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Autore: ehjhoran_    24/12/2014    2 recensioni
"In Giappone ci sono tre modi per dire ti amo."
"Davvero?" Dico aggrottando la fronte.
"Si, davvero. C'è la parola 'Daisuki' che si dice alla persona che ti piace. Poi
'Aishiteru',che è tipo per una relazione più seria. E poi.... C'è Koishiteru."
"E che vuol dire?"
"Lo si dice alla persona con cui si desidera trascorrere il resto della vita insieme."
Riappoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi, sorridendo.
"Ah." Aggiunge, infine. "Comunque.." Comincia ad accarezzarmi i capelli.
"Koishiteru, Megan." Sussurra, e mi da un bacio sulla testa.
"Koishiteru, Ashton."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hai rotto, Calum." 


Mi alzo di scatto dalla sedia e vado in camera, al piano di sopra.


Entro e mi butto sul letto.


Sosprio, mettendo le mani davanti alla faccia.


Alle volte mi incazzo troppo facilmente, devo calmarmi.


Perchè arrabbiarmi, diamine, hanno ragione.


Dio, se sono geloso. È...è la mia Megan, insomma.


Sono cosí spaventato dai miei sentimenti. Lei ha quel dannato potere di farmi
stare bene, cavolo, se sono cotto di lei, sono perso.


Ma cosa, cosa accadrebbe se le dicessi tutto quello che mi sto tenendo dentro?
Rovinerei tutto, rovinerei la nostra amicizia, provo cose che non ricambia
neanche. E la prova sta nel fatto che è uscita con un altro.


E io ho una stretta al cuore.


Sono pazzamente, completamente, totalmente innamorato di lei.


Perchè, stupido cuore, perchè?


Mi manca l'aria solo al pensiero dei suoi occhi che guardano i miei.


E dei suoi capelli.


Della sua risata.


Del suo sorriso.


Delle sue labbra.
 
Sto a fissare il soffitto per cinque minuti, in silenzio, mentre i pensieri mi
assalgono come sempre, finchè qualcuno non bussa alla porta.


Non rispondo nemmeno, nella stanza si sentono solo i miei respiri.


Dopo qualche secondo Emilie apre la porta.


Mi metto seduto sul letto, e lei si siede.


"Ashton, sono preoccupata." 


La guardo corrugando la fronte. Non capisco dove vuole arrivare.


"Devi andare da Megan, adesso."


"Cosa?"


"Si, ti prego, ho paura."


"Che diamine è successo?" Comincio a preoccuparmi.


"Non lo so, Ashton, non lo so. Magari non è successo nulla, ma ho paura. Non
dovrei dirtelo, perchè lei mi ha detto di non farlo. Non so per quale motivo,
davvero. Non voleva soprattutto farlo sapere a te, perchè sapeva che ti saresti
arrabbiato, mi sono già incazzata io. Ma caspita, non sono riuscita a fermarla, è
corsa via."


"Farmi sapere cosa?" 


"Con chi è uscita.."


"Diamine, dimmi con chi cavolo è uscita!"


"Bryan Bailey."


Sento una stretta allo stomaco.


"Che cazzo stai dicendo?!"


"Non mi sto inventando nulla, cazzo. Lei non voleva nemmeno uscirci con lui, l'ha
costretta. E mi ha detto che l'ha fatto per il nostro bene, ma non ne trovo un cazzo
di senso, non so qual'è il motivo, non so cosa sia successo!"


"Perchè diavolo non me l'hai detto prima?! Porca puttana, l'hai davvero lasciata
andare da quello stronzo puttaniere fuori di testa?! Sul serio?" Vado fuori di testa,
ho il battito accelerato, e sento caldo. Metto le mani ai capelli, disperato.


"Mi dispiace, Ashton, non volevo, è corsa via, non ho saputo cosa fare!"


Cerco di calmarmi.


"Okay, scusa. Scusami, non è colpa tua. Devo, devo cercarli. Dimmi dove sono."


"Non ne ho la più pallida idea.." Sussurra.


Spalanco gli occhi. Non ci posso credere.


Qualcuno apre la porta. Mi volto di scatto.


"Che diavolo succede qui?" Domanda Michael preoccupato.


Gli rivolgo uno sguardo spaventato e confuso, sono in preda al panico.


Corro verso la porta, scanso Michael dandogli un piccolo strattone, scendo le
scale correndo, mi dirigo verso l'ingresso, afferro le chiavi del motore, spalanco
la porta e la chiudo dietro di me sbattendola, appena fuori.


