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Autore: Nocturnia    30/12/2014    3 recensioni
Che peso ha ora il tuo amore, Excella?
Da quando le tue speranze sono diventati putride illusioni?
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Excella Gionne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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afhadi
Disclaimer: Albert Wesker, Excella Gionne e tutti gli altri personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Quando si regna si deve governare con la testa, mai con il cuore."

- Honoré de Balzac -



Il peso della corona



Che peso ha ora il tuo amore, Excella?
Da quando le tue speranze sono diventati putride illusioni?

"Cambieremo il mondo, Excella: insieme."

Che valore hanno mai avuto le parole di un uomo già morto?

Nessuno.

Ti pieghi, e il mondo cambia prospettiva.
Chris e Sheva sono una macchia di colore sfocato, il dolore un grumo solido al centro dell'addome - aghi che paiono unghie e che strappano ogni cosa che incontrano.

"L'Uroboros è quasi pronto."

"Perché?" domandi al silenzio "Dopo tutto quello che ho fatto per te."
La schiena s'inarca di colpo, crack; una vertebra si spezza sotto la violenza del virus.

"Immagino avrai bisogno di un partner."

Che significato dai ora alle tue azioni, Excella?

"Credo di aver provato il mio valore, no?"

A quale scusa ti appellerai per chiedere perdono?

"Forse."

Il virus preme e una bolla di sangue ti esplode in bocca, un fiotto densissimo e scuro come il cielo.

"Excella Gionne."

Manipolatrice.
Ti eri sempre creduta una grande manipolatrice, tessitrice di sogni e false speranze.

"Precisamente. E lei sarebbe...?"

Il diavolo risponderesti ora, ma l'Uroboros trova una via e ti stritola il petto, il respiro un sibilo agonico che ricorda quello di un pneumatico sgonfio.

"E questo virus è una variante della specie T?"
Wesker aveva annuito, stendendo i documenti davanti a sé come un croupier.
Excella si era protesa oltre il bordo della scrivania, l'innocenza dei suoi vent'anni velata dal desiderio.
"Ciò che era dell'Umbrella è ora tuo."
Excella sorride e c'è qualcosa d'infantile nei suoi occhi, qualcosa che gli fa venir voglia di ridere - ridere e ucciderla.
"Perché?" gli domanda all'improvviso "Perché la Tricell?"
"Perché siete i migliori." risponde Wesker, reclinandosi all'indietro "Perché sei la migliore."
L'adulazione è sempre stata il suo punto debole.

"Perché?" ripeti, e c'è disperazione nelle tue parole.
C'è una vita che il virus mastica con l'ingordigia sconsiderata del dio, possesso ossessione gelosia.

Volevi tanto essere degna, eh Excella?

Adesso lo sei, Excella.
Adesso, mentre l'Uroboros spezza i deboli legami del tuo DNA e ti ricrea a nuova immagine e somiglianza, lo sei.

"Tre anni."
Wesker le rivolge uno sguardo annoiato, alzando un sopracciglio.
"Tre anni che lavoriamo insieme e non so nulla di te."
"Non c'è poi molto da sapere." mente, il cielo che va gonfiandosi e scurendosi sopra le loro teste.
"Ex capitano della S.T.A.R.S. Ex leader ricercatore dell'Umbrella Corporation, collega di William Birkin, brillante scienziato. Orribile fine, a proposito." prosegue Excella, fissandolo da sopra il bordo del bicchiere "Ex membro della sconosciuta Organizzazione e nemico giurato dell'agente del BSAA Chris Redfield. Affamato di potere, manipolatore, calcolatore, assassino. Bioterrorista. Dio sotto mentite spoglie. Un complesso piuttosto comune tra voi uomini, se mi permetti." s'interrompe un attimo Excella, il vento che le scompiglia i lunghi capelli neri "Non sposato, nessun figlio conosciuto, un uomo solo, divorato dal suo lavoro." gli occhi le brillano e si riflettono nei suoi, rossi e sfumati nell'oro del divertimento "Dimentico qualcosa, Albert Wesker?"
"Non hai aggiunto mostro alla tua già nutrita lista d'aggettivi." la irride lui, la pioggia che comincia a cadere con la stessa forza d'una frustata.
Excella ride, e un tuono infrange quel suono.
"Mostro." ripete, e lascia che quel nome le rotoli sulla lingua "Non ho mai tifato per il principe azzurro nelle favole della buonanotte."
Albert ride della sua sconsiderata fiducia.

