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Autore: EleEmerald    28/12/2014    4 recensioni
 Dal decimo capitolo:
"Io vi maledico" disse. "Maledico tutti gli uomini di questo mondo. Tutti gli uomini che si metteranno sulla strada di mia figlia e delle sue nipoti. Quando ingannereto loro, come avete ingannato me, esse vi uccideranno. Sarà l'ultima azione sbagliata che compirete perché le mie figlie vi perseguiteranno, vi inganneranno e saranno la vostra rovina. E poi vedremo, come ci si sente a stare dall'altra parte del manico."
.
Quando Matthew Williams, un tranquillo ragazzo di diciassette anni, incontra Elizabeth, di certo non si aspetta che quella ragazza lo porterà incontro a tanto dolore. Ma, dopo averla ritrovata in un bosco ricoperta di sangue, non rimanere implicato nelle sue faccende è quasi impossibile. Le prove che dovrà affrontare si riveleranno più complicate di come sembrano e, inesorabilmente, si ritroverà a perdere molto di più che la sua semplice normalità. Implicato tra leggende e antiche maledizioni, vivrà, oltre ai momenti più brutti, anche quelli più belli della sua vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: Il ballo in maschera

La prima volta che incontrai Elizabeth pensai fosse la ragazza del mio migliore amico Thomas. Era un ballo scolastico, di quel genere stupido in cui le ragazze devono indossare una maschera, senza un motivo certo, perché, questo lo sapevano benissimo tutti, era solo per fare scena. Era il ballo di natale e un sottile strato di cotone era applicato ovunque a scuola per riprodurre la neve, quella neve che non c'era mai nel nostro stato. Nei giorni precedenti io e Thomas ci eravamo impegnati molto a trovare qualcuno da portare al ballo e io qualche ragazza l'avevo anche trovata, quando poi lui mi aveva detto che era solo avevo deciso di andarci anch'io senza nessuna ragazza, un po' per non farlo sentire l'unico sfigato, un po' perché non avevo intenzione di andare con ragazze, che, detto fra parentesi, a mio parere erano stupide e superficiali, e sarebbero venute con me solo per avere un ragazzo e avere più probabilità di trovarsene uno vero. La sera prima Thomas mi chiamò e iniziò a raccontare di come ora aveva una ragazza. "Perfetto" mi dissi "ora farò il terzo incomodo tutta la serata" tanto valeva non andare. E invece andai. Potrei descrivere ancora quella sera come se la stessi vivendo ora perché è da quel ballo che iniziò il periodo più bello e brutto della mia vita.

 

Quando la sera del ballo arrivai davanti alla palestra della scuola, mi sembrò di vedere Thomas entrare e iniziai ad innervosirmi. Misi un piede dopo l'altro e, con un sospiro, aprii la porta. Il rumore della musica iniziò a rimbombarmi nelle orecchie, le luci colorate a entrarmi negli occhi, davanti a me una moltitudine di gente si dimenava al buoio. Strabuzzai gli occhi per abituarmi alla nuova luce e iniziai a dirigermi al posto di incontro. Non appena mi vide, Thomas mi salutò con la mano. Di fianco a lui c'era una ragazza girata di spalle, era molto minuta e portava un ampio vestito che, per colpa delle luci, inizialmente parve di mille colori, in realtà era un vestito bianco con delle righe oro sui bordi. Portava i capelli, probabilmente biondi, legati sulla testa, lasciando cadere dei boccoli sul collo. Quando si girò e mi sorrise rimasi senza fiato, portava una maschera bianca e oro, intonata perfettamente al vestito: sembrava una donna uscita da un romanzo sull'ottocento.
Come aveva fatto Thomas a trovare una ragazza bella come quella?
- Ciao! - urlò Thomas per sovrastare la musica.
- Sono Matthew, ma mi chiamano tutti Matt - mi presentai alla ragazza, che continuava a sorridermi.
- Lo sa! - Thomas sembrava doversi sgolare per riuscire a farsi sentire - Lei è Elizabeth! - si voltò verso la ragazza - Balliamo?!
Elizabeth fece segno di si e Thomas mi lanciò uno sguardo che significava "scusa amico".

 

