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Autore: JeckyCobain    24/12/2014    1 recensioni
Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Langdon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMMORTALS

They say we are what we are // Dicono che siamo ciò che siamo
But we don’t have to be // Ma non dobbiamo essere

I’m glad to hate you but I do it in the best way // Sono contenta di odiarti, ma lo faccio nel migliore dei modi
I’ll be the guard dog of all your fever dreams // Sarò il cane da guardia di tutti i tuoi febbrili sogni
I’ll try to picture me without you but I can’t // Cercherò di immaginare me senza di te ma non riesco

'Cause we could be immortals, immortals // Perche ' potremmo essere immortali, immortali
Just not for long, for long //  Non solo per molto, per molto

Immortals // Immortali
(Fall Out Boys - Immortals)


Il gelido vento invernale sferzava il viso di Alice, e penetrava la sciarpa che si era messa per proteggersi dalla fredda aria di quella mattina di fine Dicembre. Era passato più di un mese da quando Robert se ne era andato, e anche se non riusciva più a pensare a lui negli stessi termini in cui ci pensava fino a due mesi prima, era strano non avere più la sua presenza intorno.

Tutto ciò che le rimaneva di lui era una foto. Nei primi giorni della sua assenza la guardava e la teneva sempre con sé, ma dopo ciò che si era ripromessa al parco nel giorno in cui se ne era andato, l'aveva nascosta dentro il libro che le aveva regalato, e relegato sulla libreria.

Ormai non pensava più a lui in quei termini, e non voleva nemmeno farlo, a dire il vero. Aveva cominciato a frequentarsi con un ragazzo della facoltà di Studi Medievali, la stessa di Bettany, e uscivano spesso in compagnia tutti insieme. “È meglio così” pensava Alice “Dopotutto che senso ha continuare a soffrire?”. Quella mattina stava andando a lezione di Iconografia Religiosa, avevano dato un supplente alla classe e, anche se non era certo a livello di Robert, era veramente in gamba.

Mancava solo un giorno alla vigilia di Natale, quindi quella sarebbe stata l'ultima lezione per le prossime due settimane. Ma nonostante la gioia che sprigionavano gli altri studenti, e l'atmosfera Natalizia che si respirava nei festoni colorati, nelle luci e nelle palline luminose che addobbavano l'intero campus, Alice sentiva un peso opprimente nel cuore, e non riusciva ad essere veramente felice. Forse le mancava la sua famiglia, o forse era perché tutto quello in cui aveva sempre sperato non si stava realizzando. Oppure le mancava ancora Robert. Era una ferita troppo profonda per essere rimarginata in così poco tempo, ma aveva promesso a se stessa che se mai fosse tornato non gli avrebbe più rivolto la parola.

 

Robert era già in classe, e non vedeva l'ora di cominciare la lezione. Fare il professore era esattamente il lavoro che amava, e anche se adorava viaggiare per il mondo e scrivere libri, tornare a casa era sempre la cosa che preferiva. Vedere i suoi studenti lo riempiva di gioia, sopratutto una. In quel lungo mese passato via aveva capito quanto le mancava, e ogni giorno lo passava a pensare a lei e a quanto sarebbe voluto tornare.

Quando lei entrò in classe il suo volto si illuminò: era sempre bella, anche se il suo volto cupo sembrava tradire la sua solita felicità. Il suo volto felice nel vederla si trasformò in una smorfia di dolore quando lei, anziché rivolgergli un sorriso dolce e spontaneo come sempre, si sedette in ultima fila non guardandolo nemmeno. Il suo aspetto di ghiaccio aveva conquistato anche il suo cuore.

Una volta finita la lezione cercò di chiamarla, ma gli altri studenti, desiderosi di sapere come era stato il suo viaggio e congratularsi con lui, glielo impedirono, e quando uscì per cercarla, lei era come sparita nel nulla. Andò a cercarla in tutti i luoghi che frequentavano assieme ma non la trovò in nessuno di essi, così le scrisse una lettera, e la lasciò fuori da casa sua.

 

Nel frattempo Alice, chiusa nella sua stanza, continuava a piangere, e nemmeno lei sapeva il perché.

