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Autore: Jessica Fletcher    28/12/2014    4 recensioni
Christian, i suoi fratelli, la sua famiglia.
Com'è andata veramente quando Christian ha parlato per la prima volta dopo essere stato adottato dai Grey? quali sono i suoi veri rapporti con Elliott? E come si inseriscono i loro genitori adottivi in tutto questo?
Ho fatto qualche ipotesi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carrick Grey, Christian Grey, Elliot Grey, Grace Trevelyan Grey, Mia Grey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Posso?

Dirà di sì


POV Christian


"Ehi, fratellino!"
Elliott è appena entrato nel mio ufficio e mi sta sorridendo dalla porta.
Non so se questo nomignolo che ogni tanto ancora mi dà, mi irrita o mi fa sorridere. Forse tutte e due le cose insieme.
Comunque decido di stare al gioco.
"Lelliott! Che piacere! Qual buon vento ti porta qui?"
"Beh, sono venuto ad offrirti un caffè e a fare due chiacchiere. Se non sei troppo occupato"
In effetti è un momento piuttosto calmo e una chiacchierata con Elliot la faccio volentieri; anche se ho il dubbio che stia tramando qualcosa.
In effetti, qualche minuto dopo al bar, dopo avere scambiato i soliti convenevoli se ne esce con un:
"Posso chiederti una cosa?"
"Spara!" devo confessare che sono veramente curioso;
"Io...ehm...volevo dire...ehm... Vabbè: com'è che hai chiesto ad Ana di sposarti?"
Cavolo! Come mai mi chiede una cosa del genere? Cosa mai avrà in mente, soprattutto adesso che siamo già rientrati dalla luna di miele e che le cose vanno abbastanza bene, pur con qualche screzio?
Ci penso un po' sopra, prima di rispondere, poi scoppio a ridere:
"Elliott, meglio che lasciamo perdere! E' una storia piuttosto lunga. La prima volta che gliel'ho chiesto...beh, diciamo che non ero molto in me, diciamo pure così. Però, però lei mi ha promesso di pensarci sopra e, qualche giorno dopo, ha risposto di sì. Così gliel'ho chiesto ufficialmente, con l'anello e tutto il resto"
"Ed è stato quando hai arredato la rimessa delle barche con i fiori e le candele!";
"Già! Proprio così! L'ho portata lì e gliel'ho chiesto, in ginocchio, come un cavaliere d'altri tempi. Poi ci siamo baciati e..."
Sorrido al solo pensiero di quella sera.
"E avete fatto l'amore, immagino. Che cosa romantica! Non ti facevo così romantico, fratellino. Devo dire che mi hai stupito. Anzi in realtà ci hai stupiti tutti: non ti avevamo mai visto con una ragazza e, in pochi mesi, ce la presenti, ti fidanzi e ti sposi!"
Lo guardo di sottecchi; dove vuole andare a parare?
"Ci hai stupito tutti" ripete "Soprattutto perché pensavamo, beh, pensavamo che tu fossi gay!"
Ecco dove voleva andare a parare.

"Io gay?" rispondo "assolutamente no! Ma come può esservi venuto in mente?"
"Beh: a 28 anni, non ti avevamo mai visto con una donna! Fai un po' te..."
Mi viene da ridere, so benissimo che mi credevano gay; gay celibe, peraltro. Cioè un povero sfigato che nemmeno aveva il coraggio di ammettere con se stesso la propria peculiarità. Ma a me, ai tempi, serviva. Meglio che mi credessero gay, piuttosto che anche lontanamente immaginare che razza di vita facevo. Però non posso dirlo; così faccio finta di cadere dal pero.
"Ma dove avevate gli occhi? Non vedevate che mi voltavo a guardare le belle donne? E anche quelle appena accettabili! E poi i miei modi di fare, di vestire...dai! era evidente che io non ero gay!"
"Ma sei così elegante, raffinato. Ti piacciono le cose belle, i dipinti, i vestiti costosi. Hai le mani curate, l'aspetto di chi veramente ci tiene alla propria persona. Guarda, lo sembravi proprio."

E qui scoppia a ridere!
Rido anch'io con lui, subito dopo ritorno serio. Vorrei arrivare al nocciolo della questione.
"Perché mi hai chiesto quella cosa?" gli domando;
"Quale cosa?"
"Di come ho fatto a dichiarami ad Ana. Sono passati alcuni mesi; perché me lo chiedi ora?"

"Perché vorrei chiederlo a Kate"

Kate! Kate Kavanagh: la migliore amica di mia moglie!
Però anche una ficcanaso, saccente e presuntuosa. Convinta di essere chissà che cosa per via dei suoi capelli biondi, del suo bell'aspetto e del fatto che è ricca di famiglia.
Non mi sopporta e io non la sopporto, non c'è proprio verso che possiamo andare d'accordo.
E ora salta fuori che mio fratello la vuole sposare, così diventeremmo anche parenti.
Cognati, per la precisione!
Che fregatura!

"Senti, Lelliott" ogni tanto anche a me piace chiamarlo col nomignolo che usavo quando eravamo bambini "mi vuoi dire che cosa ci trovi in quella donna lì?"
"E' straordinariamente bella sexy, intelligente, affascinante. Semplicemente la adoro. Quando sono con lei vorrei che il tempo non passasse mai, e non riesco a starle lontano nemmeno per un un minuto. E' che sono innamorato, realmente innamorato. Kate mi rende felice"

E così, finalmente, Lelliott è cotto a puntino: non posso dire di non capirlo perché provo le stesse cose per Ana.
E, anche se a me Kate non piace, se veramente è la persona che lo rende felice, come potrei ostacolare la loro unione?