Brucia la corona sul tuo capo, e lascia cicatrici che fanno di te un po' una martire, un po' una puttana.
Redfield urla qualcosa e la voce di Wesker risuona metallica negli altoparlanti - un incedere lento e strascicato.
Per un attimo, un tragico istante, speri davvero che l'Uroboros ti accetti e che tutto questo finisca, permettendoti di vivere; di tornare da lui.
Patetico.

La verità è che nemmeno Excella conosceva bene se stessa.
Wesker l'aveva scelta per quello che era - per quello che voleva; potere, ambizione, spregiudicata arroganza e una sottile vena sadica che si mostrava raramente, ma oh, quando si mostrava...

"Maledizione!" bercia Excella, assestando un calcio al prigioniero "Morto! Come tutti gli altri!"
Albert scivola con lo sguardo sulla pila di cadaveri che la circonda, indifferente.
"Il tuo virus..." l'accusa all'improvviso, premendogli un dito sul torace "Fa schifo."
"Ti consiglio vivamente di moderare i termini, Excella." l'ammonisce lui, assottigliando gli occhi.
Excella è furiosa e lo ignora, osservando i suoi migliori anni (e milioni di dollari) andare in fumo.
"Un nuovo mondo, eh?" ruggisce "Un nuovo mondo pieno di stupide bestie morte!"
"Gli hai iniettato il progenitore troppo presto."
Excella non l'ascolta, il viso contratto in una smorfia irata e tesa.
"Se tu avessi..."
Wesker vede il manrovescio arrivare e lo intrappola tra le sue dita, spezzandole un polso.
Excella miagola un insulto indefinito, contraendosi nella sua presa.
"Vuoi che ti spezzi anche l'altro?"
"Vuoi che sbagli dosaggio del tuo siero?"
L'iride di Wesker si tinge di rosso, laghi di sangue e veleno.
"Non oseresti."
"Mettimi alla prova."
Excella gode di un dolore che si ostina a chiamare con altro nome.

L'Uroboros non la sta accettando.
Excella piange, e non sa più se è la sofferenza a parlare oppure la delusione.
"Sei stata un ottimo investimento, Excella. Ho solo un ultimo compito per te."
Morire pensa Morire e trasformarmi in un mostro.
L'ironia non le è mai mancata.

Domare la bestia è sempre stata una prerogativa delle donne della sua famiglia.
Uomini egoisti e violenti, belle facce a nascondere animi marci e corrotti.
Excella si ritiene un'eccezione, la maschera di una femmina bellissima che dissimula la bestia peggiore di tutte.
Si ritiene migliore, un passo avanti - lei ha Wesker, no?
Un sospetto le rosicchia gli angoli della mente, ma la devozione - l'arroganza - lo mette a tacere, il silenzio un'oasi felice.
"Non ti ho mai visto dormire." inizia Excella "Oppure mangiare, se è per questo."
"Non ne ho bisogno."
"Stronzate." e Wesker inclina il mento nella sua direzione "Per quanto la tua mitosi cellulare sia veloce e il siero ti mantenga stabile, il tuo organismo ha ancora bisogno di queste cose; solo molto meno di noi comuni mortali."
"Uhm." è l'unica risposta che le concede, tornando al suo laptop.
"Cosa farai dopo? Quando il mondo sarà infettato dall'Uroboros."
"Lo guiderò." le risponde, analizzando un paio di file "Insegnerò a chi è rimasto cosa fare."
"E se non volessero? E se fossero più forti di te - migliori? Se deponessero il loro nuovo re?" azzarda Excella, dondolano un piede oltre il bracciolo del divano "Li ucciderai tutti?"
"Nessuno è superiore a me, Excella. Nessuno."
Excella sorride al buio.

