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Autore: Kurokage    25/12/2014    2 recensioni
[Storia in fase di revisione | Sarà interrotta per un lungo periodo]
[Bloody Kiss]«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Yuki Katokashi è una donna di ventun anni con una vita monotona. Lavoro normale, vita normale, vita sentimentale al di sotto del normale ed una gran voglia di staccarsi da quel capo che la corteggia.
Mandata a chiedere la vendita di una casa, Yuki scoprirà che qualcuno, lassù, l'ha ascoltata ed ha in serbo un po' di cosette per lei.
Cosa fare quando l'amore ti coglie (quasi) a prima vista?
Cosa fare quando, quell'amore è il tuo opposto?
Cosa fare quando, lui, si rivelerà essere...
«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Ne sei sicura, Yuki?
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-:-:- Fanfiction Ispirata dal Manga Bloody Kiss di Furumiya Kazuko. La storia avviene dopo la fine del manga.
Questa storia riguarda un'ipotetica relazione tra un nuovo personaggio (Yuki Katokashi) ed Alsh.
Ci tengo a dire che, la suddetta, non è un continuo del manga, e quindi di non prenderla per oro colato(?).
Il titolo "Io.. non ho una sposa", è una citazione presa dal manga e detta da Alsh. -:-:-
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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C4
Capitolo 4.5 - Be the Light
OMAKE (ALSH'S POINT OF VIEW)

Tranquillo.”
Calmo.”
Respira.”
Era ciò che continuavo a ripetermi a più non posso per non pensare a ciò che avevo appena fatto.
Io...
Io avevo sempre odiato gli umani.
Perchè, eccezion fatta per la signorina Kiyo, non riuscivo ad odiarla?
C'era qualcosa che mi legava a lei, qualcosa di forte che per poco, quella notte, non aveva rischiato di ucciderla.
Perchè la volevo così insistentemente?
«Ciò che è fatto, è fatto. Ora non si torna più indietro, Alsh.»
Baciarla... era stato l'errore più fatale di tutta la mia esistenza.
Una persona diventa la sposa di un vampiro quando ella bacia il vampiro spontaneamente.
Ora ero veramente nei guai.
Anche se, c'era di dire, ero io quella che l'aveva baciata.
Ma lei non aveva negato o rifiutato.
Non aveva neanche risposto, però.
Mi appoggiai ad un albero, ormai vicino casa.
Aveva persino avuto il coraggio di darmi uno schiaffo.
Feci una risatina.
Era una donna in gamba.
«Aaaaaaalsh!!! Aaaaaalsh!!!»
Kiyo mi chiamava.
Mi ripresi, misi il consueto sorriso sulle labbra e finii la giornata come se tutto ciò non fosse successo.



Un lago di sangue si stendeva sotto i miei piedi.

Era impossibile che una sola persona potesse perdere tutto quel sangue.
Eppure c'era solo lei.
Distesa su un letto di fiori bianchi macchiati dal rosso sangue, emanava una leggera aura bianca come ad indicare il fatto che lei fosse 'speciale'.
Ero distante.
Non riuscivo a capire se respirava o meno.
Incominciai a correre, preoccupato per lei.
Per quanto continuassi con tutte le mie energie, non riuscivo a raggiungerla.
Improvvisamente stanco, mi accorsi di una cosa stranissima.
Perdevo sangue.
Avevo due grandi ferite sui polsi che non accennavano a richiudersi, ignorando completamente la mia abilità rigenerativa sovrumana.
Stupito, mi ritrovai di nuovo a correre, questa volta raggiungendola.
Lei, adagiata su questo letto di fiori bianchi e rossi, era splendida.
I capelli intorno al viso come a farne una corona, il volto pacifico come nel più bello dei sogni, e gli occhi chiusi.
Non stava respirando.
Nel panico, mi guardai in giro e optai per l'unica cosa che potesse salvarle la vita.
Avvicinai il polso ferito alla mia bocca e presi un po' di sangue, poi mi avvicinai a lei e, con movimenti delicati, posai le mie labbra...
«Hai intenzione di svegliarti, o devo chiamare la cavalleria?»
«No, Signorino. Sono sveglio.»
Aprii gli occhi, e realizzai che era stato solo un sogno.
«Allora muoviti, Alsh. Dobbiamo andare a scuola.»
«Sì, Signorino.»
Era ormai passata una settimana da quando Yuki se ne era andata.
Era un sacco di tempo, ma il suo odore era ancora forte nella camera dove aveva dormito.
Forse sei tu, Alsh, non trovi?” mi dissi per convincermi.
Una nuova giornata era alle porte, ed era meglio cominciarla nel modo migliore.
Un urlo provenne dal piano terra.
Il Signorino ed io schizzammo verso Kiyo, preoccupati per lei.
«Signorina Kiyo, sta bene?!»
«Cielo, mi sono dimenticata che oggi deve tornare quella dell'agenzia.»
Mentre il Signorino Kuroboshi la squadrava male, io ebbi un tuffo al cuore.
Posso... rivederla?”
Era alquanto improbabile, dato che era schizzata via come un fulmine, ma non potevo far altro che sperare.
Anche se mi opponevo con tutte le mie forze, il mio cuore continuava comunque a sperare.
«Quindi, Signorina Kiyo, come si fa?» risposi calmo.
«Credo che starò a casa.
Anzi, no.
Perchè non rimani tu, Alsh? Infondo, le devi semplicemente mostrare ciò che ho mostrato io.»
Un tuffo al cuore ancora più profondo.
Forse l'avrei rivista sul serio.
«Ma certo, milady.»



