Go away
Pardon my harsh
reaction
you put me on the spot
and if I’m being honest
I’m hoping you had got me caught?
(Wedding bells, JB)
“… per cui la bolla speculativa che ne è
derivata ha contribuito alla spinta verso l’alto del mercato finanziario”.
Marcus si volta per la quarta volta e
sbuffa, mima un cosa? con le labbra
ma Chris scrolla le spalle. Il professore li congeda quindici minuti dopo.
“Cos’è quel muso lungo, principessa?”
“Casini” mormora recuperando la borsa e
l’ombrello.
“Posso fare qualcosa per te?”
Scuote la testa, “non sono casini miei”.
“Allora non dovresti stare a
preoccuparti”, le circonda le spalle con un braccio e lei si lascia trascinare
fuori.
Camille la raggiunge poco dopo, davanti al pick up. Il viaggio è silenzioso, Cam
lo sa che Chris non ce l’ha con lei, è soltanto preoccupata per Linda. Lo sa
perché conosce la sua migliore amica, perché anche Chris sa che non c’è niente
da recriminare, è soltanto successo. Però Cam se la
ricorda Linda, in quel periodo, e sa
che il modo in cui Chris (non) affronta le relazioni è dovuto in gran parte
anche a quello. Chris ha paura, non
si fida, prende le distanze, se le piaci e ti avvicini troppo scappa, non
permette a se stessa di tenere troppo a qualcuno.
Cinque anni fa, quando entrambe erano al
liceo, Linda aveva un ragazzo da un anno e mezzo e le cose andavano davvero
bene. Xavier era di Lione ma i suoi si erano trasferiti li quando era molto
piccolo; aveva gli occhi grandi, verdi, le lentiggini sul naso, una r un po’ buffa e conosceva soltanto
l’inglese britannico che aveva imparato ai corsi serali. Non era il primo
ragazzo di Linda ma era il più importante, il suo primo grande amore, quello
che dopo di lui non è più la stessa cosa. Chris gli era molto affezionata,
Linda era raggiante e lui le spezzò il cuore.
Fu cosi straziante che Linda faticavi a riconoscerla. Era dimagrita,
pallida, silenziosa, aveva gli occhi spenti, le tremavano le mani. Chris
dovette prendersi cura di lei. Di notte si intrufolava nel suo letto e
l’abbracciava finchè non si addormentava, la spronava
a mangiare, ad uscire, la costrinse ad accettare il lavoro al negozio per
tenersi occupata e piano piano, col tempo, sua sorello tornò nel suo asse.
Cominciò, lentamente, a frequentare qualcun altro, pur non impegnandosi mai
troppo seriamente. Linda, nonostante tutto, continuava ad aprire il suo cuore e
Chris non capiva, era inconcepibile per lei che continuasse a desiderare di
condividere se stessa con qualcun altro dopo Xavier, però Linda era tornata a
sorridere e questo era l’importante.
Cam ne è quasi sicura, è la forza di Linda
ad aver convinto Chris ad avvicinarsi a Nick e non riesce a sentirsi del tutto
pulita sapendo di aver strappato anche solo per qualche ora Joe
a Linda, sebbene non fosse affatto suo, sebbene lui l’avesse stretta a sé come
se non ci fosse nient’altro che lei.
Linda fa le scale per la mansarda col
cuore in gola, arriva alla porta e ha già voglia di tornare indietro. Chris,
dall’altra parte, sta ascoltando probabilmente una canzone all’mp3, la
canticchia stonando due note su tre. Allora fa un respiro grande e apre
lentamente la porta, mentre le scappa un sorriso alla vista di sua sorella che
balla al centro della stanza. Lei se ne accorge e si toglie una cuffietta, “da
quanto sei qui?”
“Abbastanza da dirti che non sai ballare.
E nemmeno cantare”.
“Ha parlato Shakira” dice l’altra
sbuffando, si butta sul letto e spegne l’Ipod.
Linda si guarda attorno, fa scorrere le
dita sui pochi centimetri di legno sgombri della scrivania coperta da libri e fogli
e scorge in un angolo un collage di foto. Deglutisce, “dovrei parlarti”.
“Siete tutti in vena di confessioni,
ultimamente” mormora, facendole segno di sedersi accanto a lei.
“Confessioni?”
“Niente, niente”, fa un gesto vago con la
mano. “Cosa devi dirmi?”
Linda vorrebbe cominciare a ricordarle
quanto bene le voglia e ringraziarla per quello che ha fatto per lei, tirare in
mezzo la storia delle distanze che poi si superano ma Chris non si merita tutti
giri di parole.
“Ma ne vado”.
“Cosa?”
Annuisce e spiega. “Ho ricevuto
un’offerta di lavoro in California. Non ho ancora ben capito quale sia la
mansione, ma avrò a che fare con le star! Riesci a crederci? E’ una cosa
incredibile, non potevo rifiutare”.
