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Autore: malefica00    27/12/2014    3 recensioni
Il tempo era dalla nostra parte, ma ora si è fermato.
Non esiste più un “noi”. Siamo solo “io” e “te”.
[12:30-B2ST]
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a chiunque stia leggendo^^
Non so bene il perchè abbia scritto questa one-shot, ma in un momento di tristezza la mia mente l'ha partorita ed ora eccola qui...
è una song-fic basata su 12:30, la canzone dei Beast. Amo questa canzone, è l'unica ballad, e io non esco pazza per le ballad, che mi piaccia sul serio. Il testo è uno di quelli più profondi e veri che io abbia mai letto sull'amore, ho provato a ruotarci attorno una storia, spero vi piaccia. Non ho messo nessun personaggio specifico, mentre la scrivevo ho percepito che Yi Fan e Yixing fossero perfetti, ma voi potete immaginarci chiunque degli EXO.
Spero vi piaccia e fatemi sapere^^
 
 Una bottiglia di vetro andata in frantumi…
è questo quello che siamo?                                                
                      
Il cielo è cosi cupo.. sembra stia per crollare da un momento all’altro.


Mi sento come in autunno quando le foglie si lasciano trasportare dalla foga del vento, restando impotenti e inermi, vittime di una forza maggiore che le costringe a vagare senza meta per un tempo indeterminato. Troveranno pace solo nel momento in cui il vento smetterà di farle da padrone e le lascerà accasciare al suolo. Ad aspettare la fine, il momento in cui si decomporranno, quando il tempo metterà definitivamente fine al loro essere,alla loro vita.

Mi sento come un albero in inverno. Spoglio delle sue foglie. Il vento che passa attraverso i suoi rami freddi segna l'arrivo di un'altra stagione.Un'altra stagione senza te.

Mi sento come la pioggia in estate. Indesiderata. Quella rara pioggia estiva che ti coglie di sorpresa, che nel momento in cui arriva se ne va. Sparisce a testa bassa e nessuno la nota.

Invece, con te, mi sentivo come un fiore in primavera. Mi facevi sentire come i petali di una rosa inondati dal calore dei raggi solari. Mi illuminavi come nessun altro aveva mai fatto.

Tu eri il mio sole.
Io la tua pioggia.

Ti preoccupavi dei miei ritardi, mi aspettavi e dicevi che eri felice del nostro amore.
Ora sei distante, più fredda di una sconosciuta incontrata per caso.
Il tuo sorriso luminoso. Il tuo caldo abbraccio. Il tuo viso.                                                                   
Non mi è rimasto più niente.. tutto ciò mi spavent
a.


Tu eri il mio sole.
Io la tua pioggia.
Tu eri capace di illuminare chiunque, ce la stavi facendo anche con me ma non ci sei riuscito. Nessuno ci é riuscito e nessuno potrà riuscirci, questo lo so.
La mia nuvola nera ti stava risucchiando, la pioggia stava spegnendo i tuoi raggi. Stavi perdendo il controllo. Eri sul punto di lasciarti risucchiare, di diventare come me. Di rinchiuderti in un mondo malato come il mio. Di incastrarti in questa vita e non essere più capace di uscirne. Stavi perdendo le forze, il tuo cervello era stanco, tu immobile. Il tuo corpo giaceva sul pavimento del bagno, gli occhi chiusi e le lacrime sulle guance arrossate. In mano avevi una lametta. La stringevi talmente forte che si era conficcata nella tua pelle bianca come il latte, rossa come il sangue. Si, perché ormai il colorito latteo del tuo arto era stato ricoperto dal colore rosso vivo del sangue scintillante che scorreva da quella ferita.

Adesso siamo diventati come le lancette di un orologio che segna le 12:30.
Le nostre strade si sono divise. Abbiamo gettato tutto alle nostre spalle.
 Siamo diventati come le lancette di un orologio che segna le 12:30.
Stiamo percorrendo strade che non si incroceranno più.


Avevi perso i sensi, il battito del tuo cuore stava rallentando pericolosamente. Andai in panico, avevi la mente annebbiata dall'eroina e non riuscivi a reagire, sembravi morto. Stavi morendo, la mia nuvola nera ti stava risucchiando per sempre. Ma non fu così. Seppur con il cervello annientato dalla droga, riuscii a chiamare un'ambulanza.
I medici mi dissero che eri entrato in coma. Un lungo e profondo coma. Non bastarono le lacrime versate dai miei occhi a farti svegliare più velocemente. Passò un giorno, due, cinque..                 
una settimana, due, quattro...                                                                                                     
Dopo due mesi ti svegliasti.
 
Non riesco ancora a capire come abbia fatto a svegliarti con tutta l'eroina e l'alcool che avevi in corpo. Un miracolo, non c'era nessun'altra spiegazione ragionevole. Probabilmente Dio voleva darti il tempo di salvare la tua anima per farla andare in Paradiso e non all'inferno. La mia, sempre che ne possieda ancora una, andrà dal diavolo. Per uno come me non esiste la beatitudine del Paradiso. Non più.

