Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
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Autore: Doroth_    26/12/2014    2 recensioni
Questa è una FF su Gakuen Alice.Parte dal momento in cui Mikan scopre di possedere l'Alice del Furto e,in questa storia,ha sedici anni...ora è diventata cupa e nemmeno la confortante presenza di Hotaru o di Natsume al suo fianco riescono a darle conforto...ad un certo punto poi,arriverà anche un presunto rivale in amore per Natsume...cosa succederà?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, l’aria che si respirava in classe era quasi festosa, molto più leggera del solito.

Il professore della prima ora non si era ancora presentato e Otonashi, con le sue strambe danze incontrollabili, prevedeva che non lo avrebbe fatto per almeno un altro quarto d’ora, trasformando quelle smorfie preoccupate che tiravano i tratti ancora un po’ infantili dei nostri compagni in grandi sorrisi.

Gli studenti giravano per i banchi, consultandosi sul da farsi. Il festival della scuola era sempre più vicino e le varie categorie di abilità si stavano accordando per preparare qualcosa a tema, di modo che l’intero evento seguisse un filo. 

Era la prima volta che accadeva. 

Era state la classe delle abilità speciali ad azzardare quella proposta. 

Inizialmente, pareva quasi una follia e il senpai delle abilità tecniche aveva risposto con un ripetuto scuotere della testa, accompagnato da un serie di ‘No no’ a mezza voce.

E anche le classi di abilità somatiche e latenti parevano alquanto dubbiose, consapevoli delle difficoltà che avrebbero incontrato in un progetto tanto ampio.

Non era affatto semplice gestire i numerosi preparativi di una sola classe. Figurarsi di tutte.

Il tempo a disposizione era anche piuttosto limitato, senza contare che per un paio di giorni avrebbero dovuto sospendere ogni cosa, per una sorta di gita chissà dove, al di fuori dell’accademia.

I brusii avevano serpeggiato fra tutti gli alunni, di bocca in bocca, lasciando dietro di se una scia di sopracciglia inarcate.

Ma, non appena avevano visto l’intero schema, le poche diapositive preparate di proposito per l’occasione,e dopo che ebbero udito un chiaro, appassionato e convincente discorso da parte di Misaki, tutti gli studenti più grandi cambiarono idea quasi all’istante, accogliendola come una sfida.

E avevano fatto bene. Io stessa era piuttosto di buon umore, nel vedere tutto quel fermento e quei volti concentrati e stanchi.

Come ogni anno, l’impegno era sempre presente, ma c’era un’altra cosa che rendeva il tutto migliore rispetto alle volte precedenti: il sorriso.

Tutti collaboravano con tutti. Non esistevano troppe distinzioni fra un talento e un altro e, anzi, stare insieme era diventato il modo migliore per scoprire qualcosa di nuovo e allargare i propri orizzonti, magari acchiappando una nuova piccola e originale idea tra le pagine della propria mente.

Per quanto riguarda me, ero entrata in contatto con un paio di ragazzi della abilità somatiche e speciali, rispettivamente Toshio e Risa, che mi avevano dato piccoli input per una serie di nuove invenzioni.

Ero loro molto grata e, per la prima volta, stavo seriamente apprezzando la presenza di qualcuno intorno, durante il lavoro in laboratorio.

Ananatsu anche era felice e lo dimostrava scorrazzando per la stanza con il vassoio colmo di biscottini, bignè, pasticcini caldi e fumanti e anche tazze di cioccolato bollente e dolcissimo.

si vedeva proprio che quelle facce nuove la entusiasmavano e quindi avevo cercato il più possibile di accogliere Toshio e Risa ottenendo anche risultati soddisfacenti.

Mi appuntai un altro paio di parole sul mio taccuino, mentre il vociare iniziava a scemare.

I toni si abbassavano e tutti presero a fissare la porta d’ingresso, posizionandosi già in piedi dietro i banchi, in segno di rispetto.

Diedi un’occhiata alle prime file e individuai subito Mikan Sakura.

Era comunque sola e non l’avevo notata sgattaiolare dentro, così come nessun altro, presumo.

Però, c’era qualcosa di diverso.

Notai che le morbide ciocche castane non erano più libere di ondeggiare ad ogni minimo movimento delle spalle o del capo; erano raccolte in un treccia, scomposta sì, ma tenuta compatta grazie ad un ferma capelli.

Io l’ho già visto da qualche parte, quel coso. 

