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Autore: Antolica_10    26/12/2014    2 recensioni
Breve, e mia prima One-shot, che parla di una Lara Croft, e dei suoi mille pensieri, in una giornata in cui si trova a casa propria senza far nulla di interessante.
Buona Lattura!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lara Croft
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando meno te l'aspetti.


In quella tranquilla giornata primaverile una ragazza dalle forme atletiche ma sinuose, dai lunghi capelli castani e dagli occhi cioccolato se ne stava sdraiata sul letto matrimoniale posto in una grandissima camera da letto.
Lo sguardo puntato verso il soffitto chiaro, la mano a tenere salda la treccia che aveva portato a solleticarle labbra e naso e i muscoli del corpo rilassati sul morbido materasso.
Sospirò pesantemente per la millesima volta da quando aveva fatto ritorno in villa, si porto le ginocchia al petto e con una spinta si era ritrovata con i piedi pari sul pavimento in parquet.
Con passo lento e felpato, a causa dei piedi scalzi, si avvicinò alla grande finestra, scosto la tenda bianca e morbida e si mise a fissare l'esterno quasi con interesse.
Il cielo era scuro popolato da nuvoloni neri e da qualche lampo che di tanto in tanto faceva capolino mentre l'acqua scendeva prepotente dal sopra. Poteva notare il suo grandissimo giardino ben curato, il labirinto che lei stessa aveva fatto costruire per i suoi allenamenti e la fontana in marmo trasbordare a causa del maltempo. Ancora una volta le tubature si erano rotte e cosi era stata costretta a chiudere tutti gli impianti e chiamare gli idraulici per mettere tutto in ordine.
I soldi non le erano mai mancati nemmeno quando era bambina. Ma non era affatto abituata alla ricchezza o alla vita da nobile in quale doveva essere e per il quale spesso e volentieri i suoi amici la rimproverassero in un modo gentile.
Sopratutto il suo maggiordomo che avrebbe pagato chissà quanto per vederla almeno per ventiquattro ore nei panni di una vera nobildonna. Ma Lara era tutto il contrario di un'aristocratica.
Non amava la ricchezza, le davano fastidio quei vestiti eleganti, quei tacchi alti e quelle feste noiose in cui spesso e volentieri veniva invitata. Persino le persone dell'alta società non erano di suo gradimento sempre se non si trovasse a che fare con un qualcosa di un minimo interesse.
Forse le dava quasi fastidio pure vivere in quella casa troppo grande per così poche persone.
Ma era la dimora dei suoi amati genitori e forse solo questo non l'aveva spinta ad abbandonarla oltre al fatto che lì si trovassero tutti i suoi ricordi e la tomba di suo padre. Altrimenti si sarebbe trasferita in un qualche luogo lontano da Londra, nelle semplici comodità di tutta la gente normale senza comunque rinunciare a ciò che la rendeva realmente viva e di cui aveva fatto passione: L'archeologia.
Fin da quando era stata bambina e ascoltava i racconti dell'uomo che l'aveva cresciuta aveva sempre sognato di diventare un'archeologa in gamba come lo era suo padre e, passo dopo passo, poteva dire di avercela fatta.
Certamente i guai non erano mancati, i luoghi che visitava, a delle volte, erano davvero più strani di quanto potesse pensare e c'era chi avrebbe voluto veramente avere la sua testa su un piatto d'argento.
Non erano certamente cose a cui faceva caso, adorava le sue avventure ancora di più se in mezzo ci si metteva qualche imprevisto a renderle più adrenalinico il viaggio.
Abbassò lo sguardo verso il pavimento, ripose le tende al suo posto prima di attraversare la stanza decisa ad uscirne per dirigersi da qualche altra parte, stanca di rimanere lì a perdersi in quegli stupidi pensieri che non l'avrebbero portata da nessuna parte.
Si disse che probabilmente in biblioteca avrebbe passato meglio il tempo e, forse, avrebbe scovato tra le pagine di un qualche vecchio e usurato volume un qualcosa che le facesse illuminare gli occhi e che l'avrebbe portata con anima e corpo in qualche impresa quasi suicida.
