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Autore: ginevrainalaska    26/12/2014    1 recensioni
-C'è- c'è un pacchetto- sussurra felice battendo le mani.
Kurt nota solo in quel momento un piccolo pacchetto rosso avvolto con un nastro dorato proprio sotto l'albero. Fa davvero una bella figura sotto l'albero e Kurt riesce solo a pensare che avrebbe dovuto aggiungere dei pacchetti scenici perchè sarebbero stati davvero bene, mentre Rachel ha già preso il regalo e lo esamina incuriosita.
-Oh- si lascia sfuggire stupita -Kurt, c'è il tuo nome.
-Cosa?- Kurt afferra gentilmente il pacchetto da Rachel e osserva il bigliettino riposto sulla carta regalo.
A Kurt.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~I've fallen for your eyes, but they don't know me yet

-Non so se voglio scrivere la lettera per Babbo Natale quest'anno.
La donna dagli incredibili occhi azzurri si volta curiosa verso il bimbo di sette anni seduto accanto a lei, il volto immerso nel quaderno di matematica.
-E come mai?- chiede paziente.
Il piccolo scrolla le spalle  -Credo di avere sogni troppo grandi-.
La donna trattiene a stento un sorriso. Aveva sempre saputo che il figlio aveva dei grandi sogni: anche se non li conosceva ancora, glielo leggeva negli occhi. E ogni giorno che passava, era sempre più convinta che sarebbe riuscito a realizzarli, qualunque sarebbero stati.
-Troppo grandi per Babbo Natale?- chiede chinando la testa un po' di lato, per guardarlo meglio negli occhi. Quegli occhi azzurri, proprio come i suoi.
-Sì- annuisce. Poi dopo poco aggiunge: -Forse troppo grandi per Lima-.
Questa volta la donna è davvero presa in contro piede. A volte suo figlio dimostra più di sette anni. A volte sembra averne vissute anche più di lei, e la lascia senza parole. Non sa neanche come arrivi a pensare certe cose, ma il suo compito è quello di supportarlo. Lo osserva mordicchiare la penna mentre guarda tutto concentrato il suo quaderno e sa che non sarà facile supportarlo sempre, perchè lui è speciale. E' intelligente e riflessivo, e quando vuole è anche incredibilmente teatrale. ma ha anche solo sette anni e lei vorrebbe solo che non abbia mai paura del mondo. O meglio, che anche quando ne avrà, imparerà ad essere coraggioso.
-E allora un giorno lascia questo posto e realizzali altrove- risponde semplicemente.
Il bimbo alza gli occhi stupito. -Posso farlo?- chiede sinceramente sorpreso.
La donna sorride. -Certo- dice -puoi fare tutto quello che vuoi finchè hai abbastanza passione e coraggio per farlo-.
Lo sguardo del piccolo si spegne un po' mentre abbassa la testa.
-Non credo di avere molto coraggio- sussurra.
-Sì che ce l'hai- dice sicura.
-Lo pensi davvero?- chiede  stupito. Lui non si è mai visto così: è sempre stato quello più piccolo o più fragile, tra i suoi compagni. Non ha mai pensato a se stesso come un bambino coraggioso.
-Certo- risponde la donna fissandolo dritto negli occhi -Il coraggio è l'unica cosa che nessuno potrà mai portarti via, Kurt. Non dimenticarlo-.

