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Autore: Sho Ryu Ken    25/12/2014    4 recensioni
"La prima cosa che percepì Myles svegliandosi quella mattina di Novembre fu una sensazione inaspettata di freddo.
Tastò il materasso con la mano sinistra alla ricerca del suo ragazzo ma non lo trovò.
Lentamente aprì gli occhi controvoglia e girando la testa, con disappunto, vide che era effettivamente solo in quella camera non sua.
Per qualche istante si guardò attorno con aria spaesata, successivamente si girò sul fianco destro e cominciò a stiracchiarsi, deciso ad alzarsi per scoprire dove si fosse cacciato il suo ragazzo, quando all'improvviso sentì un rumore conosciuto di passi che si stava avvicinando."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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A warm embrace

Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, dichiaro che i personaggi descritti non mi appartengono, non li conosco personalmente, non intendo dare rappresentazione veritiera del loro carattere ne offenderli in alcun modo. I fatti narrati non sono successi realmente.

Un ringraziamento speciale a sheswanderlust per il coinvolgimento in questo progetto, per tutto l'insostituibile aiuto che ha saputo darmi, per aver fatto da supporto e beta.





La prima cosa che percepì Myles svegliandosi quella mattina di Novembre fu una sensazione inaspettata di freddo.

Tastò il materasso con la mano sinistra alla ricerca del suo ragazzo ma non lo trovò.
Lentamente aprì gli occhi controvoglia e girando la testa, con disappunto, vide che era effettivamente solo in quella camera non sua.
Per qualche istante si guardò attorno con aria spaesata, successivamente si girò sul fianco destro e cominciò a stiracchiarsi, deciso ad alzarsi per scoprire dove si fosse cacciato il suo ragazzo, quando all'improvviso sentì un rumore conosciuto di passi che si stava avvicinando.
Sorrise tra sé e sé e chiudendo gli occhi si stese nuovamente a pancia in giù.

« Buongiorno amore mio. » sussurrò Mark avvicinandosi al letto. « La colazione è pronta. » aggiunse sistemando il vassoio sul suo comodino.
« Buongiorno. » mugugnò il cantante non cambiando posizione.
« Non mi dai nemmeno un bacio? » rise Mark sedendosi sul proprio lato del letto.
Myles si limitò a scuotere lentamente la testa in segno di diniego.
« No? » gli chiese il chitarrista sporgendosi verso di lui e cominciando ad accarezzare la sua nuca facendo scorrere piano le proprie dita tra i suoi capelli.
« E se ti baciassi io? » gli soffiò nell'orecchio a bassa voce.
Myles si girò appena nella sua direzione e gli sorrise dolcemente prima di parlare: « Non c'eri. Mi sono svegliato e tu non eri qui. »
« Mi dispiace, pensavo di trovarti ancora addormentato. Sono andato a preparare per colazione ciò che ti piace e te l'ho portata qui; non dovrai nemmeno alzarti dal letto. » gli rispose Mark prima di prendere il suo viso tra le mani e, accarezzandolo, baciarlo teneramente sulle labbra.
« Cos'hai preparato di buono? » gli chiese curioso Myles alzandosi leggermente facendo forza sulle braccia, cercando di vedere cosa c'era posato sul vassoio.
« C'è dell'ottimo caffè poco zuccherato, proprio come piace a te... » cominciò il chitarrista, fermandosi un'istante per osservare l'espressione contenta del suo ragazzo, poi riprese: « Una spremuta d'arance, pancakes e un po' di frutta fresca. »
« Non hai dimenticato nulla? » chiese Myles con un'espressione strana.
« No, non mi pare. Perché? » gli rispose vagamente il più giovane con un piccolo sorriso sulle labbra.
« Mark. » lo richiamò il cantante girandosi e voltandosi completamente verso di lui. Si sistemò con la schiena contro il cuscino che aveva provveduto ad alzare.
Il chitarrista sembrò pensarci un po' su; si grattò la nuca con la mano destra e poi, sorridendo lievemente, esclamò: « Oh! Sì, hai ragione, ci sono anche baci e un po' di coccole per il mio bel ragazzo! »
« Oh. » rispose solamente Myles abbassando lievemente la testa.
Mark notò che Myles si era incupito e dolcemente gli chiese: « Non è ciò che vuoi? »
Il cantante lo guardò sorpreso per un attimo e si affrettò a rispondergli: « No, no. Non è niente. » successivamente gli si avvicinò e sottovoce riprese: « I baci vanno bene. »
Mark si sistemò sotto le coperte, raggiungendo il suo ragazzo sotto di esse; si voltò e prese il vassoio sistemandolo sulle sue gambe distese prima di baciare la guancia di Myles continuando a sorridergli.
« Tieni, mangia. » gli disse porgendogli il piattino contenente dei pancakes.
Myles, dopo aver ringraziato, guardò il piatto e poi riportò lo sguardo sul suo ragazzo che stava già addentando un pezzo della focaccina dolce.
« Che c'è? » gli chiese questi non appena inghiottì il boccone.
« Nulla. » rispose Myles sovrappensiero, cominciando a mangiare la sua porzione di colazione, alternando dei piccoli sorsi di caffè.

