a sua volta lo fissava con due occhi di un blu intenso. Ma il suo sguardo era distante, annoiato.
“Si chiama katana. E questo è un allenamento.” rispose, secco.
“Katana.. beh.. davvero spettacolare, Kuroninja!!”
Una vena prese a pulsare intensamente sulla fronte del guerriero… già gli era difficile concentrarsi da sé, e se poi quello ci si metteva di nuovo…
“PIANTALA con questi nomi assurdi!”
“Ahahah, non prendertela, ma è più forte di me!”
“Mi chiedo che diamine ci sia di così divertente!” ringhiò il ninja avvicinandosi a grandi passi verso lo steccato dove Yuui si stava appoggiando con fare pigro.
“Eheh, perché te la prendi così tanto, ad esempio! Insomma, un guerriero non dovrebbe avere un po’ di flemma?”
“Ma te la faccio vedere io la flemma!” sbottò brandendo la Ginryu.
“E’ un invito a combattere?”
Prima che Kurogane potesse ribattere, Yuui aveva saltato la staccionata ed era in piedi di fronte a lui.
“Yuui… non credo che…” fece a quel punto Fay, allungando una mano a toccare il braccio del fratello, e gettando a Kurogane uno sguardo diffidente.
“Nah, tranquillo! Aiutare un ninja ad allenarsi è un passatempo più che nobile, non credi?”
Senza aspettare che il guerriero rispondesse, Yuui indietreggiò, fissando negli occhi il suo avversario. Fece qualche metro a passi lunghi, misurati. Kurogane lo squadrò attentamente: aveva un’aria giocherellona ma anche determinata.
“A te la prima mossa, Kuroninja!” incoraggiò il biondo.
Kurogane strinse l’elsa della katana, sempre soppesandolo. “Niente armi?”
Yuui ammiccò “Macchè armi! Dai, attaccami!”
Stufo, il ninja non se lo fece ripetere due volte. La lama dell’arma balenò, ma, come si era aspettato, Yuui la schivò con un salto, e si portò a fianco del ninja.
La Ginryu roteò con un movimento splendidamente fluido, nuovamente diretta sul bersaglio. Di nuovo, il giovane si spostò, fulmineo ma con grazia, finendo alle spalle del ninja.
Questo si voltò di scatto, e l’acciaio formò un bagliore ricurvo mentre tagliava l’aria dall’alto verso il basso.
“Non devi mica uccidermi davvero, Kuroguerriero!” rise l’altro gettandosi all’indietro.
“Lo farò, se non contrattacchi!”
“Aww, come sei frettoloso!” replicò Yuui, abbassandosi repentinamente mentre la lama gli sibilava a poca distanza dalle punte dei capelli biondi.
Battè le mani, e una piccola cascata di scintille gli scaturì tra le dita.
“Ma che diamine…!” esclamò Kurogane mentre le luci gli danzavano attorno al volto, coprendogli la vista.
“Sono un mago, eh! Con cosa ti aspettavi che contrattaccassi?!” ridacchiò Yuui battendogli con una mano sulla spalla.
La katana vorticò da quella parte, ma il mago era già distante.
“Combatti lealmente, idiota!” sbottò frustrato il ninja. Quelle maledette luci non solo gli offuscavano la vista, ma gli impedivano persino di concentrarsi sugli altri sensi – cosa che era tranquillamente in grado di fare, abituato com’era a combattere anche in condizioni di scarsa visibilità…
“Come sei scontroso.” Le luci improvvisamente sparirono, e Kurogane lanciò un’occhiataccia al ragazzo.
Yuui era appollaiato sul bordo del pozzo vicino alle stalle, e si stava atteggiando ad un falso broncio, che divenne un sorriso sornione non appena i loro sguardi si unirono.
Il ninja si accorse di un certo tramestio alle sue spalle, e si voltò: accanto alla staccionata che delimitava l’area di allenamento, si era formata una piccola folla di spettatori. Vicino a Fay, qualche ninja si era fermato ad osservare lo scontro. Per un lungo, scomodo istante, Kurogane ebbe l’impressione che quei soldati non fossero incuriositi soltanto dallo svolgersi dell’allenamento.
“Se non vuoi combattere sul serio, vattene.” disse, secco, tornando a rivolgersi a Yuui. Non sarebbe stata una novità, per il mago, fare una cosa del genere.
Ma il ragazzo scese dal pozzo “Hai ragione, Kuroninja.” rispose, serio. Nella sua mano destra era comparsa improvvisamente una lama di luce fredda. Il mago la osservò per qualche istante, come a considerare il risultato.
“Non so come si combatte con una spada, ma ci posso provare!” disse, e un attimo dopo partì all’attacco.
Kurogane parò con facilità, ma quando contrattaccò anche Yuui deviò la sua katana con grazia. Come c’era da aspettarsi, il mago sapeva perfettamente come tenere in mano una spada…
Lo scambio di colpi andò avanti  “Allora, come sto andando?!”
“…manchi di forza!”
Il ninja accennò un mezzo sorriso. La spada magica di Yuui aveva una consistenza strana, cedevole eppure solida… la sentiva attraverso il metallo della sua Ginryu… gli ci era voluto un po’ per capire come fare, ma…
Modificò l’inclinazione della sua katana, e questa tornò a fendere l’aria con mortale precisione:  incontrò l’altra arma e ne tagliò a metà la lama.
La spada esplose in tante scintille, e quando riaprì gli occhi, semiaccecato dall’intenso bagliore,  Yuui si ritrovò a terra, in mezzo alla polvere, la punta della Ginryu così vicina alla sua gola che poteva sentire sulla pelle il freddo del metallo.
“…beh, mi arrendo!” disse sorridente, alzando le mani.
Troneggiante di fronte al mago inerme, Kurogane inarcò un sopracciglio. Le pupille erano ridotte a due fessure nel rosso acceso delle sue iridi.
“Ah, davvero?” la lama si avvicinò, ma il mago non si spostò. Guardava il ninja negli occhi. Un piccolo puntino scarlatto sulla pelle bianca del suo collo comparve non appena la spada si ritrasse.
Yuui osservava il volto di Kurogane. Non aveva potuto fare a meno di notare che nei suoi occhi era passata un’espressione malinconica.. dispiacere?
“Ehi! Ma che fai?!” esclamò Fay, allarmato.
Un secondo dopo, Kurogane rimetteva la Ginryu nel fodero.
“La prossima volta prova con una spada vera.” 
Yuui si rialzò, spolverandosi i vestiti. “Ma se non ne ho mai usata una, scusa. Ho tirato a indovinare!”
Kurogane sbuffò, voltandogli la schiena.
“..ehi, Kuroninja! Allenami tu!”
L’altro lo guardò interdetto.
“Ma piantala, Yuui! Andiamo!” fece Fay sporgendosi dallo steccato. Yuui gli lanciò un’occhiataccia, come per zittirlo, e tornò ad osservare Kurogane con aria speranzosa.
Il ninja si asciugò il sudore dalla fronte.
...che farsa era questa? Il mago che gli chiedeva lezioni di katana?!
“… e perché diamine dovrei farlo?!”
“Non so che fare, finché rimaniamo qui a palazzo… e poi, così posso esserti più utile nel prossimo allenamento, no?” il sorriso che gli era comparso sul viso era così sfacciato che perfino il mago sembrò pentirsene.
“… l’arte della katana non si può imparare per passatempo.”
“E chi l’ha chiamato passatempo? Ora che sono qui e ho la possibilità di farlo... e poi, potrebbe tornarmi utile. Meglio so combattere, meglio posso difendere quello che devo difendere!” ammiccò Yuui.
Kurogane lo fissò per un lungo istante. Cosa aveva da difendere questo mago?