Il tempo era dalla nostra parte, ma ora si è fermato.                                                                          
Non esiste più un “noi”. Siamo solo “io” e “te”.                                                                               
Non riesco a pensare che tutto passerà. Ho perso tutto quello che avevo.                                               
              
Le tue mani così calde…                                                                                                                   
Sapevo che stavi soffrendo, così ti ho tenuta più stretta. Ti ho intrattenuta. Intrappolata. Il mio amore era diventato ossessivo.                        
Lo so, è stata tutta colpa mia. Ma non riuscivo a lasciarti andare. Continuavo a sperare
...  


Eravamo felici un tempo. Quando eravamo ragazzini spensierati e innocenti. Col tempo diventò tutto più difficile. Se dieci anni fa' qualcuno mi avesse chiesto di esprimere un desiderio non avrei esitato a rispondere di rimanere bambini per sempre, come Peter Pan. Se la stessa domande me la facessero ora non esiterei a rispondere di voler solo morire. Perché senza di te, la mia non è vita. É solamente trascorrere giorno dopo giorno nella più completa solitudine, aspettando che arrivi la morte a spazzarti via da questa routine.  

Il tuo sorriso luminoso.                                                                                                                                        
Il tuo caldo abbraccio.                                                                                                                     
Il tuo viso.                                                                                                                           
Non mi è rimasto più niente..                                                                                                     
Tutto ciò mi spaventa.


Nonostante tu stesti per morire, decidesti di non averne ancora abbastanza di me e ricominciammo ad amarci. Un amore malato e doloroso, ma era pur sempre amore.
Col tempo ti sentii sempre più distante, soffrivi e io ti stavo intrappolando nel mio amore ossessivo. Non volevo lasciarti andare anche se sapevo che la fuga sarebbe stata il regalo più grande che potessi farti. Dovevo lasciarti libero ma volevo tenerti tutto per me, sono stato egoista e me ne pento anche adesso che sono reso incosciente dall'ennesima dose di polvere bianca.
E me ne pentii nel momento in cui ti persi per sempre.

Adesso siamo diventati come le lancette di un orologio che segna le 12:30.
Le nostre strade si sono divise. Abbiamo gettato tutto alle nostre spalle.

Siamo diventati come le lancette di un orologio che segna le 12:30.
Stiamo percorrendo strade che non si incroceranno più.


In una fredda notte di dicembre, questa stessa notte di un anno fa', trovai una tua lettera. Mi scrivevi di non poter più stare con me, la mia ombra ti stava consumando e tu non volevi... non volevi fare la mia stessa fine, che forse avevi ancora un'anima e non la volevi consumare. Avevi scritto di amarmi ancora, ma di amare soprattutto te stesso e che l'unica alternativa di salvarti era di quella di sfuggire al mio amore. Perché la fuga era l'unica possibilità.
Mi capacitai di pensare che fosse tutto un incubo, una menzogna. Ma non fu così. Trovai l'armadio svuotato, non c'erano più i tuoi vestiti colorati. Non trovai più le tue pantofole di lana accanto alle mie. Trovai la parte destra del letto ancora  intatta, sulle lenzuola non c'era neanche una piccola piega per farmi sperare che tu fosti ancora lì. Non ti trovai più accanto a me. Il sapore del nostro ultimo bacio mi rimase impresso sulla bocca, sapeva di tristezza e disperazione..
Te ne eri andato per sempre e mi avevi lasciato solo. In fondo me lo ero meritato...

Nel momento in cui ho capito che ci stavamo separando ho creduto che il tempo ci avrebbe aiutato.
Che il nostro tempo non era finito.

Ti sto lasciando andare ora. Ti ho lasciata andare e tutto si è fermato.
Ma continuo a credere che questo orologio rotto riprenderà a funzionare.


Ora è un anno che non ci sei più, che te ne sei andato per la tua strada abbandonandomi al mio destino. Non voglio darti colpe, non ne ho il diritto. Ci ho messo molto tempo per rendermene conto e adesso sono arrivato ad un punto in cui sono contento che tu te ne sia andato, perché so, che senza di me ora stai bene. C'è la possibilità che tu abbia trovato l'amore vero e non il mio amore pericoloso, e che sia felice.
Sismo divisi, i nostri cuori sono divisi. Siamo come le lancette di un orologio che segnano le 12:30, io la grande, tu la piccola. Stiamo percorrendo strade che non si incroceranno mai più.
L'esistenza non è eterna, sono i ricordi e le emozioni impresse in essa, a renderla tale.
E io vivrò il resto della mia esistenza a rimpiangerti, ricordandoti come il mio sole capace di salvarmi. Avresti potuto salvarmi se solo io te lo avessi concesso.

Adesso siamo diventati come le lancette di un orologio che segna le 12:30.
Le nostre strade si sono divise. Abbiamo gettato tutto alle nostre spalle.

Siamo diventati come le lancette di un orologio che segna le 12:30.
Stiamo percorrendo strade che non si incroceranno più.


Ed è per questo che mi sento come un albero in inverno. Spoglio delle sue foglie. Il vento che passa attraverso i suoi rami freddi segna l'arrivo di un'altra stagione.                                                                       
Un'altra stagione senza te.
 
                     
   
 
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