Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: girl_in_the_sun    27/12/2014    4 recensioni
A Roronoa Zoro il Natale non è mai piaciuto.
Sarà forse perché non ha mai passato delle serate fra amici fino ad ora o perché fa parte del suo carattere l'essere solitario.
Questa volta deve ricredersi: l'aver trovato Sanji ha sicuramente cambiato la sua opinione.
[...]
Zoro è lo stronzo migliore della sua vita e Sanji non ha nessuna intenzione di farselo scappare.

[Sequel di Marimo Burger, ma puo' essere letta anche da sola]
[Accenni FRobin e Usopp/Kaya]
[メリ- クリスマス!]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Franky/Nico Robin, Sanji/Zoro
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Taste of Moss & Smell of Smoke'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti!
Torno su questi lidi con una os veloce (si fa per dire!) prima di dedicarmi all'aggiornamenti delle varie raccolte in sospeso.
Due paroline prima di cominciare: questa fic è una sorta di sequel di Marimo Burger  anche se può tranquillamente essere letta a sè stante, magari non si coglierà qualche piccolo riferimento ma pazienza.
Inoltre, l'avverimento lemon c'è, ma sappiate che la scena è piuttosto leggera e non dettagliata, il perchè lo capirete da soli alla fine.
Ringrazio Zampe e _Rouge per essersi offerte di betarmi e consigliarmi ♥.
Spero abbiate passato un buon Natale :3
Buona lettura!

(Come sempre, le recensioni fanno molto piacere).

 


 


Christmas Marimo



Quella mattina è cominciata male già dal principio: prima la stupida moka che esplode nella cucina, schizzando caffè ovunque, poi il riscaldamento che non funziona – farsi una doccia a temperatura ambiente in pieno dicembre non è esattamente quello che Zoro ha in mente la mattina della Vigilia – ed infine la corrente che salta. Perfetto.
L'unica soluzione possibile agli occhi di uno spadaccino assonnato ed alquanto irritato è quella di trovare un modo non violento per sfogare la tensione.

È da un'ora, o forse poco più, che Zoro sta correndo – l'idea non gli sembra più brillante e risolutiva come all'inizio, dato che la pioggia ha deciso di fargli compagnia e lui è senza ombrello – non avendo la più pallida idea di dove si trovi, o almeno dove si stia dirigendo, stando al fatto che è la terza volta che passa davanti allo stesso isolato che assomiglia davvero molto a quello in cui vive lo stronzo.

È proprio davanti al portone di un palazzo che ha tutta l'aria di costare un montagna di soldi d'affitto che Roronoa ha le sue conferme: a caratteri cubitali è stampato il nome della persona più fastosamente scostante di tutto il pianeta: Sanji Blackleg, il cuoco da strapazzo.

Con uno sbuffo, il verde indietreggia dal territorio proibito, rimettendosi in marcia; purtroppo per lui, la corsa dura poco, dato che un macchina gli sfreccia molto vicino e passando a gran velocità sopra una pozzanghera lo inzuppa fino al midollo.

È un bene che Roronoa sia fradicio, confuso ed infreddolito, altrimenti a quest'ora il conducente della vettura maledetta starebbe letteralmente volando all'altro mondo.

«Oh, un marimo randagio».
Zoro si volta ringhiando a quella voce, non tanto per il suono in sé, né per le parole: dietro di lui, con un ghigno divertito ed una sigaretta accesa fra le labbra sta il destinatario di tutte le maledizioni più oscure ed il protagonista delle sue fantasie notturne.

Roronoa odia la Vigilia, odia il fatto di ritrovarsi in queste condizioni, in questo momento, davanti all'ultima persona che vorrebbe vedere; o forse sta mentendo.

Vedendo che il verde non fa nessuna mossa per provare a scuoiarlo vivo, il biondo decide di avvicinarglisi con circospezione – gli animali selvaggi restano pur sempre imprevedibili.

Sanji lo guarda e non può fare a meno di sentirsi stringere il cuore: scosso da tremiti, bagnato ed infreddolito, quel povero marimo sta solo chiedendo di essere portato a casa – dietro allo sguardo omicida che indossa, ma questa è una cosa a cui il biondo è abituato.

«Avanti marimo, seguimi» dice con un sospiro, mentre si volta e si dirige verso l'ingresso del condominio.
Tira fuori le chiavi e per un attimo Zoro non segue il filo del discorso, poi ci arriva e con uno sbuffo esordisce: «Non ho bisogno della tua pietà, idiota».
«Un 'grazie Sanji' poteva andare bene» ridacchia l'altro.
«Ti ripeto che non ne ho bisogno!».
«Certo e io sono Babbo Natale».