                                                                                                                  9 Natali dopo...
-Oh mio Dio!- la ragazza saltella entusiasta (anche più entusiasta del solito) osservando l'albero di Natale al centro della stanza.
-Kurt!- quasi urla sorridendo -questo albero è-è...è bellissimo- conclude voltandosi ancora ad ammirarlo. Kurt le sorride soddisfatto. In effetti, ha fatto un lavoro niente male. Il grosso albero è color oro e argento, con delle piccole lucine bianche; alcuni rami sono innevati (ovviamente è solo ovatta, ma il risultato è quello), sottili fili argentati abbracciano l'intero albero e in cima c'è una grossa chiave di violino dorata. Poi ha inserito una piccola decorazione speciale per ogni membro del glee: una stellina per Rachel, una bacchetta da batteria per Finn, una palla da football per Puck, un microfono per Mercedes, due piccoli pon pon dorati per Santana e Brittany e via dicendo. L'albero torreggiava nell'aula canto oscurando tutto il resto. Okay, forse non era solo niente male, era fantastico.
-Lo avevo detto agli altri che affidare a te la decorazione dell'albero era una saggia idea- disse Rachel gonfiando il petto come faceva quando sapeva di aver avuto una buona idea. Kurt sa che sarebbe stata solo una sensazione temporanea e tra non molto Rachel Berry sarebbe tornata ad essere impadronita dal suo enorme ego, più petulante che mai, ma in certi momenti non riusciva a non trovarla adorabile. Nonostante tutto, c'erano dei motivi per cui era la sua migliore amica.
-Grazie Rach- dice -occuparmene è stato abbastanza terapeutico a dirla tutta. E' bello tenere un po' la testa occupata-.
Rachel annuisce comprensiva prima di cambiare bruscamente argomento.
-Hai saputo la notizia?- chiede improvvisamente fissandolo con gli occhi sbarrati. In alcuni momenti invece gli faceva davvero paura.
-No- dice -di che parli?-.
Rachel lo prende per mano e lo porta a sedersi accanto a lui su una delle sedie vuote dell'aula canto. Non c'è più nessuno lì, probabilemente non c'è più nessuno nell'intera scuola. Kurt si è trettenuto parecchio oltre l'orario delle lezioni per finire l'albero, e Rachel lo ha raggiunto per ammirarne il risultato finale.
La ragazza si avvicina a lui come quando sta per confidargli un segreto. Kurt alza gli occhi al cielo.
-Rachel, ci siamo solo noi in tutta la scuola- dice spazientito (e forse un poco divertito).
-Non importa!- squittisce lei -non si è mai troppo al sicuro- sussurra guardandosi attorno.
Ora è decisamente divertito.
-L'ultima volta che ci siamo visti, ti ho lasciata "egocentrica prima donna", quand'è che sei diventata "egocentrice prima donna paranoica"?
Rachel sbuffa nuovamente prima di dire: -E' che sono informazioni riservate! Nella scuola... ci sono due nuovi studenti!- termina tutto d'un fiato.
Kurt aspetta un po' , poi l'impazienza ha la meglio.
-Tutto qui?- chiede annoiato -due nuovi studenti? Conoscendoti mi aspettavo qualcosa di più spettacolare, che so... "ho lasciato Finn per la Febray e adesso partiamo insieme per Hono Lulu"- dice facendo un gesto vago con la mano.
Rachel lo guarda con finto rimprovero.
-Ah ah ah. Molto divertente. Ma sto parlando sul serio! Non si tratta solo di questo. Questi ragazzi arrivano da una scuola diversa e-
-Ma non mi dire. Ed io che pensavo che avessero studiato ad Hogwarts con Harry Potter ed il professor Piton-
-E da un glee club rivale!- termina la ragazza come se non fosse mai stata interrotta.
Kurt prende un sospiro profondo e raccoglie tutta la pazienza possibile.
-Rachel, è una buona notizia- dice scandendo le parole con estrema chiarezza e lentezza, come si fa con gli anziani a cui si rompe continuamente l'apparecchio acustico -vuol dire che sanno cantare e, ora che sono al McKinley, potranno unirsi al nostro glee- conclude.
-Tu non capisci! Questi due vengono dalla Dalton, una scuola maschile di Westerville. Ho fatto delle ricerche e-
-Mi fai sempre più paura-
-E ho scoperto che il loro glee club, glu Usignoli, è più che un glee club! E'...è una specie di setta, gli giurano fedeltà e tutto il resto, chissà che non si tratti anche di patti da sangue...in fondo come possiamo saperlo?- dice la ragazza con gli occhi pieni di sincera preoccupazione.
Le sopracciglia di Kurt sono così corrugate da raggiungere terra. Ognuno di noi ha quella vocina interiore che si attiva autonomamente e ti suggerisce di scappare: quella di Kurt in quel momento glielo stava urlando con la stessa estensione vocale di un soprano e accendendo le luci al neon che indicavano le uscite di sicurezza più vicine. Ma questo non ha importanza dal momento che Kurt ha imparato ad ignorarla quando è con Rachel.
-Rachel, sono sicuro che non sarà così terribile come credi, è solo canto coreografato. E poi, se anche fosse, che importanza ha? Non capisco come la cosa possa crearci problemi...
-Kurt, se sono così fedeli al loro glee, magari si sono trasferiti qui solo per demolire il nostro dall'interno!- sussurra concitata agitando freneticamente le mani.
In effetti, forse questi Usignoli avevano mandato due esponenti per spiare le Nuove Direzioni, o magari volevano unirsi a loro solo per poi seminare zizzania e...ma a cosa stava pensando?
-Rachel- dice con aria estremamente seria -quando finirò in un ospedale psichiatrico per colpa tua, almeno prometti di venire a trovarmi-.
Rachel lo guarda sbigottita per qualche secondo e poi...scoppiano a ridere.
-Vieni- dice Kurt ancora ridendo, alzandosi e prendendola per mano -ti accompagno a casa. Ci preoccuperemo domani dei nuovi compagni della sette dei Fringuelli-
-Usignoli!-
-Suona davvero terrificante.

Kurt e Rachel lasciano l'aula canto e attraversano il corridoio. E saranno gli assurdi discorsi complottistici di Rachel, ma Kurt non riesce a spazzare via la sensazione di essere osservato.