La sua presenza doveva crearle indifferenza e invece, per tutta la durata della lezione, si era ritrovata a dover trattenere le lacrime. Sentì un fruscio provenire da giù, un battito alla porta, e poi più niente. Quando si avvicinò alla finestra, per vedere cosa era stato, vide Robert che si allontava. Aspettò che girasse l'angolo, e quando non fu più in vista, andò alla porta: aveva lasciato una busta per lei, con dentro una lettera, che riportava quanto segue:

 

Cara Alice

mi dispiace davvero di essere stato via così tanto tempo, ma le circostanze non mi hanno permesso di tornare prima. Mi dispiace se questa mattina, a lezione, non sono riuscito a parlarti, avrei voluto farlo, ma per la seconda volta le circostanze non me lo hanno permesso. Spero tu possa perdonarmi e ti chiedo, se hai voglia, di venire al parco dove ci siamo visti l'ultima volta questa sera prima di cena. Sapevi che hanno messo un bellissimo albero di Natale lì vicino?

Con affetto,

Robert

 

Alice non ci pensò due volte, e con un sonoro «'fanculo» strappò la lettera. Basta, basta basta! Non voleva più vederlo né pensare a lui! Se l'era ripromesso, e lei non veniva mai meno alle promesse. Quella sera non si sarebbe presentata all'appuntamento, né si sarebbe presentata mai più davanti ai suoi occhi.

 

Robert era lì davanti all'albero con gli occhi sognanti e un pacchetto tra le mani. L'aveva preso mentre era di passaggio a New York e, conoscendo l'amore che Alice provava per il cinema, sapeva che quel regalo le sarebbe piaciuto senz'altro. Finalmente si era reso conto di ciò che provava e niente, assolutamente niente, gli avrebbe impedito di dichiararsi quella sera. Poi l'avrebbe invitata a cena, come era nei suoi piani, e una volta a casa avrebbero fatto l'amore. La amava, oh, se l'amava! Ormai Vittoria e tutte le altre donne che avevano costellato la sua vita erano solo un ricordo lontano. Si chiese com'era possibile innamorarsi così tanto in così poco tempo, ma dopo Vittoria, che se n'era innamorato dopo sole poche ore passate assieme, e aveva rischiato la vita per salvala, capiva che nulla era impossibile.

Aspettò un'ora, due, sotto l'albero. Arrivò la mezzanotte, e se già il parco era poco popolato, adesso era totalmente vuoto. In cuor suo Robert continuava a sperare l'arrivo di Alice, ma ora come ora non ci sperava più tanto. Guardò l'orologio di Topolino: le braccia segnavano le ventiquattro. Era ufficialmente la vigilia di Natale. Sì sentiva rammaricato da quella sua mancanza, ma forse stava male e non aveva avuto modo di dirglielo. Sconsolato se ne tornò a casa, quella sarebbe stata una notte lunga. Ma non si disperò: sarebbe tornato lì l'indomani, e l'avrebbe aspettata di nuovo.

 

Alice passò la vigilia di Natale con i suoi amici, nascondendo la sua tristezza con una recitazione da premio Oscar. Andarono a pranzare in un ristorantino niente male in città, e tornarono verso le sette al campus. D'inverno viene sempre buio prima, quindi le luci erano già tutte accese. Bet e Joe se n'erano andati a casa da bravi piccioncini, e Wes aveva accompagnato Alice per un'altra strada.

Erano alle porte del parco, quando lei gli disse che da lì in poi sarebbe andata da sola. Lui insistette, ma alla fine la lasciò andare, non prima di averla guardata negli occhi e averle detto le seguenti parole: «Alice, io ti amo» . Lei si sentì spaesata, cosa doveva rispondere? Non aveva mai pensato al fatto se lui le piacesse o meno. «Mi sono innamorato di te in questo ultimo mese passato assieme, e non posso più tenere a freno i miei sentimenti.» diceva lui «Ti prego vieni a stare da me questa sera, passiamo assieme un bellissimo Natale!» . Le prese il volto e la baciò. Il suo cuore si stava sciogliendo, per tutto quell'amore, e per un attimo pensò a lui in maniera diversa da un amico. Ma quando si voltò, prendendo respiro da quel lungo bacio, vide l'albero che si ergeva alto al centro del parco. Le sue luci scintillanti brillavano nel buio, come quando da piccola guardava le lucciole e le stelle compiere danze meravigliose nel cielo sopra le sue amate Alpi. Passava sempre là l'estate, e grazie a quelle luci si ricordò anche di Robert. Sapeva bene cosa si era promessa, ma a vedere quelle luci, che lui tanto amava, quell'albero al quale la aspettava, a tutti i momenti passati insieme, al suo volto, le sue mani, la sua voce, il suo profumo. Tutto quanto, se avesse accettato la proposta di Wes, se ne sarebbe andato davanti ai suoi occhi. Davvero voleva questo? Si allontanò dalla stretta del ragazzo che la teneva per la vita, e sussurrandogli un «scusami, non posso» se ne andò verso il parco, correndo e scomparendo alla sua vista. Lui la inseguì per pochi metri, ma quando si accorse verso chi era andata fece dietrofront, e se ne andò.

