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Autore: karlsonn    29/12/2014    0 recensioni
Un’anima venduta al diavolo e un diavolo che, a conti fatti, non la vuole. Mystrade.
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo

All’improvviso l’aria si fa immobile e come di piombo, e in quel medesimo istante un terrore selvaggio e primitivo lo invade: Lui è arrivato, è lì vicino, anche se nel buio della notte non può vederlo. Avvolto dalle coperte avverte il materasso incurvarsi sotto il peso dell’altro: ne sente il respiro profondo, la presenza dietro di sé. Non osa muovere nemmeno un muscolo e chiude gli occhi sperando che tutto passi in fretta: che prima dell’alba se ne vada, in silenzio così come è arrivato, che anche questa volta sia venuto solo a deliziarsi della sua paura, a ubriacarsi dell’odore dell’anima che ormai gli appartiene. “Mycroft” sente sussurrare dalla voce profonda e roca che conosce bene. Ma non risponde, non si muove, quasi non respira.  Aspetta solo che il tempo passi e Lui se ne vada.


Il Demone

Si sveglia solo. Come ogni giorno. Ogni maledetto giorno di questa eternità impietosa. Il sole non è ancora sorto e la stanza è buia, ma i suoi occhi non hanno difficoltà a vedere. Si alza e stira ciascun muscolo del corpo, tira indietro il collo ed estende la spina dorsale distendendosi in tutta la sua altezza, mentre allarga le braccia e spalanca le grandi ali nere: alto e potente, e magnifico e terribile. Apre la finestra e inspira a fondo l’aria fredda del mattino, aspettando che l’energia e la forza gli pervadano ogni fibra muscolare e nervosa. Inspira ed espira: i polmoni si riempiono della disperazione degli uomini che si muovono là in strada, sotto alle sue finestre, della loro angoscia, della loro malvagità. Un sorriso amaro gli tende gli angoli della bocca. E infine piega e nasconde le ali, torna a rimpicciolire nelle sue sembianze quotidiane: Gregory Lestrade, lo chiamano gli esseri umani. Mordendosi le labbra si prepara ad affrontare la sua giornata in mezzo a loro.