Il giorno dopo Kurt decide che non darà peso nè agli spintoni contro gli armadietti, nè degli insulti sussurrati alle sue spalle. Tra poco sarà Natale e non può lasciare che gli venga portato via anche questo; non che sia mai stato un tipo così attaccato alle feste o a chissà quali tradizioni, in effetti lui non crede nemmeno in Dio, ma c'era qualcosa nel Natale che riportava un po' di magia nell'aria. E non sono le luci nelle strade o la corsa ai regali, o almeno non solo quello, è-è come sentirsi meno soli. Era la folle, sconclusionata, assurda idea che forse nessuno è davvero solo. E Kurt a volta aveva davvero bisogno di sapere che è così, soprattutto nei giorni in cui ci sono solo spintoni e insulti sussurrati alle spalle. Sarebbe semplicemente bello sapere che da qualche parte nel mondo ci sia qualcuno che devi solo conoscere, che pensa a te pur non conoscendoti, che ti sta aspettando. Ogni tanto Kurt si concede il lusso di credere che sia così. Ma poi arriva un altro spintone, e ci crede un po' di meno. Ha l'immensa paura che gli portaranno via tutta la speranza, tutto il coraggio.
"Il coraggio è l'unica cosa che nessuno potrà mai portarti via, Kurt"
Kurt sospira forte. No, non lascerà che gli portino via questo Natale.

In aula canto tutti stanno guardando il suo albero e Kurt sente quella dolce sensazione nel petto che è la consapevolezza di aver creato qualcosa di bello. E a chi importa se tra qualche giorno l'avranno spogliato e portato via? Ha intenzione di godersi ogni secondo del suo albero di Natale, ogni secondo di quelle giornate.
-Kurt!- si volta di scatto verso Rachel che fissa con occhi sbarrati il pavimento. Più precisamente, la parte di pavimento sotto l'albero.
-C'è- c'è un pacchetto- sussurra felice battendo le mani.
Kurt nota solo in quel momento un piccolo pacchetto rosso avvolto con un nastro dorato proprio sotto l'albero. Fa davvero una bella figura sotto l'albero e Kurt riesce solo a pensare che avrebbe dovuto aggiungere dei pacchetti scenici perchè sarebbero stati davvero bene, mentre Rachel ha già preso il regalo e lo esamina incuriosita.
-Oh- si lascia sfuggire stupita -Kurt, c'è il tuo nome.
-Cosa?- Kurt afferra gentilmente il pacchetto da Rachel e osserva il bigliettino riposto sulla carta regalo.
A Kurt
.
Il suo cuore perde un battito. Leggere il suo nome è così strano , in un certo senso, piacevole. Sapere che ci sia qualcuno che lo ha scritto lo fa quasi sorridere. Sfiora leggermente il nome scritto in penna sul bigliettino, come se fosse qualcosa di prezioso, di unico nell'intero mondo, che quasi ha paura che possa scomparire da un momento all'altro.
-Non dice da parte di chi sia?- chiede Rachel alzandosi sulle punte e cercando di sbirciare meglio il pacchetto tra le mani di Kurt.
-No- risponde l'amico semplicemente continuando a fissare l'oggetto tra le sue mani come se fosse materiale alieno. Dopo un po' Rachel lo scuote spazientite.
-Non lo apri?- quasi urla, e Kurt è costretto a prenderla per mano e portarla fuori l'aula canto.
-Ma che fai?!- urla dibattendosi, mentre Kurt la trascina fuori e chiude la porta alle loro spalle.
-Faccio in modo che tutto il glee non lo venga a sapere!
-E perchè?- chiede quella stupita -è una cosa dolcissima, Kurt!- dice sorridendo.
-No, non lo è, Rach- sussurra continuando a fissare il pacchetto. L'amica lo guarda decisamente confusa, in attesa di una qualche spiegazione.
-E se non fosse altro che uno stupido scherzo? Qualcosa per prendermi in giro? L'anno scorso mi hanno eletto reginetta, Rach! Ed io sono solo...solo stanco- butta fuori tutto d'un colpo, ed è come lasciare andare una specia di macigno. Eppure non si sente per nulla più leggero, ha solo paura di sprofondare ancora.
-Smettila, Kurt- risponde inaspettatamente l'altra severamente, sotto lo sguardo stupito dell'amico -Ti privi sempre delle cose che potrebbero renderti felice perchè hai paura che ci sia solo altra sofferenza. Ma non c'è solo questo, Kurt- il suo sguardo si addolcisce -so che hai perso persone che amavi, e so che ci sono tante persone che ti rendono la vita impossibile, ma tu meriti di essere felice. E forse quel pacchetto è il primo passo, chi può saperlo?- conclude inclinando un po' la testa e guardandolo teneramente.
Kurt vorrebbe fare tante cose. Vorrebbe ridere, piangere, urlare, ma non ce la fa;  le sorride soltanto, perchè non sa se ce la farebbe senza di lei. Stringe il pacchetto, sospira e scioglie il nastro. Indugia solo un altro secondo prima di strappare la carta.
Non lasciare che ti portino via questo Natale.
Kurt si ritrova in mano una scatoletta blu scuro di finta pelle, dall'aria abbastanza raffinata. Quando la apre, non può fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo sospiro di sorpresa. Una piccola spilla circolare nel cui centro c'è una rosa argentata  giace sul cuscinetto bianco della scatola. Su un petalo c'è un brillantino azzurro e Kurt non può fare a meno di pensare, un po' stupidamente, che sia il colore dei suoi occhi. E' semplicemente bellissima. Kurt l'accarezza piano, ne percorre il contorno con la punta delle dita e poi la estrae dalla scatola, tenendola al centro del palmo. La stringe un po' perchè vuole avere la certezza che sia reale. C'è qualcuno che l'ha scelta per lui, qualcuno che ha scritto il suo nome. Qualcuno che conosce il colore dei suoi occhi. E Kurt sorride, poi ride, forte, ad alta voce, fino ad urlare e non gli importa. Ride così tanto che sente le lacrime agli occhi, perchè gli sembra un secolo che non gli succede qualcosa di così bello, e gli sembra passata un secolo dall'ultima volta che ha riso forte ed ad alta voce, senza che gli importasse.
Rachel lo osserva come se fosse pazzo, poi sorride teneramente e lo abbraccia forte.
-E' bellissima, Kurt- sussurra.
-Lo so- riesce solo a dire mentre la stringe a sua volta. Non ha la più pallida idea di chi sia stato, sa solo che qualcuno ha scritto il suo nome su quel biglietto, e ogni volta che ci pensa sorride un po' di più. E si sente un po' meno solo.

