"Haru, perché? Perché non posso essere libero anche io?" Rin piagnucolava davanti a lui. "Dio santissimo, ho fatto di tutto: sono andato pure in Australia per sentirlo di nuovo."
"Sentire cosa?" Haru parlò per la prima volta in quella conversazione.
"Quella... cosa. Quella cosa che sento quando sono con te: mi fa stare bene, mi fa sentire felice e io non ne posso fare a meno."
"Cosa senti quando sei con me?" Adesso gli dava le spalle, guardando fuori dalla finestra di quella piccola stanza, la sua camera. Odiava vederlo piangere.
"Sento così tante cose insieme, Haru, cazzo, non riesco a descriverle!" rispose. "So solo che sono felice." 
"E perché ora stai piangendo?" Si girò.
Fu una sola domanda a spiazzarlo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che Rin si sarebbe buttato in quel modo brusco su Haru, abbracciandolo e gemendo sempre più forte.
"Io.. io non lo so" diceva, tra i singhiozzi.
L'altro tentava invano di consolarlo, accarezzandogli gentilmente la nuca e rispondendo all'abbraccio.
"Ho solo bisogno di te" disse Rin, alla fine.
"Tu non hai bisogno di me, ci sono altre persone che..."
Ma non finì più quella frase: le labbra del rosso, ora, avvolgevano le sue in un caldo e dolce bacio. Piano piano s'intensificò. 
L'unica cosa che si sentiva, in quella stanza, era lo schiocco di quei bellissimi gesti. Gesti che nascondevano felicità, passione, ma anche dolore e tristezza. Perché sì: l'amore è così. Così imprevedibile, perché nessuno potrà mai dire se ti sentirai bene o male. Così bello, perché la persona che ti ricambierà con altrettanto sentimento sarà quella giusta, quella con cui vorrai passare tutta la vita. Così doloroso, perché non sempre tutto è come desideri, ma è sempre come il destino ti offre. 
Si staccavano solo per un attimo di respiro e Rin non vedeva mai l'ora di ricominciare. 
Ricominciare ad assaporare quelle labbra, poi scendere al collo, al petto e sempre più giù...
Lui voleva Haru.
Lo voleva sentire suo.
Voleva farsi sentire suo.
E quando Haru chiese: "Cosa facciamo adesso?", guardando negli occhi di Rin con le sue bellissime iridi azzurre, lui gli rispose: "Per esempio, l'amore."
E, per esempio, fecero l'amore.
Non era sesso, ma amore. Haru si rese conto, in quel bellissimo momento, dei sentimenti di Rin e capì che neanche lui poteva fare a meno delle sue labbra, dei suoi occhi, della sua voce. 
Rin si rese conto di quanto tenesse ad Haru, di quanto lo volesse solo per se e di quanto volesse stare con lui per sempre.
Entrambi capirono.
Capirono cosa significava amare davvero una persona.
E non ci vollero parole.
Potevano vederlo da soli, quel bellissimo sentimento, potevano percepirlo.
Si addormentarono così. 
Abbracciati.
Insieme.

Spazio Autrice: okay, non è niente di che, ma capitemi: mi annoiavo. Spero vi sia piaciuta.
P.S.: le frasi "E adesso, cosa facciamo?", "Per esempio, l'amore" e "E per esempio, facemmo l'amore" l'ho preso da un libro di cui ora non ricordo il nome. Mi piacciono davvero tanto e volevo metterle in una "storia" ahah.