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Autore: Briskal    25/12/2014    11 recensioni
"Era pomeriggio inoltrato quando Regina si andò ad affacciare alla finestra, tenendo tra le mani una tazza di tè caldo. Di lì a poco, Snow e David li avrebbero raggiunti per cena, ed avrebbero scartato gli ultimi regali come una vera e propria famiglia. Scrutando fuori, si ritrovò a sorridere nel vedere Emma, Henry infagottati nei rispettivi piumini a giocare con la neve"
[Swan Queen + qualche spoiler qua e là]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ve l'avevo promessa, quindi eccoci qua. Sarò brevissima e velocissima: la fic si discosta totalmente dallo show (a parte qualche spoileruccio qua e là. In realtà prende più spunto da Frozen, ma io vi avviso lo stesso). Per mancanza di tempo non sono riuscita a collegarla all'altra fic già pubblicata, quindi è una storia a sé. Spero vi piaccia.

Come sempre i personaggi di OUAT non mi appartengono (oramai non conto nemmeno più i sospiri dopo aver scritto il disclaimer).

Buona lettura!

 

 

Un racconto di Natale

 

La neve continuava a cadere incessantemente tra le strade di Storybrooke, e stavolta la magia di Elsa non era responsabile: l'inverno, quello vero, era finalmente arrivato, e la cittadina si preparava a festeggiare il Natale. Era trascorso un anno dall'avvento della ragazza e della Snow Queen, e tutto era tornato alla normalità.
Era pomeriggio inoltrato quando Regina si andò ad affacciare alla finestra, tenendo tra le mani una tazza di tè caldo. Di lì a poco, Snow e David li avrebbero raggiunti per cena, ed avrebbero scartato gli ultimi regali come una vera e propria famiglia. Scrutando fuori, si ritrovò a sorridere nel vedere Emma e Henry infagottati nei rispettivi piumini a giocare con la neve: mamma e figlio stavano cercando di dar vita a un pupazzo, e ogni tanto lo stesso Henry approfittava della distrazione di sua madre per tempestarla di palle di neve, facendola scoppiare a ridere. Sembravano... felici.
Il sindacò non riuscì a staccare gli occhi di dosso alla Salvatrice; i suoi lunghi capelli biondi erano coperti da un pesante cappello a fagiolo, il viso era leggermente arrossato per il freddo, ma i suoi occhi sprigionavano talmente tanta gioia mentre giocava con suo figlio, che Regina provò un tenero calore al petto dinanzi a quella scena. Erano bellissimi.
Prese un sorso del suo tè, ripensando a tutto quello che era successo nell'ultimo anno. Il ritorno di Marian e l'ovvia rottura con Robin Hood. L'arrivo di Elsa e della Snow Queen... Il pirata con la sua mano maledetta.
Era stato proprio lui ad attaccare Regina nella caverna di ghiaccio, dopo aver sconfitto Ingrid. Certo, le sue azioni erano incontrollate (forse), ma quella mano aveva brandito la spada e quella stessa mano l'avrebbe uccisa se non fosse stato per l'intervento di Emma.
Emma. La donna che le aveva portato via l'opportunità di essere felice.
Emma. La donna che per farsi perdonare le aveva giurato di regalarle un lieto fine.
Emma. La donna che si era parata davanti a lei per evitarle una orrenda fine.
Emma. La donna che si era tramutata in una statua di ghiaccio.
Emma. La donna che alla fine, con un atto di amore,  Regina aveva salvato dal congelamento.

