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Autore: Dragon gio    13/11/2008    3 recensioni
Le cose immutabili sono monotone, assolutamente noiose...
Sai si ritrova ad andare in visita alla tomba del fratello, ma non sà di essere seguito dal compagno di team Naruto! Insieme scopriranno, per caso, una cosa molto speciale...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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NARUTO Shippuuden - No emotion
I personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Kishimoto Masashi. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.


NARUTO SHIPPUUDEN
NO EMOTION






Le cose immutabili sono monotone, assolutamente noiose…

Una volta lessi queste parole in un libro, non ricordo nemmeno di quale autore. Allora non capì il significato di quella frase e chissà forse nemmeno adesso.

Nel Root una delle prime cose mi insegnarono furono la costanza e la disciplina.

Soprattutto la fedeltà verso Konoha.

La missione doveva essere al primo posto, al di sopra della tua stessa vita, del tuo futuro, del tuo passato, dei tuoi sentimenti…

Mi insegnarono che l’organizzazione Root era veramente la “radice” di quel grande e potente albero chiamato Konoha.

Noi muovendoci nell’ombra dovevamo preservarne i valori, i segreti e cosa più importante debellare ogni qualunque forma di minaccia che poteva turbare il villaggio.

Questo era il Root, questo era ciò in cui credeva Danzou-sama e ciò che ci insegnò.

Duramente e spietatamente queste regole, questa vita, mi entrarono dentro.

Assuefatto dal credo di Danzou-sama, non ho mai pensato a cosa potesse esserci al di fuori di quel mondo bianco e nero in cui vivevo giorno dopo giorno.

Non mi ero mai posto questo quesito, non era necessario in fondo. Per portare a termine le missioni non c’era bisogno di porsi queste sciocche domande.

Immutabile come la mia vita, lasciavo che ogni cosa mi scivolasse addosso per poi svanire del tutto nel buio.

Odio, amore, tristezza, gioia, paura, tutto poco a poco non esisteva più nel mio cuore.

Non avevo bisogno delle emozioni per essere un ninja, questo mi avevano insegnato al Root.

Questi erano i pensieri di me stesso appena undicenne. Ormai conoscevo bene le regole da seguire e continuavo ostinatamente a vivere in quel mondo sterile.

Ma tu nii-san eri diverso, tu che quel giorno ti avvicinasti a me e con occhi curiosi mi sorridesti sbirciano i miei disegni.

Quel viso dall’aria vispa e intelligente che ti contraddistinguevano, quel tuo carattere deciso che ti faceva prevalere in battaglia.

Quel tuo modo di fare così goffo e privo di stile che ti faceva rimproverare dai nostri superiori.

Quel tuo fermarti ogni qualvolta rimanevo indietro e tendermi la tua mano per aiutarmi a rialzarmi…

Al Root mi avevano insegnato che le emozioni erano inutili, ma tu nii-san con il tuo modo di fare mi avevi fatto vacillare.

Grazie a te, per la prima volta in tutta la mia vita desiderai qualcosa di più che gli oneri di Danzou-sama.

Io cominciai a desiderare un legame con te e ingenuamente sognavo di mostrartelo in qualche modo, anche se non sapevo come...


_ _ _



Quella mattina Sai si svegliò molto presto, come sempre.

Fece colazione e si vestì, come sempre.

Quello che non avrebbe fatto come sempre sarebbe stato recarsi agli allenamenti con Naruto e Sakura.

Il giorno prima aveva chiesto un permesso speciale al capitano Yamato per esentarsi dall’addestramento per motivi personali.

Motivi che non aveva illustrato né a lui, né a Naruto o Sakura.

Si era vestito di nero come sempre, ma ironicamente quella tenuta era davvero adatta per quell’occasione.

Uscì di casa passeggiando per le strade deserte di Konoha, doveva passare a ritirare i fiori che aveva ordinato a Ino il giorno precedente.

