Capitolo
1:
Solitudine
"Sola".
Si,
forse è proprio
questa la parola che descrive al meglio come mi sento in questo periodo.
È una sensazione che non si può spiegare a
parole, "Sola" è quella
che si avvicina di più. Ma non è abbastanza.
Sto soffrendo molto.
Da molto tempo navigo nel grande mare della depressione, acque
insidiose e
burrascose che stanno mettendo a dura prova la mia esistenza.
Da ormai due anni la mia vita é dominata dall'insicurezza e
dalla poca stima
verso me stessa.
Non riesco ad apprezzarmi e ad essere fiera di ciò che sono,
mi sento inutile e
inferiore a tutti.
Poco a poco ho iniziato a isolarmi dal resto del mondo e a chiudermi in
me
stessa perché convinta di non essere accettata e di essere
rifiutata.
Mi
sento intrappolata in
un infinito tunnel buio, cammino e cammino inconsapevole di dove mi
stia
dirigendo. Non conosco più la luce e il sapore della
felicità.
Molte volte piango convinta di essere sola; molte volte urlo senza
lasciar
uscire alcun suono dalle mie labbra socchiuse; molte volte nascondo la
mia
sofferenza dietro un falso sorriso, una falsa risata.
I ricordi del passato pugnalano il mio cuore provocando fitte di dolore.
Periodi stupendi, felici e pieni di luce.
Quei ricordi paiono appartenere a un'altra vita, a un'altra persona.
Per colpa di uno sbaglio che poteva essere evitato tutto mi
é scivolato via
come l'acqua tra le mani, tutto é svanito come il fumo
nell'aria.
Tutto
questo dolore é
rinchiuso all'interno della mia tormentata anima, nascosto a tutti.
Torno a casa pronta a scoppiare e a dare sfogo alla mia sofferenza ma
tutto
quello che posso fare é rinchiudermi in bagno e disperarmi
silenziosamente.
Mi guardo allo specchio, osservo le lacrime che rigano il mio pallido
volto
sentendo il loro sapore tra le labbra. Fisso l'immagine dei miei occhi
umidi
riflessi nello specchio: sono gonfi e rossi, stanchi e disperati.
Soffoco i sussulti e i singhiozzi per evitare che qualcuno mi possa
sentire,
che qualcuno possa scoprire la mia sofferenza.
Guardo il mio bianco e bagnato volto mentre un turbine di pensieri e
domande mi
attraversano la mente.
-Perché?...-
-Perché io?...-
-Perché a me?...-
-Cosa ho fatto di male?...-
-Cosa ho fatto per meritarmi tutto ciò?...-
Non
so a chi mi rivolgo, cerco risposte dall'alto ma queste non arrivano, e
come
possono?
So che non posso aspettarmi niente da lassù, non
c'é nessuno.
Come può esserci? Come può esistere Dio se il
mondo va a pezzi lacerato dalle
guerre, dalla sofferenza, dall'ingiustizia, dalla crudeltà e
dal male...
No, se esistesse veramente a tutto ciò non sarebbe concesso
di esistere.
Da piccola avevo creduto veramente a Dio, a Gesù Cristo e a
tutto ciò che il
cristianesimo afferma; ma crescendo, apprendendo come realmente va il
mondo,
quella ferma convinzione si é poco a poco sgretolata
lasciando il posto al
vuoto.
Ma la cosa peggiore è chiudere tutto questo dentro di me.
Non per cercare di
celare la mia sofferenza a coloro che mi stanno attorno, no, per
cercare di
celarla a me stessa.
Nascondo tutto per convincermi che non stia accadendo veramente, che
non stia
veramente soffrendo.
Rido, scherzo, faccio cazzate non per nascondermi dagli altri, ma per
nascondermi da me stessa.
Questa è la cosa peggiore che una persona possa fare a se
stessa, perché così,
in questo modo, non riuscirà a liberarsi da questa gabbia.
Capisco che tutto ciò possa apparire strano e irreale, ma
è così. Io ne sono
totalmente consapevole ma non ho la forza per reagire, non ho
più la forza per
reagire dopo tanti tentativi.
Ed è per questo che involontariamente credo che la cosa
giusta da fare sia
seppellire i miei sentimenti sempre più a fondo, sperando
che un giorno me ne
dimentichi.
Sono
i libri il luogo in
cui mi rifugio e dove trovo un briciolo di felicità. Grazie
a loro ho vissuto
mille avventure e conosciuto altrettanti mondi.
Ogni volta che apro un libro cesso per un po' di vivere nella
realtà e mi
immergo in un mondo fantastico e pieno di magia.
Ho vissuto più vite rispetto a una persona normale,
attraverso la lettura ho
contribuito a grandi imprese.
Ho sconfitto Voldemort insieme a Harry; ho pianto e sofferto con gli
abitanti
dei Sette Regni; con Katniss ho sofferto e lottato contro l'ingiustizia
per
riportare la libertà nei Distretti di Panem...
Tutto
questo e molto
altro ho fatto con l'immaginazione.
Solo con l'immaginazione.
È questo che mi brucia dentro: "Solo con l'immaginazione".
È tutto quello che posso fare, non mi è permesso
di entrare a far parte
realmente a quelle avventure.
Questo
é quello che
sogno, poter realmente contribuire a quelle grandi e magiche imprese.
In ogni momento buco della giornata mi immergo nella mia fantasia
sognando e
risognando di entrare in quei mondi e vivere mille imprese.
In questi momenti provo un sentimento intenso, un misto tra
felicità e dolore:
felicità di prendere, anche se solo con l'immaginazione,
parte a grandi storie;
dolore nel rendermi conto che mai tutto ciò potrà
accadere.
E'
un periodo molto
difficile e doloroso, non ricordo di essere mai stata così
triste.