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Autore: vale_9826    26/12/2014    2 recensioni
Questa storia l'ho scritta pensandola un po' come a un seguito della mia one shot: "Grazie per avermi dato un lieto fine, Killian..." che ho pubblicato qualche tempo fa, ma può essere tranquillamente letta senza aver letto l'altra.
< Andiamo sulla Jolly Roger? > chiese Emma all'improvviso alzando il capo verso di lui.
Killian notò subito che i suoi occhi erano preoccupati, e si chiese come mai.
< Con questo freddo? Non è meglio rimanere qui al caldo? > disse lui stringendola di più.
< Ho bisogno di stare sola con te, per favore. > disse lei mentre posava la sua tazza su un comò, per poi ritornare a guardarlo negli occhi.
Era nervosa, glielo si leggeva chiaramente nello sguardo, così poiché detestava vederla in quel modo Killian si avviò verso l’uscita di casa Charming insieme a Emma.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se la si guardava dall’esterno, la scenetta che si vedeva a casa degli Charming  donava un senso di pace e serenità. C’erano Emma e David che stavano seduti sul tappeto, sotto l’albero, accanto a Henry che apriva il suo regalo di Natale; Mary Margaret che li guardava seduta sul divano mentre coccolava il suo Neal sorridendo; e poi c’era anche Regina che, stranamente, aveva deciso di passare il Natale con i suoi più acerrimi nemici e che dava il suo regalo al figlio abbracciandolo. Killian Jones guardandoli mentre stava appoggiato al muro pensava proprio a quanto donasse gioia il solo guardare quella famiglia, forse un po’ allargata ma comunque meravigliosa, che finalmente aveva  trovato il suo lieto fine. E anche se il pirata ormai si sentiva quasi del tutto parte di quella stupenda famiglia, aveva quasi paura a fare qualsiasi cosa, poiché temeva di poter rovinare quel momento che lui vedeva perfetto.
Pensando a tutto ciò non si era neanche accorto che la sua fidanzata, e considerarla tale ancora gli faceva mancare un battito per la felicità, si era allontanata per andare in cucina. Notò che era sparita solo quando la vide uscire dalla cucina, per poi avvicinarsi a lui con due tazze in mano e con uno dei suoi bellissimi e rari sorrisi. Emma gliene porse una e quando Killian constatò che era una cioccolata calda con, ovviamente, un pizzico di cannella, fece una smorfia.
< Ci hai messo dell’alcool dentro, vero? > disse lui mentre annusava il contenuto della tazza per cercare anche una piccolo accenno di rum.
< Neanche una goccia! > disse lei trionfante, quell’uomo beveva troppo per i suoi gusti e lei era più che determinata a fargli almeno diminuire le dosi giornaliere che beveva, visto che poco ci mancava che sostituisse direttamente l’acqua con il rum.
< Così mi uccidi, Swan! > disse portandosi teatralmente una mano sul cuore.
< No, così salvo il tuo organismo! > disse lei cn convinzione per poi cominciare a bere la sua cioccolata. Lo stesso fece Killian mentre la stringeva a sé con il braccio uncinato, sempre facendo attenzione a non ferirla. Era così bello stare anche solo lì con lei, a bere cioccolata e a stringersi l’un l’altro, gli donava un senso di stabilità che mai aveva provato prima, ma che aveva scoperto riempirlo di gioia.
< Andiamo sulla Jolly Roger? > chiese Emma all’improvviso alzando il capo verso di lui.
Killian notò subito che i suoi occhi erano preoccupati, e si chiese come mai.
< Con questo freddo? Non è meglio rimanere qui al caldo? > disse lui stringendola di più.
< Ho bisogno di stare sola con te, per favore. > disse lei mentre posava la sua tazza su un comò, per poi ritornare a guardarlo negli occhi.
Era nervosa, glielo si leggeva chiaramente nello sguardo, così poiché detestava vederla in quel modo Killian si avviò verso l’uscita di casa Charming insieme a Emma.
Dopo essersi incappucciati per benino uscirono insieme e cominciarono a camminare in direzione del porto tenendosi per mano. Non si parlarono per tutto il tragitto, nessun tipo di battutine da parte di lui e nessun rimprovero da parte di lei, solo silenzio. E anche quando salirono sulla Jolly Roger, che ormai non era più solo del pirata ma anche della salvatrice, il silenzio continuò finchè Killian non decise di parlare.