Dopo aver fatto notare a Blackleg la sua contrarietà con un verso esasperato, Roronoa lo segue comunque, perché in verità ne ha bisogno eccome, constatando l'imbarazzante squish-squosh che fanno i suoi pantaloni ad ogni passo.

Prendono l'ascensore poiché – a quanto pare – Sanji abita all'ultimo piano, più precisamente nell'attico più lussuoso che Zoro abbia mai visto.
Si ritrova a guardarsi attorno a bocca aperta appena entra, chiudendola prontamente per non dare all'altro troppo di cui vantarsi.

Tutto sommato, la cosa è anche logica: il biondo è pur sempre poprietario di un fast food – e che fast food! A parte il nome ridicolo, ovviamente – non come Zoro che a malapena arriva a pagare l'affitto della topaia che in teoria dovrebbe chiamare casa.

«Muoviti, testa di muschio, vai a lavarti che puzzi e stai gocciolando ovunque» sbotta il biondo, aprendogli diligentemente la porta del bagno, tenendosi contemporaneamente una mano davanti a naso e bocca per bloccare la puzza d'alga e sudore che emana l'altro.
Zoro lo guarda male ma fa come gli si dice, rassegnandosi all'inevitabilità degli eventi.
Anche se l'idea di trovarsi nella doccia del cuocastro lo rende nervoso, non riesce a resistere al richiamo dell'acqua calda sulla pelle.

Blackleg resta a fissare la porta per svariati secondi, finchè non sente il getto d'acqua rompere il silenzio; allora si muove e corre a rovistare tra i vestiti in cerca di qualcosa che possa andare bene a quel palestrato d'un marimo – non che gli dispiacciano tutti quei muscoli – ma che diavolo sta pensando?!
Rilascia un sospiro frustrato ed in quell'istante le sue mani tirano fuori quella che sembra una vecchia camicia bianca che nemmeno ricordava di avere: ma la bella notizia è che è enorme e sicuramente troverà il modo di stare al verde.
Poco dopo, saltano fuori anche un paio di jeans sbiaditi – forse di Zeff? - che possono fare al suo caso.

Quando torna davanti alla soglia del bagno, si accorge che la porta è socchiusa e Zoro ha finito di lavarsi; difatti è avvolto nel suo accappatoio – per la miseria! - e Sanji non sa se il fatto sia eccitante o meno. L'unica cosa di cui è certo è che quella stoffa sarà impregnata dell'odore dell'altro a vita, poco ma sicuro.

Ovviamente il biondo non stava spiando, per questo bussa sul legno dello stipite e aspetta il grugnito che gli conferma educatamente la possibilità d'accesso alla stanza. Quando questo arriva, lo chef cerca di non soffermarsi troppo sulla figura dell'atleta in sé e tiene gli occhi puntati sulle proprie scarpe.

«Provati questi, dovrebbero andarti» mormora al limite del confine fra agio e imbarazzo.
Zoro scruta gli indumenti con occhio critico ma non dice niente, invece si toglie l'accappatoio e Sanji ringrazia tutte le divinità esistenti perché fortunatamente Zoro indossa i suoi boxer; il biondo è cosciente che il suo limite è vicino e vedere l'altro nudo davanti a sé potrebbe suonare troppo come un invito.

I jeans gli stanno abbastanza comodi, forse sono leggermente corti, ma non è un grande problema; la camicia, invece, è un altro paio di maniche: a parte il fatto che questa è forse la quinta volta che ne mette una in vita sua – non gli piace essere ingabbiato in una fila di bottoni e tessuto che tira – le spalle sono un po' piccole e forse è anche per questo che già al terzo bottone sta sbagliando tutto e Blackleg se ne accorge.

«Aspetta, dammi qua» mormora brusco, scostando le mani del verde dal suo petto e cominciando a riabbottonare la stoffa da capo, in movimenti veloci e sicuri.

Quella vicinanza è inebriante, non solo per il tepore che emana la pelle di Roronoa, ma anche per la vista di quella massa di muscoli scolpiti che aspettano solo di essere accarezzati, sembrano reclamare il tocco del cuoco a squarciagola.
Sanji deglutisce ed è lì che fa il grande errore di guardare verso l'alto, trovandosi a poca distanza dal volto di Zoro, leggermente arrossato, non si sa se per il vapore o l'imbarazzo.

Basterebbe poco, davvero, avvicinarsi e baciare quelle labbra piene, socchiuse, rosee ed invitanti; ma il cuoco ha un orgoglio da preservare che gli impone di stare fermo, non precipitare le cose, non qui, non con Zoro.