Li guardai ballare per un po', o meglio, guardai lei ballare per un po'. Era così bella, appena l'avevo vista mi era sembrata irraggiungibile e ora io volevo raggiungerla più di ogni altra ragazza al mondo, ma non potevo, se le avessi chiesto di ballare Thomas ce l'avrebbe avuta a morte con me per sempre. Dopo qualche minuto mi accorsi che il mio amico continuava a guardare la porta della palestra, nel disperato desiderio di vedere qualcuno entrare. Mi appoggiai al tavolo che avevano messo per la festa e presi un po' di punck, un'altra stupida cosa tipica da ballo scolastico. Passò qualche minuto e poi una nuova voce mi chiamò da dietro: - Ehi! Me ne passeresti un po'? -
Era lei. Rimasi a fissarla con il bicchiere di punch a mezz'aria.
- Il punch intendo - mi sorrise e indicò la ciotola che ne era piena, altra cosa che in 17 anni della mia vita non avevo mai capito: perché non usavano una bottiglia?
- Si certo - le passai un bicchiere pieno.
- Grazie! - lo bevve tutto in un sorso e quando alzò la testa Thomas era dietro di lei, che si lamentava.
- Lil! Non ce la posso fare, lo sai! Non sono capace di ballare! Te l'ho chiesto perché speravo di smettere in fretta - ricominciò ad urlare.
- Eddai Thomas! Sei troppo noioso - disse Elizabeth in risposta. Si voltò e fece uno strano sorriso - Matthew, ti va di ballare?
- Io? Ma - lanciai un'occhiata a Thomas - non ti offendi se ballo con la tua ragazza?
- Solo per questo ballo! - Elizabeth fece una risata - Non mi metterei mai con questo idiota.
Non stavo più capendo niente ma lei, senza lasciarmi chiedere niente, mi trascinò sulla pista da ballo.
Iniziò a ballarmi davanti e io rimasi imbambolato a guardarla, poi mi accorsi che stava parlando ma la musica la sovrastava.
- Credevo fossi la sua ragazza.
- No! Che idiota é Thomas. Avrà fatto apposta a non dirtelo, in realtà per stasera devo fingere di esserlo - si lasciò sfuggire una risata, che bel sorriso aveva - Sono sua cugina!
Sua cugina. Non stavano insieme. Non avrebbero potuto, erano cugini. Thomas non si sarebbe arrabbiato.
Sospirai, felice e lei se ne accorse, mi lanciò uno sguardo che riassumeva perfettamente le sue parole: - Voi maschi siete tutti uguali. - Mi sembrò che pronunciasse quelle parole come se le avesse sentite troppe volte, come se i ragazzi fossero da evitare, come se tutti noi le avessimo fatto del male. Appena si accorse di quello che aveva detto accennò un sorriso e pensai di essermi sbagliato, che avevo frainteso quello sguardo e quelle parole.
Vidi una ragazza dai capelli rossi farsi strada tra mille adolescenti che ballavano e, nonostante la maschera che le copriva gli occhi, la riconobbi subito.
- Iris - mormorai.
- Cosa? - mi chiese Elizabeth che non aveva capito a causa del rumore.
- Iris - urlai cercando di farmi trovare dalla mia amica.
Appena si accorse che la chiamavo me la trovai davanti. Aveva un enorme sorriso sul volto. Indossava un vestito blu, dello stesso colore della maschera, da cui risaltavano i suoi magnifici occhi azzurri.
- Stai benissimo Iris! - esclamai.
- Oh non fare il lecchino che lo so che lo fai perché vuoi che ti passo le risposte della verifica di latino che c'è quando si torna dalle vacanze. - Mi guardò di sottecchi e poi face di nuovo il suo grande sorriso, che la caratterizzava - Comunque grazie. - Guardò Elizabeth - Hai una ragazza! Credevo non ce l'avessi!
- Simpatica...comunque no è la ragazza di Thomas.- Appena ebbi finito di dire quella frase Thomas, come invocato, mi comparve dietro.
Iris cominciò a ridere e Thomas la guardò male.
- Sei sicura che vuoi questo qui? - chiese a Elizabeth indicando Thomas.
- Non lo voglio infatti - rise Elisabeth - È mio cugino.
Iris riscoppiò a ridere: - Se eri così disperato da rivolgerti a tua cugina non oso pensare a Matthew.
- Che vuoi? Sono solo per scelta io.
- Ah, già. Ragazze superficiali.
- Sempre meglio di venire con Charles - Thomas pronunciò quel nome con ribrezzo, in effetti non lo biasimavo.
- Mi sono accontentata. Se voi me lo aveste detto prima sarei venuta con uno di voi! - Ma rideva. Thomas in effetti avrebbe voluto chiederglielo, sempre meglio con un'amica che da soli, ma quando entrambi ci eravamo ricordati di questo ballo per lei era già tardi.
Io e Thomas eravamo diventati amici di Iris quando la sua migliore amica si era trasferita a Washington. Era sola e senza amiche, si trovava in uno dei corsi che frequentavamo entrambi, nel banco dietro al nostro e ad una battuta di Thomas aveva riso da matti, attirando su di se l'attenzione di tutti. La settimana dopo si era seduta vicino a noi per sentire altre battute e da quel giorno eravamo diventati amici. Non era una di quelle storie di amicizia dopo aver condiviso avventure straordinarie e non sapevo nemmeno perché ci avevo pensato in quel momento ma ero felice di averla conosciuta. Era sempre così simpatica e solare.
- Thomas, perché non ho mai conosciuto tua cugina? Che, fra parentesi, non ti assomiglia per niente - disse Iris.
- Si! Abbiamo gli stessi capelli biondi! - si toccò i capelli.
- Credevo fossi tinto - dicemmo io e Iris all'unisono.
- No era così anche da piccolo, ha l'attaccatura castana ma non è tinto - spiegò Elizabeth.
- Credevate davvero che mi tingessi?
Io e Iris ci scambiammo uno sguardo complice.
Amavo i miei amici e fino a quella sera le uniche persone a cui pensavo con un sorriso sulle labbra erano loro. Fino a quella sera. Tante cose cambiarono da lì, tante verità. Forse la mia vita si stava via via rovinando. Avrei perso tanto.

 

Angolino dell'autrice: Buona sera a tutti! O buongiorno...dipende dal momento in cui leggete. Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito perchè vorrei che vi piacesse, mi sono affezionata a questa storia nonostante io abbia scritto solo qualche capitolo che non tarderò a pubblicare se mi farete sapere cosa ne pensate quindi recensite, mi raccomando. Avevo pubblicato questo capitolo su Wattpad con il titolo Quattro Famiglie con lo stesso nome account quindi se avete già trovato questa storia era per questo motivo, l'ho cancellata però perchè preferisco questo sito. Bene, a presto!
  
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