Inserisco le chiavi nel motore, le giro, salgo in sella e parto.


Non so dove andare, non so dove diamine possano essere.


Vago per quasi tutta la città, passano quasi due ore, e ancora nessuna traccia di
loro.


Cerco ancora per mezz'ora, le strade sono vuote, non c'è nessuno in giro.


Ho quasi finito la benzina.


Mi dirigo verso un distributore e faccio rifornimento, pensando a qualche posto in
cui possano essere.


È tardissimo, cazzo.


Sono così nervoso che potrei spaccare ogni fottuta cosa.


Devo trovare qualcosa per calmarmi, non lo so.


Mi giro intorno, non sapendo cosa esattamente sto cercando.


A non molta distanza da me c'è una macchinetta delle sigarette.


Non ho mai fumato, ma sono nervoso. Forse una potrebbe andare bene per
calmarmi un po'.


Sposto il motore e lo posteggio ai margini del marciapiede.


Mi incammino verso la macchinetta, a circa 15 metri da me.


Inserisco le monete, e schiaccio un numero a caso,non importa che tipo di
sigarette prendo.


Dopo aver preso il pacchetto, rimango a fissarlo per un bel po'. Winston Silver.
Faccio spallucce, sto per scartare il pacchetto, quando sento delle voci provenire
dalla parte di strada appena svoltato l'angolo.


Curioso mi incammino, la voce di una ragazza che singhiozza e supplica
"Lasciami!" Mi fa venire un nodo allo stomaco. È Megan.


Non ci vedo più, lascio cadere il pacchetto delle sigarette a terra, corro per 5
metri, svolto l'angolo, e la scena mi sconvolge.


"Toglile le mani di dosso, pezzo di merda!" Urlo a squarciagola lanciandomi su di
lui e spingendolo via da Megan, che si lascia cadere a terra.


Prendo Bryan per il colletto e lo guardo dritto negli occhi, come se gli avessi
conficcato un coltello nel petto.


"che cazzo stavi facendo?!" Sento la rabbia scorrere tra le vene.


Fa una risatina profonda.


"E tu che cazzo sei venuto a fare? Stavamo così bene da soli." Sorride, furbo.


Il sangue ribolle dentro di me.


Lo lascio stare e mi allontano, lui non smette di fissarmi.


Grugnisco e corro verso di lui e gli sgancio un pugno improvviso.


Lui contrae la mascella e mi molla un pugno sullo stomaco.


Indietreggio piegandomi in due, strizzando gli occhi dal dolore del colpo preso.


Sono troppo incazzato, non mi arrendo, troppo presto.


Comincia una vera rissa, incasso molte volte, e sgancio pugni.


Ad un certo punto non ci vedo più dalla rabbia. Lo spingo a terra violentemente,
mi metto a cavalcioni su di lui e lo riempio di pugni sulla faccia, gli rompo il naso
da farlo sanguinare, sembra quasi aver perso i sensi. Sgancio qualche altro pugno
e mi rialzo esausto, mentre lui tossisce a terra e cerca di rialzarsi, ma gli do un
calcio nelle costole,e fa un grido di dolore.


Gli sputo in faccia.


"Cazzone."


Ho male alla guancia, allo stomaco e all'occhio destro.


Mi volto e vedo Megan a terra, terrorizzata e con le mani davanti al viso.


Oh Megan, mi dispiace così tanto.


Vado verso di lei e mi abbasso fino ad arrivare alla sua stessa altezza.


"Ti prego, portami a casa." Dice tra le lacrime.


Ci alziamo e scappiamo da lì, raggiungiamo il motore.


La sento ancora singhiozzare.


Mi volto verso di lei e mi avvicino al suo viso. 


"Ti prego non piangere." Dico con una stretta al cuore, mi si sta spezzando.


La abbraccio, tenendola stretta a me. Sento i brividi in tutto il corpo.


Montiamo in sella e partiamo.


Arriviamo a casa dopo venti minuti.


È quasi l'una.


Entriamo facendo attenzione a non far rumore, la casa è buia.


Accendiamo la luce dell'ingresso e vediamo qualcuno dormire sul divano, è
Emilie.


Probabilmente stava aspettando noi.


La spengo e ci avviamo sulle scale. Nessuno dei due parla.


"Grazie." Sussurra prima di entrare in camera di Emilie, con la voce rotta dal
pianto.