Così, mormora un «idiota» e si volta, mordendosi il labbro inferiore e schiaffeggiandosi mentalmente.

Non fa in tempo a fare un passo che Roronoa lo prende per un polso e se lo spalma addosso, tenendolo per la vita, mentre incontra le sue labbra a metà strada, oh così dolci e fresche.
Sue.

Per quanto inattesa l'azione possa essere stata, Blackleg sente una sensazione di familiarità pervaderlo, come se fosse nato per questo, combaciare la bruta potenza dell'altro con la sinuosità della sua eleganza.

Il contatto è più che piacevole – entusiasmante, in verità – ma breve: due respiri e lo chef si tira indietro, con ancora una mano del verde che si attarda sulla sua schiena, quasi una carezza, mentre la sua scivola lungo l'avambraccio di Roronoa.

«Devo andare a fare la spesa... Aspettami qui» sussurra il biondo, incontrando lo sguardo di Zoro e rabbrividendo. Quelle due iridi scure lo osservano mentre esce dalla porta confuso, rassegnato.

Sanji si fionda fuori dalla porta, afferrando un cappotto all'ultimo secondo – dopotutto fuori si gela – e si prende la testa fra le mani, chiedendosi che diamine stia facendo.

Quando quel bastardo dai capelli verdi è entrato nel suo locale per la prima volta due mesi fa, Sanji non avrebbe mai pensato che sarebbe andata a finire così.
Era sembrato troppo scontato all'inizio che i due provassero a farsi fuori a vicenda, d'altro canto erano lontani e diversi come il giorno e la notte.
A mano a mano che le pietanze finivano nello stomaco del cliente però, il cuoco si era ricreduto: aveva imparato a conoscere Zoro attraverso il cibo – siamo ciò che mangiamo, si dice –, quello che gli piaceva e le emozioni che scaturivano dal suo volto quando una particolare spezia colpiva le sue papille; poi le botte avevano contribuito a far scattare qualcosa a cui nessuno dei due sapeva dare un nome.

La faccenda è così: Zoro è l'avversario perfetto, il rivale che fa da trampolino di lancio per raggiungere la perfezione, la terra sotto i piedi, stabile e sicura.

Zoro è lo stronzo migliore della sua vita e Sanji non ha nessuna intenzione di farselo scappare.

***

È evidente che essendo la Vigilia di Natale il supermercato sia pieno, ma Sanji continua a brontolare contro sè stesso per non aver provveduto a procurarsi tutto l'occorrente subito; in realtà le uniche cose che gli servono sono perlopiù superflue, ma da bravo chef ritiene giusto che non manchi niente in una cucina che si rispetti.

Naviga fra gli scaffali, incappando in vecchiette e marmocchietti urlanti, madri indaffarate e... oh, Nami e Robin?
Gli occhi gli si dilatano in pura estasi e lui fluttua in una miriade di cuori verso le giovani.

«Nami-swan~♥! Robin-chwan~♥! Che piacere vedervi!» ulula entusiasta.
La mora sorride, facendo sciogliere il cuore dell'uomo come cioccolato fuso, poi entrambe lo salutano.

«Allora Sanji-kun, tutto pronto per stasera?» chiede la rossa.
Il biondo gongola orgoglioso: «Certo Nami-san, preparerò una cena coi fiocchi!» promette e la cosa le delizia visibilmente, dato che Sanji le ha invitate entrambe – famiglia compresa – a casa sua.

«Sanji-san?».
Robin si fa pensierosa per un attimo, poi mormora: «Stavo pensando a Zoro-kun... Sono sicura che non ha nessun impegno per Natale e sarebbe carino invitarlo a cenare insieme a noi, cosa dici?».
Blackleg s'inceppa un secondo: apprezza più di chiunque altro il cuore generoso della bella Robin-chwan ma... il marimo a cena?
«Se lo desiderate, mie care, non è un problema» deglutisce il groppo che gli si è formato in gola.
Nami afferra il proprio cellulare: «Grazie Sanji-kun, lo chiamo subito–».

«No!».
Le due si voltano sorprese a quel rifiuto repentino e alzano un sopracciglio, confuse.
«N-non ce n'è bisogno Nami-san, mi occuperò io di trattare con quello scimmione... Ora scusatemi ma devo scappare. A stasera, mie adorate!» e con questo la folla lo inghiottisce, lasciando le due donne sole con i loro sguardi perplessi.

