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Autore: Kisshou    11/11/2008    3 recensioni
Una figura avanzava lenta verso di lui. Alta, slanciata, i capelli neri e lunghi gettati al vento …
Suo fratello.
Non si sarebbe stupito, se in mano non avesse avuto una katana imbevuta di sangue.
Il piccolo urlò, spaventato.
- ITACHI … CHE VUOI FARE?-
Ma il fratello sembrava non sentirlo. I suoi occhi erano vuoti … profondi e inespressivi più del solito.
- NO, ITACHI, NON UCCIDERMI!!! SONO IL TUO FRATELLINO!-
Genere: Malinconico, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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I personaggi non mi appartengono (altrimenti non starei qui a scrivere ma sarei con loro, vi pare?) questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 

Una ItachixSasuke leggermente Dark, e avvolta nel mistero. Non so come sia venuta, probabilmente male, comunque il mio pensiero era profondo.

Spero di averlo reso bene. Voglio tanti, tanti, tanti commenti! Grazie!!!!

 

 

 Dedicata a Princess of Bang, che me la chiede da mezzo secolo.

 

Sasori_Danna

 

Brucia

 

 

 

 

 

Sasuke amava crogiolarsi nei ricordi. In quelli che erano, belli, brutti, spiacevoli, emozionanti che fossero. Erano parte di lui, e lo aiutavano a ricordare se stesso e la sua missione.

Perché lui una missione ce l’aveva, e maligna.

A volte rammentava quanto fosse stata infelice e ingiusta la sua infanzia.

Altre volte veniva colto da ricordi che credeva (sperava) di aver perduto per sempre.

Perché risvegliavano un’altra parte di lui. Una parte che uno con uno scopo come il suo non avrebbe dovuto avere , ma, chissà perché … non aveva la forza di dimenticare.

 

FLASHBACK

 

- Itachi …-

 Il più piccolo degli Uchiha fece capolino da sotto le sue coperte, guardando in direzione del letto del fratello.

- Che c’è, Sasuke? Dormi!-

Sasuke emise un mugugno scocciato.

- non ci riesco, nii-san!- le lacrime minacciavano di uscire dai suoi profondi occhi neri, nonostante lui volesse mostrarsi forte di fonte al fratello e si sforzasse di trattenerle.

- niente più storie dell’orrore prima di dormire, per te!- Lo ammonì Itachi.

Tuttavia nella sua voce severa si percepiva un pizzico di ironia.

Sasuke si girò e si rigirò nel letto.

Intanto rievocava mentalmente la storia che suo fratello gli aveva appena raccontato.

Una casa, oscura, addormentata.

Un bambino sotto le coperte, profondamente addormentato.

Improvvisamente, degli scricchiolii sinistri …

Sasuke drizzò le orecchie … possibile che quegli scricchiolii .

“No, Sasuke” si rimproverò “non sei più un poppante … questi suoni sono opera della tua mente, nient’altro.”

La porta che si apriva leggermente … in modo grazioso, quasi poetico … eppure sinistro. La luce entrava da quello spiraglio … andava a illuminare il corpo del bambino, che dormiva beatamente. Il respiro lento e regolare. Il petto che si alzava e si abbassava aritmicamente. Era una melodia di respiri.

Poi entrava un uomo … il bambino si destava appena, ma non appena si rese conto di ciò che stava per accadergli, la testa gli volo via, con un unico, definitivo CRACK!

Sasuke portò istintivamente gli occhi alla porta. Ma cosa …? Era socchiusa! Eppure lui la chiudeva sempre prima di dormire!

La luce gialla entrava prepotente, gli scottava gli occhi.

Poi una figura avanzava lenta verso di lui. Alta, slanciata, i capelli neri e lunghi gettati al vento …

Suo fratello.

Non si sarebbe stupito, se in mano non avesse avuto una katana imbevuta di sangue.

Il piccolo urlò, spaventato.

- ITACHI … CHE VUOI FARE?-

Ma il fratello sembrava non sentirlo. I suoi occhi erano vuoti … profondi e inespressivi più del solito.

