BUON COMPLEANNO SIGNORINA GREENE

 

"Stavano lì. Seduti intorno a quel fuoco, in quel accampamento improvvisato, in balia della natura e degli eventi. Nessuno dei due sembrava aver voglia di parlare e sicuramente la situazione in cui si trovavano non agevolava la conversazione. 
Daryl non si poteva definire un tipo loquace, anzi era particolarmente restio ad aprirsi con le persone e, quella sua caratteristica, veniva accentuata da ciò che era appena successo.
Avevano perso la loro casa e, per quanto ne sapessero, anche la loro famiglia.
Forse avrebbero dovuto rimanere in quel capanno, sarebbero stati certamente più al sicuro, avrebbero evitato di stare così esposti in mezzo al bosco.
L'uomo non aveva più detto una parola da quando si erano allontanati dalle fiamme e Beth iniziava a domandarsi a cosa stesse pensando. Non voleva che le loro fossero state solo confidenze da ubriachi, sperava di poter dare un seguito a quella conversazione, a tutto quel raccontarsi e capirsi, ma non era certa che anche lui volesse la stessa cosa.
Lo osservò. Accigliato e concentrato ad armeggiare con la sua balestra, intento a fare solo lui sapeva cosa. Avrebbe voluto tanto chiedergli spiegazioni a riguardo, ma vedendolo così perso nel suo mondo non volle interromperlo.
Ad un tratto un pensiero le passò per la testa facendola sorridere.
Se i suoi conti erano esatti, il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno. Ma con il mondo andato a rotoli, valeva ancora? Aveva ancora un senso festeggiare i compleanni, gli anniversari e le varie ricorrenze?
In passato sua madre le avrebbe fatto una torta e suo padre avrebbe costretto Maggie ed il resto della famiglia ad essere presente per la cena per festeggiare lei, la piccola di casa. Si sarebbe messa il suo vestito più bello, avrebbero cenato con tutti i suoi piatti preferiti, avrebbe aperto i regali e passato una giornata tra le coccole e l'amore dei suoi cari. 
Sorrise di nuovo, questa volta scuotendo la testa, doveva scacciare quei pensieri, la malinconia l'avrebbe resa debole ed indifesa e non voleva che Daryl la vedesse come un pesante fardello da portare, voleva essere indipendente e capace di autogestirsi, per quanto possibile.
-Che hai da ridere?- domandò lui che aveva interrotto il suo lavoro e la stava fissando attraverso il piccolo fuoco che li divideva.
-Niente... stavo solo pensando ad una cosa.- rispose Beth, sperando che la conversazione non finisse sul patetico.
-A cosa?- chiese l'uomo, brusco.
-Oh... sciocchezze, mi sono solo ricordata che domani potrebbe essere il mio compleanno.- fece lei un po' imbarazzata.
-Bel compleanno del cazzo eh?- disse lui, con un mezzo sorriso.
-Signor Dixon vediamo il bicchiere mezzo pieno, ci deve essere un lato positivo anche in questo.- affermò lei sorridendo.
-Sei incredibile.- borbottò Daryl ciondolando il capo a destra e sinistra.
-Devo prenderlo come un complimento?- chiese Beth sorridendogli ancora.
-Come puoi vedere un lato positivo in questo?- domandò lui, indicando prima sé stesso e poi il bosco intorno al loro accampamento.
Lei ci pensò un attimo. Soppesò bene le parole, l'ultima cosa che voleva era essere fraintesa o dare una opinione sbagliata di sé. 
-Beh... vediamo... sono ancora viva, ho pranzato, anche se il serpente non è propriamente il mio piatto preferito e poi...-
-E poi?- chiese lui invitandola a proseguire.
-E poi non sono sola. Se fossi rimasta da sola, a quel punto si che sarebbe stato proprio un brutto compleanno. Un po' come quella volta, da bambina, che speravo tanto mi regalassero il mio primo pony ed invece ricevetti un'orrenda bambola di pezza, ecco... quello sì che è stato un compleanno del cazzo!- disse lei ridendo.
Lui si unì timidamente alla sua risata e poi la invitò a riposare. Si sarebbero mossi alle prime luci dell'alba e non voleva certo doverla trascinare.
Si addormentò quasi subito e Daryl restò per qualche secondo ad osservarla, poi si alzò e, a circa un metro dalla sua posizione, trovò ciò che faceva al caso suo.
Il mattino seguente Beth si svegliò e si mise a sedere sul terreno umido.
Si stropicciò gli occhi e si guardò intorno alla ricerca del suo compagno.
Non vedendolo il suo cuore perse un battito ed un senso di inquietudine la avvolse. Si stiracchiò leggermente, roteando la testa per sgranchirsi il collo e facendolo si voltò verso sinistra.
Lì, appoggiato sopra una roccia, c'era un piccolo cavallino di legno. Era un oggetto un po' impreciso e non certo l'opera di mani esperte, ma afferrandolo, non poté fare a meno di pensare a quanto fosse meraviglioso.
-Dobbiamo andare.- disse lui distraendola.
-Oh buongiorno!- rispose lei con un sorriso.
Si scrutarono per un po' ed il primo a distogliere lo sguardo fu, sorprendentemente, l'arciere.
Beth avrebbe voluto ringraziarlo per quel bellissimo regalo, ma le parole le morirono in gola.
Si alzò, raccolse le sue cose e prima di partire si tolse uno stivale per eliminare quei fastidiosi sassolini che si erano infilati in esso.
Quando fu pronta per partire si affiancò all'uomo e sollevandosi un po' sulle punte gli poggiò un delicato bacio sulla guancia, sussurrando un grazie imbarazzato.
Lui non disse niente, forse avrebbe voluto, forse avrebbe dovuto, ma come al solito, la freddezza ebbe la meglio."


-So che è dura, ma non possiamo stare qui. Ancora qualche minuto e partiamo.- disse Rick mettendo una mano sulla spalla dell'arciere.
Daryl non rispose, non si voltò. Continuò a stare fermo in ginocchio vicino a quella croce, stringendo tra le mani quell'orrendo cavallino di legno, l'ultimo regalo di compleanno della piccola Beth Greene.