Dannazione!
A questo punto, il biondo quasi quasi si taglierebbe le mani; certo non poteva rivelare alle sue muse che il marimo si trova nel suo appartamento, si farebbero strane idee...
Con un sospiro sconfitto torna verso la macchina, due borse della spesa in mano nonostante servisse solo il superfluo.
Ora resta solo da preparare la cena e con un gorilla in casa la faccenda suona complicata.
Sanji gira la chiave della macchina nella toppa, accendendo il motore e sperando per il meglio.

***

Quando entra in casa, Sanji trova Zoro che gironzola a disagio per il salotto come una tigre in gabbia.

«Ce ne hai messo di tempo» borbotta il verde, incrociando le braccia al petto.
«C'era traffico» lo zittisce l'altro, anche se si sente infuocare sotto lo sguardo opprimente di Roronoa ed è per questo che lo evita come la peste.
Poggia le borse sul bancone della cucina e si mette all'opera, sistemando le vivande e cercando gli ingredienti che gli servono per iniziare a cucinare.
Zoro lo osserva seduto su una sedia, finché il biondo non gli ordina di muovere il culo ed andare ad aiutarlo.

«Ancora non capisco come hai fatto ad arrivare fino a qui. Il tuo appartamento non è dall'altra parte della città?».
«Sta' zitto!».

Il pomeriggio passa con il sole che mangia le ore ed i due riescono a trovare un equilibrio in cui il verde riesce ad aiutare il cuoco con faccende semplici che non gli permettono di far saltare in aria l'intero palazzo.

Un po' d'imbarazzo per il bacio c'è, ma sia Sanji che Zoro cercano di non darci troppo peso, sebbene rabbrividiscano ogni qualvolta i loro gomiti si sfiorano.
Zoro dal canto suo aspetta come un predatore: lui la sua mossa l'ha fatta, ora sta a Sanji la scelta.
Nel profondo, Roronoa sa che al biondo è piaciuto, altrimenti come giustificare il bacio ricambiato?
A quest'ora sarebbe fuori sotto la pioggia con il culo in fiamme altrimenti.

Zoro aspetta, ha aspettato per due mesi.
Ora che sa quello che vuole il passo per rovinare tutto è breve, per cui pazienta. E spera.

***

L'ora prestabilita arriva con un esuberante scampanellìo alla porta, in cui Sanji ordina al marimo di aprire mentre lui va a cambiarsi.

La casa è già pervasa da una scia di profumi deliziosi a cui Roronoa non sa dare un nome, ma che gli fanno venire l'acquolina in bocca.

Dietro la porta si trovano Rufy, Nami e Brook che si stupiscono non poco di vederlo già arrivato a destinazione.
Zoro non elargisce spiegazioni, ma ferma il moretto prima che divori gli antipasti e l'aperitivo esposti sul tavolino in salotto.

Nel frattempo, Sanji si è cambiato e fa la sua comparsa per salutare gli ospiti; il verde non riesce a staccargli gli occhi di dosso, forse per i pantaloni neri che gli fasciano le gambe chilometriche o per la camicia celeste che gli risalta le iridi azzurre. È uno spettacolo mozzafiato.

Arrivano Franky e Robin con il piccolo Chopper, loro figlio adottivo, che subito salta in braccio a Rufy che comincia a lanciarlo per aria, minacciando di rompere il lampadario di vetro che Zoro è sicuro sia costato un mucchio di soldi.
Poi è il turno di Usopp e Kaya e con loro sono al completo.

La cena inizia con un'euforia strabordante da parte di Rufy, che si getta sul cibo come se non ci fosse un domani e Zoro non può biasimarlo, dato che è ottimo.

Blackleg comincia ad essere un po' brillo, il verde se ne accorge da come le sue guance s'imporporano e dalla sua voce squillante.Stranamente, nota che la mora e la rossa continuano a gettare sguardi fugaci a lui e al biondo, confabulando tra loro – la cosa è sospetta, ma poco gl'importa dei pettegolezzi.

Alla fine, scartano i regali tutti insieme – dopo che Franky si è travestito da Babbo Natale per sorprendere Tony e Zoro si chiede come diavolo non l'abbia riconosciuto, dato che continua a gridare «OH OH OH, UN SUUUPER BUON NATALE A TUTTI!» in modo da far credere persino a Rufy ed Usopp di essere quello vero, tsk – tra un panettone ed un pandoro.

Usopp si è proclamato re dell'uncinetto e ha regalato ad ogni membro della combriccola un maglione di colore diverso con l'iniziale del nome sul davanti.
Robin – com'è ovvio – ha preso un libro per tutti e Nami delle boccette di profumo agli agrumi; Brook una compilation di tutte le sue hit più famose e gli altri cose utili che Roronoa apprezza con un mezzo sorriso.