 

« Robert!» Alice ansimava. « Ehi, aspetta!» disse.

« Alice!» esclamò stupito. Abbandonò il pacchetto sotto l'albero, e la afferrò al volo mentre lei si gettava fra le sue braccia.

« Oh, Robert, come mi sei mancato!» disse affondando il viso tra le sue grandi e calde braccia.

« Davvero?» chiese lui « Ormai non ci speravo più»

Si guardarono negli occhi per alcuni secondi interminabili prima di darsi un lungo e caldo bacio.

« Ho provato a dimenticarti, ma non ce l'ho fatta» disse lei con gli occhi pieni di lacrime. «Perdonami, sono stata una stupida, e tu che mi hai aspettata qui anche oggi, non ci speravo davvero» lo baciò di nuovo. L'aveva fermato in tempo: se ne stava andando nel momento in cui lei era arrivata.

« E io ho provato a non innamorarmi di te, ma non ce l'ho fatta, sono stato uno stupido a reprimere i miei sentimenti per così tanto tempo»

Si baciarono una terza volta, sempre con più passione. Le lacrime scendevano lungo il viso di Alice, e in quel momento si sentiva così viva come non lo era mai stata. Si sentiva invincibile, immortale. Non aveva mai provato una sensazione così bella, e si sentiva una stupida per aver provato a dimenticarlo.

« Ehi, calma, calma!» disse lui staccandosi un po' da lei. Entrambi si misero a ridere. « Ti ho portato un regalo» disse porgendole il sacchetto di colore azzurro.

« Cosa?» lei sbarrò gli occhi dalla sorpresa « Davvero per me?»

« Alice» disse lui inginocchiandosi « Io ti amo, ti amo, ti amo” disse baciandole la mano. «Durante questo ultimo mese ho capito cosa provavo veramente, e non ho potuto più resistere. Me ne ero andato per allontanarmi da te, lo sai bene quanto può essere complicata una relazione tra alunno e studente, dovevo riflettere sui miei sentimenti, e mi dispiace, ti ho fatta soffrire tantissimo, l'unico modo che avevo per farmi perdonare era di tornare, e confessarti finalmente quello che provo per te, o che in realtà ho sempre cercato di nascondere e negare a me stesso. Per quello ti ho preso questo regalo, ti chiedo perdono in questo modo»

Lei gli afferrò la testa e la avvicinò a se. Lo strinse forte, il suo volto a contatto con il suo ventre, e gli sussurrava dolci parole « Sono stata io a sbagliare» disse lei « Pensavo che l'amore non esistesse» disse abbassandosi verso di lui « E invece l'ho trovato. Ti amo, Robert» lo baciò di nuovo, e successivamente, sedutasi con lui sotto l'albero, aprì con mano tremante il sacchetto. Dentro c'era una scatolina dello stesso colore, con una scritta argentata sopra.

Quando l'aprì ciò che vi trovò dentro la lasciò senza parole: era una collana d'argento con una piccola rosa.

« Oddio, Robert è bellissima» fu tutto ciò che riuscì a dire lei.

« Proprio come te» disse lui, prendendola dalla scatola e mettendogliela al collo. « Ti ricordi che significato simbolico ha la rosa?»

Alice rise « Davvero vuoi farmi lezione proprio ora?»

« Dovrai recuperare un bel po' di ore perse, visto che mi sono assentato per l'ultimo mese, o sbaglio?»

