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Autore: ElderClaud    13/11/2008    9 recensioni
Aveva commesso una cazzata.
Ma più che una cazzata aveva commesso un torto a qualcuno. O comunque, in quel momento gli pareva di avere fatto ciò.
E per questo non sapeva capacitarsi della questione. Perchè gli sembrava una cosa assai impossibile!
Lui, Shikamaru Nara, con un quoziente intellettivo del duecento percento, aveva tradito la fiducia di un vecchio compagno di squadra.
E cosa ben peggiore sapeva che si sarebbe tramutato in un vizio peggiore del fumo...
[ShikamaruHinata]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, questa fanfiction mi è nata in testa dopo aver sentito che ad alcuni la coppia ShikamaruHinata non dispiace affatto!
Non è un granché, ma come ogni cosa che faccio ho voluto metterci impegno. E per quanto riguarda Hinata non credo di essere caduta nell'OOC.
Per le motivazioni a ciò, andatevi a leggere le note di inizio pagina di “el Diablo”
Come ultimo vi chiedo di non criticare la coppia, o comunque di uscire con frasi del tipo : “bella, ma non sarà certo lei a togliere Shikamaru a Temari ^^”
Perchè è una bimbominkiata.
Cercate di vedere questo personaggio anche con altri pg dai!



Shinrai ~ Fiducia




Aveva commesso una cazzata.

Ma più che una cazzata aveva commesso un torto a qualcuno. O comunque, in quel momento gli pareva di avere fatto ciò.
E per questo non sapeva capacitarsi della questione. Perchè gli sembrava una cosa assai impossibile!
Lui, Shikamaru Nara, con un quoziente intellettivo del duecento percento, aveva tradito la fiducia di un vecchio compagno di squadra.
Non un amico certo, ma comunque il danno rimaneva piuttosto grave. Perchè era indice di scarsa affidabilità.
E quando di mezzo c'era la scarsa affidabilità, c'era anche la perdita dell'onore.
Non che Neji sapesse chissà cosa ad essere sinceri, anzi, era quasi sicuro che il segreto fosse stato mantenuto, ma era l'amor proprio ad essere andato a puttane.
Si passava le sue giornate a pensare costantemente alla cosa. Che stesse giocando a scacchi con il padre, o che stesse chiacchierando con gli amici, non importava. Egli era sempre distratto.
E quindi non era raro che perdesse una partita a shogi o perdesse il filo del discorso quando era con i suoi conoscenti.
Ed inevitabilmente nell'intimo si dava del coglione.
Ma cosa era successo esattamente per renderlo così di malumore?!
Normalmente il giovane Nara era un ragazzo pacifico, e cercava di non crearsi troppi problemi persino durante le missioni.
Ma si da il caso che fosse stata proprio una missione a “rovinarlo” in quel modo.
Sulla carta era semplice da svolgersi, ma una volta sul campo sapeva che il grado di missione passava ad uno così elevato da essere prossimo al “S”.
Doveva quindi sceglierne pochi ma buoni. Perchè anche se si trattava di una semplice ricognizione e di pedinamento poi, andava fatto tutto entro certi limiti accettabili.
In ballo c'erano soggetti assai pericolosi, e non si trattavano dei soliti briganti. Quindi niente compagni impulsivi o facilmente irascibili, ma freddi e calcolatori come lui.
Per cui Naruto era da escludere, così come Kiba e a malincuore l'amico Choji. Troppo suscettibili.
Con Neji aveva già avuto modo di lavorare, ma sfortuna volle che fosse già impegnato con il suo solito team.
Alla fine a quanto pareva, l'unica ad essere disponibile era la cugina del giovane Hyuuga.
Hinata era tanto timida quanto coraggiosa. Ed era pure cambiata parecchio negli ultimi anni. Inoltre, come se non bastasse, la giovane fanciulla aveva la qualità ottimale di non essere affatto una scassapalle.
Doti indispensabili per il fin troppo posato Nara. Che mal digeriva le donne isteriche come la vecchia madre.
Purtroppo con la ragazza in questione non aveva avuto modo di collaborare molto in passato...
Anzi, si poteva proprio dire che l'esperienza con lei era pari allo zero! Dato che non avevano mai svolto missioni assieme!
Tuttavia a causa della conoscenza con Neji, aveva comunque avuto modo svariate volte di parlarci in privato.
Consolidando ancora una volta quale donna fin troppo paziente aveva di fronte.