 

>>> <<<

 

Ashura attraversava il parco del palazzo a passi misurati e lenti. Era già pomeriggio inoltrato, anche se il caldo non accennava ad alleggerire la sua morsa. Se non altro, gli appartamenti reali erano ombreggiati e freschi, ed era stato servito un pranzo leggero accompagnato da bevande raffinate e dissetanti. La corte di Nihon era veramente un luogo accogliente, pensò, trovando conforto in quella constatazione.
La conversazione con la principessa Tomoyo era durata più a lungo del previsto, ma non lo aveva colto del tutto impreparato… del resto, lui possedeva il potere di vedere nei sogni. E, in parte, sapeva già quello che ella gli aveva appena narrato.
Naturalmente, sognare qualcosa e poi sentirsi dire lo stesso nella realtà era ben differente, se non altro perché i sogni poteva tenerli per sé, mentre la realtà avrebbe dovuto per forza condividerla con gli altri...soprattutto se i fatti li riguardavano in prima persona.
La Hime non aveva più la capacità di leggere nei sogni, ma l’intuito e la perspicacia non le mancavano certamente. Ora che sapeva nel dettaglio tutto quanto, doveva parlare con Yuui. Anche se non era sicuro di quanto gli avrebbe detto… di quanto sarebbe stato bene che il ragazzo sapesse… 