Il suo nome ti sfugge dalle labbra prima che tu abbia il tempo di trattenerlo.
L'Uroboros ha raggiunto il suo stadio finale e squarcia quello che è rimasto di te, il dolore ora un nucleo pulsante e che irradia calore lungo tutto il tuo corpo.
La testa scatta all'indietro e non senti nemmeno l'atlante spezzarsi, il virus che ingurgita tutto in un'unica massa nerastra e vischiosa.
Sheva grida, Redfield si chiude in posizione difensiva.
Il tuo ultimo pensiero cosciente e se adesso, adesso che l'Uroboros ha fatto il suo corso, sarà almeno in grado d'amarti.

"Non dovevo fidarmi di te."
"No."
"Eppure l'ho fatto."
"Gli umani compiono scelte dettate dal cuore, non dalla ragione."
Excella si fissa le unghie sporche di sangue secco, i capelli una massa scura che le ricade aggrovigliata sulle spalle.
"Poetico."
"Realista."
Il sole illumina il suo ultimo giorno ed Excella non si è mai sentita più stanca - più svuotata.
"L'Era di un nuovo mondo." mormora, rivolgendogli un'occhiata di sbieco "L'Era di Albert Wesker."
"Non sono immune all'ironia, Excella; so riconoscerla."
Sospira, alzandosi e andandogli incontro.
"Dovresti cambiarti." aggiunge Wesker, ed Excella lo ignora: il nuovo mondo la vedrà con i vestiti in disordine e gli occhi gonfi di chi non dorme da troppe notti.
Lo fissa, cercandogli gli occhi dietro le lenti scure.
Allunga le dita e gli sfila gli occhiali, pupille rilassate e l'iride rossastra che si espande come la corolla di un fiore.
Albert ricambia lo sguardo, la linea delle labbra insolitamente distesa.
"Insieme?" chiede, ed è tornata indietro di sei anni Excella, occhi entusiasti e un amore puerile stretto nel pugno.
Albert sorride, baciandola e indugiando ancora qualche istante sulla sua bocca.
"Insieme."
Quella menzogna scivola nel suo cuore come il più dolce dei veleni.

Excella fissa il suo corpo e si scopre insensibile al dolore.
Ruota le mani un paio di volte, così esili da sembrar pallide sfumature biancastre.
Osserva il cielo, seguendo la parabola discendente dell'aereo da carico della Tricell.
Il tempo ha perso dimensione ed Excella si siede e aspetta, l'Uroboros residuo che gocciola al suolo come catrame.
Sente il vulcano rumoreggiare in lontananza, e solleva di poco il mento quando un elicottero raggiunge il punto il cui è precipitato l'aereo.
Era il crepuscolo quando è morta e ora una tiepida alba fa di nuovo capolino oltre le nubi, tingendo il cielo d'arancione.
Inspira, ma nessun odore le stordisce i sensi - non il fumo che si solleva dall'orizzonte, non il puzzo della decomposizione che dovrebbe circondarla.
Le urla si sono placate da qualche ora ed Excella si alza, lentamente, senza nessuna fretta.
È azzurro quel nuovo giorno, limpido.
È vivo, ed Excella sospira; forse, non è stato tutto inutile.
Lo sciabordio del mare è quieto sotto i suoi piedi ed Excella si scopre incredibilmente calma quando il suo respiro le sfiora il collo.
"Hai perso." gli dice "Il dio è infine caduto."
Si volta, incontrando solo un altro fantasma - reietti che che si cercano tra carcasse di speranze e debiti mai saldati.
"Ha fatto male?"
 Silenzio.
"Adesso sai cosa significa."

Adesso sono finalmente degna.

La morte è l'eternità che aveva sempre sognato.



Note dell'autrice: vengo da un'intensa sessione di gioco di Resident Evil 5 e dalla rilettura compulsiva di come avrebbe dovuto essere la trama del gioco in beta, per cui sì, Albert Wesker ed Excella Gionne sono canon.. Lei muore male - malissimo! - e lui la usa solo, ma sono canon e sono insieme e sono bellissimi. Lasciatemi il mio OTP disgraziato che vado a piangere in un angolino. *soffre*










   
 
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