Tuttavia rimaneva un soldato. Un buon soldato.

E non fu quindi per le sue doti fisiche che decise di scegliere lei come supporto alla missione assegnatali. Ma per le sue fin troppo eccellenti doti belliche.
Il team era fatto dunque, e anche se composto da soli due elementi era più che sufficiente. Era tutto calcolato nella testa di Shikamaru. Anche il più minimo e insignificante dettaglio.
Nessuno era disposto ad affiancarlo?! Perfetto ci sarebbe andato con un solo elemento. Dopotutto lui era rinomato per creare dal nulla strategie per team sorti all'istante.
Per cui anche questa volta tutto sarebbe andato come i suoi piani avevano visto.
O almeno... Questo era quello che pensava lui!


La missione infatti, si prospettava essere più lunga del previsto, e benché si trattasse di una comune missione di spionaggio, il fattore rischio era elevato.
Per questo mentalmente aveva programmato il lavoro in due parti ben distinte.
Nella cui prima parte, i due si sarebbero limitati alla ricognizione dell'area interessata, mentre nell'altra avrebbero spiato e raccolto informazioni sul gruppo da loro ricercato.
L'area operativa era davvero piuttosto vasta, e quindi era ovvio che bisognava almeno suddividere in due la missione per avere un minimo di probabilità in più di trovare questi benedetti “briganti”.
E li trovarono, dopo una intera giornata spesa a pattugliare una zona larga come le “grandi pianure” ma fitte di foreste, l'innata della Hyuuga aveva localizzato del movimento sospetto.

“Li hai trovati?!”

Fece lui, piuttosto laconico nonostante avesse speso l'intero pomeriggio ad osservare, attraverso il binocolo, la vasta zona dall'altura dove si trovavano.

“Sì... Una grotta verso nord-est, sembra che si stiano preparando per la notte Shikamarusama”

Era anch'essa posata e tranquilla mentre gli mormorava quelle parole, anche se era chiaro che la stanchezza si faceva sentire eccome attorno ai suoi grandi occhi diafani.

“Perfetto allora- continuò il moro a capo della spedizione, mentre posava il binocolo nella cintura e si accendeva una sigaretta- allora andiamo a riposarci anche noi”

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La prima parte della missione quindi, si era svolta con successo.

Dopotutto si trattava forse della parte più semplice in assoluto, anche se era stata decisamente snervante non era nulla in confronto a quello che li aspettava l'indomani.
Per questo fu saggia la decisione di prendere ricovero in un villaggio poco lontano la loro postazione.
Proprio quattro case messe in croce, talmente piccolo da non essere neppure nominato nelle cartine geografiche. Un grazioso ammasso di case contadine che non era neppure meta di passaggio per pellegrini stanchi.
E persino la locanda aveva più l'aspetto di una casa comune che di un ricovero per forestieri. Ma per entrambi era più che sufficiente.
Purtroppo fu proprio appena arrivati lì all'imbrunire che iniziarono i problemi.
L'anziana governante della piccola, ma accogliente, locanda fece una gaffe piuttosto imbarazzante.
Scambiò infatti i due giovani per marito e moglie, e tuttavia come cosa poteva anche starci, dato che si trattava di routine che due ninjia di sesso opposto si spacciassero per coniugi durante una missione.
Ma non loro e non durante quella missione. E possibilmente il Nara voleva due camere separate.
Glielo disse dopo aver mandato giù saliva per bloccare l'imbarazzo crescente, notando che comunque Hinata accanto a lui non fece pressoché una piega.
Davvero strano...
Poiché aveva sentito in giro che si imbarazzava ancora per certe affermazioni che la gente diceva. Ma a quanto pare, si trattava di una affermazione falsa, dato che la fanciulla si limitò a sorridere gentilmente all'anziana donna.
E quella, anche se un po' perplessa per i fin troppi tempi moderni, borbottò un qualcosa sui giovani d'oggi e si decise ad aprire il vecchio e polveroso registro posto dietro il bancone.
La scarsa vista di quella donna li portò di parecchio a temporeggiare.
E più il silenzio cresceva, più l'imbarazzo del giovane Nara aumentava, con lo sguardo che guizzava spesso e di soppiatto verso la giovane figura accanto a lui.
Ma ella non faceva una piega, e questo gli dette non poco fastidio.

