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Autore: AlexiaLil    26/12/2014    3 recensioni
Magnolia è mezza congestionata a causa del freddo e della neve e Lucy, uscita a fare compere di emergenza, non vede l'ora di tornare a casa per provare il suo nuovo riscaldamento magico... purtroppo per lei, il relax dovrà aspettare.
Piccolo regalino di Natale per Silvia nalu4life.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza, Scarlet, Gray, Fullbuster
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DI TAMMY! (ora potete odiarmi)
 
Salveee! Eccomi con il secondo”regalino”, questa volta per Silvia nalu4life, che mi ha richiesto una Nalu (possiamo mettere su un’associazione per delinquere di Nalu, qui) ma questa volta con un’ambientazione tra le più classiche: Natsu che dorme da Lucy!
I tuoi commenti sono sempre fra i primi ad arrivare e sei sempre gentile e piena di complimenti, mi rassicuri che le parti di cui ho dei dubbi siano invece ben fatte,  mi fa un enorme piacere che la mia storia ti piaccia così tanto. Spero che questo regalo ti piaccia quanto la long-fic.
Vediamo un po’ cosa riesco a mettere su!
 
Abbracci, Tammy
 
Per Silvia nalu4life
 
 
La città di Magnolia non era mai stata più sommersa di neve come quell’anno. Il mese di Dicembre, a poche settimane dal Natale, era sempre ricordato come il mese in cui nevicava di più, in assoluto, quell’anno era stato superato ogni record; il cielo plumbeo e nuvoloso, prometteva altre prosperose nevicate e molti abitanti, arrancando fra metri di neve, andavano per negozi a racimolare viveri e provviste, in caso di un’imminente bufera.
Fra i tanti, una giovane maga degli spiriti stellari, col simbolo di Fairy Tail che sfoggiava fiera sulla mano, annaspava con fatica fra la neve, i sacchetti della spesa tenuti in alto. Infagottata meglio che poté, si era arrischiata a uscire a causa delle mensole vuote – “Se Natsu non venisse a strafogarsi della mia roba giorno e notte, non sarei costretta a uscire con questo tempo del cavolo”- pensò Lucy, amareggiata.
Con fatica e sudore, oltre ad aver evitato per un soffio un tizio che era scivolato lungo disteso per la strada, quasi travolgendola, era arrivata finalmente a casa: il pensiero della tranquillità del suo appartamento, del calore che fra le stanze emanata dalla nuova stufa magica che la padrona di casa aveva installato – ovviamente causando un aumento dell’affitto e dei capelli bianchi sulla testa della ragazza – e di un bel bagno caldo (un vero toccasana) la fece sorridere ebete e, rinvigorita, salì i pochi gradini quasi di corsa.
Purtroppo per lei, casa sua non era rimasta vuota a lungo, durante le sue compere: Erza sedeva tranquilla con una tazza di tè in mano, poggiato appena alle sue labbra; le gambe accavallate e la schiena poggiata allo schienale del divanetto facevano intendere che si fosse messa a suo agio già da un po’. Poi c’era Gray che, nudo come mamma l’aveva fatto – poteva immaginare le urla e i sospiri di Juvia nella mente – usciva dal bagno e, dopo averla vista all’entrata e aver gettato uno sguardo al suo corpo nudo, ritornò indietro imprecando.
Non dovette nemmeno chiedersi dove fosse Natsu – per forza di cosa doveva esserci, se quei due erano lì – perché sentì le sue lagne per la mancanza di cibo decente, sbottate a tutto volume. Lucy sospirò pesantemente, ricambiando il saluto di Erza, alzatasi per aiutarla:
<< Scusa se ti abbiamo invaso la casa, Lucy. Ma Natsu era insopportabile >>
<< Figurati >> disse la maga << Ma che ci fate qui?>> chiese poi, curiosa.
Lanciò un’occhiataccia a Natsu, che si era lanciato verso i sacchetti della spesa in cerca di cibo; Lucy lo calciò via, facendolo atterrare con un tonfo sul divano, che si capovolse.
Erza rise leggermente alla scena, complimentandosi per il “Lucy Kick” ben assestato; le disse che Natsu, al suo arrivo alla gilda, non trovandola, aveva cominciato a lagnarsi dalla noia e dalla fame così tanto che nessuno più lo sopportava (il che era tutto dire, visto il casino che di solito procurava alla gilda), così lei e Gray l’avevano trascinato di nuovo nell’appartamento a forza.
Poi si erano annoiati pure loro, nell’attesa.
Mentre ancora parlava con Erza del più e del meno, sistemando la spesa sulle mensole e nel frigo, sentì i due maghi nel salotto cominciare a litigare:
<< Ma guarda dove metti i piedi, ghiacciolo del cazzo!! >>
<< Tu levati dai piedi, fiammifero idiota. Cazzo fai a terra? >>
A quanto pareva Gray, uscito dal bagno, finalmente vestito era finito per pestare – si sperava “accidentalmente” – Natsu, che chissà perché era ancora lungo disteso sul pavimento e lui, per vendetta, gli aveva fatto lo sgambetto.
Manco fossero bambini.
In meno di mezzo secondo, neanche il tempo per registrare l’imminente rissa, Lucy vide passare una lama di ghiaccio davanti ai suoi occhi e mancare Natsu di striscio, per poi schiantarsi proprio addosso alla sua nuova stufetta magica, distruggendola e congelando i suoi poveri resti.
Erza prontamente stroncò sul nascere altri incidenti, colpendo i due “idioti scalmanati” sulla testa con uno dei suoi possenti pugni, ma ormai il danno era fatto.
I tre maghi percepirono la rabbia della ragazza crepitare per tutta la stanza, un’aura scura e incavolata elevarsi da lei; Lucy sbottò in uno dei suoi urli più acuti, riempiendo i due ragazzi di botte:
<< IDIOTI!! QUESTA ME LA PAGATE CARA!! COME CAVOLO FACCIO ADESSO? >>
Scatenò persino la sua frusta magica, acchiappando i due maghi per i piedi e lanciandogli fuori dalla finestra con furia, intimandogli di non farsi vedere tanto presto.
Ancora furente, sentì appena Erza offrile una mano a sistemare ma lei la bloccò, chiedendole solamente di andare a casa. Non molto convinta, la maga delle armature andò via.
“Al diavolo il bagno caldo”.
 