Quando aveva visto Hook alzare la spada, pronto a colpirla, Regina aveva chiuso gli occhi per un istante. Aveva sentito la Salvatrice urlare, poi tutto sembrò fermarsi; non appena trovò il coraggio di riaprire gli occhi, si ritrovò davanti uno spettacolo che le aveva mandato letteralmente il cuore in frantumi. Lo sceriffo era davanti a lei, totalmente congelata, mentre Hook giaceva svenuto poco distante da loro con un brutto taglio in testa. La spada si era spezzata.
Con uno slancio, Regina si portò di fronte la bionda, scrutandone le caratteristiche.
«No. No! NO! NO!! EMMA!» si ritrovò a urlare, toccandole il viso oramai freddo. «Non puoi. Non puoi farmi questo, razza di idiota!»
Per una volta, Regina Mills non sapeva cosa fare; era consapevole che la Salvatrice stava morendo. Lo sentiva. Lo percepiva dalla sua magia. La loro connessione si stava affievolendo ed il pensiero che quella sciocca bionda sarebbe morta a causa sua le fece salire un groppo alla gola. Non era per Henry e per la sua reazione. In parte ovviamente sì... ma non aveva paura solo per lui. Aveva paura per se stessa. Quando aveva riportato Marian indietro avrebbe voluto strozzarla con le sue mani, ma poi Emma le aveva promesso che avrebbe combattuto per lei, le aveva detto che la considerava una sua amica e non avrebbe mai rinunciato a lei... e l'aveva fatto sul serio; l'aveva salvata da Hook e dalla sua furia...e ora stava morendo congelata.
Piangendo, si ritrovò ad abbracciare quella figura a lei così tanto cara, implorandola di tornare. «Mi hai promesso un lieto fine» mormorò tra i singhiozzi, accarezzandole i capelli oramai ghiacciati, «sei un'idiota, Miss Swan, ma hai sempre tenuto fede alle tue promesse. Io... io mi fido di te. Per favore... per favore, Emma»
Restò stretta a lei, ignorando il freddo che cominciava a percepire. Non l'avrebbe lasciata, non ora, non in quello stato. Quando sentì che la sua magia non era più connessa con quella di Emma, Regina sgranò gli occhi e si aggrappò con tutte le sue forze alla Salvatrice oramai morta. Non aveva mai pianto così in vita sua. Forse solo per Daniel. Le lacrime della donna continuavano a cadere incessantemente sul corpo della ragazza, e per un minuto buono pensò di averla persa per sempre. Cosa avrebbe detto a Henry? Cosa avrebbe detto a Snow e David? Cosa avrebbe mai potuto fare Regina Mills senza la presenza di quella idiota nella sua vita? Niente. Le era stato portato via tutto. Daniel, Robin...e ora anche lei. «Emma» mormorò, non accorgendosi che il ghiaccio che ricopriva la Salvatrice si stava oramai sciogliendo.
Non appena ebbe la possibilità di muoversi, lo sceriffo ricambiò l'abbraccio, e una luce bianca investì le due donne. Regina si staccò quel tanto da poterla guardare, e quando i suoi occhi si specchiarono in quelli verdi di lei, il cuore iniziò a batterle nel petto freneticamente. In silenzio, l'abbracciò di nuovo: non erano mai state così vicine prima d'ora.
«Ehi» sibilò la bionda, crogiolandosi tra le braccia del sindaco.
«Sei un'idiota, Miss Swan! Cosa diavolo pensavi di fare con quel tuo gesto eroico?» l'ammonì l'altra, guardandola di nuovo dritta negli occhi con cipiglio serio.
«Uhm... quello che ho fatto? Salvarti la vita?»
Regina si staccò da lei, incrociando le braccia al petto con fare seccato. «Non avresti dovuto»
«E invece sì. Ho promesso che ti avrei regalato un lieto fine»
Lo sguardo del sindaco si ammorbidì, ed un piccolo sorriso fece capolino sul suo bel viso. «E pensavi che morendo per me saresti riuscita nel tuo intento di farmi felice? Sono stupita, lo ammetto»
Emma fece spallucce, ghignando. «Nah. Forse in altri tempi avresti provato un malizioso piacere nel togliermi di mezzo, ma non ora. Non oggi. E probabilmente mai più. Mi hai salvata, Regina. Io ero morta»
«E solo un atto d'amore può sciogliere un cuore di ghiaccio» sottolineò Elsa, entrando nella caverna di mano nella mano con sua sorella Anna. Era tutto finito. Erano tutti salvi. E da allora, lei e Emma non avevano più parlato di quello che era successo. Se l'avessero fatto, sarebbero dovute entrare nel territorio dei sentimenti... e sarebbe stato piuttosto pericoloso: troppe volte, entrambe, erano rimaste scottate. Troppe volte era finita male, e paradossalmente, avevano troppa paura che  magari tra loro avrebbe potuto funzionare. Elsa era stata chiara. Era stato un atto di amore. Non c'era nessun dubbio, eppure sia Emma che Regina avevano preferito semplicemente ignorare i propri sentimenti. O almeno ci provavano.