“Ah ecco signori, ho una doppia libera proprio al piano di sopra. Il resto delle camere è già stato preso dai pastori in viaggio per la transumanza”

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Non capiva se era sfiga, o più semplicemente il corso degli eventi.

Di odiare quella vecchia gli sembrava quasi paradossale. Era da sciocchi anche solo a pensare ad una cosa del genere.
E potete ben immaginare come poi andò a finire, con i due che presero la stanza assegnatali ben specificando comunque di volere due futon separati.
A quella richiesta la vecchia estrasse ancora una volta una espressione perplessa, ma dette comunque l'ordine alla figlia di predisporre la camera come i due volevano.
E la stanza... Non era poi così diversa dalla hall e dal resto del villaggio in generale!
Era dannatamente semplice ma al contempo pulitissima.
Il parquet era lucido fin quasi a specchiarsi, i muri erano così bianchi che sembrava che una intera latteria fosse esplosa al suo interno. Mentre i mobili erano un po' datati ma decorati con centrini e vasi pieni di primule e altri fiori colorati.
E i futon erano singoli appunto. Freschi di lavanderia e perfetti come un quadro. Per essere una semplice pensioncina, si trattava bene per far bella figura con i radi clienti.

“Sei stanca...?!”

La sua curiosità era puramente platonica, data la giornata incredibilmente lunga che avevano appena superato. E forse, era proprio quella fottuta stanchezza che Hinata non aveva detto nulla riguardo le parole della vecchia.

“Giusto un po'...”

Mormorò la giovane, mentre con calma scrutava la stanza che era stata loro data.

“Immaginavo... Riposati allora! Io vado a farmi una doccia!”

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Forse era meglio che non si fosse fatto quella doccia.
Forse era davvero meglio se pure lui si fosse buttato a letto e avesse dormito come un sasso come era solito fare quando guardava le nuvole nel giardino di casa.
Ebbe infatti come l'impressione che i vapori della doccia non avessero fatto altro che stordirlo ancora di più.
Rintronandolo come le peggio droghe esistenti.
Poi però si era deciso ad uscire dal box doccia e, con solo l'accappatoio addosso, era tornato in stanza.
E lei era lì, stesa a letto che guardava il soffitto in quella stanza semibuia di prima accoglienza. Lo sguardo stanco e un po' assente di chi aveva usato troppo, fino all'abuso, la propria potente innata.

“Ehi tutto ok?!”

Mormorò quelle frasi come se fosse stato all'interno di un tempio.
Come se la giovane, e splendida, donna che aveva di fronte fosse in realtà una invasata sacerdotessa in cerca di un responso degli Dei mentre masticava alloro propizio.
Lei si girò appena sorridendogli con stanchezza, mugugnando un semplice “va bene” che parlava chiaro sulla stanchezza della giornata passata.
Forse era il caso di non recarle altro fastidio, dato che aveva spesso sentito dire che le innate bruciavano molte energie.
Pertanto, massaggiandosi i capelli sciolti e umidi con un asciugamano pulito, prese posto accanto a lei per rovistare poi nel contenuto del proprio zaino.
Le parole seguenti a quel mezzo mugugno, lo fecero quasi sussultare per la sorpresa.

“Sei carino con i capelli sciolti lo sai...?! Dovresti tenerli così più spesso”

Aveva presupposto che la giovane non avesse quasi più energie per parlare addirittura, ma forse si sbagliava.
Perchè ella aveva pronunciato testuali parole che nella sua testa stanca rimbalzavano come un proiettile impazzito.
La guardò stupito come se non credesse alle parole dette, mentre lei ancora lo guardava come prima. Sorridente anche se stanca.

E gli attimi che seguirono dopo lui avrebbe preferito non ricordarseli proprio.
Avrebbe voluto che quei ricordi fossero volati via come il fumo delle sigarette che tanto amava.
Perchè era ovvio che non si era limitato a guardarla imbambolato mentre lei sorridente lo guardava stesa a quel letto immacolato. Con i neri capelli sparpagliatati per il cuscino che sembravano diramarsi delicati per la notte di quella stanza.
Aveva osato lui, aveva osato con l'ovvia complicità della compagna.
Non aveva per un attimo smesso di osservarla in silenzio, e facendosi più serio si era avvicinato a lei quasi con prudenza. Abbandonando il panno per asciugare i capelli da un lato e permettendole così di poggiare le mani sui suoi umidi capelli.
Rabbrividì a quel contatto delicato ma lasciò fare.