Chris la guarda con gli occhi spalancati
e la bocca socchiusa.
“Ma… cosi? All’improvviso?”
Linda non incrocia mai il suo sguardo, “è
un po’ che mi guardo attorno. Sono stanca di questo posto. Voglio provare a
fare quello che fai tu, andare via, provare a stare bene altrove”.
“Perché non stai bene qui? Cosa è che ti
fa piangere?”
“Mi sento in trappola, Chris. Mi sta
stretto questo posto. So che tu puoi capirmi. Sei la prima a cui l’ho detto”,
si morde le labbra, beh se non si conta
Nicholas…
“E’ solo questo?”
Lei annuisce, guardandola finalmente e
abbozzando un sorriso.
“Mi mancherai, Lin’”
Linda si sporge e l’abbraccia stretta, le
passa una mano tra i capelli sciolti sulle spalle. “Anche tu, ma ci vedremo
presto. Tornerò spesso e tu puoi venirmi a trovare. Sarà come se non me ne
fossi mai andata e puoi tornare a dormire di sotto, con Rose”.
“Mi piace la mia stanza”
Linda le bacia la guancia, “anche a me”.
Quando, la sera, si ritrova davanti a
casa Jonas, a Chris vengono le lacrime agli occhi. Vorrebbe parlarne con Cam ma forse non è la persona più indicata per questo, ha
chiamato Marcus ma ha il telefono spento e ha un disperato bisogno di Nick,
adesso. Le fa cosi male che non si preoccupa nemmeno più di nasconderlo a se
stessa.
Bussa due volte e aspetta.
“Chi è?”, la voce allega di Frankie
risulta attutita dal legno scuro.
“Ciao, sono Christina”, si schiarisce la
voce. “C’è Nick?”
Il bambino apre la porte e la guarda
sorridente, le prende la mano e “Seguimi, è di la”.
Nick indossa i pantaloni grigi della tuta
e una felpa blu col cappuccio, i pieni nudi dondolano dal bracciolo del divano mentre
fa zapping pigramente.
“Fratello, hai visite”.
Il ragazzo si volta e scorge Chris in
piedi accanto a Frankie, ruota il bacino e si mette seduto composto. Con le
mani stira le cosce dei pantaloni e si alza sorridendo, “Ciao”.
Chris gli sorride debolmente di rimando,
rigida sulla porta, leggermente in imbarazzo. Frankie se ne va in cucina a
finire i compiti, sparendo silenziosamente oltre la porta scorrevole mentre la
ragazza si guarda intorno. Però, che
bella casa!
“Appena il tempo migliora, riprenderemo a
suonare. La chitarra si è asciugata”, le fa l’occhiolino, voltandosi verso di
lei dopo aver dato un’occhiata al vento fuori dalla finestra. “Va tutto bene?”,
si avvicina guardandola dritto negli occhi blu velati.
“Nick…” è un sussurro che si perde,
qualche secondo dopo, nella stoffa spessa della felpa di Nicholas. Il ragazzo è
colto alla sprovvista, poi avvolge le braccia attorno alle sue spalle e la
tiene al sicuro. Linda deve averle parlato. E lei è venuta da lui. La stringe
più forte, con il viso accanto al suo. “Va tutto bene”.
“No, non è vero” si lamenta, stringendo
con i pugni la stoffa e tira su col naso.
“Ma che bella coppia”.
Joe spunta dal vano scale con un sorriso
impertinente. Chris scatta indietro come una molla, lo guarda e sente i pugni
chiudersi lungo i fianchi. Ora capisce.
“E’ tutta colpa tua” sente la sua voce
inveire contro Joe. Lui guarda prima Nick e poi lei,
inclinando la testa. “Hai incasinato tutto!”
“Ma di che sta parlando?” chiede lui al
fratello.
Lei gli si avvicina. “Mia sorella se ne
va!” urla, “ed è solo colpa tua. Perché non le hai detto subito che non volevi
lei? Perché l’hai seguita come un cagnolino per poi darle il benservito? Sei
uno stronzo!” gli si avventa contro. Lui le blocca le braccia, mentre lei si
dimena, cercando di colpirlo. Vorrebbe essere incazzata da morire, ma con le
lacrime che le rigano di nero le guance riesce a sentirsi soltanto patetica.
“Tu non la conosci, non sai niente di
lei, di quanti come te ha incontrato e cosa le hanno fatto. E tu… cosa le hai
detto per farle cosi male da farle cambiare paese? Le hai raccontato di Camille?”
Una strana luce si accende negli occhi di
Joe, guarda Nick e “Linda se ne va? Dove? Non ne
sapevo niente”.
Nick annuisce, grave. Joe
torna a Chris, come se guardasse oltre, senza vederla.