A delle volte i suoi più grandi viaggi iniziavano proprio cosi, dalla lettura di un qualche tomo impolverato in una giornata noiosa come quella. Attraversò il lungo pianerottolo ricoperto di elegante tessuto e che serviva a portarla in varie stanze del piano superiore, raggiungibile solo tramite la scala principesca.
Ora mai, nonostante tutte le camere della villa, Lara sapeva esattamente dove andare, le conosceva a memoria senza aver bisogno di appiccicare targhe in ottone ad ognuna delle porte di legno per farle capire dove si stesse addentrando.
Diceva lei che se riusciva ad avere un minimo di senso dell'orientamento in una qualche fitta foresta della Bolivia o in un qualche tempio sconosciuto allora non poteva non averne dentro la casa in cui era nata e cresciuta, no?
Entrò nella biblioteca e da subito si guardò un po' in giro, come se si aspettasse che da un momento all'altro in un posto tranquillo come quello potesse uscire un qualche nemico...impossibile, ovviamente!
Ma era la forza dell'abitudine, pensava. Tante volte passate a tenere alta la guardia e con il tempo a crearsi gli occhi pure dietro la testa.
Con un sospiro, che decisamente non era di sollievo, si portò a sedere da qualche parte subito dopo aver catturato dagli scaffali in legno dell'enorme libreria almeno cinque o sei libri.
Li sfogliava di malo voglia con la mano a sorreggersi la testa, posta proprio sulla guancia, e la treccia castana che le ricadeva sulla spalla destra curva.
Gli occhi quasi serrati, le dita dell'arto libero a spostare con delicatezza le pagine leggere del tomo che stava consultando cercando di non distruggerlo e la mente che, decisamente, non si trovava lì con lei.
Nemmeno quello riusciva a risollevarle un po' il morale, pensò prima di chiudere il libro che emise un rumore sordo quando la copertina andò a sbattere contro le mille e passa pagine.
Scostò nuovamente la tenda rossa della finestra che aveva a fianco e, senza togliersi da quella posizione, si mise ancora a guardare il panorama esterno e la pioggia che diventava sempre più fitta.
In fondo a Londra capitava spesso e volentieri che diluviasse e, nonostante tutte le libertà che possedeva, si sentiva in trappola all'interno delle mura della sua casa.
Avrebbe potuto prendere la sua moto e, incurante dell'acqua, andare a farsi un giro per una qualche strada tranquilla dove le sarebbe stato permesso una guida pazza e a super velocità senza la paura di andare a scontrarsi con un qualche signore a piedi o una qualche vettura.
L'idea, comunque, non la faceva impazzire questo granché...
Come poteva paragonare le strade di campagna di Londra al vasto e libero territorio del Kazakistan o al deserto del Sahara?
Non c'era assolutamente confronto alle due cose, erano una dalla parte opposta dell'altra.
Si ritrovò a sobbalzare leggermente all'udire la voce del suo maggiordomo,quasi un sussurro vista la distanza, e a sgranare gli occhi quando, raggiunto il pianerottolo, la informò del telefono che squillava impazzito.
Si mise a correre giù dalla scalinata, lo ringraziò quando gli passò accanto e andò a rispondere direttamente al vecchio telefono appeso alla parete del salone.
Finita la conversazione sorrise leggermente, appoggiando la cornetta al proprio posto, si voltò verso l'uomo vestito di nero e gli disse -Preparami la moto.-
Aveva perfettamente ragione a pensare che, a delle volte, le sue avventure iniziavano quando meno poteva aspettarselo.
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Spazio dell'autrice

Salve a tutti! Mi presento a voi che non sapete nulla della mia esistenza...io sono Angie!
Questa è la prima volta che pubblico qualcosa su questo fandom ma...Amo Lara Croft e ho voluto provare a scrivere qualcosa su di lei :)
Spero che possa piacere anche a voi :D Magari fatemi sapere.
Un abbraccio!
-Angie.
   
 
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