Persa nei suoi ricordi, Regina non si accorse che oramai fuori si era fatto buio, e le stesse voci entusiaste che prima si sentivano fuori in giardino, ora si erano trasferite in casa. Finì il suo tè oramai freddo, e scese giù in salotto, dove non vista, sorrise guardando Henry che aveva preso a scuotere i vari doni, cercando di capire cosa si nascondesse nei pacchi. Aveva ricevuto una gran quantità di regali; la prima parte era stata aperta quella mattina, come da tradizione, mentre il resto avevano deciso di aprirlo quella sera a cena.
Emma se ne stava seduta sul divano davanti al fuoco; una bottiglia di birra poggiata sul tavolino. Il suo viso sembrava tranquillo e rilassato.
Il sorriso di Regina si allargò a dismisura quando Henry decise di assalire la ragazza per torturarla con il solletico. Le loro risate echeggiarono per tutta la casa, e la donna scattò una foto mentale di quel duo a lei tanto caro. Era bello sentirli ridere. Era bello averli intorno. Dopo la faccenda di Robin e dopo il trasferimento di Emma e Henry a Mills Manor, aveva capito che in realtà le era bastato molto poco per essere felice. Il suo lieto fine era sempre stato lì, a portata di mano, fin dall'inizio: la Salvatrice e il loro figlio. Quei due idioti dei Charming e il piccolo Neal. La sua famiglia. 
Con il cuore gonfio di gioia, si avvicinò ai due. «Beh, i miei bambini hanno avuto un sano divertimento là fuori?» domandò con fare ironico.
La Salvatrice si girò, regalandole un radioso sorriso. «Oh, sì mamma. Giuro che siamo asciutti e non abbiamo lasciato orme strane per casa» la prese in giro, mentre Henry era tornato ad occuparsi dei regali.
«Buon per te, cara. Visto che tu hai messo in testa a nostro figlio  di uscire a giocare con la neve, tu avresti ripulito il macello una volta rientrati» le rispose Regina, andandosi a sedere vicino a lei.
Emma roteò gli occhi al cielo con fare divertito, sbuffando subito dopo. «Sei una guastafeste»
«No, sono semplicemente una brava padrona di casa che non tollera la sporcizia sui suoi pavimenti»
«Quindi sei una guastafeste, Regina. Un po' di neve non ha mai ucciso nessuno... uhm» fece Emma mordendosi subito dopo la lingua.
Il viso della ex Evi Queen si rabbuiò, ricordandosi di aver rischiato di perderla proprio a causa della neve: eccolo, l'argomento che avevano sempre cercato di evitare.
«Idiota»
«Regina... io...» iniziò lo sceriffo, stroncata subito dopo dal suono del campanello: Snow e David avevano appena inconsapevolmente salvato la situazione. Almeno per il momento.

 