Seguendo le indicazioni che gentilmente la ninja dalla pelle scura gli aveva fornito, arrivò in vista delle stalle. Tra i cespugli, in lontananza, gli apparve uno dei due gemelli.. Fay, che gli voltava la schiena e, appoggiato ad un recinto di legno, stava osservando qualcosa.
Appena superò il salice le cui fronde gli impedivano la vista, rallentò il passo.

Yuui era vicino al ninja che avevano incontrato quella mattina. Avevano delle spade in mano, sembrava che stessero facendo degli esercizi… improvvisamente, Yuui stuzzicò l’altro con la punta della sua arma, e questo gli urlò addosso minacciandolo con la katana. Il giovane rise e saltellò all’indietro come ad evitare un attacco.
Ashura si avvicinò lentamente. Nemmeno Fay si era accorto di lui… Yuui doveva essere davvero concentrato su quello che stava facendo...
“Ashura, signore!” esclamò improvvisamente. Nello scappare dal ninja, si era voltato e l’aveva visto arrivare.
Il volto dell’uomo si rasserenò, vedendo i visi dei due gemelli che lo guardavano con aspettativa. Oltre, il ninja lo scrutava con aria corrucciata, ma questo non lo preoccupò particolarmente.
“Oh, non vi volevo interrompere… vi prego, continuate.” commentò facendo un gesto con la mano.
“Ci chiedevamo dove fossi finito.” disse Fay.
“Ho goduto della splendida ospitalità della signora di questo palazzo.” rispose, sorridendo alla volta di Kurogane, che tuttavia lo ricambiò aggrottando maggiormente le sopracciglia.
“Ora, credo che andrò a riposarmi nella mia stanza.”
Yuui fece per andare da lui, ma Ashura si affrettò ad alzare una mano per fermarlo “Ma no, rimani qui. Verrà Fay con me, non ti preoccupare. A più tardi.”
Si congedò con un lieve cenno del capo e se ne andò, seguito immediatamente da Fay, che si voltò un momento a salutare il fratello. Yuui e Kurogane rimasero a guardarli mentre sparivano alla vista.
E così, Tomoyo aveva trattenuto il capocomico fino ad allora… conoscendola, il ninja immaginava che in tutto quel tempo non si era limitata a mostrarli il palazzo e a fargli i complimenti per lo spettacolo della sera prima.

Ashura si risolse a non voltarsi indietro. Dopotutto, poteva parlare a Yuui anche più tardi. Come si sarebbe dovuto aspettare, le cose avevano già preso una chiara direzione… sia che il mago sapesse, sia che rimanesse all’oscuro di tutto.

“Allora… insomma, non puoi tenere le braccia così rigide! Piegale, diamine! …. Ma non in questo modo!”
“Oh, non sei per nulla un maestro paziente! Fammi vedere come devo fare!”
Kurogane sbuffò. “Sta’ fermo. Si fa così.”
Si avvicinò a Yuui e gli passò un braccio dietro la schiena, sovrapponendo le sue mani a quelle del mago sull’elsa di legno.
“Segui il mio movimento.” disse, perentorio, le sue labbra a poca distanza dall’orecchio destro del mago.
Mentre il respiro – con sua grande sorpresa – gli si fermava, Yuui prese improvvisamente coscienza del fatto che erano soli nel campo di allenamento. Loro due, mentre l’afa del pomeriggio li avvolgeva, e la polvere copriva i loro stivali.
La mano destra del ninja, stretta sul dorso della sua, era calda; quella sinistra, metallica, appena tiepida *… guardò l’elsa della spada: le sue dita erano sparite nella presa di Kurogane.
Sentiva il metallo della sua armatura sbattere lievemente contro le sue scapole, l’acciaio liscio e asciutto del braccio sinistro aderire alla pelle del suo, mentre il guerriero gli faceva muovere lentamente l’arma.
Durò il tempo di quattro, cinque respiri del ninja (poteva contarli perché li sentiva sulla nuca – respiri lenti e controllati; si stupì scoprendo che il suo cuore aveva evidentemente deciso di fare una gara di velocità con loro, superandoli immediatamente con la velocità dei suoi battiti), poi le sue mani lasciarono improvvisamente la presa.
“Non è affatto difficile.” commentò aspro il guerriero, allontanandosi di un passo. Un passo fatto di fretta.
Yuui non era sicuro di ricordarsi quello che gli aveva appena mostrato. Guardò l’altro in faccia, con uno sguardo perso nelle iridi azzurre “…dici? A me è sembrato di sì.”
Kurogane distolse in fretta gli occhi, prima che si soffermassero un attimo di troppo in quelli del mago, un poco nascosti da sottili ciocche di capelli sudati, o sulla sua bocca dalle labbra semichiuse.
“Se trovi difficile questo, voglio proprio vedere come troverai il resto…”
…il resto?! Per un momento, Yuui immaginò di sentire il viso del ninja che si avvicinava al suo, il suo respiro che sfiorava la sua guancia, il calore delle sue labbra a poca distanza dal suo collo…
“… ma no, Kuroninja! Ma che cosa dici! Ecco, guarda qui!” ridacchiò imbarazzato, riportando improvvisamente sguardo e concentrazione sulla spada di legno che aveva tra le mani.
Sperava solo che il guerriero attribuisse il rossore delle sue guance al caldo e al movimento fisico…

