Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: hp_in_my_heart    28/12/2014    3 recensioni
Per la vostra gioia *i lettori si ritirano disgustati* sono tornata ad infestare il fandom di Harry Potter. Non credevo che mi sarebbe capitata l'occasione, ma sto pubblicando una Sirius/Harry, io che mi credevo incapace di scrivere storie slash. Ebbene, questa è il primo esperimento serio. Ambientata per metà durante il quinto libro e per metà durante il settimo. Sirius è coinvolto sentimentalmente con Harry... Cosa succederà?
[Questa storia partecipa a "L?amore che non osa pronunciare il suo nome contest" indetto da Mary Black e Stevia sul forum di EFP.]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nickname sul forum: hp_in_my_heart
Nickname su EFP: hp_in_my_heart
Titolo della storia: An unexpressed Christmas wish.
Pacchetto scelto: pacchetto 7
Rating: arancione
Contesto: seconda guerra magica (morte di Sirius/ricerca degli Horcrux)
Genere: introspettivo, triste, malinconico
Note/avvertimenti: tematiche delicate, relazione adulto/minore
Note dell'autore: dunque, vediamo se riesco a spiegare un po' il mio intento dietro questa storia. Nella prima stesura, prevedeva la descrizione della morte di Sirius col punto di vista dello stesso Sirius, poi, per rispettare il pacchetto che mi era stato assegnato, ho dovuto rimaneggiare un po' la trama. L'idea di R.A.B mi è spuntata quasi per caso, non ci doveva essere all'inizio, ma Harry ha fatto un po' come gli pareva, spero di non essere andata fuori tema. La seconda parte col punto di vista di Harry si svolge in un momento della ricerca degli Horcrux, uno qualsiasi tra quelli che il trio passa a Grimmauld Place. Ah, sì, la storia della divisa di Sirius: è senza cravatta e senza stemma della Casa perchè, per come la vedo io, Sirius è sempre stato diviso tra Grifondoro e Serpeverde. Un po' come succede a Harry, magari il Cappello voleva mandarlo a Serpeverde, ma lui ha scelto Grifondoro. Il che è precisamente il motivo per cui la biancheria da letto ha i colori di Serpeverde, per rendere più evidente il conflitto tra le due Case del quale Harry è il centro. Per quest'ultimo, il conflitto è canon, per Sirius no, ma probabile, per questo la sua divisa non ha stemma. Infine, ho scelto Hogwarts per questa scena perchè entrambi sono molto legati alla scuola.  Spero di essermela cavata bene con le scene hot, non ho molta esperienza di scrittura nel campo delle scene omoerotiche. Detto questo, bè, spero di aver reso l'idea dell'amore disfunzionale, soprattutto da parte di Sirius.


An unexpressed Christmas wish.

 

 


Oggi il mio passato mi ricorda che io non so sfuggirti senza fingere... E che non posso sentirmi libero dalla tua corda, dal tuo patibolo...
[Veleno, Subsonica]

 

Sirius batté le palpebre un paio di volte, confuso. Era quasi certo di non trovarsi dove avrebbe dovuto stare: l'ultimo ricordo che aveva era di lui che si sdraiava sul suo letto a Grimmauld Place, ma quella non era affatto la casa dei suoi genitori, da quel poco che poteva vedere. La luce fioca che riempiva l'ambiente illuminava una stanza circolare, quasi del tutto identica a quella dei dormitori a Hogwarts. Hogwarts? Che strano, lui non ci metteva piede da almeno due anni.

La stranezza della situazione lo portò a tastarsi il corpo con le mani, dato che ancora non poteva vedere bene, anche se la luce stava aumentando In modo ancor più strano, si accorse che indossava una divisa della scuola, senza cravatta e senza stemma della Casa, ma della sua taglia. Dov'era finito il pigiama?

Quando la luce si intensificò un pochino, poté guardarsi intorno. Solo allora notò un letto a baldacchino, del tutto uguale a quello che aveva a Hogwarts, soltanto che i colori della biancheria da letto erano quelli di Serpeverde. Decisamente, c'era qualcosa che non andava.

