Il bambino, un piede sulla sedia e l'altro sulla mensola più accessibile della libreria, allungò la mano, cercando invano di raggiungere il grande libro con la copertina in pelle verde.
Stirò il braccio più che pote' ma fu costretto a rilassarlo in uno sbuffo frustato; avere dieci anni aveva i suoi vantaggi, ma l'altezza non era tra quelli.
Si fece coraggio facendo presa con la mano sinistra sulla mensola più alta mentre si issava un po' più su, allontanando anche il piede destro dalla sedia e scalando un altra fila di libri;
adesso non aveva nulla a cui appoggiarsi eccetto quella vecchia libreria di legno marcio; che Dio me la mandi buona, pensò.
Se fosse caduto e si fosse fatto male sua madre non avrebbe potuto udire le sue urla fino a mezzogiorno, quando sarebbe tornata dai campi per mungere le bestie,
ma qualora lo avesse visto sul pavimento con la libreria a coprirlo non avrebbe lanciato un urlo, avrebbe semplicemente messo mano alla cucchiarella.
Deglutì rumorosamente al pensiero mentre una goccia di sudore gli scendeva silenziosa lungo la fronte, nella penombra della vecchia stanza, illuminata solo dalla luce proveniente da un piccolo 
foro nella parte alta del muro di pietra grezza.
La casa si trovava in collina, un po' distanziata dalle altre e proprio ai margini del bosco, impenetrabile e ombroso.
Finalmente il bambino sembrò aver trovato stabilità e allungò la mano destra per poi richiuderla sul libro tanto bramato, lo strinse forte, come se non volesse lasciarselo sfuggire e
cautamente ripercorse tutta la sua scalata su per la libreria al ritroso, fermandosi ad ogni minimo scricchiolio delle vecchie assi di legno imbarcate dall' umidità.
Saltò giù con un balzo e corse via da quella stanza scura con il libro affondato nel petto, a ricoprirlo tutto.
Era la cosa più preziosa che aveva, e doveva essere protetta, ma come spesso accade le cose preziose hanno un prezzo e il prezzo di quel libro era alto da pagare...