Mi dissi, mordendomi un labbro nella speranza di ricordare.

In quel periodo mi risultava molto difficile. È vero, tutto quel fare non mi dispiaceva affatto, ma ero piuttosto stanca e la notte non dormivo più molto, viste le ore tarde che raggiungevamo.

Mi stropicciai gli occhi, sbadigliando, mentre l’insegnante faceva il suo ingresso, preceduto da un ragazzo decisamente alto e dritto, fiero.

Non l’avevo mai visto prima d’allora e mi sorpresi a studiarlo, cercando di identificarne il potere. Alle volte, era anche possibile che succedesse. 

Non quella volta, però.

Gli occhi erano coinvolti in un’espressione beffarda, mentre osservava i presenti che, un po’ frastornati, scrutavano a loro volta quei suoi capelli scuri e quel tatuaggio sul lato sinistro del collo. L’asso di picche.

Un marchio di controllo. Pensai, corrugando la fronte. Abilità pericolose.

Erano rari e dunque era sempre un caso straordinario accoglierne uno nuovo. Il mio pensiero volò immediatamente a Natsume e non potei non lanciargli un’occhiata in tralice, che lui non tardò a ricambiare.

Sembrava quasi nervoso. Con il piede, dava ripetutamente dei piccoli colpetti al linoleum.

Distolsi lo sguardo ametista e tornai al giovane, ora seduto sul bordo della cattedra. Perfino l’insegnante appariva rigido.

Qualcosa non andava.

-Buongiorno.- disse poi l’uomo, schiarendosi la voce.

-Buongiorno.- il solito coro si levò, pacato, fiacco.

-Quel ragazzo che vedete.- e indicò il giovane con il tatuaggio -è un vostro nuovo..- Esitò per un solo istante, prima di continuare. -Compagno.-

Nessuno fiatò, attendendo che l’unico adulto della stanza si pronunciasse e concludesse il discorso.

-Il suo nome è Ikuto Kitamura e il suo è l’Alice del..-

Ho capito.

Hyuuga mi guardò ancora, annuendo.

- Furto.-

Quella parola aleggiò per circa un minuto, in cui il silenzio era totale.

Non fummo particolarmente sorpresi. Per lo meno, io e Natsume.

Avevamo inquadrato il comportamento un po’ distaccato tenuto dal professore e fatto due più due.

Intravidi una sorta di fremito, nelle spalle di Mikan e provai un moto di.. compassione, forse.

Mi dispiaceva per lei ma ero anche sollevata, diciamo, che avesse trovato qualcuno con il suo stesso ‘problema’.

-Ikuto.- Il giovane si riscosse e si mise le mani in tasca. -Va’ a sederti vicino a Sakura.-

-Ovviamente..-Mormorai appena, dando di gomito a Yuu, che mi guardò male.

Mi prese il polso come un richiamo ma poi cedette, capendo a cosa mi riferissi.

Kitamura si accomodò con fastidiosa lentezza, quasi volesse creare quel sottile alone di ‘suspense’ che tanto destavo nei film. 

Poggiò la sua cartella sul piano ligneo del banco e poi si girò alla sua sinistra, verso Mikan.

Lei si voltò verso di lui, incrociando quelle iridi blu scuro, quasi sul nero.

-Piacere.- Ikuto le tese la mano.

La classe trattenne il fiato.

Pur sapendo del marchio, c’era sempre un po’ di timore, con i tipi con il furto. Si rischiava comunque di perdere il proprio talento, se qualcosa non andava per il verso giusto.

La mia amica, tese la sua e strinse quella del nuovo compagno.

Provai una fitta di invidia, mentre si scambiavano un lieve e fugace sorriso.

Io era da tanto che non potevo avvicinarla e chissà ora cosa sarebbe accaduto, vista la nuova presenza.

Quel sollievo provato poco prima mi abbandonò per lasciare spazio ad una punta di preoccupazione.

-Bene.- il tono profondo dell’uomo tornò a farsi sentire. -Iniziamo.-


.:Doroth_dice:.

ScusateScusateScusateScusate...(3 ore dopo).. ScusateScusateScusate.
Lo so, non aggiorno dai tempi della prima guerra mondiale ma prnmetto che rimedierò!
Ecco, inizio già con il capitolo 7. Finalmente una svolta!
Ora, spero vi piaccia e commentate, mi raccomando.
Ora vi saluto.
Alla prossima,
D_
 

  
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