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Autore: Nicky Rising    25/12/2014    2 recensioni
Una pagina di diario datata 9 febbraio 1976, di un giovane Axl che, in un giorno come tanti, può essere libero di parlare dei propri sogni con l'unico che forse non glielo vieta, e nonostante tutto, qualcosa nascerà..
Piccola OS per festeggiare il mio primo anno di iscrizione e il Natale
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axl Rose
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Giovedì 9 febbraio, 1976
Ciao stronzo. So che dovrei iniziare dicendo “Caro Diario”, provando ad essere come gli altri ragazzi, ma sono parecchio scoglionato. Al momento.
Ti spiego velocemente il perché, dato che non ho molto tempo (Tra una mezz’ora mi vedo con Shannon al parco giù di là.. Detesto quel ragazzino, ma verrà anche mio fratello ed è meglio far giocare due marmocchi di undici anni piuttosto che rimanere in questa casa..).
Il fatto che io sia incazzato dipende dal fatto che, come immagino tu ricordi, tre giorni fa ho compiuto quattordici anni. Non è che sia diventato un uomo, ok, ma fra due anni diventerò maggiorenne, perciò,  sai, ho pensato che, in fondo, per quanto il vecchio mi detesti e per quanto sia sempre meglio non provocarlo per non prenderle, potevo permettermi, almeno quel giorno, di chiedergli un favore..
Ovviamente sbagliavo.
Devo, però, fare un altro passo indietro, prima di raccontarti: sai bene che suonavo l’organo, in chiesa, no? Poi, un paio di anni fa, ho smesso perché mi sono reso conto di star suonando e cantando solo cazzate in cui nemmeno credevo.. Quindi sono scappato da casa per un paio di giorni e ho detto a mio padre che tutte le volte che mi avrebbe costretto a rimettermi dentro quella parrocchia  a suonare l’avrei rifatto. Non ho ottenuto un gran che di risposta: mi  ha detto che per lui potevo anche andarmene, che sarebbero stati più felici. Perfetto no? Ho preso su il cappotto per uscire e stavo già per festeggiare, ma mi ha bloccato e mi ha spaccato un labbro con la cinghia di quella dannata cintura.
Scusa, sono veramente un’idiota.. Ho macchiato la pagina, ma.. Quando ci penso mi viene da piangere, ecco, ma, almeno con te, stronzo, non dovrei vergognarmi, giusto? In fondo sei solo un’estensione di me..
Tornando al giorno del mio compleanno, comunque, come regalo, chiesi a mio padre,  anzi, ora che non mi sente: a quella merda che vive in casa mia e per il quale tutti i giorni prego che non sia veramente lui dal quale discendo perché non è possibile.. Cristo.. Davvero dovrei centrare qualcosa con quello?
Beh, gli chiesi un pianoforte. Ecco.
Non un pianoforte grande, uno Steinway da centomila dollari, gli chiesi una piccola pianola, magari di quelle a muro, dove potevo esercitarmi a suonare,  tutto qui.
Lui non ha risposto. Ha alzato lo sguardo pieno di stizza, come se fossi riuscito, anche quel giorno, ad indisporlo, a toglierlo da quelle buone intenzioni che si era prefissato per la giornata, e semplicemente è rimasto zitto, e poi ha cambiato discorso, come ignorandomi.
Eppure era solo un pianoforte! Insomma, è un investimento, è vero, ma i soldi non ci mancano, e nessuno, a parte nonna e Amy, in questa casa, mi ha mai fatto un regalo. Quindi dico, i miei genitori, che a Stuart e a mia sorella danno di tutto e a me non mi cagano di striscio, potrebbero per una volta fare un sacrificio! Sono il primogenito, per dio, mi merito qualcosa in più che il bacio di mamma la mattina del 6 febbraio! Tralasciando il fatto che sono la vergogna della comunità cristiana gestita da mio padre e tutte quelle altre cose..
Ora ti chiederai perché ti sto raccontando gli avvenimenti del mio compleanno proprio oggi..
Beh, perché oggi, lo stronzo di casa, si è deciso a rispondermi.. Lui.. è  salito su, nella mia camera, e ha aperto la porta. Diciamo che io stavo guardando una rivista abbastanza sconcia prestatami da Jeff nascosta dentro al libro di storia da cui fingevo di studiare, che chiusi immediatamente con la mia rivista in mezzo prima che se ne accorgesse, perciò, sì, l’ansia era già parecchia. Ora non mi va di fare lo scrittore di romanzi, perciò trascriverò semplicemente  il dialogo che è avvenuto.. Poi sarai tu a commentare! Insomma, a dire che è stata colpa mia! Ok.. Ok.. andiamo con ordine.

