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Autore: The Writer Of The Stars    29/12/2014    3 recensioni
“Fa male, vero?” gli chiedi, vedendolo in quello stato.
“Accorgersi di amare qualcuno solo quando lo perdi, perché l’avevi data troppo per scontata. Immagino debba fare male.” Dici con tranquillità, perché tu in realtà non sei triste. Solo … dispiaciuta, ma nemmeno troppo.
Lui ti guarda con occhi persi, balbettando qualcosa, cercando di convincerti a cambiare idea. “Senti, Bulma, secondo me stiamo facendo tutto troppo in fretta … voglio dire, non è necessario …”
“Yamcha.” Lo interrompi decisa.
“è arrivato il momento di cambiare direzione. Ed io voglio provare a gettarmi in un mare nero e burrascoso … è questo ciò che voglio … voglio provarci …” dici, guardando per un attimo la Gravity Room in giardino, dove ora quel pazzo si starà uccidendo con i suoi allenamenti massacranti.
“U – un mare burrascoso … ma di cosa?”
“Lascia stare, Yamcha.” Lo interrompi, guardandolo negli occhi. Gli sorridi con amarezza, quasi dispiaciuta.
“Non puoi capire … infondo sei solo un ragazzo …”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If I were a boy 
Even just for a day 
I'd roll outta bed in the morning 
And throw on what I wanted then go 



Senti il materasso scricchiolare sotto di te e abbassarsi un poco. Alzi la testa dal cuscino, guardando colui che fino a pochi secondi prima era disteso accanto a te, nel tentativo di riprendere fiato dopo un amplesso, che in realtà non era stato poi così speciale. Come tutti con lui, del resto. Lo guardi alzarsi in piedi, mettersi al centro della stanza e ricercare con gli occhi qualcosa, con una fretta malcelata nelle sue iridi.

“Yamcha …” lo richiami con voce stanca. Lui alza per un attimo lo sguardo dalla sua ricerca, lanciandoti un’occhiata interrogativa.

“Cosa stai facendo?” gli chiedi, cercando di metterlo bene a fuoco, perché ammettilo, stai morendo di sonno.  Lui ti guarda con quell’aria da cucciolo bastonato, che un tempo ti faceva impazzire, ma ora non fa altro che innervosirti, tanta la sua falsità. Ti sorride dolcemente, quel sorriso che è convinto in grado di sciogliere il mondo.

“Vado via … lo sai che ho gli allenamenti con la squadra …” ti risponde mellifluo, con una dolcezza che ti fa venire il diabete. Lo guardi lanciare un’ultima occhiata all’orologio, e poi scuotendo la testa, si fionda sui primi abiti che gli capitano a tiro, indossandoli. Poco importi che in realtà il giallo e il rosso insieme stonino completamente; indossa quello che gli pare, i primi vestiti che gli capitano a tiro, e va. Viene vicino a te, si abbassa un poco alla tua altezza per schioccarti un bacio in fronte che malvolentieri digerisci. E poi se ne va, esce dalla stanza con un: “Ci vediamo dopo, piccola” che ti fa venir voglia di lanciargli addosso qualcosa. E invece sospiri pesantemente, e una volta chiusa la porta della stanza, abbandoni la testa all’indietro, affondando il capo sul cuscino. E ti chiedi, come sarebbe se anche tu facessi le stesse cose che fa Yamcha. Ti chiedi come sarebbe il mondo, se tu fossi un uomo …. Anche solo per un giorno …

Drink beer with the guys 
And chase after girls 
I'd kick it with who I wanted 
And I'd never get confronted for it. 
Cause they'd stick up for me. 



“Un brindisi per il nostro miglior battitore, Yamcha!”  una decina di calici di birra si sollevano verso l’alto, stretti tra le dita tozze dei suoi compagni di squadra. Sorride sornione, alzando anche lui il calice ormai mezzo vuoto. Uno dei compagni di squadra se ne accorge, e come uno scaricatore di porto, urla rozzamente al barista di portargli un’altra birra.