 
Dopo aver sistemato il macello di Natsu e Gray – che, ovviamente, non si erano limitati a distruggerle solo la stufa, ma tutta la camera aveva subito le angherie del loro infantile litigio-. La padrona di casa l’aveva rimproverata a dovere:
<< L’hai rotta, ragazzina. Per ripagarmi, dovrai darmi un bel vestito. E l’affitto del mese, in anticipo >>. Lucy si era vista saccheggiare l’armadio dagli artigli di quella vecchia nana e i suoi risparmi piansero, ormai prossimi allo zero.
“Maledetti quei due cretini”ribollì lei, al pensiero. Si strinse meglio nel maglione che aveva ripescato da un cassetto: il freddo pungente di quella giornata innevata era entrato prepotente dagli spifferi della stanza, infiltrandosi in ogni angolo e con il riscaldamento fuori uso, Lucy rischiava l’assideramento. Era riuscita, almeno, a concedersi un bagno caldo ma non era servito a gran che.
Si ritrovava raggomitolata fra le pesanti coperte del suo morbido letto, tremante di freddo – poteva immaginarsi per bene dei ghiaccioli crescere sul soffitto, o colanti dal suo naso – e non poteva far altro che pensare a un numero infinito d’improperi da lanciare addosso ai suoi amici; i due, ascoltando per una volta il suo avvertimento, non si erano fatti vivi per tutto il resto della giornata. Persino Natsu, tenace e ingenuo, aveva girato al largo e non l’aveva ancora visto entrare di soppiatto in camera sua; ormai era quasi notte fonda, forse per quella sera l’avrebbe lasciata in pace.
“Ma proprio ora che la mia stufa è rotta”.
Lentamente, Lucy riuscì a prendere sonno, fra brividi e spifferi che le sue coperte non riuscivano a respingere.
Non seppe quando lo sentì, ma in un momento di dormiveglia, percepì un soffio di gelo più pressante entrare dalla finestra, chiaramente aperta e il peso di un corpo nel suo letto; era ancora intontita dal sonno, ma avrebbe riconosciuto l’abbraccio caldo di Natsu fra mille. Il ragazzo si era, come di consueto, introdotto in casa sua durante la notte per, a detta del ragazzo, “Dormire nel suo comodissimo letto”; Natsu scostò leggermente le coperte e, notando quanto Lucy stesse soffrendo il freddo, si premette contro di lei il più possibile, accostando il petto contro la schiena della ragazza e avvicinandosela, abbracciando la sua vita e nascondendo il viso fra i suoi capelli dorati. Lucy inspirò, svegliatasi quasi del tutto:
<< Lo sai che sono ancora arrabbiata con te, vero? >> sussurrò, abbracciando le braccia del ragazzo. Sentì il fiato caldo di Natsu mugugnare sul suo collo delle scuse, solleticandole la pelle con il suo respiro. Lucy sciolse leggermente il loro abbraccio per potersi girare verso il ragazzo, portando i loro visi parecchio vicini, quasi a sfiorasi le punte dei propri nasi e Natsu, infastidito da quella separazione, l’acciuffò velocemente abbracciandola ancora di più, portando il viso nell’incavo fra il collo della ragazza e il cuscino.
“Ah, cavolo, non posso rimanere arrabbiata con lui, se fa così” pensò, ridacchiando piano e sentendo il sorriso sul viso del ragazzo.
Lucy abbassò un po’ la testa, baciando la fronte di Natsu, che ovviamente non si fece sfuggire l’occasione, spostandosi un po’ più su per poterla baciare: il fiato caldo del ragazzo la riscaldava ancora più del suo ormai defunto calorifero e le sue braccia muscolose irradiavano fuoco puro. Si scambiarono un bacio passionale e lento, assaggiando le bocche l’uno dell’altra, assaporando i loro fiati che si mescolavano fra loro; Natsu posò una mano sulla nuca di Lucy, impedendole di allontanarsi e lei intrecciò le gambe a quelle del ragazzo, cercando più calore.
<< Mi è costato parecchio non baciarti oggi, di fronte a quei due >> le disse Natsu, separandosi da lei per riprendere fiato.
<< Ti sta bene. Oggi mi avete messo nei guai con la padrona di casa >> lo rimproverò con un buffetto sulla nuca.
<< Cosa posso fare per farmi perdonare? >>
Lucy si strinse a lui, tirando i lembi della coperta sopra le loro teste; lo prese in giro, fingendo di pensarci su:
<< Mmm … ho trovato. Dovrai farmi da stufetta personale finché vorrò >> gli sussurrò sulle labbra.
Natsu sorrise sornione e accostò le labbra al suo orecchio, dicendole che non gli sembrava così male come punizione.
   
 
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