Si stupì ancor di più quando notò che il letto non era affatto vuoto, come aveva pensato in un primo momento. Era sicuro che prima fosse stato intatto, come se la persona che lo occupava si fosse materializzata solo quando lui l'aveva osservata.

Ora che poteva muoversi senza rischiare di sbattere contro una parete, perchè la luce era aumentata tanto da permettergli di vedere bene, si avvicinò al mobile. Solo allora poté vedere più chiaramente la persona che vi era sdraiata sopra. Ci mise quasi un minuto per riconoscerla, così confuso e impacciato com'era, ma quando ci riuscì, sentì un groppo formarglisi in  gola. Avrebbe riconosciuto quella persona ovunque. Si chiese perchè mai il destino dovesse infierire così tanto su di lui da torturarlo e, allo stesso tempo, irretirlo in quel modo.

A quel punto, era ovvio che fosse un sogno. Nella realtà, mai quel ragazzo dagli occhi verdi, così simile al suo migliore amico morto, lo avrebbe guardato con quello sguardo concupiscente mentre era sdraiato a stella marina su un letto, privo del pezzo sopra della divisa. Sirius percepì qualcosa sciogliersi nel fondo del petto, e si sedette accanto a Harry.

Non gli importava se era un sogno o no, voleva solo godersi quella fortuna finché fosse durata. Quindi, per non sprecare neanche un minuto, si piegò sul petto di Harry, lasciando una scia di baci bollenti, soffiandoci sopra e succhiando un po' la pelle. Quando il ragazzo rispose con un gemito roco a quelle attenzioni, lui perse completamente il controllo. Da lì in poi, avrebbe fatto solo quello che gli andava di fare, e tanti saluti alla razionalità. Sirius è occupato, ripassi più tardi.

"Sirius..." mugolò il ragazzo sdraiato sul letto, evidentemente in preda al piacere.

Il momento dopo  si ritrovò, ansimando senza ritegno, accucciato tra le gambe aperte di Harry, mentre lottava con i pantaloni, cercando di toglierli con dita tremanti. Il tintinno metallico della cintura che si sganciava lo informò che c'era riuscito, e lui spinse i pantaloni più in basso per toglierli del tutto, rivelando così l'intimo del ragazzo.

Si prese un momento per osservare la virilità del figlioccio, ben sveglia, infine tolse anche l'ultimo ostacolo. La osservò di nuovo, come ipnotizzato, poi ne accarezzò leggermente la punta. Non voleva essere troppo irruento, per non spaventare il proprietario di cotanta meraviglia, ma davvero non ce la faceva più. La sua mano cominciò a muoversi dolcemente per tutta la lunghezza.

Quando fu sicuro che Harry non lo avrebbe affatturato o che il tutto non sarebbe sparito in una bolla di sapone, si chinò di più, quanto bastava per prendere l'asta in bocca. I gemiti di Harry gli dissero che gradiva questo trattamento, e che era quasi all'orgasmo.

Crudelmente, si staccò da lui poco prima che venisse, premendo sul suo fianco per fargli capire che doveva voltarsi. Prima che il compagno si girasse, però, i loro occhi si incontrarono. Sirius si accigliò, stupito. Gli occhi del ragazzo non erano più verde smeraldo, ma erano diventati nocciola. Fece per dire qualcosa...

E si trovò nel suo letto, sudato, affannato, con le coperte avvolte intorno al corpo a mo di sudario, come succedeva spesso quando aveva un incubo. Gli pareva quasi di avere ancora addosso l'odore intossicante di Harry, probabilmente a causa del fatto che vivevano nella stessa casa e quell'odore era ovunque. O forse, aveva solo bisogno di un buon Medimago.

Non era proprio un incubo, quello: era solo l'ennesimo sogno erotico che faceva sul figlio del suo migliore amico, nonché suo figlioccio e parente alla lontana. Ne aveva avuti di peggiori, senza dubbio. Anche la fine era stata abbastanza usuale: il contesto cambiava quasi ogni volta, ma gli capitava spesso di sognare di scoparsi Harry, salvo poi una sua trasformazione in James alla fine del sogno. Ormai ci era abituato e non si chiedeva neanche più il perchè.

