Da  47 minuti non è più il tuo compleanno.
E l'unica cosa che vorrei regalarti davvero,

non potrò dartela mai.
Vorrei che fossi me.
Vorrei che fossi me,
per capire chi sei.

Perché dirtelo sembra sempre non essere abbastanza.
Fai finta di capire e ti poi ti giri con la solita indifferenza.

Come se non conoscessi tutti i vezzi della tua insofferenza.

Tu e gli spiccioli di acidità che lasci in giro per pagare debiti di insicurezza.
Tu e tutti quei dettagli stupidi che vedo solo io e che solo io posso amare.

Quel modo di camminare scoordinato e goffo, che viene fuori ogni tanto, tra una strofa e l'altra, come se dimenticassi che ti guardano, ancora.

O quando ti estranei e solo io so dove sei e allora sorrido, e lo sai,  non dovrei, ma poi, sti cazzi.

E io non sono come quelli bravi a parlare,
quelli come te che sanno anche spiegare.

Io vivo di poche ovvie parole ma se tu fossi me ti sentiresti bruciare sotto ogni centimetro della mia pelle.

Perché è questo che mi fai.
Con te, io non ho scampo.

E mi fa ridere quando mi dici che il mondo è incredibilmente pieno di gente e che tutti mi vogliono e tu ti incazzi perché davvero sembra che io ti prenda in giro ma se tu potessi essere me, sentiresti quello sbuffo di sorriso venir su insistente perché, amore, a me davvero non frega un cazzo di quanto sia grande il mondo, di quanta fottuta gente ci sia, e di quanta gente mi voglia.

A me frega solo di te.

E perché dovrebbe fregarmi qualcosa di un mondo di stupidi?

Un mondo che guarda me,
quando potrebbe guardare te.

Un mondo che non sa che mentre guarda me, sta guardando te.

Che ti sei messo in mezzo per proteggermi, per tenere insieme i cocci che hai saputo vedere un attimo prima che mi rompessi.

Che hai tradito te stesso per non dover tradire me.
Che continui a mostrarti diverso per non sgualcirmi.
E mi vedono più forte perché sei tu che mi fai forte.

Se non ci fossi tu, sempre, tra me e gli altri, cosa sarei?

Mi vedono ingenuo, spontaneo, speciale, perché hai saputo filtrare quanto di brutto c'era fuori di noi, perché non dovessi sopportarlo anche io.

Anche alla mia malinconia hai voluto dare il tuo nome.

Anche il velo di tristezza che ho negli occhi sei tu.

Riguarda te, riguarda sempre te.

Eppure mi guardano e non capiscono.

Pensano di vedere me perché non sanno riconoscere quanta bellezza ci sia in te.

E' più facile.
Te l'ho detto.

Pensano di vedere.

Ma non guardano mai nella direzione giusta.

E lo fai anche tu.
E io ti vedo lo sai.

Quando rimango indietro e ti fermi ad aspettarmi, come se non mi bastasse un passo per raggiungerti.

Come se potessi lasciarti andar da solo.

Come se senza di te non fossi un naufrago in mare aperto senza direzione.
Tu che mi regali ogni giorno una libertà che non avrebbe senso senza di te.

Tu che mi riempi gli occhi e la voce e le mani.
Tu mi fai il respiro di vita incoscienza e verità.

A volte ti dico che ti amo mentre facciamo sesso e tu mi fermi lo sguardo addosso come se fossi pazzo, come se me lo fossi inventato per stordirti, come fossi ubriaco, come se fosse impossibile, finché non ti sorrido e allora diventa vero e ricominci ad amarmi, come se niente fosse.

Sei così preso dal salvarmi che a volte dimentichi di vivermi.
Tu che hai così paura di perdermi che dimentichi di volermi.

E invece dovresti saperlo, che prima di essere io, sono tuo.

Che tutto quello che di bello c'è, in me, sei tu.


Solo tu.
Ancora.
Sempre.