La cena proseguì senza tanti intoppi; Regina aveva preparato la sua proverbiale lasagna, mentre Snow aveva preferito concentrarsi sul tacchino arrosto. Granny aveva inviato loro le Mince Pies da poter mangiare come dessert, accompagnate da un costoso brandy che David aveva comprato nei giorni prima delle feste. Era tutto praticamente perfetto.
Arrivato il momento di aprire il resto dei regali, Emma preferì farsi da parte: certo, aveva trovato un posto in cui stare, una famiglia da amare, ma ancora non era abituata a quelle cose.
Sorridendo nel vedere sua madre e suo padre ridere allegramente con Henry e Neal, decise di prendersi un po' di aria fresca fuori al giardino; gli altri erano troppo concentrati per notare la sua assenza.
Naturalmente, Regina uscì poco dopo; la donna si era procurata un pensierino, ma aveva troppa soggezione nel darglielo davanti a tutti.
«Ehi»
«Ehi» rispose Emma abbozzando un sorrisetto.
«Siamo nostalgici?»
«Mh no, ma ho sempre trascorso le feste da sola... per me è inusuale questa situazione»
«Credo sia giunto il momento di farci l'abitudine, non credi?» le disse Regina, sospirando pesantemente.
«Sì, suppongo di sì. Regina, io volevo dir...»
«Shh» la zittì la donna, porgendole un sacchettino. «Questo è per te. Spero ti piaccia»
Emma la fissò basita, accettando il dono con mani tremanti. Rimase a bocca aperta quando dall'involucro tirò fuori una graziosa collanina in oro bianco, con un piccolo ciondolo raffigurante un fiocco di neve.
«Ho... ho pensato che... ecco...» balbettò Regina, maledicendosi per non saper esternare le proprie emozioni, «che potesse essere un promemoria per la tua idiozia...e per lo spavento che mi hai fatto prendere per essere stata così avventata»
La Salvatrice non ci pensò due volte, e dopo essersi messa la collanina, strinse la donna in un tenero abbraccio. «Grazie» le mormorò in un orecchio, «anche io ho qualcosa per te» le disse poi staccandosi da lei per darle il suo.
L'astuccio era molto fine, e Regina pensò che Emma avesse speso anche parecchio data la rifinitura: era un gioiello, ne era sicura. Si morse la lingua, pensando che forse avrebbe dovuto metterci un po' più di impegno per il suo regalo.
Anche lei aveva ricevuto una collanina. Il ciondolo, però, sembrava raffigurasse una piccola goccia d'acqua. Sembrava di cristallo, o qualcosa di simile. Era stupendo.
Lo sceriffo si grattò la testa con fare impacciato, arrossendo leggermente. «É magico. Sono le tue lacrime. Le stesse che mi hanno salvata quel giorno»
Il cuore di Regina si fermò per un millesimo di secondo, fissando la Salvatrice con occhi sgranati. «Emma...»
«Quando Elsa e Anna sono comparse nella caverna e la ragazza si è avvicinata a me per assicurarsi che stessi bene, mi ha tolto un po' di ghiaccio rimasto sulla mia spalla. Mi ha spiegato che erano frammenti delle tue lacrime. Così... ecco... le ho chiesto se avesse potuto incantarle per farle rimanere così per sempre in un unico pezzo. L'ha fatto. Non sapevo cosa regalarti per Natale, e guardandole mi è poi venuta l'idea: ho usato la mia magia per dargli quella forma. Naturalmente mi ci è voluto un po' per imparare senza il tuo aiuto... e ho praticamente sciolto il freezer di casa per potermi allenare. Snow mi aveva anche suggerito di chiedere una mano a Elsa, ma ho preferito fare da sola... ho pensato che ne saresti stata orgogliosa»
La donna di fronte a lei annuì freneticamente, cercando in tutti i modi di non piangere. Nessuno aveva mai fatto una cosa simile. Nessuno. Era davvero così orgogliosa di lei! Perse definitivamente la sua battaglia interiore, quando Emma le prese la collana dalle le mani e gliela mise al collo. In quel momento, tirò su con il naso e si lasciò finalmente andare alle emozioni.
«Ecco» continuò la ragazza guardandola, «anche questo è un promemoria. Così potrai sempre ricordarti che sei una persona stupenda. Mi hai salvata, Regina, e queste lacrime rappresentano il tuo cuore oramai guarito: non dimenticarlo mai.»
Il sindaco si perse in quelle meravigliose e sincere lande verdi che erano gli occhi di Emma Swan, e per una volta tutte le sue paure sparirono. Si morse il labbro con fare nervoso, titubante sul da farsi, poi però con mano tremante afferrò il bavero della giacca di pelle della ragazza, tirandosela quel tanto da regalarle un dolcissimo bacio sulle labbra. Entrambe avvertirono un meraviglioso formicolio magico non appena intensificarono il bacio, e per un secondo il ciondolo di Regina iniziò a brillare: ce l'aveva fatta. Alla fine aveva scritto da sola il suo finale.
Restarono l'una tra le braccia dell'altra per un tempo indefinito, crogiolandosi nel calore dei loro corpi uniti. Delicatamente, Emma posò la fronte su quella di Regina, e le sorrise teneramente. «Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe finita così, Maestà?»
Il sindaco ridacchiò, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Io no di certo, Miss Swan» le rispose con un sorriso, «ma nonostante la tua irritante idiozia, devo ammettere che in una cosa sei infallibile»
«Nel baciarti?» chiese la bionda ghignando, «sì, mi hanno detto che non sono male...»
Il viso della donna assunse una graziosa tinta di rosso. «Idiota»
Per tutta risposta, Emma la strinse di più, schioccandole un bacio sulle labbra. «Dunque? In cosa sarei infallibile?»
Gli occhi di Regina si addolcirono. «Hai mantenuto la tua promessa»
«Sì?» mormorò Emma con voce rotta dall'emozione: era chiaro a cosa si stesse riferendo.
«Mi hai regalato un lieto fine» concluse la donna baciandola di nuovo intensamente.