Sapeva già tutto quello che c'era da sapere riguardo quei sogni: sognava di farsi Harry perché voleva farsi James, quando era vivo. In verità, non era corretto dire che voleva farsi James: certo, c'era stato quel desiderio fisico quasi insopprimibile, ma piuttosto era più giusto dire che ne era ossessionato.  Non era mai riuscito a liberarsi di quel pensiero e si era sempre chiesto se per caso stesse impazzendo. Il suo figlioccio era così simile al padre da scatenare il suo desiderio represso. Bastava dimenticarsi che Harry aveva gli occhi verdi e poco più di quindici anni, e poteva fingere di avere ancora accanto James.

Per evitare di saltargli addosso, quindi, si era costretto a rifugiarsi in soffitta con Fierobecco, uscendone solo quando era necessario, ovvero per i pasti, per dormire e poco più. Non si era ancora abituato ad averlo intorno per tanto tempo e preferiva isolarsi per evitare atti inconsulti. Cantava sciocche canzoncine di Natale perché non voleva che gli altri venissero a chiedere cosa c'era che non andava.

Sapeva di non essere capace di stare lontano da Harry senza fingere che lui fosse da un'altra parte,a Hogwarts, a Diagon Alley, insomma ovunque ma non nella sua stessa casa. La prova di questo l'ebbe quando si ritrovò con lui davanti all'albero genealogico dei Black: aveva fatto un'immane fatica per parlargli normalmente. Gli faceva piacere parlare con lui, ma farlo sarebbe stato molto più facile se avesse potuto sfogare i suoi istinti.

Censurò immediatamente quel pensiero, per quanto vero potesse essere. Era ben consapevole che non sarebbe mai riuscito a liberarsi del ricordo di James e nemmeno voleva farlo. Ma da lì a pensare ad Harry in quei termini, c'era un abisso. Comunque, non sarebbe mai riuscito a liberarsi dal cappio che si sentiva intorno al collo ogni volta che pensava a Harry e, indirettamente, a James.

Di certo, non si sarebbe mai azzardato a esprimere un simile desiderio. Poteva mentire con tutti, ma non a se stesso: il regalo più gradito per Natale sarebbe stato Harry, il suo corpo. In verità, sapeva che quel desiderio era solo il modo che James aveva trovato per torturarlo dall'oltretomba. Voleva bene al figlioccio, naturalmente, ma quello che provava faceva sì che il suo giudizio su di lui fosse distorto.

Sirius si rigirò tra le coperte, cercando una posizione più comoda per provare a riaddormentarsi. Era certo che sarebbe stato svegliato dallo stesso sogno, ma doveva provare a dormire, altrimenti avrebbe dovuto affrontare i grossi problemi che venivano con la mancanza di sonno. Lottò ancora un po' con i pensieri che affollavano la sua mente, infine si addormentò. Con l'ultimo briciolo di razionalità che gli restava prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, vide nella sua mente Harry trasformarsi ancora  in James, solo cambiando il colore degli occhi.

 


                                                                          ***


Harry era ancora stordito, annichilito dal senso di perdita. Sirius, il suo padrino, l'uomo che gli mandava lettere con grossi uccelli tropicali, era morto. Lui stesso l'aveva visto cadere dietro il velo e non l'aveva seguito per salvarlo solo perchè qualcuno l'aveva trattenuto.  Erano passati mesi, ma ancora si svegliava in preda agli incubi sognando la morte del padrino.

Aveva già abbastanza problemi -la ricerca degli Horcrux, per dirne uno,- ma quel luogo gli ricordava troppo Sirius. D'altronde, era sempre la sua camera da letto in Grimmauld Place. Non sapeva neanche lui perchè aveva scelto proprio quella camera, o forse sì- voleva solo illudersi che Sirius sarebbe entrato da quella porta, sorridente come sempre. Ma era, appunto, un'illusione.