Ogni tanto Mark gli offriva qualche acino d'uva bianca dalla piccola ciotola posta sul vassoio e ne approfittava per baciarlo alternativamente sulle guance e sul collo stringendolo delicatamente a sé.
Myles era stranamente silenzioso ma il chitarrista sapeva bene a cos'era dovuto lo strano comportamento del suo bel cantante.
« Che programmi hai per oggi? » chiese all'improvviso Myles con tono di voce piatto, addentando una forchettata di pancakes.
« Nulla di speciale, è un giorno come un altro e sembra che sia abbastanza tranquillo, potrei starmene tranquillamente a letto per tutta la mattina. » gli rispose Mark cercando di rilassarsi maggiormente sotto le coperte, ma non fece in tempo a muoversi che sentì un piede di Myles sfiorare uno dei suoi e di nuovo saltò letteralmente in posizione seduta sul materasso.
« Myles, hai i piedi congelati! » esclamò sorpreso dall'inusuale gesto del suo ragazzo.
« Scusa, non posso farci niente. » asserì il cantante con tono innocente guardandolo di sottecchi e bevendo un sorso di spremuta per nascondere il sorrisino che si era formato sul suo viso.
Il chitarrista ricambiò lo sguardo con uno dolce ed annuì, continuando a mangiare la colazione.
Mark però sapeva il perché di quel gesto, a Myles aveva dato fastidio il fatto che lui avesse detto che era un giorno come un altro.

In realtà quel giorno era tutt'altro che un giorno qualsiasi, era il 27 di Novembre, un giorno molto speciale per entrambi: era il giorno del compleanno di Myles.

« Ti piacciono i pancakes? » gli chiese sicuro della risposta affermativa che avrebbe ricevuto; conosceva il suo Myles e sapeva che adorava i suoi piatti, gliel'aveva detto più e più volte dall'inizio della loro relazione, avvenuto solo pochi mesi prima.
« Sì, sono molto buoni, sei stato bravo. » arrivò l'immediata e sincera risposta da parte del cantante che gli fece guadagnare dei teneri baci a fior di labbra, come ringraziamento per le lodi.
« E tu che programmi hai per quest'oggi? » gli chiese Mark, allungando una mano ed attirandolo verso di sé prendendolo per le spalle, riprendendo per un momento il discorso di qualche attimo prima.
Myles lo guardò sconcertato, ma il chitarrista sostenne il suo sguardo e si affrettò ad aggiungere: « Tu non hai niente di speciale in programma, vero? »
Myles sgranò maggiormente i suoi occhi celesti, aprì la bocca e la richiuse.
Era rimasto senza parole; non poteva credere che il suo ragazzo si fosse dimenticato del suo compleanno.
Sapeva di non essere più un bambino, ma gli sarebbe davvero piaciuto ricevere un bel regalo da parte sua, visto che era il suo primo compleanno che potevano festeggiare stando assieme, ma a quanto sembrava le sue speranze stavano per essere distrutte.

Si mosse mettendo il piattino ormai vuoto sul vassoio e con uno dei suoi piedi sfiorò nuovamente quelli del suo ragazzo; stavolta ci mise un po' più di forza ed assestò bene il colpo facendo nuovamente trasalire il chitarrista, che riuscì a non mostrare la sua sorpresa perché trasse a sé il cantante e lo baciò con passione.
Myles si staccò e rispose in modo piuttosto freddo alla domanda che gli era stata posta scostando le coperte dal suo corpo: « Pensavo di trascorrere la mia giornata assieme a te, ma forse è meglio che vada... »
« No amore, rimani qui. » lo implorò Mark con un tono di voce ferito, spostando il vassoio sul comodino e sbrigandosi a prendere la mano destra di Myles per trattenerlo. Nel muoversi velocemente, Mark notò distrattamente che erano avanzati solo alcuni croccanti e succosi acini d'uva.
« Sei sicuro che la mia presenza non interferisca con i tuoi programmi? » chiese sarcastico Myles avvicinandosi al suo ragazzo, guardandolo socchiudendo leggermente gli occhi ed appoggiando la mano libera sul suo petto tamburellando le proprie dita in attesa di una risposta.
Mark non disse nulla ma cercò soltanto di coprire meglio Myles; da quando si era spostato aveva lasciato in disparte il piumone e Mark non voleva che il suo ragazzo potesse prendere più freddo del necessario.
« Non mi rispondi più ora? » Myles lo pungolò con il proprio gomito che andò a scontarsi con le sue costole e poi assunse un'espressione abbattuta.
Mark si stava divertendo parecchio ad osservare le varie reazioni del suo ragazzo e si chiese per quanto ancora Myles avesse intenzione di tacere sul fatto che, per lui, quello non fosse un giorno qualsiasi.
Non gli erano sfuggiti i segni di nervosismo che aveva mostrato il suo Myles, ma decise di continuare con il suo piano.
« No, non credo, se vuoi puoi rimanere qui a non fare niente di speciale assieme a me. » gli rispose candidamente, mostrando un grande sorriso allegro.
Myles sbuffò leggermente e staccandosi dal corpo del suo chitarrista, incrociò le braccia al petto.
Era sempre più incredulo, aveva dato a Mark più di un'occasione per cercare di ricordare che giorno fosse ma lui sembrava continuare a fare finta di niente.