Kurt cammina per i corridoi, con la piccola spilla che luccica, agganciata forte al suo gilè verde scuro. Risalta parecchio pur non essendo molto grande, e ne è particolarmente felice; non solo perchè ama quella spilla, ma anche perchè, inutile negarlo, muore dalla voglia di sapere chi sia il suo Babbo Natale segreto, e vuole che chiunque sia sappia che ha aperto il suo regalo. E che lo ha fatto sorridere, che lo ha anche sconvolto un po', nel modo più positivo possibile. Vuole che chiunque sia sappia che l'ha indossata perchè la trova stupenda e che ne sia felice. Kurt è talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorge del ragazzo che cammina nella sua stessa direzione, ma nel verso opposto, finchè non ci sbatte contro con forza. Finiscono entrambi a terra, i libri sparsi ovunque.
-I-io mi dispiace,ho sempre la testa da un'altra parte- si affretta a scusarsi Kurt mentre raccoglie i suoi libri, prima di accorgersi degli occhi dell'altro fissi sulla sua spilla. La fissa così intensamente, che Kurt sente quasi il bisogno di coprirla, ma non lo fa. Invece sussurra semplicemente:-Sei tu?
Il ragazzo, dai capelli biondi e una mascella particolarmente allungata, lo fissa per un po', prima di aprirsi in un ghigno divertito.
-Oh, no -dice trattenendo un sorriso -ma so chi è stato.