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Ha sempre amato guardare Londra dall’alto. Gli basterebbe un battito d’ali per arrivare ancora più su, dove gli uomini non si possono più distinguere, dove non arriva il loro odore, ma a lui piace stare seduto qui, su questo tetto da cui può scrutare il Tamigi, i parchi, le macchine, gli autobus e la gente che si rincorre come impazzita. Chiude meglio la sciarpa intorno al collo, e stringe le ali intoro ai fianchi per proteggersi dal freddo, mentre accende una sigaretta.
- Credevo che il fumo facesse parte della recita, Lestrade.
L’angelo gli sta davanti, luminosa e bellissima, con gli occhi scintillanti come stelle nel mattino. Non dovrebbe pensare cose del genere di un angelo, si rimprovera aspirando il fumo, non dovrebbe nemmeno guardarla in questo modo. Deve controllarsi meglio o finirà col mettersi nei guai: i suoi fratelli non aspettano altro che di coglierlo in fallo. Butta fuori l’aria con uno sbuffo prima di rispondere:
- Un caso di contaminazione della realtà con la finzione, immagino.
L’angelo sorride e gli si siede accanto. Dovrebbe provare disgusto per questa creatura che ha deciso di seguire il Creatore nella rinuncia del potere, nel servizio al mondo, nell’elevazione degli uomini. Cose ridicole e scellerate. Dovrebbe provare ripugnanza per lei e per i vermi a due gambe, come li chiamava una volta. Ma non è così. Non è più così da un pezzo. Da quando… Scuote la testa, non ha importanza in questo momento, ha altro di cui occuparsi, e deve fare in fretta: la mente dell’Oscuro è lontana da lui, raramente lo controlla, ma non si sa mai, e se decidesse di cercalo, se lo trovasse qui, con un angelo, la sua sorte sarebbe segnata.
- Perché mi hai chiamato, Lestrade?
Sa bene che l’angelo cerca di incontrare i suoi occhi, ma lui li tiene fissi sulla città. Aspira ancora.
- Quell’uomo.
Lei esita:
- Holmes?
- Sì, Mycroft Holmes. Puoi prenderlo.
Si chiede come dovrebbe interpretare il silenzio che segue. Vorrebbe voltarsi e guardare Molly in faccia, ma non può farlo, sa bene che i propri occhi le svelerebbero più del necessario.
- Perché?
La domanda è semplice e diretta, come si aspettava. 
- Non mi interessa.
- Non ti interessa, Lestrade? Davvero? Credevo che voi demoni aveste sempre fame e sete di anime, non è così, dunque? – può cogliere il sarcasmo nel tono dell’angelo - Mi sbagliavo?
- Non ti sbagliavi, Molly - risponde lui rendendo la propria voce tagliente - ma non dovresti parlare di ciò che non conosci.
Volge la testa verso di lei, piegando le labbra in un ghigno, guardandola con durezza.
- Forse dimentichi chi sono: credi forse che sia un morto di fame, come i miei fratelli che si accontentano del primo uomo che si trovano davanti? Le potenze degli inferi si piegano davanti al mio nome, Molly, le ginocchia dei demoni tremano davanti a me! Non so nemmeno perché perdo tempo con una ragazzetta.
Torna a guardare la città sotto di loro, e la sua voce si fa meno minacciosa.
- Ho scrutato e odorato l’anima di Mycroft per molto tempo, e ho deciso che non mi interessa. Tu non puoi capire che cosa significa trovare l’anima giusta di cui nutristi, con cui dissetarsi per l’eternità. Il terrore e lo sgomento dell’uomo, quello giusto, adatto a te, ti scendono nel palato, scorrono come il più dolce dei vini nelle tue viscere, ti inebriano fino a renderti pazzo di piacere. L’orrore nei suoi occhi, il suo strazio senza fine, la consapevolezza dell’errore che ha commesso... Ah, Molly, non saprai mai il piacere intenso e incredibile che si prova, come un orgasmo, come cento, mille orgasmi!
Scoppia ridere, ma l’angelo riprende a parlare:
- Dunque è per questo? Quella di Mycroft Holmes non è un’anima degna del tuo palato raffinato?
- Sì, è per questo. Lo chiamano uomo di ghiaccio perché non ha sentimenti: non c’è gusto con lui. Non ha coscienza, capisci? Non ha alcun sapore, per me. Tienitelo.
- Non posso - risponde l’angelo con voce ferma. Le parole gli arrivano come un secchio d’acqua gelata in faccia:
- Come hai detto?
- Ha venduto l’anima a un demone, Lestrade, ha fatto la sua scelta.
Aspira e butta fuori il fumo, riflettendo. Non può mentirle, dunque. Deve dirle qualcosa di più, qualcosa che si avvicini alla verità. 
- Non lo ha fatto per se stesso, Molly, lo sai. Lo ha fatto per suo fratello. La sua anima in cambio della mia protezione a Sherlock. Ha dato la vita, anzi la vita eterna, per amore. Non è questo che desiderate voi? Non è questo che vuole dagli uomini il Padre tuo?
Il vento scompiglia i capelli dell’angelo e si insinua freddo tra le pieghe della sua sciarpa: sarà per questo che avverte un brivido?
- Ti contraddici parlando di lui, Lestrade. Dici che non ha sentimenti, ma pretendi che io creda che ha agito per amore.
Lui si alza in piedi, come per dare più forza alle proprie parole:
- E che cos’altro ti aspetti che faccia un demone? Io confondo, inganno, mento. Il menzognero, non è così che mi chiamate? - è turbato e teme che lei gli senta la voce tremare, ma deve andare avanti - Holmes non merita l’inferno, Molly, e tu lo sai meglio di me - rende la voce quasi un sussurro - lo prenderai?
-  Se anche ti dicessi di sì, Lestrade, non potrei assicurarti la sua salvezza: si è lasciato sedurre una volta, potrebbe farlo ancora; noi non compriamo le anime, lo sai: vogliamo che gli uomini ci scelgano liberamente, e possono farlo fino all’ultimo istante della loro vita.
Lui alza gli occhi al cielo, questa storia della libertà è davvero ridicola.
- Ho detto che non voglio più Mycroft - risponde - non che rompo il patto con lui. Continuerò a proteggere  suo fratello, non avrà bisogno di cedere la propria anima a un altro. Sono certo che verrà con te, se gliene darai la possibilità. Lo farai? Gli sarai accanto quando sarà il momento?
Lei lo guarda a lungo in silenzio, uno sguardo indecifrabile. Annuisce appena, prima di scomparire.   

  
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