Mark lo osservò e sorrise nel vedere la sua espressione un po' imbronciata, era certo che mancasse poco, ed infatti...
« Mark, dove sono i baci e coccole che mi avevi promesso? » chiese con un piccolo sorriso timido e le guance leggermente arrossate, ricordando che poco prima, il chitarrista gli aveva promesso baci e coccole. Poteva convivere, con qualche difficoltà, con l'idea che Mark non gli avesse fatto nessun regalo, ma non poteva accettare di rimanere senza i suoi baci e le sue carezze. Non nel giorno del suo compleanno.
« Allora? » chiese impaziente, poi, con un sussurro continuò: « Non... Non hai intenzione di mantenere nemmeno quella promessa? » e si fece piccolo piccolo, stringendo maggiormente le proprie braccia attorno a sé stesso. Per un attimo ebbe paura che Mark non volesse più accontentarlo.
Mark rimase sorpreso da quelle parole, non si aspettava quella domanda; si aspettava una ramanzina per non sapere o non ricordare che giorno fosse.
Si girò leggermente verso il suo ragazzo pronto ad accoglierlo tra le braccia, ma lui non accennò a cambiare la posizione assunta qualche istante prima.
« Mi spieghi come faccio se te ne stai lì a braccia conserte? » gli chiese solamente notando che l'espressione corrucciata era tornata ancora una volta sul suo bel viso.
Myles si limitò a sorridere un po' nell'ascoltare la domanda del suo amato chitarrista.
Per quanto adorasse vedere il suo Myles leggermente imbronciato, Mark lo adorava ancora di più quando gli sorrideva apertamente.
Ricambiando il sorriso, aprì le braccia e guardandolo lo invitò a sistemarsi contro il proprio corpo.
« Vieni qui » gli disse a bassa voce.
Myles prese posto tra le braccia aperte del più giovane e passando le proprie dietro al suo collo, soffermandosi a toccarlo con i polpastrelli, lo abbracciò stretto stretto; Mark ricambiò l'abbraccio stringendolo delicatamente attorno alla vita.
« Sei freddo. » constatò poi, passando le proprie mani sugli avambracci del suo ragazzo « Ma forse io ho la soluzione. » aggiunse con un lieve sorriso.
Gli prese il viso tra le mani, si prese un attimo per accarezzarlo, guardarlo negli occhi e baciarlo velocemente prima di spostarsi e lasciare il letto, dirigendosi verso il proprio armadio, dall'altra parte della stanza.
Giunto a metà strada, si fermò all'improvviso, come se si fosse ricordato qualcosa di fondamentale importanza e tornò sui suoi passi.
Myles nel frattempo lo osservava curioso; sorrise nel vedere che gli si stava avvicinando.
« Cos'hai in mente? »
« Amore, chiudi gli occhi e non sbirciare. » gli disse solennemente Mark, che ora gli stava di fronte, piegandosi su di lui per poterlo baciare nuovamente sulle labbra.
Successivamente Myles sorrise maggiormente, chiuse gli occhi come gli fu richiesto e rimase in trepidante attesa del ritorno del suo ragazzo.
Lo sentì aprire un'anta dell'armadio e richiuderla pochi istanti dopo.
La voglia di riaprire gli occhi e spiare cosa stava facendo Mark era quasi insopportabile, ma venne prontamente bloccato dalla domanda del chitarrista: « Hai ancora gli occhi chiusi e non hai sbirciato, vero Myles? »
« Sì, Mark. » rispose con onestà.
Il chitarrista si voltò nella sua direzione e vide con piacere che Myles aveva ancora gli occhi chiusi, proprio come gli aveva assicurato; guardò il pacchetto che teneva tra le mani e nervosamente cercò di dare inutilmente più volume al piccolo fiocchetto argentato che lo decorava.





Mark lo aveva trovato e comprato un paio di settimane prima in un piccolo negozio in centro città.
Mentre stava viaggiando in auto da solo, per svolgere alcune commissioni, aveva sentito l'annuncio alla radio che molto probabilmente la temperatura da lì a pochi giorni sarebbe scesa drasticamente.
Aveva aggrottato le sopracciglia nell'ascoltare lo speaker radiofonico; lui conosceva bene qualcuno che non amava le basse temperature, nonostante dovesse esserci abituato.
Aveva deciso impulsivamente che doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa, per farlo stare bene e per evitare che potesse soffrire troppo il freddo preannunciato.
Non aveva idea di cosa poter fare, fino a quando non l'aveva visto con la coda dell'occhio esposto in una vetrina; stava per entrare in un negozio lì vicino ma si era fermato con la mano appoggiata sulla maniglia ed era tornato indietro, l'aveva guardato sistemato su un manichino di plastica anonimo e senza volto e lo aveva osservato con più attenzione, aveva immaginato di vederlo indossato da Myles e aveva sorriso dolcemente al pensiero.
In quel momento sapeva cosa doveva fare, era entrato e aveva comprato il maglione e, quando era giunto alla cassa, in attesa di pagare il suo acquisto, il suo sguardo era caduto sul piccolo calendario bianco che si trovava alla destra della giovane cassiera.
Aveva visto che da lì ad un paio di settimane sarebbe stato il giorno del compleanno del suo Myles.
Era stato colpito da un'idea e pochi istanti prima di pagare, aveva chiesto gentilmente che il maglione fosse confezionato con della carta regalo.
In cuor sapeva di aver trovato il regalo giusto per lui; Myles avrebbe solo dovuto attendere per riceverlo.
E lui avrebbe dovuto sperare che il freddo invernale tardasse ad arrivare ancora per qualche giorno.

Sospirò debolmente, chiedendosi se ciò che stringeva tra le mani potesse piacere a Myles, ma aveva solo un modo per esserne davvero sicuro.
Ora finalmente era giunto quel momento. Ora avrebbe scoperto se anche al suo ragazzo potesse realmente piacere la sorpresa che stava per ricevere.