Blaine lo fissa da lontano, come fa da parecchio tempo ormai. Non sa come sia innamorarsi, ma deve essere un po' così. O almeno il primo passo. Lo guarda riporre i libri nell'armadietto e sistemarsi i capelli, mordendosi il labbro. In quei momenti vorrebbe davvero trasformarsi nel ragazzo incredibilmente sicuro di sè che è sul palco, quello che non ha paura di nulla, tantomeno di andare dal ragazzo più carino, o meglio più bello, che abbia mai visto e presentarsi. Ma la verità è che quando i riflettori si spengono e la musica finisce resta solamente...Blaine. Blaine insicuro, timido e anche codardo. Vorrebbe avere un po' del suo coraggio. Perchè lui non è solo il ragazzo più bello che abbia mai visto, lui è forte, è coraggioso. Lo vede goni giorno, quando una massa di idioti lo spinge contro gli armadietti, gli ride dietro.  E lo vede rialzarsi, lasciare che le cose gli scivolino addosso, alzare la testa e camminare più sicuro. Prima di andare alla Dalton, riservavano un trattamento simile anche a lui alla scuola pubblica, e lui era scappato. Nessuno sembrava notarlo, a nessuno sembrava importare. Voleva solo che quel ragazzo sapesse che c'era qualcuno che l'aveva notato, a cui importava. Gli sembrava talmente ingiusto che tutti facessero finta di niente. Voleva solo trovare un modo per renderlo un po' più felice. Non si illudeva che una spilla avrebbe fatto la differenza, ma forse l'avrebbe fatto sorridere e, quando l'aveva vista in vetrina, aveva pensato a quel ragazzo bellissimo e coraggioso che non lui nemmeno conosceva e si era ritrovato in fila alla cassa con quella scatolina blu. Non sapeva neanche come darglielo, cosa scrivere sul bigliettino. Poi aveva saputo il suo nome. In un modo talmente accidentale, che Blaine aveva pensato che forse l'Universo, il Karma o quel che fosse, era così stanco di dover aspettare una sua mossa, che l'aveva fatta per lui. La porta del bagno dei maschi si era bloccata e aveva dovuto aspettare che il custode sentisse le sue richieste d'aiuto, prima di poter uscire. L'orario delle lezioni era finito da un pezzo, ma uscendo sentì delle voci dall'aula  canto del glee clab della scuola. E lo aveva visto. Era rimasto ad origliare e, sì, era eticamente sbagliato e probabilmente anche vagamente inquietante, ma non gli importava perchè adesso sapeva cosa scrivere. Kurt.
-Dovresti andare a parlargli-. Blaine si volta verso Sebastina che l'ha appena raggiunto.
-Te l'ho detto, Seb. Non ce la faccio, lo sai come sono- sospira scivolando di schiena sugli agli armadietti dietro di lui fino a sedersi sul pavimento. Sebastian si accovaccia accanto a lui, alzando gli occhi al cielo.
-So che non ti ho mai visto così interessato a qualcuno e che se continui a chiamarmi alle tre di notte per dirmi quanto sei stupido, il fortissimo istinto omicida che ho nei tuoi confronti potrebbe avere la meglio su l'immenso amore fraterno che provo per te- dice.
-Giuro che non ti chiamerò più- sospira l'altro rassegnato.
Sebastina si massaggia le tempie raccogliendo tutta la pazienza del mondo. Spera solo che nella sua prossima vita sarà ricompensato a dovere.
-Ascoltami bene, Anderson. Se non alzi quel tuo bel culetto da qui e vai da quel ragazzo per dichiarargli il tuo amore eterno e farci una marea di bambini, zio Seb chiamerà la tua famiglia di disagiati per presentiargli il problema.
Per la prima volta durante la conversazione, Blaine si volta verso l'amico con area vagamente preoccupata.
-Non puoi farlo- sussurra.
-Oh sì che posso- risponde l'altro guardandosi le unghie con aria noncurante.
-Non avvertirai gli Usignoli- dice stavolta un po' più sicuro.
-Nick e Jeff per primi- rassicura Sebastian.
-Oh no ti prego- geme Blaine guardandolo con aria implorante -Tutti ma non Nick e Jeff! Ne faranno una questione di Stato!-
-Beh, se ti alzi e vai a parlare con Kurt, eviterai tutto questo. Ore e ore dei tuoi adorati uccellini in blazer che complottano per farvi incontrare. Il tutto mentre Wes articola la discussione con suo martelletto- continua Sebastian.
Blaine geme nascondendo la testa tra le ginocchia.
-E nel caso questo non ti avesse già convinto, ho un motivo ancora più valido.
-E sarebbe?- borbotta Blaine, la testa ancora nascosta.
-Lui sa che sei stato tu.


Kurt tocca ancora la spilla, fermo davanti al suo armadietto. Blaine Anderson. Non può fare a meno di ripetere quel nome nella sua testa almeno otto volte al minuto. Blaine Anderson. Non sa nemmeno chi sia, però gli piace il suono di quel nome, e lo sa che è un cosa stupida, che forse non ha neanche senso che a uno piaccia il suono di un nome, ma gli piace e forse va bene così. Kurt non nota nemmeno i giocatori di football che gli urlano qualcosa mentre attraversano il corridoio. Non li sente, non gli interessa. Lui ha un nome in testa. Blaine Anderson. Sorride e un po' si sente stupido. Ma va bene così.
-Ciao.
Kurt si volta lentamente. Di fronte a lui c'è un ragazzo con un mare di capelli ricci neri tenuti a stento a bada da un po' di gel, un papillon rosso (abbastanza natalizio) che spunta sul maglione grigio, un sorriso timido e due occhi grandi e dolcissimi. Sono fermi su di lui e Kurt sente il suo cuore fermarsi e poi accellerare veloce, sempre più veloce, perchè i suoi occhi sembrano così buoni, così sinceri, che un po' lo spiazzano. E poi sono dorati con tante sfumature color nocciola, sembra caramello.
-Sono nuovo qui- dice sorridendo un po' di più. Ha un bel sorriso, di quelli che ti scladano il cuore e ti fanno sorridere a tua volta senza un motivo preciso. Così Kurt sorride.
-Ciao- dice -Sono Kurt- aggiunge tendendogli la mano.
-Lo so- risponde il ragazzo stringendogli la mano -Sono Blaine.
-Lo so- dice Kurt.