Gli aveva chiesto più volte se non era un problema per lei aprire il negozio un ora prima per consegnarli i fiori freschi che aveva richiesto.

Ma la ragazza aveva esclamato tutta entusiasta che era un vero piacere.

Buffa persona…

Sai entrò nel negozio degli Yamanaka, la figlia Ino era già lì che attendeva il suo arrivo. Gli consegnò un mazzo di tulipani e gli domandò per chi erano, ma Sai non diede una risposta chiara.

Dopo una breve conversazione con Ino di cui lui non comprese bene l’utilità o il significato (come sempre), pagò e se ne andò.

A passi spediti si allontanò da quelle strade, da quelle vie, da quel villaggio…

Risaliva un piccolo promontorio quando i primi raggi del sole accarezzavano tiepidamente il suo volto pallido e serio.

Raggiunse la cima, non ricordava fosse così in alto e distante, ma in fondo era dal giorno della sua morte che non si recava più in visita alla tomba del fratello…

Un cimitero piuttosto vasto sovrastava quel prato verde. Lapidi bianche, tante lapidi, tutte prive di nome o ornamenti particolari.

Tipiche tombe degli ex-membri del Root che anche nella morte non era concesso loro provare emozioni o farne provare a chi si recava in visita per onorare la loro morte.

Si guardò attorno per cercare l’unica lapide che davvero contava per lui.

Cominciò a camminare in mezzo a quelle vecchie, sporche lapidi per poi trovare quella, l’unica leggermente diversa dalle altre.

Si chinò verso essa, era ormai ricoperta di polvere. La soffiò via con un alito di fiato e con una mano finì il lavoro di pulizia.

Nessuna iscrizione precisa o altro si mostrava agli occhi dei pochi attenti, l’unico particolare che risaltava era quel piccolo specchio quadrato attaccato alla base della lapide.

Ormai incrinato era ancora lì, come gli aveva chiesto, come voleva lui Shin, il suo nii-san…

Prima di posizionare il mazzo di fiori sulla tomba strappò le erbacce e sistemò meglio la terra, così arida e secca ormai (come lo era il suo cuore il giorno del funerale).

Finalmente ora aveva un aspetto più dignitoso. Compiaciuto del proprio lavoro tolse i tulipani dalla carta e li sistemò con cura sopra la tomba.

Dalla tasca dei pantaloni estrasse alcuni incensi che si apprestò ad accendere. Ora cosa rimaneva da fare?

Forse pregare?

Ma Sai non ne era capace, lui non era credente e poi nessuno gli aveva mai insegnato come farlo.

Non era utile al fine delle missioni in fondo…

Rimase lì, seduto immobile, le braccia strette attorno alle ginocchia. Osservando quella lapide candida gli tornarono alle mente tanti ricordi, tante missioni, tanti momenti passati assieme a Shin.


E si ricordò di quella volta che avevano visto le lucciole assieme e il suo nii-san le aveva rincorse felice.

E si ricordò di quella volta che gli salvò la vita durante una missione, mettendo a repentaglio la sua.

E si ricordò di quando osservarono assieme quel meraviglioso tramonto, di quando videro le stelle cadenti.

Rammentò bene che il suo nii-san in tutte quelle occasioni aveva riso, pianto, gioito con lui…

E poi il cuore si incrinò rammentando che lui invece, non aveva provato le stesse cose.

Perché non era utile al fine delle missioni, così gli era stato insegnato.

Aveva sempre vissuto senza emozioni, avendo paura anche solo di provarle.

Ogni volta, in tutte quelle occasioni e in molte altre, avrebbe voluto fare come il suo nii-san e provare a vivere, anche solo per un istante.


Le cose immutabili sono monotone, assolutamente noiose…


Ecco, forse adesso aveva ben compreso perché Shin nonostante la vita d’inferno che facevano cercava sempre di sorridere, cercava sempre di cambiare.

