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Autore: Alexiel Mihawk    28/12/2014    6 recensioni
«Ho aperto un’attività assieme a Eros» borbotta il dio della morte «Si tratta, uhm, di un esercizio commerciale dedicato alla vendita di articoli utilizzati per l’intrattenimento personale a livello fisico e psicologico da individui di ogni sesso ed età, ecco».
«Oh, ma che meraviglia! Avete aperto una ludoteca!» esclama la figlia di Demetra congiungendo le mani e sorridendo estasiata.
«Non esattamente…»
«Definisci “non esattamente”» ordina Ade appoggiando la tazza.
«Potrebbe trattarsi di un sexy shop…»

Ade/Persefone, Modern!AU, in cui Eros e Thanathos aprono un sexy shop, Persefone è curiosa e Ade non sa dire di no a sua moglie. Collegata a Caffé nero e semi di melograno.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altri, Eros, Persefone, Thanatos
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Caffé nero e semi di melograno'
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Autore: Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Titolo: In cui Ade dimostra di non essere in grado di dire di no.
Fandom: Mitologia Greca
Personaggi: Ade, Persefone, Thanatos, Ecate, Eros, Ares, Afrodite
Genere: Commedia
Avvertimenti: One Shot, Modern AU!, Sexy Shop
Parole: 1490

Prompt: Mitologia greca, Ade/Persefone, in cui Eros e Thanathos aprono un sexy shop, Persefone è curiosa e Ade non sa dire di no a sua moglie.
Maritombola: 65. «Non ci andremo. Fine della discussione».
Note: ho dovuto fare delle ricerche piuttosto imbarazzanti per questa storia, ora ho perfettamente chiaro cosa vendano i sexy shop e prego che a nessuno venga mai in mente di andare a farsi un giro nella mia cronologia internet. I nomi di vibratori sono reali e lo stap on che compra Ecate è tipo un modello in costruzione o una cosa simile, ho fatto finta esistesse già.
Questa storia è collegata a Caffé nero e semi di melograno, la mia AU su Ade e Persefone, non è necessario leggerla per capire il testo, ma insomma, chiarisce molti punti.
Qui a Ade e Persefone si sono oramai sposati.
La mia Ecate è spudoratamente bisex, ma se può preferisce le donne.
La maledizione di cui parlano Ares e Afrodite è collegata alla mia storia Chances, nel fandom Frozen, chi l’ha letta capirà (c’era un piccolo collegamento anche là).
Questa storia partecipa alla maritombola di maridichallenge.
 
Buon Natale, anche se in ritardo.
 
 
In cui Ade dimostra di non essere in grado di dire di no.
 

È ora di colazione quando Thanatos irrompe con foga nella sala da pranzo.

Persefone si sta sistemando i capelli in una treccia laterale, mentre attende con pazienza che il tè caldo si raffreddi, Ade sorseggia il suo caffè nero bollente e con un dito scorre distrattamente le notizie dell’Ecaverno sull’iPad.
«Tua madre non ti ha insegnato a bussare?» domanda il dio dei morti con tono sarcastico, senza sollevare lo sguardo.
«Sapessi quante cose non mi ha insegnato…» borbotta Thanatos mettendosi a sedere di fronte al suo capo.
Quella mattina ha un aspetto più scomposto del solito: una canotta stracciata emerge dalla giacca di pelle lasciata aperta, i capelli sciolti gli cascano a ciocche di fronte agli occhi rossi e la barba incolta gli circonda il mento.
«Ha chiamato la comunità di recupero da cui sei scappato» commenta Ecate entrando con una pila di documenti e squadrandolo con aria di disapprovazione «Dicono che nessuno ha firmato le carte per la dimissione».
«Sì, sì, molto divertente» risponde Thanatos, liquidandola con un gesto della mano per poi voltarsi nuovamente verso Ade «Capo, mi serve un anticipo sullo stipendio».
Questa volta ottiene l’attenzione completa di tutti i presenti.
«Oddio, hai davvero un problema di droga?» domanda Ecate assumendo l’aspetto di una preoccupata quarantenne.
«Ti sei bevuto tutti i risparmi?» inquisisce anche Persefone.
Ade le ignora, ma solleva un sopracciglio e attende una spiegazione ragionevole.
«Ho aperto un’attività assieme a Eros» borbotta il dio della morte «Si tratta, uhm, di un esercizio commerciale dedicato alla vendita di articoli utilizzati per l’intrattenimento personale a livello fisico e psicologico da individui di ogni sesso ed età, ecco».
«Oh, ma che meraviglia! Avete aperto una ludoteca!» esclama la figlia di Demetra congiungendo le mani e sorridendo estasiata.
«Non esattamente…»
«Definisci “non esattamente”» ordina Ade appoggiando la tazza.
«Potrebbe trattarsi di un sexy shop…»
Silenzio.
«Scordatelo» conclude il dio dei morti prendendo in mano i documenti portatigli da Ecate.
«Oh, ma dai!» esclama Persefone saltando in piedi «Ci tiene tanto!»
«Sì, Capo, ci tengo tanto» celia Thanatos sbattendo vistosamente le ciglia.
«Che, me lo fai lo sconto?» domanda invece Ecate e ad un cenno positivo dell’amico anche lei si gira verso Ade e inizia a dare manforte ai due spostati «Dai, Ciccio, pensa che almeno si tiene occupato, è indice di una maturazione mentale, si prende delle responsabilità!»
Il dio dell’Averno si massaggia le tempie con due dita e sospira, seccato.
«E poi io non ho mai visto un sexy shop!» aggiunge sua moglie con tono estasiato.
«E continuerai a non vederlo!» esclama il dio dei morti.
«Oh, andiamo! Sarebbe così stimolante!»
«No».
«Una volta sola?»
«Non ci andremo. Fine della discussione».
«Peccato» mormora Persefone abbassando lo sguardo «Vorrà dire che chiederò a papà di portarmici, non credo farà storie».
Ade contrae le dita, rimanendo fermo con i fogli a mezz’aria (fogli che, per altro, si spiegazzano tutti sotto la pressione delle sue mani), solleva gli occhi e si mette a fissare intensamente i presenti.
«Vi odio, tutti».
«Grazie, Capo! Anche io ti amo!»
«Sparisci, imbecille!»
 
