Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: lady doolb    28/12/2014    0 recensioni
Erwin, lontano da tre mesi dalla sua squadra ritorna, desideroso di rivederla e di rivedere anche il Capitano Levi al quale era molto mancato.
Un po' di tempo in una stanza buia e...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitano, devi eseguire gli ordini!-
-Si comandante- rispose deciso il capitano con un sorriso malizioso. Senza farselo ripetere due volte legò i polsi del comandante dietro la schiena e lo rinchiuse in una stanza buia. -Sei stato via per troppo tempo, non puoi pretendere che sia carino con te, dovrai subire una punizione...- disse il capitano con sguardo severo. Tre mesi di lontananza erano stati troppi. Le notti sole erano diventate insopportabili. Più volte si era ritrovato con le mani nei pantaloni, in camera sua, di notte, pensando al comandante.
Se non lo avessero chiamato per un compito importante in città, forse sarebbero stati insieme in questi tre mesi. E lui non avrebbe pensato troppo al suo bisogno fisico, immaginando cosa avrebbe potuto fargli.
Ma il comandante era andato ad eseguire gli ordini, e lui era rimasto con la sua squadra, nella fortezza nei boschi; con quella lagna di ragazzino titano che gli stava addosso! Aveva addirittura provato a sedurlo! Ma da capitano fedele al suo comandante lo aveva respinto, sebbene il giovane era riuscito a farlo eccitare. Ricordava bene che quella sera non era riuscito a dormire. Sentiva il suo membro duro, stretto nei pantaloni, e il suo corpo urlava il bisogno del suo comandante.
-Sono stati tre lunghissimi mesi, comandante- disse il capitano Levi -ho sofferto molto- aggiunse -ho pensato molto- continuò -a noi. A lei, comandante. A quello che le avrei fatto una volta tornato...-
-Faccia tutto quello che vuole, me lo merito. Mi faccia impazzire, capitano- implorò il comandante inginocchiato su una spessa coperta stesa a terra, sopra lo stemma della scouting legion. La stanza era semibuia ma vedeva comunque il profilo del corpo minuto del capitano Levi. Un uomo forte e coraggioso, che sapeva combattere al pari di dieci uomini. Il suo braccio destro, il suo amico, il suo compagno, e il suo amante.
Tre mesi lontani erano stati una dura prova per lui. Il suo fascino catturava l'attenzione di molte donne che non nascondevano il desiderio di voler trascorrere una notte con lui. Ogni volta che ciò accadeva, lui rifiutava pensando al capitano,  e ogni volta, la notte, non dormiva, oppure sognava di trascorrere la notte con lui, svegliandosi solo e con la necessità di calmare le sue voglie. In quei momenti, mentre si massaggiava il suo pene, pensava a lui, stringeva il cuscino fingendo che fosse il capitano. Ogni mattino seguente, si svegliava vuoto e solo, con l'irrefrenabile desiderio di cavalcare a tutta forza il suo cavallo e andare da Levi. Voleva prenderlo, sbatterlo in un angolo e fotterlo, con tutta la forza che aveva, per poi coccolarlo e baciarlo facendo l'amore, dolcemente.
-A cosa pensi, Erwin?- gli chiese mentre si abbassava alla sua altezza, per sfiorargli le labbra con le sue.
-A cosa potrei farti, se non mi avessi legato le mani- rispose con la sua voce sexy fece tremare Levi, che riprendendo lucidità rispose -tu non farai nulla, sarò io a farti impazzire sta notte!- e con mani desiderose gli aprì la camicia bianca, scorrendo con le dita sul suo petto e scendendo fino al bacino, facendolo fremere.
-Akerman!- sospirò
-Zitto- lo intimò Levi tappandogli la bocca con una mano. Il comandante obbedi. Lentamente il capitano si slacciò i pantaloni per lasciare più spazio alla sua erezione. Spinse il comandante a terra, le braccia legate dietro la schiena lo fecero restare inarcato. Le gambe distese e divaricate mostravano il grande rigonfiamento all'altezza della cintura. Le mani scorrevano sul corpo del comandante, accarezzando i muscoli lisci e scolpiti. Iniziò a disseminarlo di  baci, dalle labbra al collo, e da lì al petto, scendendo al ventre e fermandosi prima della cintura dei pantaloni.
Levi lo guardò -Levi ti prego, sto impazzendo- implorò l'altro bloccato a terra sotto il peso del compagno.
-Per te sono il capitano Levi- rimproverò il moro con il suo solito sguardo truce.
-Ah davvero?- chiese stupito Erwin -allora capitano, in qualità di suo superiore le ordino di liberarmi subito!- pretese il comandante ormai preda del desiderio.
Levi non seppe come interpretre quell'ordine, se come un ordine da obbedire o come un gioco perverso che il comandante aveva iniziato.
-Con tutto il rispetto, comandante, no- rispose Levi -se riuscirà a liberarsi da solo, potrà fare ciò che vuole- aggiunse sfidandolo. Il suo sguardo ora era pieno si malizia: sperava che Erwin riuscisse a liberarsi e gli saltasse addosso con tutta la foga che aveva in corpo.
Detto fatto, Erwin non attese oltre. Con un colpo di reni, fece spostare Levi e con un'altra mossa, con agilità, fece scivolare le braccia dietro le gambe e facendole arrivare davanti; da così con la bocca, usando i denti, slegò il nodo e si liberò i polsi.