- NO, ITACHI, NON UCCIDERMI!!! SONO IL TUO FRATELLINO!-

E si agitava, piangeva, si dibatteva disperato.

Itachi scoppiò in una risata fredda e senza gioia.

- ITACHI, NON UCCIDERMI … -

La lama affilata della katana avvicinarsi al suo cuore, correndo, come ubriaca.

- NOOOOOOOO!!!!!-

Ma non sentì il familiare freddo del metallo. Bensì una mano calda, che lo scuoteva leggermente.

- Sasuke … SASUKE! Svegliati …-

Sasuke sbarrò gli occhi, compiendo un salto all’indietro di tre metri buoni alla vista del fratello.

- No, Itachi … non mi ammazzare.-

Itachi sorrise: - Se la smetti di agitarti, non ti ammazzo.-

Sasuke sgranò gli occhi.

- Non vuoi uccidermi?-

Itachi parve interdetto per un attimo. Il piccolo ebbe come l’impressione che un’ombra di ansia avesse oscurato il suo volto.

Ma poi l’espressione di Itachi si rilassò.

- Ma non che non ti uccido, sciocchino!-

Sasuke, rincuorato, corse in braccio al suo nii-san, cingendogli il collo con le braccia e affondando la testolina sul suo petto.

- Va tutto bene, cucciolo …- gli mormorava Itachi, cercando di calmare i brividi e i tremiti del fratellino. Era un brutto sogno, tutto qui.-

Sasuke non accennava a volersi staccare.

- Ho paura …- mormorò, il corpicino scosso dagli spasimi.

- Non devi averne. Io sono qui, e ci sarò sempre-

- Lo giuri, Itachi? Sempre sempre? – Chiese più allegro il bimbo.

 Appoggiò una manina sul suo petto, ascoltando i battiti regolari del suo cuore.

Itachi gli afferrò il mento delicatamente, costringendolo a guardarlo negli occhi. Poi disse, sincero.

- Sempre sempre.-

Poi abbracciò forte il fratellino, che ricambiò.

- Vuoi dormire con me, Sasuke?- Gli chiese paziente il tredicenne.

Il viso del bambino si illuminò.

- Sì!!-

Si accucciò sotto le coperte di Itachi, raggiunto poco dopo dal fratello.

- Adesso cerca di dormire … domani incomincia l’accademia.-

Sasuke annuì, appoggiandosi al petto di Itachi, cullato dal suo respiro regolare.

- Ti voglio bene, nii-san. Grazie di esserci … sempre sempre …-

Itachi abbracciò forte il fratellino, mentre una lacrima solitaria gli percorreva il viso e si intrufolava tra le sue labbra, e una fitta al cuore lo coglieva.

- Solo per te, Sasuke …- disse stringendo forte il fratellino, volendolo sentire più caldo e vivo che mai.

- Sempre sempre …-

Ma il respiro del bambino, ormai, si era fatto lento e regolare.

 

FINE FLASHBACK.

 

Itachi odiava i ricordi. Lo attanagliavano, lo facevano soffrire.

Quel ricordo in particolare, lo annientava. Il suo nii-chan … l’avrebbe odiato, l’avrebbe finito, l’avrebbe distrutto.

Ma era giusto così.

Anche se non lo sapeva … se ignorava il perché l’adorato fratello avesse compiuto un gesto del genere, sapeva che per lui c’era sempre. Nell’odio come nell’amore.

Non si lasciavano mai. In qualche modo, erano comunque uniti.

 

Io sono qui, e ci sarò sempre-

- Lo giuri, Itachi? Sempre sempre? – Chiese più allegro il bimbo.

 Appoggiò una manina sul suo petto, ascoltando i battiti regolari del suo cuore.

Itachi gli afferrò il mento delicatamente, costringendolo a guardarlo negli occhi. Poi disse, sincero.

- Sempre sempre.-

 

Itachi si portò una mano al petto.  Se la posò al cuore. Poi si rivolse al cielo.

- Brucia.-

 

 

 

  
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