E la baciò anche.
Dapprima timidamente, poi con insistenza si era insinuato nella sua bocca di fanciulla. Godendo nel sentire come le proprie lingue si attorcigliavano tra di loro simili all'edera che stritola gli alberi.
Ma non contento solo di quel già infuocato contatto volle ancora di più. Immergendosi nell'oscurità e prendendosi tutto ciò che essa donava.
Anima e corpo, corpo e anima. Fondendosi con essa e non permettendo alla ragione di entrare.
Relegandola in un angolo del cervello mentre si compiaceva nel possedere la giovane Hyuuga.


Aveva commesso una cazzata.

Una cazzata perchè non solo aveva sedotto una principessa, ma aveva tradito la fiducia di un compagno di squadra.
Neji infatti non ammirava gli sguardi che gli altri maschi riservavano alla devota cugina.
Li trovava squallidi e lascivi, ed era sempre irritato che lei dovesse lavorare con quelli che lui definiva autentici zotici.
Solo di Shikamaru si fidava, e giusto per l'ottimo rapporto di lavoro che li accomunava non fece storie per la scelta del genio della foglia.
Lasciando dunque che la cugina partisse con lui anche se come sempre, Hinata lo rincuorava dicendogli di non preoccuparsi troppo.

“Massì, forse hai ragione tu Hinatasama, perchè dovrei preoccuparmi di Shikamaru?”

Come a dire: perchè dovrei preoccuparmi di un impotente?!
Shikamaru era tutto tranne che impotente, e questo la sua dolce cugina lo aveva scoperto appena calata la sera dopo neppure un giorno che erano assieme.
Il mattino seguente tuttavia fu come se niente fosse successo, come se nulla fosse accaduto sotto quelle lenzuola. Limitandosi quindi a parlare poco e a svolgere semplicemente la missione.
Eppure quel sorriso ogni tanto si intravvedeva in lei.
Come a ricordargli costantemente che quello non era semplicemente il frutto della sua fantasia.
Ed inevitabilmente si dava dell'inaffidabile. Doveva crederci anche quando poi tornarono al villaggio come se nulla fosse successo.
Pessima sensazione quella dell'inaffidabilità, che aumentò quando Neji appena incontrata la cugina esclamò: “Tutto bene in missione? Successo niente di interessante?”

Dio che schifo...

Eppure lei poteva benissimo essere paragonata alle sigarette. Dolci ma altrettanto velenose.
Che ti spingono a farsi consumare da te ben consapevoli che ti stanno facendo del male. E tu ovvio acconsenti e ti lasci consumare da loro.
Tanto dolci quanto letali.
Sarebbe morto un giorno per quel malsano desiderio che aveva iniziato a nutrire per quella giovane tanto bella quanto impossibile.
Una donna perfetta che rispecchiava il suo ideale di moglie e compagna ma che purtroppo, era ben protetta da una spessa teca di vetro infrangibile. Perchè ella era destinata a Neji, e lui non poteva che guardare ammirato e in silenzio quella meraviglia della natura.

E il perchè si dava dell'affidabile e altri epiteti di cattivo gusto era presto detto.
Lo Hyuuga si fidava di lui, e non si opponeva mai quando il collega chiedeva l'intervento di Hinata per missioni a due elementi.
E lei acconsentiva, sotto lo sguardo accondiscendente del cugino ella annuiva al Nara come se nulla fosse per poi comunque immaginare cosa sarebbe successo poche ore dopo la loro partenza dalla città.

Hinata insomma, per lui era diventata come un pacchetto di sigarette.
Dolce e velenoso. Di cui non puoi fare a meno nonostante i rischi che si correvano.


E lui sapeva che un giorno o l'altro sarebbe morto per il suo troppo fumo.





Finita! Cosa ne pensate?! Ok che si tratta di un crack pairing, ma dopotutto lo stesso Nara ha detto di volere una donna tranquilla al proprio fianco.
vabbè, fatemi sapere se vi è piaciuta!
   
 
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