Alla fine dei due, era solo lui quello che indossava una maschera in continuazione, anche quando non erano in missione.

Avvertiva gli occhi bruciare, li chiuse sperando che passasse, anche perché un rumore di passi lo mise sull’attenti…

-    Sai… -

Si voltò verso quella voce che ormai poteva riconoscere anche ad occhi chiusi.

-    Naruto-kun… -
-    Aha…ecco, non pensare che io ti abbia seguito!! Solo…ti ho visto uscire dal villaggio e così… - balbettò gesticolando animatamente il biondo. Non era molto convincete in quella sua spiegazione sconnessa!
-    Non importa… - biascicò il moro tornando a puntare gli occhi di brace verso la lapide. Non se la sentiva di controbattere come al solito alle battute del compagno.

Anche lui si stancava di indossare quella maschera di tanto in tanto…

Quel giorno poi era pesante, davvero troppo.

Naruto abbassò gli occhi cerulei e si accorse che davvero non sapeva cosa dire.

Di tutti i viaggi mentali che si era fatto sul fatto che Sai uscisse da Konoha a quell’ora assurda con un mazzo di fiori alla mano, quella era davvero l’ultima delle ipotesi.

Grattandosi la nuca con fare imbarazzato gli si affiancò, timidamente, goffamente…

-    Di chi è la tomba? –
-    Di mio fratello…oggi è l’anniversario della sua morte… -
-    Aha, capisco… -

Ecco fatto, bel lavoro si disse il biondino. Di tutti i momenti aveva scelto davvero il peggiore per fare la sua teatrale entrata in scena!

Si sentiva decisamente di troppo in quel dolore sincero che solcava il volto di Sai, senza che tentasse di nasconderlo, incredibilmente.

-    Forse…è meglio che io vada… - balbettò Naruto, il moro fece solo un cenno di assenso con la nuca.

Un riflesso di luce accecò per un attimo Naruto che dovette proteggersi gli occhi con una mano.

Solo in quel momento si accorse che in quel riflesso si intravedeva qualcosa di strano…

-    Sai… - lo chiamò, la voce turbata.
-    Cosa…? –
-    Guarda…!! – Naruto mise in bella vista la mano su cui si rifletteva quel fascio di luce.

Sai ci mise poco a comprendere che era la luce del sole che picchiava contro il piccolo specchio sulla lapide a produrre quell’insolito riflesso.

-    Ma che diavoleria è?! E’ come se ci fosse qualcosa sulla superficie dello specchio…!!-
-   Non lo so…forse c’è qualcosa dietro lo specchio… - Sai sfiorò quella specie di “specchio magico”, curioso di carpirne il segreto decise di provare a rimuovere il vetro dalla cornice.
-    Sai…cosa fai?! –

Vide il compagno usare un kunai per forzare lo specchio ed estrarlo dalla vecchia cornice logora, per poco non gli rimase in mano tanto era rovinato e fragile ormai…

Qualcosa scivolò sulle sue ginocchia. Sembrava una foto, piuttosto ingiallita a dire il vero.

Sai la prese e la girò e ciò che vide lo fece sussultare…

-    Ehi…ma quello sei tu? – domandò Naruto osservando quella foto dove un Sai ancora poco più che ragazzino era stretto nell’abbraccio di un coetaneo dai capelli argento.
-    Nii-san… - balbettò Sai pochi istanti dopo, la voce roca e bassa.
-    Quello è tuo fratello?! –
-    Sì… -
-    C’è scritto qualcosa… -
-    Dove?! –
-    Lì, sul bordo in alto! – Naruto indicò un punto dove la carta era piegata, si intravedevano delle lettere in effetti.

Sai allargò bene la foto e la scritta fu leggibile, in qualche modo.

DON’T FORGET…

-    “Non dimenticare”…?! Ma che significa?! –

Il moro, che si era come estraniato dal mondo intero, rivide nella sua mente (cuore) il giorno in cui fu scattata quella foto.