"Solo..." continua mio fratello "solo che vorrei trovare un modo carino e romantico per dirglielo; ci terrei che fosse veramente speciale. Però vorrei anche che lei si sentisse tranquilla e a suo agio, come in una serata in famiglia o cose del genere. Ma non so se sia il caso chiederglielo davanti ai nostri genitori, o ai suoi. Cosa mi suggerisci?"

"Beh" rispondo, e mi scopro stranamente imbarazzato "io, la prima volta che l'ho chiesto ad Ana era in un momento tutt'altro che tranquillo e lei non era per niente rilassata. Preferisco non parlarne, ti basti sapere che era uno dei momenti più incasinati della nostra vita di coppia. In quel momento, per la prima volta, ho realizzato che avrei preferito essere morto piuttosto che perderla. Per questo gliel'ho chiesto."
Taccio un istante, perso nel ricordo di quella drammatica notte. Poi sospiro e, nel cercare di riprendere il filo logico del discorso, mi viene un dubbio, un dubbio che voglio dissipare immediatamente:
"Lelliot, non è per farmi gli affari tuoi; però dimmi: sei proprio sicuro? Non è che cambi idea e la pianti qualche giorno prima di portarla all'altare? E' la migliore amica di mia moglie, mi metteresti in un bel casino!"
"Chris, ma davvero mi credi capace di una stronzata del genere!"
 Elliot è quasi allibito.
"Beh sei sempre stato un gran donnaiolo! Certi dubbi sorgono spontaneamente"
"Sì, ho avuto molte avventure. Mi sono scopato quasi tutte le ragazze di Seattle: loro mi cercavano e io certo non mi facevo problemi. Ma nessuna è durata molto a lungo, me ne stancavo presto e le mollavo. Ma con Kate è diverso, lei è quella giusta. Ne sono sicuro. Questa volta faccio sul serio, te lo giuro"

Si ferma per un istante, poi prosegue "Sai perché ho avuto tante storie di poco conto? Lo sai, Chris, il perché?"
Faccio segno di no con il capo, anche se capisco bene che la sua domanda è puramente pleonastica.
"L'ho fatto per dimostrare a me stesso di potere attirare la loro attenzione."

Mi guarda e deve avere letto lo stupore sul mio volto. Così continua
"Sì, è stato per quello. E anche un po' a causa tua."

Sono sempre più basito, mentre Elliott continua:
"Vedi, quando eravamo bambini, i nostri genitori rivolgevano la maggior parte delle loro attenzioni a te."
"Non è vero" bofonchio, un po' irritato
"E' vero, invece. Tu eri il bambino traumatizzato, ferito, quello di cui avere più cura. Mia era l'angelo che ti aveva aiutato, a lei papà e mamma sono sempre stati riconoscenti. E poi c'ero io: quello a posto, quello allegro, sicuro di sè, forte, tranquillo. Quello che non ha bisogno poi di tante attenzioni. Ero molto geloso di te, da piccolo. E forse anche dopo. Ho creduto di poter trovare altrove le attenzioni che credevo di non avere avuto in famiglia. Ma mi sbagliavo, mi sbagliavo amaramente. Ho collezionato una delusione dopo l'altra. Quando ho incontrato Kate, beh ho capito che era diversa dalle altre donne che avevo conosciuto fino a quel momento. Lei ha riempito i miei vuoti interiori. Credo di esserne stato innamorato dal primo istante che l'ho vista, e col tempo il mio sentimento si è fatto sempre più forte e profondo. No, stai tranquillo, non potrei mai lasciare Kate!"

Ecco, ora sono sconvolto!
Mai e poi mai avrei creduto che il mio fratellone, così bello e vincente, potesse nascondere una simile insicurezza dietro al suo sorriso.
Mi avvicino a lui e poggio la mia mano sul suo braccio;
"Scusami Elliott, non sapevo, non potevo sapere. Mi dispiace molto"
Lui scuote la testa e mette la sua mano sopra la mia.
Restiamo qualche istante in silenzio, guardandoci negli occhi, forse un po' commossi.
Poi mi schiarisco la voce: mi è venuta un'idea.

"Sai, allora, cosa potremmo fare?" propongo "potremmo andare per un week-end tutti insieme ad Aspen. Io, tu, Ana e Kate, magari anche Mia e Ethan. Ci divertiremmo e, nel più totale relax, tu potresti trovare il momento migliore per chiederla in moglie. Che ne dici?"
"Che Aspen mi è sempre piaciuta e che un week-end in montagna sarebbe bellissimo, Kate adora le gite. Hai avuto un'ottima idea, fratellino! Geniale, addirittura!"
Lo guardo con aria condiscendente come per dirgli "lo so!" ma noto il suo entusiasmo svanire piano piano.
E ritorna serio, quasi cupo mentre, passandosi una mano fra i capelli, sussurra a bassa voce;
"Sparo proprio che mi dirà di sì. Perché se dovesse dirmi di no, Chris credimi, non so proprio cosa ne sarebbe di me. Realmente, non lo so"

Gli stringo forte il braccio e gli rispondo:
"Dirà di sì. Ne sono sicuro"


Le insicurezza di Elliott, che ho creduto di captare leggendo fra le righe del romanzo, le ho messe in questo capitolo.
Spero che vi piaccia! E spero che vi piaccia le versione di Elliott che ho dato.
E che troviate giusto anche il comportamento di Christian.
Non lo so, non sono perfettamente sicura di questo capitolo...
Fatemi sapre se vi piace

Buon 2015
Love
Jessie





  
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