“Ehi, tu!” il barista alza lo sguardo dai bicchieri che stava ripulendo, guardandolo con fare annoiato.

“Un’altra birra per il nostro campione qui! Urla quello, alzando la sua verso il barman. Questo annuisce senza parlare, e pochi secondi dopo, le dita di Yamcha stringono a sé un’altra birra grande, bionda, come piace a lui.

“Ehi, tu devi essere Yamcha …” una ragazza dai lunghi capelli platinati gli si avvicina con passo felino.

“Ti ho visto prima alla partita … sei stato davvero bravo …” sussurra maliziosa al suo orecchio, mentre un sorriso impacciato si dipinge sul suo viso. La bionda gli prende la birra dalle mani, buttandone giù una lunga sorsata. Lui la guarda confuso, mentre lei, con occhi maliziosi, lo prende per mano, portandolo fuori dal locale.

“Per stanotte di bionda basto solo io …” gli sussurra con tracotanza, mentre lui si sente già impazzire. Per un attimo ci pensa a te; ti vede rinchiusa in laboratorio, con il capo abbandonato tra i progetti di mille prototipi di nuove tecnologie, ancora in piedi a lavorare nonostante l’ora, per questo non sei potuta andare a quella partita che di importante in realtà non aveva nulla. Per un attimo un leggero senso di colpa si impadronisce del suo cuore, suggerendogli che forse ciò che sta per fare è sbagliato. Ma quando vede la bionda dinanzi a lui tirarlo con più veemenza verso un’automobile parcheggiata in un angolo buio della strada, il rimorso scompare. Non ci pensa più, che vuoi che succeda se per quella notte si diverte un po’? Infondo la colpa è tua, perché tu gli hai detto all’ultimo minuto che non saresti potuta andare alla partita, troppo il lavoro a sommergerti. In fondo è sempre colpa tua, no? D’altronde, lui è un uomo … lui può fare ciò che vuole …


If I were a boy 
I think I could understand 
How it feels to love a girl 
I swear I'd be a better man. 
I'd listen to her 
Cause I know how it hurts 
When you lose the one you wanted 
Cause he's taken you for granted 
And everything you had got destroyed 



A volte ti capita di pensare. Ti metti a pensare, e in testa ti vengono in mente le piè assurde delle idee. Come adesso, mentre aspetti che Yamcha rientri dalla palestra dove si è chiuso tutto il giorno. Ti aveva promesso che ti avrebbe portata a pranzo, te lo ricordi? Doveva essere arrivato lì già venti minuti fa, ma ancora non si è presentato. E ad essere sinceri, non ti dispiace tanto che lui non sia venuto, perché ammettilo, ormai non lo ami più come un tempo. O forse non lo hai mai amato, chi lo sa. Da quando è arrivato quel Sayan non ci capisci più niente, non è così? Non ti starai innamorando di lui, vero Bulma? Va bene essere masochisti, ma così firmeresti proprio la tua condanna a morte. È vero, magari con Yamcha non vi è più la passione di un tempo. Ma dopotutto, lasceresti mai le acque calme e tranquille del porto che ti ha sempre tenuto al riparo, per gettarti in un mare aperto e burrascoso, che ha gli occhi più belli e profondi dell’intero universo?


If I were a boy 
I would turn off my phone 
Tell everyone it's broken 
So they'd think that I was sleepin' alone 
I'd put myself first 
And make the rules as I go 
Cause I know that she'd be faithful 
Waitin' for me to come home (to come home) 