_ _ _



-    Eh dai, nii-san cosa ti costa?! –
-    Non mi piacciono le foto… -
-    Che barba che sei!! E’ un modo come un altro per ricordarsi di questo giorno, no?! –
-    Perchè, a cosa ci serve?! –

Due ragazzini discutevano con foga, davanti a loro un anziano e la sua macchina fotografica, ormai spazientito.

-    Abbiamo svolto egregiamente la nostra prima missione, dobbiamo festeggiare!! Io voglio ricordarmi di questo giorno!! –
-    Continuo a non capire… -

Il giovane dai capelli argento si schiaffò una mano sulla faccia, sospirando.

-    Non importa…un giorno capirai… -
-    Eh?! –
-    Dai, mettiti in posa!! –
-    Allora, siete pronti? Posso scattare?! –
-    Sì, sì!! – esclamò tutto allegro Shin.

Erano uno accanto all’altro, in piedi. Sai quasi sull’attenti, rigido come un manico di scopa.

Shin lo guardò di sottecchi ghignando e pochi istanti prima che il flash partisse annullò quella distanza che li separava e lo abbracciò facendolo sbilanciare un poco.

Il risultato finale fu quella foto buffa, dove il suo nii-san rideva e lui…aveva un aria stupita, imbarazzata ma in fondo…serena.

Sì perché a fargli quello “scherzetto” era stato il suo adorato nii-san…


_ _ _



-    Ehi Sai…tutto bene?! –
-    Sì…tutto bene… - ripeté il moro stringendo un poco quella vecchia foto fra le dita, tremando impercettibilmente…
-    Chi ha avuto l’idea di nascondere questa foto dietro lo specchio? –
-    Deve essere stato lui…io non capì mai il motivo per cui mi chiese, quasi supplicandomi che questo specchietto fosse posizionato sulla sua lapide… -

Naruto si fece pensieroso per qualche istante, poi sorrise dolcemente.

-    Forse voleva che tu lo trovassi, prima o poi! Anche lui voleva esprimere in qualche modo quel legame che vi univa… -

Il legame…”

La mente di Sai fu ricondotta immediatamente al libretto di disegni che voleva regalare a Shin.

Lo stesso che non fu in grado di completare allora.

Quella pagina che rimase bianca per lungo tempo e che poi fu invece conclusa grazie a Naruto…

Le labbra di Sai tremarono per qualche istante, per poi piegarsi timidamente in un sorriso felice.

“Non dimenticherò…nii-san”



Con questo pensiero lui e Naruto stavano rientrando a Konoha, uno accanto all’altro camminavano in silenzio.

Quasi sfiorandosi ma in realtà senza mai farlo realmente.

-    Naruto-kun… -
-    Mh?! –
-    Noi siamo amici, vero? –

Il biondo per poco non si soffocò con la saliva! Da quando in qua Sai gli poneva certe domande?

-    Certo…perché me lo chiedi?! –
-    Mi offriresti il ramen, allora?
-    EH?!! – Fu l’immediata e sonora risposta dell’amico che strabuzzò gli occhi.
-    Non ho un soldo e mi è venuta fame…gli amici si aiutano nel momento del bisogno, no? -
-    Ma senti questo!! Vorrei farti notare che questa si chiama “amicizia di convenienza”!! –
-    Davvero? Non lo sapevo… -
-    Non fare lo spiritoso con me!!! Leggi un mucchio di stupidi libri e poi non conosci le cose basilari!! –
-    Anche Sakura-san mi dice le stesse cose… - rispose vagamente divertito Sai.
-    E ha ragione da vendere!! –
-    Comunque se non vuoi, non importa… -

Naruto grugnendo per un paio di secondi in modo piuttosto evidente finì col mettere un braccio attorno al collo di Sai e stringerlo.