< Cosa c’è Emma? > gli chiese lui guardandola negli occhi.
< Perché me lo chiedi? > chiese lei abbassando lo sguardo, un po’ in imbarazzo.
< Perché ormai ti conosco troppo bene, e ho capito che c’è qualcosa che ti turba. Vuoi dirmi cos’è? > gli disse lui mentre con le dita le alzava di nuovo la testa, riportando il suo sguardo nel suo.
Emma annuì. Voveva dirglielo, lo voleva davvero, e in un certo senso doveva farlo per forza perché non era una cosa che poteva nascondergli. Ma aveva così paura che lui non ne sarebbe rimasto contento che rimase a guardarlo come pietrificata. Ne aveva parlato con Mary Margaret, e nonostante quest’ultima l’avesse rassicurata così tanto da tranquillizzarla, sapeva già che al momento cruciale si sarebbe bloccata. È vero, lui le aveva chiesto da un mese e mezzo di sposarla, e ancora lo rivedeva inginocchiarsi davanti a lei, ma nonostante la dimostrazione del grande amore che provava, Emma in quel momento si sentiva più insicura che mai.
Aveva fatto il test perché le mestruazioni non si decidevano ad arrivare, ma non aveva voluto pensare a quell’eventualità. Si era continuamente ripetuta che era un caso che il ciclo ritardasse, ma poi, alla resa dei conti, si era quasi sentita mancare.
Non si sentiva pronta ad avere un bambino e nonostante sua madre l’avesse elogiata per il bellissimo rapporto che aveva con Henry, rimaneva il fatto che lei non l’aveva cresciuto. Non lo aveva stretto tra le braccia quando era ancora un neonato, non gli aveva cambiato i pannolini, non gli aveva insegnato a camminare o a parlare, e non l’aveva visto crescere. Lo aveva ritrovato solo anni dopo, che era già quasi un ometto. Lei non aveva idea di come si crescesse un bambino, o di cosa significasse formare una famiglia. Ed era per questo che aveva paura, ma non solo. Era terrorizzata dalla possibile reazione negativa dell’uomo che amava. In ogni momento si ritrovava a pensare che forse lui non voleva ancora un bambino, che magari neanche lui si sentiva pronto. E si domandava se addirittura ci fosse la possibilità che lui l’abbandonasse, come le era già successo in passato. Sapeva che Killian l’amava, ma il terrore di rimanere di nuovo sola la opprimeva.
Questi erano stati i pensieri che l’avevano tormentata per ben due settimane, Mary Margaret però le era stata vicino, e per la prima volta Emma aveva davvero sentito il calore e la vicinanza di una madre. Le aveva continuamente ripetuto che Killian era pazzamente innamorato di lei e che non l’avrebbe mai lasciata, e proprio per questo non poteva non desiderare dei figli da lei, anche se un po’ prematuri. Le aveva continuamente ricordato quanto Henry si fosse affezionato a lei in pochissimo tempo e quanta felicità avesse portato nella sua vita. Lei era una persona speciale e sarebbe diventata sicuramente una bravissima madre, perché ora aveva la possibilità di crescere suo figlio insieme al suo vero amore e di non perdersi nessun moemtno, proprio come ora sua madre stava facendo con suo fratello.
Ed erano state queste parole insieme a quelle dette da Killian qualche attimo dopo aver visto la sua insicurezza a darle la forza di dargli la bellissima notizia.
< Emma puoi dirmi tutto lo sai, ti amo e per questo ti sarò vicino qualunque cosa accada. Non sei più sola, ci sono io adesso. Dimmi cosa ti preoccupa! >
Emma a quelle parole non riuscì a non sorridere, sapeva che lui l’amava e in fondo al suo cuore sapeva anche che lui sarebbe stato felice. E probabilmente l’aveva sempre saputo. Al diavolo lei e le sue insicurezza, insomma magari non l’aveva ammesso neanche a se stessa, ma nel profonodo anche lei desiderava un bambino da Killian.