È la famigia del carpentiere che se ne va per prima, dopo che il piccolo Chopper crolla sul divano in un sonno profondo; gli altri li seguono a poco tempo di distanza, con la rossa che chiede a Sanji se gli sta bene accompagnare lui Zoro a casa ed il biondo annuisce senza nemmeno capire la domanda.
Nami li saluta con un sorriso beffardo che va da un orecchio all'altro.

Sono soli e Blackleg puzza d'alcool.«Hai detto che sei senza corrente, marimo?» chiede il cuoco ad un certo punto e Roronoa annuisce con un grugnito.
Sanji si fa silenzioso mentre cerca di sistemare il più grosso delle stoviglie, poi si accende una sigaretta.
«Puoi dormire qui sul divano... ma non farti strane idee» aggiunge, vedendo il mezzo sorriso che inarca la bocca del verde.
«Stronzo» borbotta il biondo ed in un attimo è di fronte a lui e lo tira verso di sé con una mano sulla sua nuca e le dita che s'infilano a scompigliare le corte ciocche verdi.

«Fermo...».
Zoro lo scosta da sè: «Sei ubriaco» esordisce.
Di certo non vuole che Sanji lo faccia per pena nei suoi confronti, né tanto meno perché è l'alcool ad ordinarglielo.
Il biondo rotea gli occhi: «Non sono così ubriaco, idiota».
Il verde alza un sopracciglio e si prepara a ribattere, ma il cuoco è più veloce e dopo avergli ringhiato un «vuoi stare zitto per una volta?!» gli tappa la bocca con le labbra, accarezzandole con la lingua.

La buona volontà di Zoro gli muore in gola, mentre le sue mani afferrano la vita sottile del biondo – e poi le natiche – e stringono, facendolo strusciare contro di sé in maniera deliziosa.

Sanji ha un sapore incantevole – forse per l'eccessiva quantità di tasso alcolico ingerito – fatto sta che Zoro non riesce a smettere di baciarlo e all'altro sembra piacere, a giudicare anche dal fatto che i pantaloni di entrambi cominciano a diventare stretti e la voglia di spogliarsi diventa irrefrenabile.

Blackleg lo guida in camera e lo lascia cadere sul materasso, mentre provvede a sbottonarsi la camicia, la lussuria che arde negli occhi.Roronoa lo osserva mezzo disteso e si gode ogni centimetro di pelle che viene scoperta, così invitante e morbida.
Quando anche i pantaloni di entrambi non sono più in mezzo, il biondo si dedica alla scoperta del corpo del verde – un insieme di muscoli frementi e cicatrici che lo fanno ansimare ogni volta che Sanji le tocca, che sia con le mani o con la lingua – con il solo intento di farlo annegare nel piacere.
Riempiono le coperte di gemiti e baci che sono come uccelli di carta, fragili e preziosi, mentre diventano l'uno dell'altro nel più bello dei modi.

Sono avvinghiati così intricatamente che non sono in grado di capire dove inizi uno e finisca l'altro.
Il piacere aumenta ogni spinta di più, mentre il movimento dell'amplesso diventa caotico, frenetico, un mix di lingue e unghie che inebriano l'aria di passione.

Il piacere si riversa nei loro corpi come uno tsunami, lasciandoli ciechi e ansimanti ed avvolti nelle coperte cadono nelle braccia di Morfeo, abbracciati, stretti da far male.

***

È quando l'odore forte di caffè colpisce le narici di Zoro che questi si sveglia, aprendo faticosamente le palpebre e prendendo coscienza del luogo in cui si trova.

«Buon Natale, marimo».

A Roronoa Zoro il Natale non è mai piaciuto.
Sarà forse perché non ha mai passato delle serate fra amici fino ad ora o perché fa parte del suo carattere l'essere solitario.
Questa volta deve ricredersi: l'aver trovato Sanji ha sicuramente cambiato la sua opinione.

Il biondo gli ha portato la colazione a letto, insieme ad un piccolo pacchetto regalo, che Zoro apre sorpreso.
È un profumo al muschio bianco e licheni – niente male – che il cuoco giustifica con un «puzzi sempre per cui mi sembrava adatto».

Il verde non sa se dargli un pugno sui denti o baciarlo, infine opta per la seconda, tirando Sanji sotto di sé e sfortunatamente anche il caffè bollente, che gli si riversa sullo stomaco.

Blackleg lo riempie di botte ma quando le sua labbra fresche baciano la sua pelle accaldata, Zoro pensa che ne è valsa la pena.
Per tutto. 



 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: girl_in_the_sun