 

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Il sole stava tramontando. Kurogane e Yuui sedevano appoggiando la schiena alla pietra fresca del pozzo, che proiettava a terra un’ombra scura e rettangolare. Tra di loro stava il secchio dell’acqua, ormai semivuoto.
Il ninja sedeva a gambe incrociate, come al suo solito, lo sguardo calmo che si aggirava sull’ambiente attorno a loro.
Si stavano riposando dopo l’allenamento, mentre il tramonto cominciava a rinfrescare l’aria e nugoli di moscerini uscivano dalle fronde delle piante del giardino. L’atmosfera era rilassata… che strano, pensò Yuui. In fondo, aveva incontrato quel ninja nemmeno un giorno prima, eppure adesso erano seduti lì, tranquilli, dopo aver passato insieme un pomeriggio intero. Era come se… se si conoscessero già, forse. Questo lo metteva stranamente a suo agio - anche se sapeva bene di non poter abbassare la guardia più di tanto.
Così, senza particolare ragione, si sentì in vena di porgli una domanda che lo accompagnava da tutto il pomeriggio, da quando, cioè, aveva visto il ninja senza il pesante mantello che era solito indossare.
“…ma senti… quel braccio… è interamente di metallo, non è così?”
Kurogane annuì
“Sai, non mi è mai capitato di vedere una cosa del genere, in nessuno dei posti che ho visto.”
“Per forza. Viene da un altro mondo.”
Yuui lo guardò di sottecchi. Un altro mondo? …stava forse facendo dell’ironia? Ma il viso del ninja era serio come al solito, e il mago decise di sorvolare.
“L’hai perso in combattimento?”
“Me lo sono tagliato di mia spontanea volontà.”
Questa volta Yuui spalancò gli occhi. Stava per sfuggirgli un’esclamazione di sorpresa, ma si trattenne ed abbassò lo sguardo. C’erano cose che si potevano chiedere, anche se con discrezione, e c’erano argomenti che era meglio non sondare. E poi, per l’appunto, aveva incontrato quel ninja appena un giorno prima: non aveva certo diritto di curiosare nel suo passato. Anche perché non voleva che, in seguito, fosse l’altro ad indagare sul suo.
Ma fu Kurogane a continuare: “Perdere questo braccio mi ha permesso di ritrovare una cosa molto più importante.”
“Un braccio, in cambio di qualcos’altro? Beh… come si dice, ogni cosa ha un suo prezzo.” commentò Yuui. Un’elementare legge della magia… elementare e fondamentale.
“Anche se certe cose non si possono ottenere, nonostante si sia disposti a tutto pur di averle.” disse ancora il ninja, voltandosi a guardare l’altro in faccia. Yuui sentì il cuore sobbalzare a quello sguardo. Le pupille rosse erano penetranti, piene di domande e sospetti, ma c’era un fondo di solitudine, in quegli occhi… come se volessero trapassare i suoi e rubare tutto quello che vi si trovava dietro.
“…la vita di qualcuno a cui tieni, ad esempio.” finì.
Yuui deglutì a vuoto. Dove voleva arrivare?!
“Ehi, devo dire che dei vari paesi che ho visitato questo Nihon è il più strano di tutti… continuo a vedere cose incredibili! – esclamò divertito (o almeno, così suonava la sua voce) – Braccia che vengono da altri mondi… ma devo dire che la cosa più strana sei tu, Kuroninja, che te ne vieni fuori con questi discorsi!”
Questo sbuffò, spazientito “Ma siete tutti così voi maghi?!”
“Noi? Hai conosciuto altri maghi?” fece Yuui sorridente. La conversazione poteva ancora prendere pieghe pericolose.
Kurogane si voltò e tornò a guardare il cielo che si arrossava, sopra i tetti del palazzo. “Beh, era più un idiota che non un mago.”
“Un po’ come me, insomma.”