Sono tutti rientrati in classe, perchè in effetti la campanella è suonata da un po', e il corridoio è ormai vuoto. Ci sono Kurt e Blaine, davanti agli armadietti, con due sorrisi un po' imbarazzati.
-Grazie- dice poi Kurt arrossendo un po'.
-Per cosa?- chiede Blaine seriamente curioso, perchè è troppo occupato a notare che Kurt è particolarmente carino quando arrosisce per fare due più due.
-Per la spilla- risponde l'altro semplicemente e neanche per un attimo dubita che sia lui quel Blaine, o che magari quel ragazzo in corridoio l'ha solo preso in giro. Sa che è lui e basta.
-Oh. Non è... non è niente- dice Blaine abbassando un po' il capo.
E Kurt abbassa un po' la testa a sua volta perchè no, non è niente, è un sacco, è un mondo.
-E' bellissima- dice soltanto.
Come te. Gli occhi di Blaine si illuminano un po', tanto che sembrano luccicare, proprio come il piccolo brillantino azzurro sulla sua rosa.
-Posso chiederti perchè?- dice poi Kurt alzando lo sguardo e incatendandolo al suo.
-Perchè questo regalo? Perchè a me?- chiede tranquillo, mentre il suo cuore invece batte a mille. Vuole sapere perchè una persona ha scritto il suo nome. Vuole sapere Blaine Anderson ha scritto il suo nome.
-Io...ehm, è solo che, umh- Blaine incespica un po', poi prende un respiro. Coraggio. -E' solo che sono in questa scuola solo da una settimana, ma ti ho visto dal primo giorno in cui ci ho messo piede. Eri proprio qui, al tuo armadietto, ed io ho pensato...beh, ho pensato che eri bellissimo- Kurt arrosisce giusto un po', ma non lo ferma, e Blaine allora continua -Poi ho visto anche che ogni giorno cammini a testa alta per questi corridoi e non ti importa nulla di tutto quello che ti facevano gli altri, tu- tu continuavi per la tua strada e ho solo pensato che eri così coraggioso. E che avrei voluto averne un po', del tuo coraggio. Volevo conoscerti, ma non sapevo come fare. Non so se ti è mai successo, ma a volte vedi una persona e pensi una marea di cose, pensi a quante cose potresti dirle, pensi che andreste d'accordo, ma non lo saprai mai perchè... perchè è difficile conoscere una persona, no?- dice Blaine ridendo un po' imbarazzato. Kurt solo lo guarda e sente una sensazione calda e confortante alla bocca dello stomaco. Conosce Blaine Anderson da pochi minuti me gli sembra quasi di aspettarlo da una vita. Come se parlare con lui davanti a quell'armadietto fosse la cosa più naturale e meravigliosa del mondo. Come se tutto l'avesse portato lì.
-Quando l'ho vista ho pensato a te. E capisco benissimo se ora pensi che sia uno stalker psicopatico che nasconde cadaveri nella sua cantina e se non vuoi più vedermi va bene, volevo solo-
-Blaine- lo interrompe l'altro dolcemente -respira. Prima di tutto non credo che tu abbia cadaveri nella tua cantina.
-Questo è rincuorante- assicura Blaine.
-E comunque non è così difficile come sembra- aggiunge Kurt.
-Cosa?
-Conoscere una persona. Forse ci vuole un po' di tempo, ma mi sembra che siamo sulla buona strada.
Blaine sorride e annuisce, perchè in effetti sa già che a Kurt piace la sua spilla, che ama cantare e che non pensa che lui sia uno psicopatico. In effetti, gli sembra un'ottima base.
-Ora dovremmo andare in classe ma... se vuoi aspettami alla fine delle lezioni. Possiamo tornare a casa insieme. E conoscerci un altro po'- aggiunge sorridendo, e non sa neanche da dove arrivi tutta questa intrapendenza. Di certo non dal ragazzo che aveva paura di un pacchetto rosso destinato a lui.
-Certo- dice Blaine -sarebbe fantastico, Kurt.

E alla fine delle lezioni, Kurt e Blaine si incontrano per tornare a casa insieme. E senza rendersene conto, si incontrano tutti i giorni per tornare a casa insieme, e ogni giorno si conoscono un po'.
Blaine viene a sapere che Kurt è un controtenore, ha una migliore amica un po' petulante di nome Rachel e che sogna di andare a New York con lei, finito il liceo;  gli piace leggere e adora la moda e i musical, in particolar modo Wicked. Viene a sapere che ha perso sua madre quando aveva otto anni e che ha fatto coming out a quattordici anni con suo padre che ha un'officina e deve essere un tipo assolutamente fantastico (d'altronde ha cresciuto Kurt) . Si è risposato un anno prima con una donna di nome Carole, il cui figlio, Finn, è diventato il nuovo fratello di Kurt e, anche se è un porticone alto due metri e a volte un po' ingenuo, Kurt lo adora.
Kurt viene a sapere che Blaine ama cantare, era il leader degli Usignoli nella sua vecchia scuola, che si è trasferito a Lima da Westerville per il lavoro di suo padre e con lui il suo migliore amico Sebastian, figlio del socio in affari del padre. Nonostante sia gay e dichiarato, ha una cotta imbarazzante per Katy Perry e conosce tutte le sue canzoni. Adora i papillon, il gel (nonostante le obiezioni di Kurt su quanto i suoi ricci fossero adorabili) e suonare il pianoforte. Ha anche un fratello maggiore di nome Cooper che è spesso fuori per lavoro e di cui sente la mancanza.