Si sentiva strano, agitato. Era sdraiato sul letto, ma non dormiva, non poteva dormire. Aveva altri problemi: era un adolescente coinvolto in una guerra, braccato, e straziato dal proprio dolore. Sapeva che aver scelto quella camera era stato un grosso errore, ma non era stato in grado di resistere alla tentazione. Voleva qualcosa che gli ricordasse Sirius e, per quanto questa cosa lo facesse soffrire, non riusciva a trovarci nulla di sbagliato.

Inevitabilmente, si ritrovò a pensare alla morte di Sirius.

Combattevano fianco a fianco, nella stanza col velo dell'Ufficio Misteri. Si trovavano proprio sulla piattaforma che lo ospitava.
All'improvviso, Harry fece partire un incantesimo che andò a segno. Non fece molti danni, però.
“Bel colpo, James!” Disse Sirius continuando a combattere.
In quel momento, ad Harry sembrò che lo avessero preso a pugni nello stomaco. Aveva capito: Sirius passava così tanto tempo con lui perchè gli ricordava l'amico morto. Comunque, costretto dalle circostanze, riuscì a combattere con lucidità, finchè Sirius non cadde dietro il velo.

Si accorse che le lacrime avevano superato la barriera delle palpebre solo quando, distrutto, si strofinò gli occhi con una mano nel tentativo di alleviare il bruciore. Nonostante la scoperta, non era riuscito a odiare il padrino. Forse perchè a volte sentiva una strana tensione da parte sua, una tensione che lo spaventava e gli faceva piacere allo stesso tempo.

A volte, aveva fatto qualche sogno un po'... erotico sul padrino. Era strano pensare a Sirius in quei termini, ma anche, in un certo modo, eccitante. Non avrebbe mai osato esprimere un desiderio del genere, nemmeno a Natale, però gli sarebbe piaciuto cercare di baciarlo, anche solo per sapere cosa si provava. A volte gli pareva che il loro rapporto si distruggesse piano piano, senza che loro potessero fare qualcosa per riportare le cose come erano prima.

Scosse la testa, arrabbiato con se stesso. Non era proprio il caso di fare questi pensieri su un morto, soprattutto se con quel morto aveva un rapporto come quello che aveva avuto con Sirius e non ne aveva ancora superato la perdita.

Con gli altri doveva sempre fingere, fingere che andasse tutto bene e di non avere questi pensieri, ma la situazione cominciava a pesargli. Forse e soprattutto perchè Sirius lo torturava dall'oltretomba e non riusciva a liberarsi da quel cappio. Non potersi sfogare era orribile, ma comunque poteva ammettere i suoi pensieri sul padrino solo nella sua testa. Pensò che, forse, avrebbe potuto parlare loro della scoperta che aveva fatto riguardo al rapporto tra Sirius e James, ma decise che era meglio di no. Non sapeva spiegarsi perchè, ma sentiva che non era la cosa giusta da fare.

Questo, però, non lo aiutava a fare i conti con i suoi demoni. E i suoi erano demoni  ben difficili da sconfiggere. Quasi quasi era contento di avere la guerra a distrarlo, perchè così non aveva molto tempo per stare a rimuginare. Era consapevole, però, che non era quello il modo di guarire dalla sua malattia.

La mano corse al medaglione che si portava sempre dietro e lo aprì. Ormai sapeva cosa significava la scritta R.A.B sul bigliettino che conteneva e pensò che, forse, poteva fare qualcosa per cambiare la propria situazione. Forse, scacciando un fantasma dalla vita di Sirius, sarebbe riuscito a scacciarne uno dalla propria.

Era ancora arrabbiato se pensava al prezzo che aveva dovuto pagare per averlo, tuttavia era uno strumento a sua disposizione e lo avrebbe sfruttato. Ben deciso a vendicare R.A.B, sperando di liberarsi del fantasma di Sirius,strinse con forza il medaglione, cercando di farsi coraggio.

L'unica cosa che restava da fare era convincere i propri amici ad andare alla ricerca del medaglione. Era certo che non sarebbe stato facile, ma per Sirius avrebbe fatto di tutto. Tranne ammettere con i suoi amici quello che provava nei confronti del padrino.

Con uno scatto deciso, si alzò e scese al piano di sotto.

 

 

 

 

 

 

                                                                  

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: hp_in_my_heart