Tic.. Toc.. Tic.. Toc.. Tic.. Toc...

L'orologio a pendolo della sala, scandiva i secondi nella stanza fredda e vuota.
Dovunque guardassi, tutto era morto.
A partire da me.
Non aspettavo altro che quel tocco di vita che sarebbe arrivato tra poco.
Un leggero bussare alla porta, mi fece capire che era arrivata.
L'ora della verità.
Mi avvicinai alla porta, senza aprirla.
Cosa avrei fatto, se era veramente lei?
Cosa le avrei detto?
Come avrei potuto scusarmi?
Misi la mano sulla manopola.
Cosa avrebbe pensato di me?
Mi avrebbe accettato?
Mi avrebbe odiato?
Umiliato?
Ferito?
Girai la manopola ed aprii la porta.
«Buon giorno!»
Disse una donna giovane, alta, dai movimenti aggraziati e dai capelli rossi.
«Mi chiamo Yuriko Hishiryuku. Sono della Kobaya Realest Agency.
La signorina Kiyo è in casa?» mi chiese quella donna, Yuriko, curiosa.
Non... non è lei.”
Qualcosa dentro di me, sospirò rallegrato.
Qualcos'altro, si frantumò in microscopici pezzettini.
«Mi dispiace,» le dissi sorridendo «la signorina Kiyo, al momento, non è in casa. Mi ha lasciato, però, precise istruzioni.
Prego, si accomodi.»
Non è lei.”
«Possiamo iniziare con le pratiche di spiegazione, se ciò non rappresenta un problema?»
Non è lei.”
«No, si figuri. Non vuole fare un giro della casa?»
«Se non è un problema, lo eviterei. La mia collega, Yuki, mi ha illustrato punto per punto gli spazi di questa casa.»
... collega Yuki...
Si conoscono. Ma non è lei.”
«La sua collega sta bene?»
Prima che potessi accorgermene, la mia bocca aveva già sentenziato la mia pena di morte.
Lei mi fissò, visibilmente imbarazzata.
«Sì, signor Alsh. Yuki sta bene, anche se è ancora un po' scossa.»
Allora, alla fine, l'ha detto a qualcuno.”
Agendo come un automa, mi alzai e mi avvicinai alla donna.
Lei mi guardò perplessa, le azioni ritardate.
Il cervello umano capisce sempre troppo tardi.



«Aaaaaaalsh!! Siamo tornaaaaatiiii!!»

Bene. Almeno la signorina Kiyo era raggiante.
«Alsh, cos'hai fatto da pran-OHMIODIO! ALSH CHE COS'HAI FATTO?!»
Tutto ciò che era necessario.”
Kiyo corse da Yuriko, svenuta e distesa sul divano.
«Alsh.» mi disse Kuroboshi.
«Sapeva. Non potevo rischiare che lo dicesse in giro.»
«Tu...!!» mi guardò colpevole Kiyo.
«Non è morta, Signorina Kiyo. E' solo svenuta per una grave perdita di sangue.»
«Grave perdita di sangue? GRAVE PERDITA DI SANGUE?! Alsh, L'HAI MORSA!!»
«Come le ho già detto, signorina Kiyo, la signorina Yuriko non è morta.»
«Alsh...» si intromise il signorino Kuroboshi.
«NON E' MORTA!» dissi perdendo contegno ed alzandomi.
Camminai verso la porta d'ingresso e la chiusi sbattendola.
Mi ritrovai a scendere la montagna avvolto dall'ira, la realtà storpiata dal rosso della vendetta.
«Vendetta? E per cosa? Perchè si è spaventata e non è più voluta tornare?»
Mi rannicchiai improvvisamente, crampi mi assalivano lo stomaco.
Eccoci.
Di nuovo.
Da quel bacio, avevo più volte tentato di bere sangue, con lo stessa risultato.
Rigetto.
Il mio corpo continuava a rigettare il sangue di altri, perchè ormai legato a quello della signorina Yuki.
Ed ora?” chiesi a me stesso, avvolto dagli spasmi che mi costringevano a rigettare il sangue della signorina Yuriko.
Ed ora?”
Placati gli spasmi, mi ritrovai per terra, col volto stranamente rigato di lacrime.
Perchè? Io non ho chiesto niente, quindi perchè?”
Col vuoto nel petto, freddo e monotono, chiusi gli occhi vedendo lei sorridere.
Sorrisi a mia volta, sapendo perfettamente che lei non era qui.


Be the Light.




/*Note d'Autore*/
Ha... *sniff sniff* loa.
Questo capitolo mi ha fatto piangere fino alla fine.
Anzi, ho pianto più alla fine che in mezzo.
Il titolo del capitolo e l'ultima frase del testo sono il titolo della canzone Be the light dei One Ok Rock.
Se avete visto il film di Capitan Harlock (io sì) forse la conoscerete.
Ho ascoltato quella canzone per tutta la stesura del capitolo, e vi consiglio di fare altrettanto.
O almeno l'ultima parte.
*prede fazzoletto e soffia il naso*
Tornando al capitolo in sè, forse ho affrettato un po' le cose, ma in fondo, questa storia non ha vita breve (ancora un paio di capitoli, più o meno), ma mi sembra comunque un buon contenuto.
Tendo a fare le cose sdolcinate, ma spero che non vi sia arrivata tutta questa sdolcinatezza dal lato di Alsh.
E' pur sempre un vampiro.
MA! C'è una cosa che dovrebbe essere chiara come il sole:
Alsh è cotto perso di Yuki! (Ma va?)
Un bacio,
Kurokage
   
 
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