Levi lo fissò per tutta quella manovra, sorridendo -lo sapevo comandante, sapevo che ce l'avresti fatta-
-Già, e ora tocca a me- rispose Erwin liberandosi del tutto dalla giacca e camicia che prima Levi gli aveva sbottonato. Questa volta fu Levi ad essere al tappeto, sbattuto violentemente a terra, Erwin sopra, con mani avide gli slacciò i pantaloni sfilando anche i suoi.
Iniziò a disseminarlo di baci, i loro bacini si strusciarono, aumentando, se possibile, ancor di più la loro erezione che ormai metteva a dura prova le loro mutande. Gli ansimi del capitano eccitavano tantissimo Erwin che doveva concentrarsi al massimo per non cedere al desiderio animale, e continuare quella tortura sensuale al suo piccolo uomo.
Dannazione a lui e al suo essere così piccolo e invitante! Pensò ansimando.
-Cazzo, Erwin, deciditi!- sbottò Levi aggrappandosi alle spalle del compagno che da sopra lo osserva, mentre con le mani gli stuzzicava il membro attraverso i piccoli boxer bianchi.
Erwin ringhiò, rifiutandosi di ascoltare quella supplica; Levi sollevandosi contraendo gli addominali arrivò alle labbra del comandante per poi scivolare al collo, morsicandolo. Erwin, non si lasciò sfuggire nessun movimento: i muscoli guzzanti del capitano, nella penombra della stanza chiusa, perlati da un velo di sudore derivante dell'eccitazione del momento; le sue labbra socchiuse che si avvicinavano alle sue e lo sguardo preso di colui che sta impazzendo alla vista dell'amato. Erwin non si lasciava sfuggire certi dettagli.
E il morso, quello era segnale che il suo.                                 compagno era al limite, che se non avesse iniziato sul serio, si sarebbe arrabbiato.
Ricordava bene l'ultima volta un cui ci aveva messo troppo: Levi, quella puttanella bastarda, si era così arrabbiato che, stufo di attendere, se ne era andato, ancora perfettamente eccitato. Era uscito dalla sua stanza mandandolo a fanculo, rivestendosi velocemente e  rinchiudendosi nella sua camera. Era rimasto solo, di merda, e ancora eccitato si era dovuto arrangiare per quella notte.
Questa volta sarebbe andata bene.
-Erwin!- ringhiò infatti la sua piccola puttanella. Amava chiamarlo così, e a Levi piaceva anche se non lo ammetteva.
Subito lo rispinse a terra, montandogli sopra, poi con un movimento veloce e violento gli sfilò i boxer gettandoli lontano. Il suo membro si liberò alto e duro proprio come se lo aspettava. Prese a massaggiarlo, mentre con l'altra mano si toglieva le mutande liberando, finalmente, anche il suo pene.
Una volta finito il massaggio a Levi, gli divaricò le gambe, infilandosi nel mezzo. Con un movimento fluido lo penetrò facendolo gemere e godendo anch'egli, muovendosi prima lentamente, poi man mano che il desiderio cresceva, più veloce. Levi sospirava e gemeva sempre di più, graffiandolo e aggrappandosi a lui; Erwin dal canto suo stava godendo maggiormente: il suo Levi, dopo più di tre mesi, aveva ancora il desiderio di stare con lui e questo lo faceva sentire ancora più amato di quanto pensasse.
Quel suo ondeggiare in Levi, quel movimento aumentò quando il piccolo capitano spostò leggermente l'asse della sua posizione, inarcando la schiena di più, segno che ormai sarebbe venuto.
Erwin accelerò ancora, ansimando, ruggendo e ringhiando in conseguenza ai graffi e morsi che subiva dal suo compagno. Nessuno mai lo aveva fatto impazzire come sa fare Levi.
Un'ultima spinta e tremando, venne contemporaneamente al capitano; gli venne dentro, tirandolo a sé per affondargli meglio un'ultima volta. Sollevò la testa, buttandola  indietro, sospirando, felice.
Lentamente tolse il suo pene da dentro il suo compagno, per poi crollare accanto a lui, ansimando dallo sforzo, mentre Levi gli accarezza il petto che ancora si sollevava dallo sforzo.
Si scambiarono qualche bacio, dolce e trasportato; la penombra della stanza rendeva magica l'atmosfera, finché Levi non si alzò e iniziò a rivestirsi; poi si avvicinò alla porta.
-Vai via di già?- chiede Erwin leggermente deluso da quella fuga. Dopotutto era il loro primo incontro dopo tre mesi, il fatto che se ne andasse così presto non era affatto piacevole.
-Si, esco a prendere aria. Alla prossima- disse aprendo la porta.
-Sei proprio una puttanella- aggiunse Erwin con un sorrisino malizioso.
-Si, la tua puttanella- risponse il capitano con un occhiolino.




cccciaooooo belli <3
allora ho dovuto farne una su Rivaille (o Levi che è più veloce da scrivere anche se preferisco Rivaille) ---> è la MIA PUTTANELLA <3 <3
ed Erwin, beh Erwin.... è sesso quell'uomo, ma preferisco Rivaille-ossessione mia sorry-
devo informnarvi che più volte ho già disegnato Leviputtanella con abiti da donna, più precisamente in uno stesso schizzo, l'ho fatto con i vestiti delle principesse disney *arrossisce* alice smettila di sfotterti così! hehehehee *imbarazzo*
ehm comunque non so che dirvi, spero vi piaccia :) love love baci baci abbracci abbracci ciao ciao <3 alla prossima.
ps.la prossima è una Cherik
pps. la prossima Cherik è AU
ciaoooooo <3
 
 
   
 
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