 

>>> <<<

 

I passi di Kurogane rimbombarono sul legno delle scale che portavano al giardino. Lo aspettava un’altra notte praticamente insonne… almeno, così si aspettava. Stava andando a sostituire una sentinella di guardia; se non altro, avrebbe fatto qualcosa di utile.
Avrebbe potuto tentare di porre qualche domanda a Yuui, prima. Ma del resto, perché farlo? Lo aveva incontrato appena un giorno prima. Era vero, quei suoi occhi azzurri avevano lo stesso sguardo di quelli del mago nel primo momento in cui si erano incontrati… occhi le cui palpebre si abbassavano, mentre fingeva di sorridere. Erano anche occhi troppo grandi per nascondere tutte le bugie e le cose non dette.
Il cielo notturno era terso, conteso dalla luna e dalle stelle. Appese qua e là a dei pali di legno, splendevano file di piccole lanterne da cui emanava un tenue chiarore, che faceva risplendere d’argento le foglie e gli steli d’erba. Soffiava un tenue venticello, le luci si muovevano e facevano danzare le ombre delle fronde sul sentiero percorso dal ninja.

I suoi passi lo avevano portato in una ben determinata direzione: tra le frasche dei cespugli fioriti gli apparvero ben presto Yuui e Fay, che avevano scostato i rami flessuosi di un piccolo salice, per osservare la danza che le lucciole stavano facendo attorno al suo tronco.
Ridevano sottovoce, e anche se il ninja non poteva capire le loro parole – un po’ per la distanza, un po’ perché parlavano una lingua sconosciuta – Yuui gli sembrava felice. Teneva per mano il gemello, e scherzavano insieme.
Vedere il mago aggirarsi sui sentieri di quel giardino, fermarsi ad annusare il profumo di un bocciolo, vederlo sorridere, il volto incorniciato dai rami verdi di un salice… non era questo che aveva voluto?
Non è il mago, non è il mago…
Ma maledizione, se solo il suo viso non fosse stato lo stesso! Se solo la sua voce non avesse avuto la stessa inflessione canzonatoria! Se almeno non gli avesse affibbiato quegli stupidi nomignoli anche lui…se si fosse tenuto a distanza! 

Si voltò e tornò all’interno del palazzo. Non voleva disturbare i due fratelli… sapeva quanto avrebbe contato, per il mago, poter passare anche solo un momento così con il suo gemello.

 Yuui si rilassò visibilmente non appena lo sentì allontanarsi. Un momento dopo, si voltò, ma il mantello nero del ninja era già sparito alla vista.
“Mi dispiace di averti lasciato solo, questo pomeriggio, Fay… - commentò, aumentando considerevolmente la presa sulla mano del fratello, anche se questo non sembrò accorgersene - …ma la verità è che oggi… mi sono davvero divertito. Ma non prendertela per questo…”
Non lo guardò in faccia. Sapeva che gli occhi di Fay erano fissi sui rami dell’albero, immobili.

 

 

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*= in realtà non so se forse il metallo, scaldato dal sole (anche se non è proprio a picco) forse dovrebbe essere più caldo della pelle umana…? Però c’è anche il movimento, che al braccio normale da calore, mentre non ne dà a quello artificiale… *confusa sulle nozioni di fisica*

Mi scuso nuovamente per il ritardo negli aggiornamenti, ma vorrei comunque ribadire che sia questa fiction che "all'ombra del castello nel cielo" verranno senz'altro portate a termine... ho solo una vita un po' incasinata! :D
In ogni caso per chi volesse darci un'occhiata ho comunque prodotto cose kurofayose e potete vederle sulla my pagina di Deviant Art, e più specificamente sulla gallery dedicata al pairing!

Chu chu!
  
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