Si avvicinò lentamente al letto e riprese posto accanto a Myles, successivamente gli prese la mano destra e gli diede un bacio delicato sulla guancia mentre appoggiava le loro mani congiunte sul pacchetto.
« Buon compleanno amore mio. » gli disse teneramente.
Myles, che stava sorridendo come un bambino felice, aprì gli occhi e guardò alternativamente il suo ragazzo ed il pacchetto regalo che ora teneva cautamente tra le proprie dita.
Vide che la carta regalo era di una bella tonalità blu scuro adornata da un piccolo fiocchetto argento.
« Te lo sei ricordato. » mormorò a bassa voce, passando sovrappensiero le sue dita sulla superficie liscia della carta. Sorrise e si voltò verso Mark che gli rispose: « Certo amore, non avrai pensato che potessi davvero dimenticarmi del tuo compleanno, vero? »
Myles non sapeva come rispondere. Si sentiva mortificato e sciocco ad aver solo ipotizzato che il suo Mark avesse seriamente dimenticato che giorno fosse quello. Si diede mentalmente dello stupido.
Abbassò la testa per nascondere la sua vergogna e notò, fortunatamente, che i capelli erano andati a coprirgli il viso. Mark non perse tempo e gli sistemò le ciocche castane dietro le orecchie, poi cercò di guardarlo in viso sporgendosi leggermente nella sua direzione.
« Myles, non potrei mai dimenticarmi di te e del giorno del tuo compleanno; è una data molto importante, non solo per te ma anche per me. » gli disse sincero sollevandogli il viso con le proprie mani.
Si scambiarono un sorriso e Myles gli si avvicinò per baciarlo teneramente sulle labbra.
« Scusami per aver pensato che tu non ti ricordassi del mio compleanno. E perdonami per averti congelato i piedi poco fa. »
« Va tutto bene. » gli assicurò continuando a sorridergli dolcemente, poi, con un cenno della testa in direzione del pacchetto, disse: « Che aspetti? Aprilo. »
« Si può rompere? » chiese per sicurezza il cantante maneggiando l'involucro con cura.
Mark scosse la testa e lo strinse per le spalle, lasciandogli un piccolo bacio sulla tempia prima di parlare: « No, tranquillo. »
Non appena sentì la risposta, Myles si diede subito da fare e, scartando velocemente il pacchetto, lo aprì rivelandone il contenuto; mise da parte la carta blu e prese ciò che costituiva il suo regalo tra le mani, osservandolo attentamente.
« È bellissimo. » disse prima di baciare appassionatamente il suo ragazzo.
Myles stringeva nelle mani un bel maglione color marrone scuro con lavorazione a treccia e scollo tondo, era piuttosto semplice, ma il cantante sentì la morbidezza della lana tra le dita e sorrise contento.
« Ti piace davvero? » gli chiese il più giovane guardandolo negli occhi.
« Sì. » rispose semplicemente Myles.
« Provalo, coraggio. » lo esortò Mark, liberando le sue spalle dalla stretta del proprio braccio.
Myles mise da parte il maglione, scostò le coperte e scese dal letto per togliersi la maglietta a maniche lunghe che fungeva da pigiama.
Quando si ritrovò a torso nudo, rabbrividì leggermente e veloce prese il maglione, lo dispiegò e lo indossò con una sequenza di movimenti fluidi.
Mark lo aveva guardato cambiarsi ed ora che se lo ritrovava davanti, con il maglione che aveva scelto per lui, era sicuro di aver fatto la scelta giusta. Sorrise soddisfatto.

Myles si guardò abbassando la testa ed i suoi capelli ricaddero in avanti.
« Mark, grazie, è bellissimo e molto morbido... » cominciò, continuando a passare le proprie mani sulle maniche e sui fianchi del maglione, poi, alzando leggermente lo sguardo in direzione del suo ragazzo, riprese: « Però credo che non sia la taglia giusta, è un po' troppo largo per me, non trovi? »
« Io trovo che ti stia davvero molto bene, non penso che sia troppo largo. » asserì il più giovane.
« Ma se mi ci perdo dentro! » esclamò il cantante, cercando di far valere le proprie ragioni.
« Ti da un'aria ancora più... Stai benissimo. » gli disse con aria sognante, guardandolo dritto negli occhi, per fargli capire che non lo stava prendendo in giro.
« Mark. » Myles si sentiva le guance bollenti. Conoscendosi, immaginò di essere diventato rosso in viso.
« Sul serio, dovresti vederti come ti vedo io. » gli rispose mentre si alzava dal letto scostando il piumone e gli si avvicinava.
« Vieni. » gli disse, appoggiandogli la mano sinistra tra le scapole e guidandolo gentilmente fino nei pressi del proprio armadio, pochi passi più in là di dove si trovavano.

Aprì un'anta dell'armadio di legno chiaro, si fece da parte mettendosi alla sua destra e Myles si ritrovò di fronte al proprio riflesso nello specchio.
« Vedi come le maniche ti coprono le mani? » chiese Mark.
Myles annuì alzando le proprie braccia mettendole davanti a sé ed esaminandole attentamente, provando a seguire il ragionamento del suo ragazzo, poi le abbassò.
« Sembri uno scricciolo. » sorridendo, Mark diede voce ai propri pensieri e Myles non poté far altro che arrossire, roteando gli occhi.
« Vedi come ti abbraccia i fianchi e la vita? » domandò il chitarrista, avvicinandosi a lui e traendolo in un abbraccio.