“Non le ho detto niente. Non le ho detto
di Camille, non credevo neppure che tu lo sapessi”
sputa aspro.
“Non ti credo. Sei uno sporco
doppiogiochista, sapevi cosa provava per te” gli dice, con rinnovato ardore.
Nick la raggiunge e l’avvolge,
sottraendola a Joe. La tiene per la vita parlandole
con calma. “Chris, Joe non ne sa niente. Non era
nemmeno qui in questi giorni. Mi dispiace tanto. Linda vuole solo un po’ di
tranquillità, è grande, fidati di lei”.
Ancora una volta, lei si sposta,
sgusciando dalla presa di Nick.
“Tu lo sapevi?”
Nick annuisce lentamente, senza smettere
di guardarla.
“E’ per questo che non ti sei fatto più
vedere? Me lo stavi nascondendo? Tu… dovevi fare qualcosa, convincerla a
restare! Qualunque cosa. Dovevi dirmelo, l’avrei fatto io!”
Nick fa un passo avanti e lei uno dietro.
“Ci ho provato, davvero. Non ha voluto
sentire ragioni”.
Gli occhi di Chris si spengono mentre
sorride amaramente, scuotendo la testa.
“Vedi? Alla fine avevo ragione io” dice,
da un’ultima occhiata a Joe, seduto perplesso sul
bordo del divano e va via in silenzio. Lo scatto della serratura è nitido nel
silenzio che avvolge la stanza. Nick rimane in piedi, fermo sul posto, con gli
occhi al pavimento.
“Non
volevo farti del male”
Linda annuncia la cosa alla sua famiglia
il mattino seguente, a colazione. E’ sabato, c’è un sole tiepido che si
nasconde timido dietro le nuvole grigie e sua madre piange già.
“Pensavo che sarebbe stata Chris quella a
lasciarci, non tu”.
Linda sorride e si alza per abbracciarla.
Rose la guarda in silenzio, poi si volta verso Chris che imburra una fetta di
pane. Le tira la manica del pigiama, ma la sorella si libera con uno scossone e
continua a mangiare. Il suo telefono, sul tavolo, vibra ancora. Il gruppo di
Whatsapp della comitiva è in fermento: i genitori di Jess hanno un appartamento
a New York e lui ha invitato tutti li, per studiare per gli esami. Chris aveva
rifiutato perché, diciamocelo, chi, solo nella Grande Mela, si sarebbe
concentrato sui libri senza mettere il naso fuori? Ok, forse ha detto di no
anche perché ha promesso a Marcus altri due pomeriggi di clown terapia e poi
per Nick. Il pensiero le stringe lo stomaco, poi digita in fretta un messaggio
con le dita piene di briciole.
Chris: ho cambiato idea, vengo.
Jess: lo sapevo! Max
mi devi 20 dollari!!!
Max: No! Sei una stronza, avevi detto che
non saresti venuta…
Cam: lasciala stare, coglione. Sborsa e
chiudi il becco. Sono contenta che tu venga, Chris, ci divertiremo!
Jess: Tutti pronti per le 8!
Nick impiega esattamente ventiquattro ore
per trovare la forza e il coraggio di presentarsi da Chris. A chiedere scusa? A
pretendere delle scuse? La questione è irrilevante, vuole soltanto rivederla.
Sentirla parlare, stringerla ancora, sentirsi ancora cosi indispensabile per
lei, qualcosa a cui aggrapparsi. Sebbene la rabbia, la delusione, la tristezza,
Nick l’ha sentita, quella cosa li, quella sensazione di calore ovunque
avvertisse l’odore e il corpo di Chris contro il suo. Non importa quanto ancora
dovrà sentirsi gridare contro, vuole soltanto stare bene adesso, vuole soltanto
che lei stia bene.
“Nicholas, ciao. Entra, vieni”.
“In realtà, cercavo Christina…”
Mrs Gray lo
osserva per qualche secondo come se non sapesse bene come prendere la cosa. “Mi
dispiace, Nicholas. Christina è’ andata a New York con degli amici. Starà li
per un po’. Vuoi che le mandi un messaggio?”
“No, grazie signora Gray,
niente di importante”.
Tadan! C’è talmente tanta
confusione in questo capitolo che ho dovuto leggerlo e rileggerlo e correggerlo
una marea di volte per renderlo abbastanza chiaro, ma non troppo. Perché insomma,
questo tipo di sentimenti, la rabbia, la tristezza, i primi segni dell’amore, l’affetto
stesso, non sono poi cosi definiti e riconoscibili, no? Prescindono molto dall’essere
razionalmente catalogabili.
Non so tra quanto riuscirò
a pubblicare il seguito perché ne ho già scritta una parte, l’ultima, e ho
difficoltà a collegarlo, yeah!
Aspetto i vostri pareri,
qualsiasi essi siano! E buone feste a tutti!