Ma soprattutto Kurt e Blaine capiscono che conoscersi non è solo assorbire una marea di informazioni l'uno sull'altro, è imparare a conoscere quelle piccole cose a cui poi ti abitui, ma che restano sempre bellissime. Come le fossette di Blaine quando sorride, o il fatto che scuota la testa ogni volta che è in imbarazzo, il suo sguardo da cucciolo bastonato ogni volta che vuole farsi perdonare, o il tono più caldo della sua voce quando vuole dire qualcosa di importante. Oppure come il tono pungente di Kurt ogni volta che fa un commento sarcastico, o la sfumatura di rosa che colora le sue guance quando arrossice, o anche come i suoi occhi si illuminino e inizi a parlare a raffica quando è eccitato o agitato.
E quasi senza rendersene conto, Blaine diventa la prima persona che Kurt cerca con lo sguardo appena mette piede a scuola. Poi così, all'improvviso, come quando capisci quale canzone dovresti cantare al glee o quale pizza ordinare, capisce che Blaine è una di quelle persone che non importa se le conosci da anni, mesi, o pochi minuti; dal primo istante ti rendi conto che diventeranno imprtanti, che tu lo voglia o no, e che non ne potrai più fare a meno. Perchè con Blaine è stato così: se l'è trovato di fronte, con i suoi ricci neri ricoperti di gel e gli occhi color caramello spalancati, ed è stato chiaro che quella persona avrebbe fatto parte dell sua vita. Come un pezzo di un puzzle, si incastrava perfettamente, senza far male, ma cambiando comunque un po' la composizione finale. E Kurt è immensamente felice che l'abbia cambiata, perchè se prima era apprezzabile, ora ha tutt'un altro colore, ed è un colore che fa impazzire.
Così, quando Blaine, mentre camminano per il corridoio del McKinley, quello dove si sono conosciuti, all'improvviso dice, così, senza una ragione specifica, come se fosse la cosa più naturale del mondo:
-Questo è il nostro primo Natale insieme.
E poi arrossisce un po' pensando a quello che ha detto, spalanca gli occhi e si affretta ad aggiungere:
-Cioè, voglio dire, non insieme insieme, solo insieme da amici, perchè ci siamo conosciuti e...-
Kurt sorride e gli tende la mano. Perchè sì, sono nel corridoio del McKinley, le persone li fissano sottocchi e forse ci saranno ancora spintoni od insulti, ma non gli importa.
E Blaine la guarda una solo infinitesimale frazione di secondo; poi non esita nemmeno un'altro respiro prima di raggiungere la mano di Kurt e congiungerla alla sua.