Un mese dopo.
«Ripetetemi perché sono qui».
«Perché io non ho mai visto un sexy shop e non so nemmeno cosa ci vendano!» esclama Persefone tutta esaltata.
«Sì, ma comunque non capisco perché ci sono dovuto venire anche io» borbotta Ade squadrando dubbiosamente la porta scura del negozio.
«Eddai, Capo, controlli il tuo investimento!» risponde Thanatos aprendo l’uscio e facendo strada.
«Yo!»
Il ragazzo che li saluta da dietro il bancone ha riccioli biondi e occhi celesti, i lineamenti del volto sono morbidi e lineari, e quando sorride sembra illuminare la stanza. Persefone pensa di non avere mai visto niente di più bello in vita sua, ne rimane abbagliata e per qualche secondo non riesce a evitare di fissarlo; strano, si dice, credeva di essersi abituata ad essere circondata da gente vergognosamente bella, soprattutto visto che Thanatos non si allontana mai dalla reggia.
«Vuoi una foto, carina?» domanda il giovane con un sorriso ironico.
Ade gli mostra il dito medio e prende per mano sua moglie con fare protettivo.
«Che palle, Capo, stava scherzando!» borbotta il dio della morte avvicinandosi all’amico e battendo il cinque.
«Se non sapessi che è Hypnos tuo fratello, penserei che siete parenti».
«Oh, beh» risponde il biondo scrollando le spalle «Sai come si dice: la morte e l’amore vanno di pari passo e cazzi e mazzi. Comunque io sono Eros e tu devi essere…»
«Persefone» risponde la giovane sorridendo e stringendogli la mano «È un piacere».
Una Ecate appena ventenne, entrata assieme a loro, solleva un sopracciglio e fa scoppiare rumorosamente una gomma da masticare, mentre si accosta al bancone e ci si siede sopra, piazzandosi con nonchalance tra il dio dell’Amore e la dea della Primavera, onde evitare che ad Ade scoppi un embolo.
«Carino questo posto» esordisce «Che mi posso comprare?»
Eros le sorride sornione e si mette a cercare qualcosa nell’armadio alle sue spalle.
«Questo potrebbe piacerti» ridacchia mostrando una scatola rosa «È l’Ambrosia vibe, un fallo indossabile dotato di un processore che percepisce gli stimoli, li elabora e invia un segnale a un ovetto posto in concomitanza del clitoride, facendolo vibrare».
«Ma è un gioiellino! Lo voglio!»
Ade smette di ascoltare la conversazione, maledicendo la curiosità di sua moglie, che al momento è estremamente impegnata a girare tra gli scaffali, osservando con occhi attenti la merce esposta.
«Senti» mormora a mezza voce prendendolo da parte «A cosa credi che serva quello?»
Il dio dei morti osserva a metà tra l’affascinato e l’inquietato un grosso cuscino con un vibratore dalla forma nera e oblunga posto nel centro.
«Non te lo compro» borbotta rendendosi conto di essere imbarazzato «Credo sia un coso, un coso per sì, insomma uno di quelli che vibrano».
«Oh!» risponde solo Persefone, passando ad altro «Credi che mi starebbe bene un completino di quel genere?»
Suo marito quasi si strozza osservando il succinto miniabito in latex nero, la sola idea della dea primavera stretta in un vestito simile riesce a togliergli il fiato.
«Magari lo compriamo un’altra volta» alita piano stringendole la mano.
Persefone trattiene una risatina e si volta verso di lui per posargli un bacio gentile sulle labbra.