In quel gesto che lui sapeva bene doveva aver riservato ad un'unica persona in passato…

-    Va bene rompiscatole! Ma che sia la prima e ultima volta!!! –

Piuttosto stupito da quel gesto (o dalla vicinanza del viso di Naruto al suo) finì con l’arrossire violentemente balbettando un grazie appena udibile.

Anche lui aveva deciso di provare a cambiare alla fine.

E sapeva bene che stando accanto a persone come Naruto e Sakura, forse anche lui avrebbe potuto riscoprire le emozioni.


Le cose immutabili sono monotone, assolutamente noiose…


Niente di più vero.



END
11/08/08



_ _ _ _ _ _ _ _




Salve!! Finalmente mi decido a pubblicare questa One Shot!!! La scrissi ad Agosto ma decisi di non metterla sul sito, forse per pigrizia o indecisione, non ricordo nemmeno io! XDD

Tutto ciò che ricordo con chiarezza sono i riferimenti, piuttosto forti a tre anime particolari: City Hunter, Full metal alchemist e Gensomaden Saiyuki! ^ ^

In primis, l’idea dello specchio e della foto era tratta proprio da un episodio di City Hunter! Chi ha letto il manga rammenterà la mitica ladra 305, o come la chiamava Ryo “chiappe volanti”! XDDD

Nella sua seconda apparizione chiedeva aiuto al bel Saeba per vincere una sfida fra ladri! Lo specchio che i due rubano per conto della nonna di lei, nascondeva un messaggio segreto proprio dietro la sua superficie! Ryo se ne accorge per caso, quando un fascio di luce investe lo specchio rivelando la poesia incisa sul retro.

Il secondo riferimento è tratto da Full metal alchemist, a parte l’intensa fratellanza che lega i due giovani Elric (particolare che io tendo ad accentuare di proposito fra Sai e il fratellastro Shin nelle mie fiction! XDD), la scritta “Dont forget” è molto importante e significativa! Era stata incisa dentro l’orologio d’argento di Ed da lui stesso con la data del giorno in cui aveva dato alle fiamme la casa dove lui e la sua famiglia erano cresciuti.

La scritta “Dont forget” in quel caso aveva un significato molto diverso da quello che ho voluto esprimere io nella mia storia, sia bene in chiaro! U__U

E per finire, una frase molto bella pronunciata da uno dei personaggi di Gensomaden Saiyuki, ovvero: Le cose immutabili sono monotone, assolutamente noiose! Chi conosce la serie forse si ricorda chi dice questa frase stupenda, vero? ^___-  Sì proprio lei, la Dea Kanzeon Bosatsu, la ragione per cui un bonzo corrotto, un kappa pervertito, una scrimmia tutto-stomaco e un uomo perennemente sorridente, sono partiti verso Ovest! XDDDD

Questa lunga spiegazione ci voleva, scusate se mi sono dilungata così tanto, ma mi sembrava doveroso farvelo presente! ^ ^

Bene, siamo dunque giunti alla conclusione!!

Ringrazio ancora una volta tutte le persone che hanno letto e commentato la mia prima Long Fiction Killer!! ^////^  Grazie grazie, inchino!!! ^___^

Ne ho in serbo un altra di Long Fiction, ma questa volta sarà una AU, con pairing....provate a indovinare?!! XDDD Sì, proprio loro, Sai e Naruto!! XDD SaiNaru e NaruSai, insomma sarà tutto questo con un pizzico di SasuNaru! XDDD Tutte le motivazioni che mi hanno portata a scrivere una AU le troverete quando verrà pubblicato il primo capitolo! *__*'

Perchè vi assicuro che non è assolutamente da me, scrivere una fic di Naruto AU....!!!!! U_U Ma avevo le mie buone ragioni...! XDDD

Ci vediamo nella prossima fiction allora, che quasi sicuramente non sarà la Long ma un altra shot che ho scritto da mesi e mesi e mai pubblicato! XDDD

Becitos, Gio!! ^____-

See you soon fan writer...






  
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