Mi giro e la guardo, nonostante sia tutto buio.


Ho ancora il cuore a mille per quello che è successo.


Lui la stava toccando. E se fossi arrivato più tardi..?


Non riesco a dire una sola parola, sono incapace di esprimermi.


Semplicemente apro la porta della camera in cui dormirò per il resto della
settimana e la chiudo dietro di me lentamente.
 
 
~Megan~
 
 
Vado dritta in bagno, la paura ancora mi travolge, il respiro corto e il viso
bagnato dalle lacrime.


Mi lavo la faccia e mi cambio.


Perchè sono stata così... Stupida? Mi stava.. Mi stava per.... Ho un godo in gola.


Non so come abbia fatto Ashton a trovarmi, ma l'ha fatto. E.. L'ha preso a pugni, e
lui li ha ricevuti, per me. Mi ha ..salvata.


Scoppio in lacrime, gli ho detto solo uno stupido grazie, senza nemmeno
chiedergli come stava. Non mi ha neanche risposto, ci sarà rimasto male, lui ha
fatto questo per me, e io l'ho probabilmente ferito.


Io ho bisogno di lui, proprio adesso. Mi sento così sola, e impaurita.


Apro la porta e vado in corridoio, busso leggermente alla sua porta.


Un attimo dopo Ashton viene ad aprirla, mi vede piangere, il suo sguardo diventa
subito cupo.


Mi prende delicatamente la mano, una delicatezza assurda ed estremamente
piacevole, e mi trascina dolcemente dentro.


Siamo al buio.


"Mi....mi dispiace." Riesco a dire, singhiozzando.


Sento la sua mano accarezzare la mia, poi sale su, delicatamente, lungo il braccio.


Sento un'ondata di brividi dappertutto, smetto improvvisamente di piangere,
singhiozzo soltanto e ho il respiro corto.


La sua mano arriva al mio viso, il pollice accarezza dolcemente le guance,
asciugando le lacrime.


Poi d'un tratto sfiora per caso le mie labbra.


Mi sento mancare.


Nel mio stomaco scoppia letteralmente una guerra.


Respiro piano e tiro su col naso.


"Ho avuto una fottuta paura, lo sai?" Dice piano. "Per te. Per cosa ti avrebbe
fatto. Non puoi nemmeno minimamente immaginare come mi sono sentito,
Megan." Pronuncia il mio nome in un sussrro.


"Mi dispiace. Non.. Non è stata colpa mia. Mi ha costretta. Mi ha detto che.. Se
non sarei uscita con lui, ti avrebbe fatto del male."


"L'hai fatto per me..?"


Annuisco, ma so che non mi può vedere, siamo al buio.


Lo sento sospirare.


Ad un certo punto mi prende la mano e mi fa sedere sul letto, e lui si mette
dall'altro lato.


"Grazie." Ridico.


"Per cosa?"


"...Mi hai salvata."


"Serva me. Servabo te."


Mi giro verso di lui e sorrido.


"Ti prego abbracciami e fammi sentire al sicuro." Sussurro e lui non se lo fa
ripetere due volte.


Si fa sfuggire un piccolo lamento di dolore e mi stacco subito.


"Che c'è?" Gli chiedo preoccupata.


"Nulla, mi fa male un po' lo stomaco, sai, il pugno."


"Come stai? Ti fa male qualcosa, oltre lì?"


"La guancia e l'occhio."


Lo sento vicinissimo.


Gli accarezzo la guancia.


"Qui?"


"Si..."


"Mi dispiace."


"Metterò del ghiaccio domani e... Ti prego, smettila di dire che ti dispiace, non
deve dispiacerti, okay? Non voglio che ti scusi."


"Ma è colpa mia se.." Non mi fa finire di parlare.


"No, Megan. Non avrei potuto sopportare se ti avesse fatto qualcosa. Giuro su Dio
che l'avrei ammazzato."


Deglutisco,in un certo senso sono sollevata e un po' felice, per ciò che ha detto. 


Gli importa davvero di me.

 
 
 
 
 
 
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Sono in immenso ritardo con l'aggiornamento. Ma continuavo a sperare in una terza recensione.
Ma non l'ho ottenuta. In compenso però ho ottenuto tantissime visite e vi ringrazio.
Ho deciso di postarlo, nonostante oggi sia la Vigilia di Natale,  per farvi un piccolo regalino.
A presto, confido in qualche recensione :c
  
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