Il telefono squilla con insistenza, vibrando all’interno delle tasche dei jeans abbandonati chissà dove. Apre lentamente gli occhi, trovandosi dinanzi un soffitto bianco completamente sfuocato. Cerca di mettere a fuoco il luogo in cui si trova, mettendosi a sedere con lentezza sul letto sul quale è disteso, passandosi una mano sulla fronte, perché il mal di testa dovuto alla sbornia della sera precedente comincia a farsi sentire. Volta per un attimo il capo, scoprendo al suo fianco una figura formosa dai lunghi capelli biondi, avvolta solo da un leggero lenzuolo di lino. Sobbalza leggermente, rendendosi finalmente conto di cosa ha combinato. Abbandona il viso tra le mani, scuotendo il capo e ripetendosi mentalmente che non può essere così, non può aver fatto questo a Bulma. Si alza di scatto in piedi, raccogliendo da terra gli abiti buttati via la sera precedente nell’impeto della passione con quella sconosciuta. Non sa nemmeno dove si trova, quanto sia lontano da casa, che ore siano. Si riveste con più fretta possibile, senza fare attenzione allo svegliare o meno la tipa che nel frattempo si stiracchia con pigrizia nel letto, aprendo gli occhi. Corre via da quella stanza intrisa di sesso, senza prestare attenzione alle urla della donna che lo richiama indietro, o alla lieve vibrazione nella tasca dei suoi pantaloni. Sbatte la porta d’ingresso dell’appartamento alle sue spalle, correndo fuori,mentre sul display del suo telefono appare l’ennesima “chiamata persa” da parte tua.
 

It's a little too late for you to come back 
Say it's just a mistake 
Think I'd forgive you like that 
If you thought I would wait for you 
You thought wrong 



Quando lo vedi arrivare a casa tua di corsa, tutto trafelato, spalanchi già la bocca, pronta a rifilargli la ramanzina che hai preparato in quelle due orette di attesa. Ma lui ti precede, entra in casa, e senza nemmeno salutarti, vomita su di te quelle parole che mai avresti pensato di sentire.

“Bulma … mi dispiace … io … io ti ho tradito …” lo dice tutto d’un fiato, mentre tu lo guardi spalancando gli occhioni azzurri, sconcertata.
“Ho fatto una stupidaggine enorme, non so cosa mi sia preso, ero ubriaco e tu non c’eri …” balbetta Yamcha, cercando una scusa per quel gesto imperdonabile che ora ti sta sbattendo la realtà in faccia, come uno schiaffo punitivo.

“C – come hai potuto?” riesci a chiedere, sentendo la voce incrinarsi un poco. Eppure ti rendi conto che le tue non sono lacrime di tristezza, no. Sono lacrime di rabbia.
Lo vedi assumere la miglior faccia dispiaciuta che tu abbia mai visto, ma non ti lasci incantare. “Bulma, mi dispiace … io …”

“è un po’ troppo tardi per dispiacersi.” Lo interrompi con freddezza, sebbene alcune lacrime comincino a rigarti il viso.

“Pensavi che ti avrei perdonato così facilmente, dicendo solo questo “è stato solo un errore?” cominci a vomitargli addosso tutta la rabbia e la delusione che quel gesto ti ha provocato. Lo vedi irrigidirsi, ma non ti importa; Ormai hai capito tutto, non hai bisogno di altre conferme.

“Se hai pensato anche solo per un secondo che ti avrei aspettato, che avrei fatto finta di niente …” ti interrompi per un attimo, prendendo un respiro profondo.

“Beh, se è così allora hai pensato davvero male …” concludi, soffiando con disprezzo quelle parole verso colui che ti guarda basito.
 

But you're just a boy 
You don't understand 
Yeah you don't understand 
How it feels to love a girl someday 
You wish you were a better man 
You don't listen to her 
You don't care how it hurts 
Until you lose the one you wanted 
Cause you've taken her for granted 
And everything you have got destroyed


Yamcha cerca di balbettare qualcosa, incredulo; sapeva di aver sbagliato, ma diamine, credeva che la sua spontanea ed immediata confessione avrebbe alleggerito un poco i danni che quello che aveva combinato avrebbero causato alla loro relazione.