< Ho un regalo di Natale per te un po’… insolito! > gli disse con uno sguardo biricchino che lasciò Killian un po’ perplesso.
Insomma, due minuti prima aveva una faccia da funerale, mentre ora cercava di prenderlo in giro. Comunque fosse la guardò per capire dove mai fosse il regalo. La salvatrice se ne accorse, e cominciò a ridere.
< Credo proprio che dovrai aspettare un po’ di tempo per vederlo, perché vedi Killian… si trova qui! > e dicendo ciò Emma cominciò ad accarezzarsi lentamente il ventre.
Killian guardando dove si era posata la mano della sua fidanzata dapprima non capì, poi assimilando il tutto spalancò la bocca scioccato.
< Tu… noi… insomma tu… >
Killian non riuscì proprio ad articolare una frase di senso compiuto, era talmente agitato.
< Aspetto un bambino Killian, diventerai padre!> disse lei diventando improvvisamente seria, ma cercando comunque di sorridere. >                                                                                                           
Killian si sentì come frastornato, come se qualcuno gli avesse buttato addosso dell’acqua gelata. Ma non era perché non ne era felice, ma perché stava succedendo tutto così in fretta che quasi non riusciva a crederci. Afferrò il timone della nave con entrambe le navi, quasi non si reggeva in piedi. La donna che amava aveva accettato di sposarlo, e ora aspettava addirittura un figlio da lei. Non riusciva proprio a crederci, stava per formare una famiglia, lui: Capitan Uncino, il pirata che un tempo era stato il terrore dei mari. Forse non era vero che i cattivi non avevano un lieto fine, forse anche i cattivi potevano essere felici, e lui ne stava diventando la dimostrazione.
Mentre Killian pensava a tutto ciò però trascorsero alcuni minuti, durante i quali Emma continuò a guardarlo con la paura che si impossessava di lei. Non aveva detto una parola. Si era solo aggrappato al timone, scioccato.
< Killian! > disse lei prendendolo per il colletto e scuotendolo. Le tremavano le mani.
Killian si ridestò dai suoi pensieri immediatamente, e quando vide che Emma aveva un espressione impaurita provò subito a calmarla. Che sciocco era stato, era rimasto così sorpreso e felice da non riuscire a parlare!
< Emma io… >
< Non sei felice? Non vuoi questo bambino? > lo interruppe subito lei agitata.
< Emma no aspetta… >
< Se non lo vuoi dimmelo adesso ti prego, posso ancora interrompere la gravidanza o… >
Le era venuta una vera e propria crisi di panico, al diavolo lui e il suo silenzio. Emma non faceva che blaterare cose assurde. Killian detestava vederla in quel modo, impaurita, terrorizzata, così fece la cosa più dolce che potesse fare. Le prese il viso tra le mani e la baciò, con la speranza di trasmetterle tutto l’amore che provava per lei. Fu un bacio dolce e delicato, ma comunque intenso.
< Emma io ti amo, ti ho chiesto di sposarti e questo perché voglio vivere il resto della mia vita con te. E non solo, voglio una famiglia, dei figli insieme a te. Al diavolo se magari saranno un po’ prematuri, un anello al dito non cambia niente. Se c’è amore niente è sbagliato. Ti amo Swan e ancora non ci credo che stiamo per formare una fasmiglia, credimi non potrei essere più felice. >
E sorridere per Emma fu la cosa più naturale del mondo, forse fu il suo sorriso più bello. Abbracciò l’uomo della sua vita forte, la paura di perderlo forse ci sarebbe sempre stata, ma non la paura che lui non l’amasse. No, quello mai.
Killian la strinse forte a sua volta, per poi darle un bacio sulla nuca. Erano felici, si felici e lo sarebbero stati per sempre.



Ciao a tutti, sono tornata di nuovo con un' altra CaptainSwan, che ci volete fare, mi piacciono troppo. Allora, come vi è sembrata? Devo dire che sono abbastanza soddisfatta di questa storia, ma ovviamente mi affido a voi, fatemi sapere cosa ne pensate, e se vi va date anche un occhiata alla precedente così da poterla collegare a questa! Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno e recensiranno! Un bacio grande da Vale! :)
  
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