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Autore: daia    12/11/2008    4 recensioni
"Duncan Gillespie era arrivato al ministero di buon'ora, orgoglioso del suo nuovo incarico di Capo Auror, e stava riguardando le schede dei nuovi arrivati. Prima era uscito ad osservarli e non aveva potuto fare a meno di notare che loro spiccavano fra tutti." Ecco come secondo me hanno vissuto il loro primo giorno da Auror Draco,Harry,Ron ed Edward. tratto dal chap.35 dell'Alchimia del Sangue di Axia
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La squadra

Ciao a tutti questa short è nata dopo aver letto il capitolo 35 dell’Alchimia del Sangue di Axia,parla del ricordo di Duncan sul suo incontro con quella che sarebbe stata la sua squadra diciamo di punta, la sua croce e la sua delizia. Ho analizzato come i personaggi della squadra e Duncan hanno vissuto questo giorno dal mio punto di vista. Ovviamente i personaggi sono da attribuirsi a J.K.Rowling e a Kysa e Axia creatrici di una mitica saga.

Ringrazio Denny per avermi permesso di pubblicarla e Shikonon93 che è una mitica beta.

Buona lettura

 

 

 

 

 

 

Quella mattina Draco Lucuis Malfoy si era svegliato di buon ora e, dopo un caffè nero  bollente e una sigaretta, si era concesso una doccia calda.

L’acqua che scorreva sui suoi muscoli scolpiti da anni di quidditch e dagli addestramenti per diventare auror era estremamente rilassante.

Ebbene si.

Lui, il figlio del mangiamorte per anantonomasia, ora era un’auror.

Il giorno prima aveva ricevuto una lettera di ammissione che lo invitava a presentarsi quella mattina al Ministero, dove gli avrebbero comunicato quale sarebbe stata la sua squadra e i primi incarichi. Suonava strano detto da lui - e tra l’altro iniziava anche a dubitare della propria salute mentale - ma in un certo senso sarebbe voluto capitare con lo Sfregiato per tormentarlo e anche perché era l’unico che lo capiva senza giudicarlo.

La sera prima era uscito con Blaise per festeggiare la bella notizia, aveva seguito a casa sua la Melody di turno rimorchiata e, dopo l’ennesima serata di sesso senza entusiasmo, era tornato a casa.

Nessuna riusciva a dargli un minimo della felicità e della passione che lei era riuscita a dargli, erano tutte un mucchio di bambole vuote…Tra le loro braccia cercava conforto, cercava di riempire il vuoto che lei gli aveva lasciato, del dolore che lei gli aveva causato, perché lei, la regina dei grifoni, era l’unica donna che gli avesse mai preso il cuore.

Grazie a lei e per lei era cambiato, e, alla fine, lei se n’era andata e lasciandolo solo con un vuoto difficile da riempire.

Ora per lui iniziava una nuova vita, ma già sapeva che sarebbe stata dura combattere con la diffidenza e la cattiveria della gente, mentre se ci fosse stata lei al suo fianco, ne era certo, sarebbe stato tutto più semplice.

Ma oramai doveva contare solo su se stesso, come era sempre accaduto prima di lei, del resto.

Dopo un ultimo sguardo allo specchio sarebbe stato pronto ad uscire: un ragazzo dagli argentei occhi, segno distintivo dei Black, e serici capelli, orgoglio dei Malfoy, lo ossarvava dal vetro.

Draco Malfoy restava sempre l’unico ed inimitabile Principe delle Serpi.

 

 

Harry James Potter, quella mattina, era decisamente euforico per aver realizzato il suo sogno.

Auror.

Finalmente.

Sapeva che anche Ron, Ed e Draco avevano superato gli esami.

Sarebbe stato tutto perfetto, se soltanto insieme a loro ci fosse stata lei.

La sua Hermione, amata e adorata per anni, come amica, amante e, infine, sorella.

E invece lei era andata a studiare in Germania, decisa a diventare auror specializzandosi anche nelle Arti Oscure.

Aveva davvero una gran voglia di sentirla, non gli bastavano certo le sue lettere, sempre vaghe, sempre sfuggenti.

Dio, quanto gli mancava.

Anche Ron e Edward sentivano la sua mancanza, ma almeno loro avevano reagito e attendevano con ansia il suo ritorno.

Draco, invece, era decisamente quello che l’aveva presa peggio.

Lui l’amava.

Anche Harry aveva dovuto ammetterlo, dopo averlo visto migliorare con lei.

E poteva quasi percepire il dolore che lo straziava, nonostante lui non l’avrebbe mai ammesso: nonostante tutto lui era sempre il Principe delle Serpi, il discendente delle più grandi famiglie del mondo magico, e la debolezza in lui non era mai stata contemplata.

Aveva promesso ad Hermione di badare a lui, evitandogli di rinchiudersi di nuovo nella sua Fortezza di Ghiaccio, e stava fancendo tutto il possibile per non deluderla.