“Io – io non credevo … non capisco …”

“è questo il punto Yamcha, tu non capisci mai.” Lo interrompi di nuovo tu, guardandolo quasi con disprezzo.

“Tu non capisci davvero cosa significhi amare qualcuno …” cominci, guardandolo negli occhi.

“Tu non sai cosa significa essere un uomo migliore, tu non ascolti, tu non ti curi di quanto ogni tuo gesto possa far male … e non sto parlando solo di quello che hai fatto stanotte, perché so benissimo che troppo spesso hai allungato il collo verso le scollature di altre ragazze che non fossero me …” sorridi amaramente, abbassando lo sguardo.

“E sai una cosa? Non puoi farci niente; non è colpa tua. La colpa è di entrambi.” Dici, spiazzandolo completamente.

“è da troppo tempo che va avanti questa farsa, e non è giusto … né per te né per me …” prendi un respiro profondo, consapevole che è arrivato il momento di mettere la parola fine a quel rapporto.

“io e te non ci amiamo, Yamcha …” dici, scuotendo un poco il capo con un sorriso amaro.

“è stato bello stare insieme, ma è arrivato il momento di spiegare le ali, di prendere ognuno la propria strada. Non siamo più dei bambini, è arrivato il momento di crescere.” Lui ti guarda spalancando gli occhi.

“Mi – mi stai lasciando, Bulma?” ti chiede incredulo, in una domanda che alle tue orecchie risulta retorica.

Abbassi il capo. “No, Yamcha. Ci stiamo lasciando. Insieme.” Rispondi, guardandolo. Lo vedi passarsi una mano sul viso, scioccato.

“Fa male, vero?” gli chiedi, vedendolo in quello stato.

“Accorgersi di amare qualcuno solo quando lo perdi, perché l’avevi data troppo per scontata. Immagino debba fare male.” Dici con tranquillità, perché tu in realtà non sei triste. Solo … dispiaciuta, ma nemmeno troppo.

Lui ti guarda con occhi persi, balbettando qualcosa, cercando di convincerti a cambiare idea. “Senti, Bulma, secondo me stiamo facendo tutto troppo in fretta … voglio dire, non è necessario …”

“Yamcha.” Lo interrompi decisa.

“è arrivato il momento di cambiare direzione. Ed io voglio provare a gettarmi in un mare nero e burrascoso … è questo ciò che voglio …  voglio provarci …” dici, guardando per un attimo la Gravity Room in giardino, dove ora quel pazzo si starà uccidendo con i suoi allenamenti massacranti.

“U – un mare burrascoso … ma di cosa?”

“Lascia stare, Yamcha.” Lo interrompi, guardandolo negli occhi. Gli sorridi con amarezza, quasi dispiaciuta.

“Non puoi capire … infondo sei solo un ragazzo …”
 

But you're just a boy...



Nota autrice:
Non. Chiedetemi. Cosa. Sia.  L’ho buttata giù tutta d’un fiato non appena mi è venuta l’ispirazione, ascoltando la canzone “If I were a boy” di Beyonce, ed ecco qui questa cosa, che non so nemmeno come definire. Scialba e banale, si direi possa andare. Ma, ci ho provato. È come ho immaginato io la rottura tra Yamcha e Bulma (Yamcha non mi piace per niente, in questa storia posso dire di essere stata buona con lui) ed eccola qui.  Ho utilizzato per la prima volta lo stile dell’apostrofe che mi piace moltissimo(me ne sono innamorata leggendo il passo della “morte di Patroclo” nell’Iliade, e ogni volta che lo ritrovo mi prende sempre) Spero che qualcuno sia rimasto soddisfatto o abbia apprezzato un poco questa pazzia, in caso contrario tranquilli, non vi biasimo. Spero comunque di sapere la vostra attraverso le recensioni, ditemi che ne pensate, mi farebbe piacere. ;)  Bene, yo me voy a dormir che è già tardissimo.
Alla prossima!
Bacioni
TWOTS


 
   
 
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