Per un istante si perse nei suoi ricordi, ripensò alla prima volta che aveva abbracciato Myles, rendendosi conto di quanto fosse magro e piccolo rispetto alla sua stazza.
Nonostante il cantante avesse sempre avuto i muscoli ben definiti era snello ed aveva il fisico asciutto; mentre lui, Mark, era sempre stato enorme e si era fin da subito sentito quasi in dovere di proteggere quello che un giorno sarebbe diventato il suo ragazzo.
Ricordò distintamente come Myles aveva ricambiato l'abbraccio con slancio, dopo una lunga ed estenuante giornata di prove per la registrazione del loro primo album e ricordò alcuni dei loro abbracci, da quelli scambiati come semplici amici a quelli scambiati da amanti; ma il senso di stupore che aveva provato con il primo abbraccio non l'aveva mai lasciato.

Anche adesso si sorprese di quanto fosse esile il fisico del suo Myles, reso ancora più piccolo da quel maglione nuovo.
Ancora sovrappensiero, fece scorrere le sue mani sull'addome del suo ragazzo, coperto dal caldo maglione, stringendolo un po' di più contro il proprio corpo.

Myles annuì per la seconda volta e sorrise lievemente senza smettere di guardare lo specchio.
« Il colore ti piace? » chiese il chitarrista, non spostando lo sguardo dal collo parzialmente coperto dai capelli di Myles.
« Sì. » annuì il cantante.
« L'ho scelto perché pensavo s'intonasse al colore dei tuoi capelli ed avrebbe fatto risaltare quello dei tuoi occhi chiari. Ho fatto bene. » disse fiero della sua scelta.
« Già, hai avuto buon gusto. » Myles si ritrovò d'accordo con il più giovane e sorrise maggiormente.

Anche Myles si perse nei suoi pensieri, ascoltando le parole di Mark si era reso conto di come lui lo vedesse "piccolo" ma non in maniera negativa.
Amava avvertire il senso di protezione e sicurezza che derivava dai loro abbracci e si era reso conto che quel maglione un po' troppo grande per lui era un po' come un caldo abbraccio del suo Mark, non doveva sentirsi in imbarazzo o sminuito nel vestire quel capo d'abbigliamento.

« È abbastanza pesante ma morbido. Ti terrà al caldo durante la prossima ondata di freddo e durante l'inverno. » aggiunse ripensando per un momento al perché del suo acquisto.
Si strinse maggiormente al suo corpo; non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, voleva sentire il suo calore direttamente sui polpastrelli ma al momento si doveva accontentare di accarezzarlo da sopra lo spesso strato di morbida lana che costituiva il maglione.
Myles appoggiò il braccio sinistro su quello di Mark ed intrecciò le loro dita.
Myles sorrise tra sé e sé, Mark aveva pensato a lui e alla sua poca sopportazione del freddo ed aveva provveduto a fargli un bel regalo che sarebbe tornato molto utile.

« Ti piaccio? »
La sua domanda di arrivò inaspettata alle orecchie di Mark.
Lo fece girare leggermente e con la mano destra prese il suo viso in modo da poterlo osservare negli occhi.
Lo baciò appassionatamente e poi rispose: « Sì, amore, mi piaci. » si scambiarono un altro bacio, questa volta più delicato, successivamente proseguì: « Mi piace molto come questo maglione veste su di te. »
« Quindi ti piaccio sul serio? » chiese il cantante continuando a sorridergli.
L'altro non perse tempo ed annuì sincero, poi disse: « Sì, tanto. Ma tu... Ti piaci? » chiese insicuro del fatto che a Myles potesse non piacere quel maglione un po' troppo grande.
« Sì, è strano ma mi piaccio, forse soprattutto perché piaccio a te. » gli disse continuando a sorridere, poi lo baciò teneramente e sottovoce aggiunse: « Mi piace tanto il tuo regalo. »
Lasciando libera la sua mano, si girò nell'abbraccio e passò le proprie braccia dietro al collo dei chitarrista che non perse tempo e passò le mani sulla sua schiena, accarezzandola con gesti ampi.
Si guardarono negli occhi e si scambiarono dei baci leggeri e casti, per poi mettere fine ai contatti, cercando però di non allontanarsi troppo dal corpo dell'altro, sorridendosi teneramente.

Myles, appoggiando le proprie mani sul petto di Mark, lo spinse gentilmente verso il letto; lui si fece guidare ed indietreggiò senza voltarsi, mantenendo ben salda la presa che aveva sulla schiena e sul fianco sinistro del cantante.

Il chitarrista avvertì il bordo del letto con i polpacci, si piegò sedendosi lentamente sul materasso e trascinò Myles in modo che potesse trovarsi sopra di sé, non liberando le sue labbra dal profondo bacio che li stava tenendo occupati da qualche istante.
Il cantante, seduto sopra di lui, senza smettere di baciarlo appassionatamente, lo circondò con le proprie gambe cercando una posizione comoda, alzando di poco il bordo inferiore del maglione.
« Mark... » chiamò Myles in un sospiro a bassa voce, quasi nascondendo il suo viso nell'incavo del collo del chitarrista, quando questi mise fine al bacio per riprendere fiato.
Mark cercò di guardare il suo ragazzo negli occhi ma non ci riuscì, si sentì soltanto afferrare il polso destro e lo lasciò fare.
Myles aveva posato la mano del più giovane sul proprio fianco destro, sotto la calda lana del maglione e Mark si sorprese un po' dal gesto, non aspettandosi tanta intraprendenza mista a tanta timidezza da parte del suo amato cantante.
Capì cosa voleva da lui ma ne ebbe la conferma solo quando, alzando e distanziando di poco il suo viso con la mano libera, lo guardò negli occhi chiari.
Gli sorrise e lo baciò teneramente sulle labbra un paio di volte prima di chiedergli: « Amore, vuoi che ci pensi io? »
Myles, con le guance appena arrossate, in risposta sorrise timidamente ed annuì senza parlare.