-Ormai mancano solo cinque giorni a Natale.
-Lo so.
-Dopo domani iniziano ufficialmente le vacanze. Niente scuola...
-Lo so.
-Ti devo dare una cosa-
-Lo s-aspetta, cosa?- chiede Blaine confuso mentre Kurt lo prende per un polso e lo trascina di fronte al suo armadiettp. I corridoi sono deserti perchè, nuovamente, la campanella è suonata da un po', ma loro aspettano sempre un po' per stare nel corridoio da soli. E tutto ricorda un po' il giorno, di poche settimane prima, in cui si sono conosciuti.
-Ti devo dare una cosa- ripete Kurt. Poi tira fuori un pacchetto  dorato dal suo zaino e lo porge a Blaine -Buon Natale- aggiunge sorridendo un po'.
-Kurt, tu...non dovevi- dice Blaine guardandolo stupito.
-No- dice scrollando le spalle -ma volevo farlo.
Blaine prende il pacchetto dolcemente e lo scarta facendo tanta attenzione alla carta regalo, senza strapparne nenahce un pezzetto, perchè quello è il primo regalo di Kurt. Ma quest'ultimo non è della stessa idea, visto che esclama ridendo:
-Oh mio Dio, Blaine, strappa, rompi tutto!- dice avvicinando le sue mani a quelle di Blaine sul pacchetto, e aiutandolo distruggendo il pacchetto. Blaine ride e sente la sensazione ormai familiare delle mani fredde di Kurt sulle sue bollenti; è sempre incredibile. E' bellissima.
Apre la scatoletta nera e ammira per un po' il papillon grigio e argento all'interno. Accarezza la stoffa morbida grigia e le striscie più lucide argento.
-Ho pensato potesse piacerti. In questi giorni ho notato che non ne hai uno così, quindi...- Kurt lascia cadere la frase e abbassa un po' la testa, prima di ritrovarsi il viso immerso nei riccioli neri di Blaine, che gli ha gettato le braccia al collo. Blaine è più basso di lui e per abbracciarlo sta un po' sulle punte, e Kurt non può fare a meno di trovarlo adorabile e bellissimo. Lo abbraccia a sua volta, ispirando a pieni polmoni il suo profumo. Sa di nocciola, e vaniglia, e di caldo. Può un profumo essere caldo? Kurt ha questa sensazione, e l'adora, tanto che ne sente subito la mancanza e boccheggia un po' quando Blaine scioglie dolcemente l'abbraccio.
-E' stupendo. Grazie- dice sorridendo.
Kurt gli sorride a sua volta e fa per tornare in classe, quando il ragazzo riafferra il suo polso, portandolo a voltarsi nuovamente, mentre lui lo guarda confuso.
-Che c'è- chiede.
-Io...è solo che, so che non avrei dovuto, ma ti ho preso una cosa- dice tirando fuori una scatoletta nera allungata dal suo zaino.
-Blaine, ma non dovevi- dice Kurt guardandolo un po' a disagio -io ho già la spilla, non c'era bisogno...-
-Lo so, lo so- si affretta a dire Blaine -è che non ho potuto resistere. In fondo la spilla te l'ho data quando ancora non sapevi chi fossi. Spero solo non sia troppo, non sapevo se dartela. me la porto dietro da qualche giorno- dice ridendo un po' di sè. Kurt ridacchia a sua volta e prende la scatoletta. La apre lentamente sotto lo sguardo attento e un po' ansioso di Blaine.
Dentro c'è un braccialetto con una piccola placca argentata. C'è una parola sopra.
Courage.
Kurt sfiora dolcemente la parola. Blaine non sa quanto significhi per lui, però in qualche modo lo sa lo stesso.
E proprio accanto alla parola, c'è un brillantino, ma non azzurro, dorato. Anzi no, caramello.
-E' il colore dei tuoi occhi- dice semplicemente Kurt.
-Lo so- dice Blaine.
-Ho pensato che sarebbe stato bene con la spilla, e i due colori stanno bene insieme, in qualche modo, non so- aggiunge sorridendo e scrollando le spalle un po' imbarazzato -Si uniscono bene. Come se l'uno portasse all'altro.
-Stanno bene insieme- conferma Kurt -Sono perfetti- sussurra.
Poi i suoi occhi incontrano quelli di Blaine; il suo azzurro incontra quello strano caramello, sente il cuore battere forte mentre si avvicina. Ma non per un abbraccio. E un secondo dopo, Blaine fa un micropasso verso di lui, quel tanto che basta per annullare la distanza. Per annullare proprio tutto; ogni pensiero, ogni preoccupazione.
Le labbra di Kurt sfiorano le sue, e poi si uniscono sul serio. Kurt sente le labbra calde e morbide di Blaineavolgere le sue più fredde ed è come se qualcosa di diffondesse lentamente in tutto il suo corpo. Sente le sue stesse mani alzarsi per circondare il collo di Blaine, sente le braccia dell'altro cingere la sua vita. Poi tutto si fa più veloce, le loro lingue si uniscono, e anche i battiti del cuore, come se fossero una cosa sola. Come in una canzone, la musica si affievolisce, il ritmo rallenta, e i due ragazzi si staccano dolcemente.
Blaine ha ancora il fiato corto. Baciare Kurt è una delle cose più belle del mondo, probabilmente la più bella; ha scalato abbastanza rapidamente la top ten. E vorrebbe solo poterlo fare tutti i giorni, tutto il tempo, perchè è incredibile sentire le labbra fredde e lisce di Kurt scaldarsi sotto le sue. Gli occhi azzurri del ragazzo brillano, e Blaine sente una profonda emozione pensando che è merito suo; vorrebbe vedere gli occhi di Kurt brillare sempre, lo vorrebbe vedere sorridere e vederlo felice sempre, perchè solo ora si rende conto che quando osservava Kurt da lontano non era neanche lontanamente meraviglioso di come lo è quando è felice e i suoi occhi brillano.
Kurt gli prende la mano e la stringe un po'.
-E' il nostro primo Natale insieme- dice -Insieme insieme.
Blaine sorride e, mano nella mano, si voltano per raggiungere la classe. Poi Kurt si ferma improvvisamente e sembra ricordarsi una cosa fondamentale.
-Devo fare un cosa importante- dice lasciando la mano di Blaine -tu vai pure in classe, aspettami alla fine delle lezioni!
E si allontana mentre Blaine lo osserva confuso correre verso l'aula del glee.

-Non ci posso credere fra quattro giorni è già Natale.
Rachel sospira teatralmente e aggiunge:-Finn deve ancora darmi un suo regalo, e la cosa un po' mi preoccupa, sai? Voglio dire l'anno scorso mi ha regalato un facocero morto e, per carità, l'ho apprezzato tantissimo, però sarebbe bello ricevere qualcosa di più...-
-Elegante?- suggerisce Kurt prendendo posto su una sedia in prima fila in aula canto.
-Già- conferma sospirando Rachel sedendosi accanto a lui.
-Ma dopotutto quando due persone di amano, si ama anche un facocero morto, no?- aggiunge Rachel sorridendo un po'.
-Già- stavolta è Kurt che conferma sorridendo e accarezzando la targhetta argentata al suo polso.
La sua migliore amica mantiene per un po' il silenzio, mentre l'aula iniza a riempirsi e tutti i ragazzi prendono posto per l'ultimo incontro del glee prima delle vacanze natalizie, poi la sua attenzione è attirata da qualcosa sull'albero di Natale. Ha un'incredibile predisposizione per i dettagli. La ragazza lo fissa per un po', lo sguardo totalmente inchiodato all'albero.
-Ehi!- squittisce alla fine -chi ha appeso all'albero quel piccolo papillon?


My little space: questa è solo una os klaine natalizia (ma questo l'avevate capito da soli...)
E niente, fatemi sapere e... buone feste!

  
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