Fa per dirgli qualcosa, ma viene interrotta dalla porta del negozio che si apre con un rumore sordo, lasciando entrare due volti noti. Afrodite si fa strada nel Sexy Shop con passo sicuro e l’aria di chi in negozi come quello ci ha passato metà della sua vita, non c’è traccia di imbarazzo sul suo volto, né di giudizio nel vedere chi c’è all’interno. Dietro di lei, con aria mesta, cammina Ares, che rivolge a malapena un cenno ai presenti.
«Ciao Mamma!» la saluta Eros da dietro il banco «Padre».
«Figlio» borbotta il dio della guerra agitando mollemente una mano.
«Tutto bene, ciccio?» gli domanda Ecate ancora seduta di fianco ad Eros.
«Sì, sì, lasciatelo stare. È solo depresso perché due mortali sono riusciti a spezzare una maledizione che gli ha lanciato addosso. Io, invece, sono qui per ritirare il mio Jessica Rabbit!»
«Cos’era? Un MK2?» chiede il figlio chinandosi sotto la cassa e osservando i pacchi degli ordini.
«No, tesoro, un Double Bunny».
«Oh, ma certo, eccolo! Sono 40 dollari».
«Stai scherzando, spero!? Prezzo pieno? Non mi fai nemmeno uno sconto?» domanda con aria scocciata la dea.
Ares sospira, lasciando che suo figlio e la sua amante se la vedano tra di loro («Hai già esaurito le carte sconto, Mamma!»), si avvicina ad Ade con aria sconsolata mentre in sottofondo voci concitate continuano a discutere («Ma se metà di questi oggetti li ho inventati io! Dovresti regalarmeli!»).
«Ciao Zio».
La risposta del dio dei morti è un mugugno seccato.
«Vedo che nemmeno tu ti sei salvato; sapevo che i tuoi sottoposti non erano del tutto normali, ma credevo che mia sorella fosse la più sana di mente della famiglia» continua il dio della guerra osservando Persefone mentre chiede consigli per gli acquisti a una entusiasta Afrodite.
«Lo credevo anche io» borbotta Ade passandosi stancamente una mano sugli occhi «Che ci fai qui, piuttosto? Pensavo che voi due non vi faceste più vedere in pubblico assieme, per salvare le apparenze».
«Lasciamo perdere. Oggi è stata una giornataccia, la mia maledizione si è spezzata e per di più continuo a sentirmi dire stronzate sull’amore che vince sempre da almeno venti minuti».
«Ringrazia il cielo, io sono venti minuti che sento descrizioni di diversi tipi di vibratori. Ho scoperto oggetti di cui avrei sinceramente preferito continuare a ignorare l’esistenza».
«Quante storie, Capo!» interviene Thanatos intromettendosi nella conversazione «Guarda facciamo così, visto che ti vedo un po’ sbattuto (e non certo in senso positivo) ti regalo un buono di cento dollari da spendere nel prossimo mese!»
«Oh! Possiamo usarlo?» domanda Persefone con gli occhi che luccicano.
Il dio dei morti sospira, pensando a quanto ci metterà a circolare la notizia che lui e sua moglie sono andati a farsi un giro nel sexy shop di Eros; immagina i commenti dei suoi fratelli (che saranno solo oltraggiati perché loro non ne sapevano niente) e soprattutto quelli di Demetra.
Oh beh, al diavolo, si dice nel vedere il completino da cameriera che sua moglie appoggia sul bancone, mica vuole offendere una persona di buon cuore come Thanatos rifiutando un regalo.
«Solo se mi permetti di comprare quei nastri di seta nera» le sussurra all’orecchio avvicinandosi.
«Per cosa?» domanda Persefone con un sorriso sghembo.
«Per legarti al letto, ovviamente».







   
 
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