Gli piaceva molto questo lato del loro rapporto, soprattutto quando lui ed il suo chitarrista si capivano con uno sguardo, senza il bisogno di parlare inutilmente, lasciando che fossero i gesti e gli sguardi che si scambiavano a parlare per loro.

Mark si prese qualche attimo per accarezzare delicatamente la calda pelle del fianco di Myles facendo scorrere piano le sue dita sotto al pesante maglione causandogli dei piacevolissimi brividi, a giudicare dai leggeri sospiri che provenivano dalle sue labbra dischiuse.
Lentamente Myles guidò anche l'altra mano di Mark sotto al maglione per incoraggiarlo a proseguire con le sue carezze mentre lui cominciò ad accarezzargli piano la nuca ed il collo.
Si scambiarono un altro bacio appassionato.
« Alza le braccia. » gli sussurrò Mark all'orecchio destro, lasciando un piccolo bacio delicato sulla sua guancia.
Myles obbedì e smise momentaneamente di accarezzarlo, alzò le braccia e Mark lo liberò dal maglione sfilandolo lentamente.
Appoggiò il maglione sopra il suo cuscino e tornò a guardare il suo bel cantante.

Non appena la pelle calda di Myles venne a contatto con l'aria fredda della stanza, rabbrividì visibilmente; ora che si era ritrovato senza la protezione e calore del nuovo maglione, si strinse immediatamente al corpo del suo ragazzo in un movimento istintivo e veloce.
Mark, che rise di gusto nel vedere come Myles gli si era avvicinato, lo accolse nel suo abbraccio stringendolo come meglio poteva, lasciando scorrere libere le proprie mani sul suo corpo esile e sulle sue braccia colorate dai tatuaggi.

Myles, godendo delle attenzioni e dei brividi causati da Mark, appoggiò la sua guancia destra vicino a quella sinistra del chitarrista e gli cinse le spalle con il suo braccio destro stringendolo un po' di più, mentre allungò la mano sinistra finché riuscì ad afferrare un paio di acini d'uva.
Gli fece aprire la bocca appoggiando un acino vicino alle sue labbra ed il chitarrista non lo fece aspettare, mangiò il piccolo frutto e Myles, sorridendogli, fece altrettanto con l'altro acino verde chiaro.
« È molto buona... » disse il cantante tornando ad abbracciare il suo ragazzo.
« Già, ma io preferisco queste... » gli rispose Mark con un piccolo sorriso, prima di baciarlo con passione.
« Hmh, è vero, queste... » Myles mise il suo pollice sinistro sulle sue labbra, poi, a voce bassa, aggiunse: « Sono decisamente più buone dell'uva.»
Mark baciò il dito e lo mordicchiò piano, con cautela, in un gesto che fece inaspettatamente arrossire il cantante, che sgranò un po' i suoi occhi azzurri.
Myles accarezzò la guancia del suo ragazzo con estrema delicatezza, lasciandosi sfuggire un basso gemito di piacere quando sentì l'altro mentre gli appoggiava le sue mani sulla nuca e sulla schiena.
Pochi istanti dopo si ritrovò adagiato sul materasso, con la testa sopra il cuscino.
Con la coda dell'occhio vide il nuovo maglione ed inconsciamente sorrise; aveva ragione: il calore di quel capo era molto simile a quello che Mark gli aveva donato quando si era ritrovato a torso nudo.

Myles tornò felicemente a guardare il suo ragazzo, anticipando con trepidazione ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Mark si allontanò di poco da lui, prese il bordo superiore del piumone tra le mani e si fece afferrare con gioia dalle mani impazienti di Myles che, sorridendo, lo trascinò sopra di sé.
Mark, inginocchiato, coprì entrambi con la coperta e si tuffò nuovamente sulle labbra del suo ragazzo regalandogli tanti piccoli baci prima di lasciare il copriletto e tornare alla sua occupazione principale, passando le proprie mani sul corpo di Myles per cercare di scaldarlo maggiormente.

Myles si strinse con forza a Mark, cingendogli il collo con le proprie braccia, cercando di annullare ogni spazio tra i loro corpi, sospirando al contatto e godendo appieno del calore che proveniva dal corpo che lo stava sovrastando.
Lo baciò con passione prima di piegare le gambe per permettergli di stare un po' più comodo nel suo abbraccio.

Mark, dopo il bacio appassionato, cominciò a baciare il collo del suo ragazzo, sfiorando la sua gola con il naso; Myles non riuscì a trattenere una breve risata e accarezzò dolcemente la testa del chitarrista, spostando il volto di lato, per fargli avere maggiore accesso tra collo e spalla.
Il chitarrista ogni tanto fermava le sue carezze, alzava la testa e tornava a baciare le labbra di Myles, intervallando contatti lievi a contatti più passionali, che venivano sempre ricambiati con entusiasmo dal cantante.