Quando rientrarono, solo Snow si accorse che le due erano comparse in salotto tenendosi teneramente per mano: David e Henry erano troppo presi a montare la pista di macchine che “Babbo Natale” aveva portato in dono. Sorrise a se stessa, sperando che stavolta sia sua figlia che Regina riuscissero a vivere davvero felici e contente insieme, come ogni favola che si rispetti.
Prese la polaroid dalla borsa, e la sistemò ben bene sul caminetto. «Dobbiamo immortalare questo momento! É il nostro primo Natale come una vera famiglia, senza nemici, maledizioni o quant'altro!» disse con fare contento, facendo segno a David ed al resto di sedersi sul divano. Non entravano tutti, così i Charming restarono seduti con Henry e Neal, mentre le due donne si portarono dietro di loro restando in piedi.
La polaroid era pronta a scattare in automatico, e quando Snow disse il classico “cheese”, Emma si avvicinò all'orecchio di Regina, sussurrandole un tenero “ti amo”.
Solo dopo qualche minuto, finalmente la loro prima foto insieme comparve sulla carta lucida. Il quartetto seduto sfoggiava un sorriso divertito, ma lo sguardo che le due donne si stavano scambiando colpì sia Snow che David: Emma sorrideva teneramente verso Regina, e quest'ultima la stava guardando con due occhi così dolci e carichi d'amore che non ci sarebbe stato bisogno di parole per spiegare la loro situazione. Si amavano, era chiaro come il sole.
Emma non aveva ricevuto una risposta da Regina, ma l'espressione della donna immortalata nella foto parlava da sola, e a lei andava bene così. Era felice. Non aveva mai provato una felicità simile, nemmeno durante il bel periodo che aveva trascorso con Killian. Ora si sentiva finalmente completa.
Guardò per un attimo quella foto che Snow continuava a fissare con tenerezza e decise di stamparne qualche altra copia: una da tenere alla stazione, l'altra custodita gelosamente in camera.
Anche Regina era rimasta letteralmente basita nel guardare il loro primo ricordo insieme, e arrossì di colpo nella consapevolezza che oramai erano davvero una famiglia unita. Tutto ciò che aveva sempre desiderato era proprio lì, il suo amore era proprio lì...era sempre stato lì. Sì, Regina Mills era finalmente felice.

Quella notte, i Charming restarono a dormire nella grande villa di Mifflin Street. Henry si era ritirato in camera sua tutto contento, e per la prima volta, Emma non andò nella stanza degli ospiti in fondo al corridoio, dove aveva dormito nell'ultimo anno, da quando si era trasferita a casa del sindaco.
Regina si era già infilata sotto le coperte, in attesa che la bionda uscisse dal bagno; il cuore le mancò di un battito ricordandosi di quel “ti amo” che la ragazza le aveva detto poco prima. Il solo pensiero, aveva fatto brillare di nuovo il suo ciondolo che aveva posato sul comodino per evitare che durante il sonno si rompesse. La donna si ritrovò a sorridere: quelle parole l'avevano letteralmente devastata ed aveva provato un'emozione così forte che non aveva mai sentito con nessuno. Nemmeno con la sua presunta anima gemella.
Quando lo sceriffo finalmente si rilassò sul letto, la ex Evil Queen si avvicinò a lei quel tanto da poterla stringere teneramente, posando la testa sul suo petto. Emma la baciò tra i capelli neri. «Ehi»
«Ehi. Ho un altro regalo per te» le disse Regina alzando lo sguardo verso di lei.
«Cosa ho fatto per meritarmi un altro dono?» le chiese sghignazzando.
Usando la magia, il sindaco fece comparire nella mano libera della ragazza la fotografia che avevano scattato quella sera. Solo che in questa versione, c'erano solo ed esclusivamente loro due e sul retro, Emma riuscì a leggere nella elegante grafia di Regina un bellissimo: “ti amo anche io”.
Sorrise come una sciocca a quelle parole, e per una volta nella vita era sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. «Sì?»
Regina le regalò un lungo bacio, prima di sistemarsi di nuovo tra le sue braccia e spegnere finalmente la luce. «Sì, ti amo anche io» disse finalmente ad alta voce, riempiendo di gioia il cuore della Salvatrice.
«Buon Natale, Regina»
«Buon Natale, Emma».

FINE

 

E BUOOOON NATALE A TUTTI VOI, SWEN! Oramai sono davvero una vecchia sentimentale!

Ringrazio come sempre chi ha letto, commentato e messo tra i preferiti l'altra fic.

Volo via per direttissima, alla prossima!

Briskal

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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