Avevano addirittura raggiunto il record dei quindici minuti di conversazione civile ed educata, da non credersi.

Salutò Sirius e Remus, suoi coinquilini dalla sconfitta di Voldermort, che, come al solito, stavano batti beccando come una coppia sposata.

Un nuovo capitolo della sua vita stava per iniziare.

 

 

Ronald Bilius Weasley quel giorno aveva ricevuto una sveglia piuttosto inquietante.

Infatti, ancora prima di capire chi fosse e dove si trovasse, aveva sentito mamma Weasley intimargli, con tono ansioso e leggermente isterico, di non fare tardi. Finalmente era uscito dall’ombra dei suoi fratelli.

Lui, il primo auror della famiglia.

E tutti erano orgogliosi di lui: i genitori non facevano che vantarsene a destra e a manca, Bill e Charlie si erano complimentati , Percy gli aveva fatto la solita ramanzina sull’onore della famiglia da tenere alto, Fred e George lo avevano preso in giro facendogli qualche scherzo - ma tutto ciò era molto da loro – e, infine, Ginny gli aveva regalato un mantello nuovo.

Era dannatamente nervoso.

Stranamente, infatti, il suo stomaco aveva anche rifiutato l’abbondante colazione preparata apposta per lui da mamma Weasley.

Quella mattina sarebbe stata l’inizio di una nuova avventura, vissuta al fianco di Harry,il fratello di una vita, Ed e persino della bionda serpe.

Con il tempo era riuscito a conoscere e ad apprezzare Edward e Draco, e ora sapeva di poter contare anche su di loro.

Harry l’avrebbe capito e consigliato, Ed l’avrebbe fatto ridere e Draco con le sue frecciate lo avrebbe spronato a reagire.

Salutò sua madre e, dopo aver rivolto un pensiero alla sua migliore amica, si avviò al Ministero.

 

 

La notte precedente Edward Deverall Dalton si era dato ai bagordi giocando fino a notte fonda con due demoni e un mago e, come il solito, era rincasato di corsa e malconcio.

Il suo risveglio quindi non sarebbe stato comunque dei migliori, ma, comuqnue, suo padre avrebbe potuto risparmiarsi quella bella secchiata d’acqua gelida di prima mattina.

George Dalton, dopo averlo squadrato minaccioso, gli aveva chiesto senza troppi preamboli se era intenzionato a continuare con quella vita da teppista anche dopo essere diventato auror.

Quando si era sentito rispondere, con un sorrisetto strafottente, che il figlio non poteva garantire niente del suo futuro era uscito dalla stanza con lo stesso stato d’animo di un Erinni.

Ed si era concesso una doccia calda e un’abbondante colazione, sapeva che, con lui,  anche Harry, Ron e Draco erano entrati a far parte della squadra auror, ed ora avrebbero intrapreso, tutti e quattro insieme, una nuova strada.

 

 

Duncan Gillespie era arrivato al ministero di buon'ora, orgoglioso del suo  nuovo incarico di Capo Auror, e stava riguardando le schede dei nuovi arrivati.

Prima era uscito ad osservarli e non aveva potuto fare a meno di notare che loro spiccavano fra tutti.

Aveva deciso che quei quattro sarebbero stati La squadra, nonostante anche Kinsgley glielo avesse sconsigliato a causa dei guai che i ragazzi parevano attirare come calamite.

Duncan era stato a lungo ad osservarli, certo che il loro destino, nonostante fossero così tanto diversi, fosse di stare insieme: Harry, copia spudorata di James era seduto su una mensola; Draco, che poteva apparire anch’esso simile a Malfoy senior ma che se ne era dimostrato tanto differente, stava beatamente fumando una sigaretta posizionato esattamente sotto il cartello “No smoking”; Edward e Ronald, invece, erano piegati sul tavolo a ridere - sicuramente dell’auror che la sera prima Dalton aveva ripulito.

Quei ragazzi ne avevano viste davvero parecchie insieme  - e chissà quante ne avrebbero viste ancora.

Harry, col suo animo da leader palese a tutti tranne che a lui, sarebbe stato un perfetto capo squadra, Draco sarebbe diventato con ogni probabilità il miglior alchimista della Gran Bretagna e, se non fosse stato per quel suo animo così… Slyterin,avrebbe avuto grandi attitudini al comando, Ronald nonostante dovesse ancora sbocciare del tutto aveva grosse potenzialità e Edward, con le sue doti intellettive, sarebbe dventato un grande Auror - peccato solo per l’insofferenza alle regole.

 

Duncan li vedeva esattamente come i quattro venti:

Il Mezzogiorno -Harry, tanto caldo da scaldare anche i cuori.

La Tramontana -Draco, fredda e sferzante.

Il Ponente –Ronald, mite e tranquillizzante.

Il Levante -Edward, inquieto e portatore di tempeste.

 

I suoi quattro venti, lo sentiva, avrebbero scritto la storia del Mondo Magico.

   
 
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