Myles si sentiva bene con Mark che si muoveva sicuro sopra e attorno al suo corpo; si sentiva protetto e amato.
Mark gli stava dimostrando quanto lo adorasse percorrendo tutto il suo torace toccandolo e sfiorandolo lentamente con i polpastrelli e le labbra.
Il cantante era molto contento delle attenzioni che stava ricevendo ma voleva sentire e percepire maggiormente il calore che emanava l'altro; alzando la testa dal cuscino lo vide chino sul suo addome, allungò le sue mani per poterlo accarezzare delicatamente sul viso e lo riportò alla sua altezza, stringendolo attorno alla vita.
Decise quindi di ribaltare le posizioni e prendere il comando, Mark lo guardò un po' sorpreso ma lo lasciò fare. Myles si pentì della sua decisione non appena sentì dell'aria fredda passare attraverso il piumone e raggiungere la sua pelle nuda a causa dello spostamento repentino.
Rabbrividì e veloce si lasciò cadere su Mark che lo abbracciò soffocando una risata.

Il chitarrista lo baciò teneramente sulle labbra, prima di passare le proprie mani tra i capelli di Myles; lo sentì fremere e sospirare debolmente; gli sorrise dolcemente e cercò di stringerlo un po’ di più, ma lui si alzò e lo costrinse a seguire i suoi movimenti per poi ritrovarsi in pochi istanti senza la maglia che aveva indossato per la notte.
Myles si prese un attimo per guardarlo e far scorrere le proprie dita sul suo corpo, finalmente libero di godere di tutto il calore corporeo di Mark sotto le sue dita.

Il più giovane gli accarezzò le braccia tatuate, notando che era ancora freddo, ed alzò il busto per baciarlo; pochi attimi dopo Myles si ritrovò di nuovo sotto di lui.
Ricominciò a toccarlo delicatamente con le proprie dita, facendo scorrere le proprie mani sul suo fisico snello. Myles ogni tanto lo attirava a sé per poterlo baciare sulle labbra; il chitarrista non smetteva di accarezzare la sua pelle nuda.
Lo senti gemere di piacere quando gli sfiorò piano i fianchi con le proprie unghie corte. Ripeté l'azione e Myles lo ripagò con un altro sospiro, poco più alto del precedente.
Le dita del cantante percorrevano i suoi avambracci e la sua schiena con movimenti lenti, non seguivano un percorso preciso ma al chitarrista non importava, era concentrato solo sul donare piacere al suo bel ragazzo; lo vide e lo percepì sotto di sé mentre inarcava la schiena non appena le sue labbra lo baciarono sulle costole.
Myles stava cominciando a perdere il controllo.
Mark si spostò di poco e toccò le altre costole con gesti lenti, chiudendo la bocca attorno ad uno dei suoi capezzoli, sfiorandolo appena con i denti.
Myles si lasciò sfuggire un mugugno e si rilassò immediatamente quando sentì la lingua di Mark cominciare a leccare l'altra rosea sporgenza.
Myles era in estasi, le dolci carezze di Mark lo stavano facendo impazzire. Cominciò ad agitarsi sotto di lui, cercando un maggiore contatto; passò una gamba dietro a quelle di Mark cercando un po' di frizione e sollievo, che non tardarono ad arrivare.
Sospirò quando si strofinò contro il chitarrista che nel frattempo era tornato a baciargli delicatamente il collo, continuando a muovere le mani sui suoi fianchi.
Myles si lasciò sfuggire una serie di gemiti sempre più alti ed osceni; ribaltò nuovamente le posizioni però Mark non gli diede tempo per essere schienato che lo prese in braccio e sorrise quando lo vide con la testa leggermente piegata e gli occhi socchiusi dal piacere.
Il piumone ora non li copriva più ma avevano entrambi le facce arrossate ed i loro respiri erano accelerati.

Myles continuava a muoversi contro Mark in maniera sempre più lasciva e provocante; lui lo osservò e per un attimo si rese conto di essere arrossito ulteriormente nel constatare che Myles stava provando tutto quel piacere anche grazie alle sue carezze.
Gli prese il viso tra le mani e lo baciò con forza; Myles, sorpreso ci mise un momento prima di reagire e rispondere al bacio con altrettanta passione.
Presi com'erano nel bacio, non si accorsero di essersi sbilanciati e Mark si ritrovò con la schiena appoggiata al materasso, con Myles che lo sovrastava senza che il bacio fosse terminato.
Il chitarrista gli spostò i capelli dal viso e rotolò su un fianco, portando Myles a trovarsi nella stessa posizione di qualche attimo prima; si sorrisero per l'ennesima volta, però il cantante non ne volle sapere di restare dolcemente imprigionato tra le braccia del suo ragazzo e con un veloce gesto delle mani, lo spinse dall'altra parte del letto per poi riappropriarsi delle sue labbra e continuando a muoversi liberamente sopra di lui.
Mark rispose all'audacia di Myles alzandosi e prendendolo tra le braccia, portando le proprie mani sulle sue cosce, facendo in modo di essere circondato ancora una volta dalle sue gambe.
Con le dita gli sfiorò i piedi e Myles emise un gemito basso prima di allungare le gambe per non permettere al suo ragazzo di toccargli i piedi cercando di distrarlo baciandolo sul collo.
Il più giovane provò ad avvicinare e far piegare nuovamente le gambe di Myles, lui si agitò maggiormente cercando si sfuggirgli e rimase con un piede attorcigliato nel lenzuolo.
Cercò di districare l'arto senza smettere di abbracciare e stringere il suo amato chitarrista ma non ci riuscì e prendendo la pazienza, mise fine al bacio emettendo un verso gutturale allontanandosi di poco dal suo ragazzo.
Mark lo guardò per capire cos'era successo ma non vide nulla perché la sua visuale venne coperta dalla manica destra del maglione, che aveva appena regalato a Myles, dato che il cantante lo fece volare oltre la sua spalla in un gesto di frustrazione.
Sospirò e spostando la manica vide Myles armeggiare con il lenzuolo, poi di nuovo non vide più nulla; roteò gli occhi e stavolta spostò un lembo della coperta trattenendolo con le dita.
Myles era talmente concentrato dal volersi liberare che non si era nemmeno accorto di averlo momentaneamente abbandonato.
Mark sorrise debolmente nel sentire il lamento del suo ragazzo, a quanto sembrava non era ancora riuscito a districare il piede dal lenzuolo; decise di intervenire e gli si avvicinò lentamente mettendosi a carponi sul materasso.
Pochi istanti dopo Myles, sorpreso, si ritrovò avvolto nel piumone, con le braccia di un sorridente Mark che lo stringevano delicatamente attorno alla vita e le sue labbra che si posavano sul suo collo e sulla sua spalla sinistra in tanti piccoli contatti leggeri.