« Mi dispiace professore, me lo dica lei di cosa si tratta, sono troppo stupida per ricordarmi il significato simbolico della rosa!» disse ironicamente Alice

« Per il suo profumo e la sua bellezza» disse lui prendendole una ciocca di capelli e aspirandone l'odore « è il fiore che ha assunto diversi significati simbolici, ma in ogni caso è sopratutto simbolo dell'amore terreno e mistico» le accarezzò il viso. « Per l'iconografia cristiana rappresenta la coppa, che raccolse il sangue di Gesù durante la sua crocifissione. Il Sacro Graal. Sang Real, la discendenza di Cristo e Maria Maddalena»

« Santo cielo, Robert!» esclamò Alice « Ancora con questo Santo Graal? Non ti sono bastate le tue vicissitudini a Parigi?» concluse ridendo, e dandogli un bacio sulle labbra.

« Posso invitarla a cena, signorina?» disse lui cambiando totalmente discorso.

« Non vedo come potrei rifiutare!»

 

Andarono a cena in uno dei migliori ristoranti della zona, e passarono una serata indimenticabile. Dopodiché Robert la invitò a casa sua, e lei accettò.

Una volta arrivati solo quelle quattro pareti che componevano la stanza di Robert sapevano cosa era successo là dentro.

Lui la portò a letto e cominciò a baciarla, baciarla e baciarla. I suoi baci lo inebriavano, lo portavano a mille, e non voleva più fermarsi. Dal canto suo Alice non aveva mai provato nulla di più bello e non voleva più andarsene, voleva rimanere lì per sempre, tra quelle braccia, quei muscoli forti ma che la riempivano di dolcezza. Fecero l'amore come non avevano mai fatto, e sentivano che quella notte sarebbe stata indimenticabile, e che l'avrebbero ricordata per tutta la vita. E mentre erano lì, tra quelle coperte, illuminati solo dal chiarore della fredda luna invernale, risuonava nella loro testa una parola: “Himeros”. Quella passione, quel desiderio fisico presente e immediato, era finalmente, dopo tanto tempo, stato soddisfatto. E non potevano chiedere di meglio, per quel meraviglioso Natale.

 

Ma mentre la luce della luna illuminava la collana con la rosa di Alice, un'ombra si aggirava intorno a loro. Erano felici in quel momento, ma quanto sarebbe durato? E come avrebbero fatto a nascondere tutto ciò che era successo? I dubbi erano tanti, e nessuno dei due sapeva se l'amore sarebbe riuscito e coprire ogni male.

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CIAO A TUTTI E BUON NATALE OHOHOH! *O*
Aaaah, non sapete quanto io ami il Natale ; v ; e per farvi un piccolo regalo posto questo capitolo oggi, la viglia di Natale (doveva essere Natale, ma poi ho pensato che magari tra panettoni e regali e parenti non avevate tempo o connessione per leggerlo, quindi meglio ora, no? xD)
In ogni caso, spero vi sia piaciuto, era palese che avrei dovuto scegliere canzoni come "All I want for Cristhmas is you" butttt, sono trasgressiva e alternativa (???) e ho scelto una canzone fresca fresca di cinema (Colonna sonora di Big Hero 6)(Film da paura, guardatelo tutti, balalalalaa) che si sposava a perfezione con il capitolo, e alla quale ho dato proprio questo titolo!
Spero vi abbia soddisfatto abbastanza questa parte, la aspettavamo tutti d'altronde, visto che questi due pidocchiosi non si decidevano mannaggia a loro *picchia aggressivamente entrambi* emhh... come non detto insomma *coff coff* u.u
A parte gli scherzi, cose da dire sul capitolo: 
1) Povero Wes. Seriously, che sfigatello. Ovviamente non sapevo che nome dargli (STRANO!) e quindi ho scelto il primo che mi è venuto in mente, che è quello del mio regista preferito, Wes Anderson :3
2) Non so se l'avevate capito, ma Robert le ha regalato un gioiello di Tiffany. EH SI'.
3) Non penso di avere più nulla da dire, eccetto il fatto che dovete andare a vedervi Big Hero 6 e non voglio sentire scuse perché è bellixx.
4) Ancora Buon Natale, siate felici e non fate i Grinch <3

Un bacione, e all'anno prossimo! Riprenderò a scrivere durante le vacanze e a pubblicare una volta finite! 
Vi abbraccio forte,

Alice
 

   
 
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