“William.”
“Dimmi, pa’..”
“Potresti almeno guardarmi in faccia..”
Alzo gli occhi con aria annoiata, lo ammetto, ma mi viene davvero difficile guardarlo negli occhi: mi fa schifo.
“Non hai niente da dirmi, William?”
“Non.. Non credo..”
“Non hai delle scuse da rivolgermi?”
“Scuse?”
“Certo, per avermi fatto fare la figura dell’idiota davanti alla mia famiglia, che mi rispetta, a differenza tua.”
“Ma di cosa stai parlando?”
Si avvicina a me, abbassa lo sguardo sul mio viso, gli occhi ridotti a due fessure. Sento il suo disgustoso alito.
“Della tua merda di pianoforte, ragazzo..”
Allora iniziai a connettere, ma ancora non riuscivo a capire che cosa potesse centrare una inutile richiesta con il suo pudore e il suo ruolo in questa famiglia del cazzo. Lui sembrò cogliere la mia sincera ingenuità.
“Ti sembra un comportamento adeguato, farmi vacillare davanti alla mia famiglia e al Signore Iddio per una proposta talmente idiota? Seriamente, mi hai fatto pensare di aver un figlio deficiente, quando tutti sanno che il padre non deve mai dubitare della propria prole.. Del sangue del suo sang.. Si insomma. Hai capito..”
“Non mi sembrava una proposta così stupida..”
“Ah! Non gli sembrava a lui! William, puoi dirmi per quale cazzo di motivo dovrei darti un pianoforte quando sei stato il primo a lasciare la chiesa, a lasciare il timore di Dio, a lasciare l’unico tuo padre.. Oltre.. Oltre a me s’intende..!”
“Papà, suonavo un disgustoso organetto per le solite quattro canzoni.. Mi piacerebbe suonare il piano, tutto qui..”
“Tutto qui dici! Violare il rispetto per i canti religiosi, profanarli con un pianoforte per suonare le tue canzoni del demonio! Questo mi chiedi!”
Di nuovo il suo viso vicino al mio, troppo vicino. 
Il problema, devi sapere, è che quando qualcuno insulta la mia musica io sbrocco. E lo so che non è un gran comportamento, ma sono fatto così.. E poi c’erano in gioco un po’ di altre stronzate che non mi erano andate a genio e diciamo che stavo già fumando, quindi quando ebbe anche le palle di rompere sulla mia musica, beh.. Non ce la feci più. E sì. Feci una stronzata.
Ecco, quando mi ritrovai il suo bel faccione rosso del cazzo a mezzo centimetro dal mio naso, con gli occhi fuori dalle orbite e la fronte tirata in un’orribile smorfia, io non riuscii più a controllarmi.. E beh..
Gli ho sputato in faccia.
No, non ridere. Non c’è un cazzo da ridere. Insomma sì, è venuto anche particolarmente bene, cioè roba che in una gara di sputi arrivavo primo, ma.. Diciamo che..
Mi ha picchiato più forte del solito.. Ecco tutto. Non c’è molto da descrivere. Se avessi ancora la macchina fotografica rubata dal negozio in centro, mi fotograferei la schiena che ho al momento e la incollerei qui, per farti vedere.. Ma lo stronzo me l’ha beccata due mesi fa e l’ha restituita.. Quindi, no.. In effetti ti risparmio un brutto spettacolo..
Quando ha finito il suo bel trattamento.. Io.. Scusa.. L’ho macchiato di nuovo, dio mi sento veramente un finocchio, hanno ragione a scuola, quelli che mi prendono per il culo, piango come un idiota.. Ma ecco stavo ripensando a quando.. Beh, lui se n’è andato e mi ha lasciato li per terra, come uno stupido, solo col mio male.
Quando mi sono ripreso, non so perché, mi è venuto in mente di fare una cosa: se l’unico posto in cui per lui potevo suonare, era la chiesa, allora sarei andato in chiesa.
Infilai una felpa, per quanto potesse bruciare, e mi avviai verso la mia meta, distante circa cento metri da casa.
Arrivato trovai un  pastore che non conoscevo, meglio così. Lui, grazie al dio che ero andato a trovare, non mi riconobbe, forse perché da quando avevo smesso di cantare nel coro per mio padre, mi ero fatto crescere i capelli di trenta centimetri..
Avrei preferito non incontrare nessuno, ma lui mi intercettò:
“Hai bisogno di qualcosa, figliolo?”
“Posso suonare l’organo?”
Sorrise, incerto. Che ne sapeva lui, pover’uomo se potevo suonare l’organo.
“Vieni spesso qui, ragazzo?”
Mi grattai la testa imbarazzato.
“Diciamo di no..”
“Beh, Dio accoglie sempre tutti nella sua casa..”
“Quindi.. Dio mi farà suonare l’organo?”

Lui sbuffò, senza che quel sorriso zuccheroso se ne andasse dalla sua faccia rugosa, e alla fine mi disse che potevo andare..
Salii le vecchie scale di legno che portavano alla balconata dell’organo. Premetti un tasto. La canna iniziò a vibrare, il suono uscì, grave, gotico, pesante.
Dio. Magari fosse stata un altro tipo di canna. Sarebbe stato più divertente.
Quel suono cupo mi fece venire in mente un suono  tetro e depresso e triste e fanculo.

Beh iniziai a suonare un motivetto a caso, non era neanche un gran che, ma almeno stava bene con l’organo, perché era veramente piuttosto triste e, se un giorno diventerò qualcuno, la inserirò come traccia del mio album e la chiamerò February Rain. Ecco.  Perfetto.
Beh e niente. Questa è stata la mia giornata. Però volevo raccontartela perché alla fine quel pezzo mi piaceva. E.. chi lo sa.. Magari diventerà qualcosa di grande un giorno e tutti vorranno pagare per leggere il mio diario e la pagina in cui ho raccontato di averla scritta..
Cazzo, quattordici anni e ragiono come uno di sei.. Forse faccio bene ad andare a giocare con Stuart e Shannon… Però chi lo sa. Nessuno sa un cazzo, no? Perciò chi mi vieta di sognare.. Almeno quello..

Scusa, devo andare: mio fratello rompe per partire..
Ti saluto, a presto
William
O, come ormai da tempo mi conosci tu,
Axl

P.S.
Prova ad illuderti, caro diario, che la mia giornata sia andata un po’ meno di merda di come è effettivamente andata.. Anzi, ti prego, usa le tue illusioni per farmi sentire anche a me un po’ meglio e farmi smettere di soffrire.. Sono stanco.. Usale. Stregami un attimo e fammi stare meglio. Come fai sempre.
Usa le tue illusioni.
  
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