Myles non si era reso conto di nulla, voleva liberarsi in fretta del lenzuolo per tornare a baciare Mark, ma più provava a sciogliere la presa, non riuscendoci, più si agitava perdendo la presa sulla stoffa.

« Tranquillo amore, ci penso io. » gli sussurrò nell'orecchio Mark prima di allungarsi e liberare velocemente il piede di Myles, che lo guardò imbarazzato passandosi una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio destro.
« Grazie amore, sc... » provò a rispondere ma venne interrotto dalle dita di Mark che gli si posarono delicatamente sulle labbra. Non avevano bisogno di parlare per capirsi.
Il chitarrista gli accarezzò la guancia e gli posò un piccolo bacio sulla fronte; mentre con l'altra mano continuava a sfiorare gentilmente il piede, ora libero, di Myles.
Il cantante gli sorrise, poi prese tra le mani un lato del piumone e lo avvolse attorno a Mark, cercando di coprirlo come il più giovane aveva fatto con lui, in un morbido e caldo abbraccio.

« Non sei più molto freddo... » constatò successivamente Mark, mentre passava le proprie mani sulla pelle nuda di Myles con gesti leggeri e lenti.
Il cantante arrossì lievemente ma riuscì a nasconderlo appoggiando la fronte nell'incavo del collo del suo ragazzo, stringendosi a lui e trascinandolo in posizione distesa sul materasso.
Si ritrovarono entrambi ben avvolti ed attorcigliati dal copriletto e si scambiarono un dolce sorriso.
Myles rimase con la schiena scoperta dal piumone e rabbrividì; Mark, che aveva visto la pelle d'oca sulle sue braccia, allungò una mano finché le sue dita riuscirono a stringere il maglione marrone poco distante; lo afferrò e lo sistemò sulla schiena di Myles che lo guardò con gratitudine, prima di infilarsi meglio nel suo abbraccio, avvicinandosi e sistemando la propria testa sul suo petto.
Passarono i minuti successivi scambiandosi dolci e delicate carezze; ogni tanto si avvicinavano per baciarsi teneramente, assaporando felici la calma e la tranquillità che era scesa in quella camera.
Myles assaporò nuovamente la sensazione di calore derivante dal maglione e sospirò contento sfiorando le maniche di lana con le proprie dita.

« Quella di rimanere a letto per tutta la mattina non era un' idea così malvagia... » disse sovrappensiero Mark che stava accarezzando piano i capelli di Myles, non fece in tempo a finire la frase che lui lo baciò di nuovo sulle labbra prima di sorridergli ed annuire felice, dicendo: « Già, hai ragione. »
« Non hai più intenzione di lasciarmi qui da solo, vero? » gli chiese il più giovane con tono di voce scherzoso.
Myles, che non aveva ancora smesso di sorridergli, gli rispose con queste semplici parole: « No, fin quando staremo abbracciati così, al caldo. »
Mark annuì, ma spostando le braccia che circondavano il suo ragazzo, spostò il piumone che lo copriva e fece per alzarsi.
« Dove stai andando ora? » gli chiese Myles, sorpreso; pensava che il chitarrista volesse rimanere ancora lì, assieme a lui. Sentì un brivido percorrergli la schiena e cercò di trattenere Mark prendendolo per il polso sinistro.
Il più giovane gli sorrise non appena sentì le dita di Myles stringersi lievemente sul suo polso mentre si allungava per raggiungere il fondo del letto.
Afferrò uno dei due cuscini, lo sistemò appoggiandolo alla testiera del letto e pochi istanti dopo tornò a sdraiarsi sotto la coperta, accanto al suo ragazzo, invitandolo a riprendere posto tra le sue braccia.
« Così staremo più comodi. » spiegò brevemente.
Myles tirò un piccolo sospiro di sollievo e si sistemò di nuovo contro di lui, abbracciandolo stretto, per non lasciarlo più sfuggire dal suo abbraccio.
« Grazie amore mio, questo è stato il compleanno più caldo che io abbia mai avuto. » gli disse qualche minuto dopo, rompendo il silenzio.
Mark, che stava passando le sue dita sulle braccia di Myles con movimenti lenti e delicati, gli sorrise e gli baciò la fronte prima di parlare: « Sì? »
Il cantante, totalmente rilassato dalle dolci carezze che stava ricevendo, annuì e disse: « Sì, si sta molto bene qui. »
Mark sistemò meglio le maniche del maglione attorno al corpo di Myles e sorrise contento.
« Possiamo rimanere qui un altro po'? » chiese il festeggiato sperando di ricevere una risposta affermativa.
« Certo, per tutto il tempo che vuoi. » rispose immediatamente il chitarrista prima di dargli un altro tenero bacio sulle labbra.


  
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