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Autore: Restart    30/12/2014    1 recensioni
Harry e Louis si erano promessi di amarsi a vita, ma evidentemente la vita è breve, visto che è durata solo cinque anni.
Dal testo;
"In soli cinque anni le cose erano andate di bene in peggio; la convivenza, il matrimonio, la separazione. Troppe cose in un lustro".
Una piccola One-Shot sulle note di una delle mie canzoni preferite da cui prende anche il nome.
[Harry/Louis con accenni Zayn/Niall]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You tell me that you’re sad and lost your way
You tell me that your tears are here to stay
But I know you were only hiding
And I just wanna see you
One Direction - Through the dark




Harry sbatté il portone del suo elegante appartamento newyorkese. Il rumore sordo si diffuse nella casa vuota. Anche Harry si sentiva vuoto.
Gli mancavano le piccole cose a cui l’aveva abituato; la cena pronta, a vasca piena d’acqua bollente. Amava immergersi nella schiuma, mentre sentiva dei fischiettii provenire dalla cucina.
Posò la borsa in cuoio accanto al mobile bianco latte, scelto con tanta cura, bellissimo. Sullo stipite vicino ad esso si notavano delle tacche incise sul legno pregiato. Ogni anno, ogni mese, ogni giorno, in cui vedevano nella loro bambina un cambiamento, un aumento di altezza, segnavano. La loro dolce bambina Callie. Aveva otto anni. Bella, con quei riccioli castani e gli occhi azzurri. Sorrideva con il padre Harry*, un sorriso mozzafiato, con quelle tenere fossette agli angoli della bocca. E sapeva essere spesso allegra, sapeva portare felicità in casa come Louis.
Harry si allentò il nodo della morbida cravatta in seta, regalatogli per il suo venticinquesimo compleanno. Per lui sembrava un’enormità di tempo, quando erano solo cinque anni prima.
In soli cinque anni le cose erano andate di bene in peggio; la convivenza, il matrimonio, la separazione. Troppe cose in un lustro.
Provò a inspirare, illudendosi che fosse tutto un grande incubo, sperando di sentire il profumo della cena pronta, incandescente sulla tavola. Buttò la cravatta a terra, così come la giacca del suo completo preferito. Erano iniziate le pratiche per il divorzio e lui si era voluto presentare al meglio.
Con quel completo forte, scuro; la cravatta che in qualche modo li univa; i riccioli castani, che cadevano ribelli sulle spalle larghe, ma poi che furono raccolti con un semplice gesto, veloce, abituale.
Lo sguardo fiero, duro, che non doveva far trapelare nessuna emozione. Uno sguardo studiato per non sgretolarsi non appena Louis lo fissava. E mantenerlo per Harry è stata una sofferenza. Perché Louis lo guardava in continuazione, per cercare in lui un minimo soccorso.
Dopo ore di agonia, Harry era uscito con gli amici, quegli amici che non l’avrebbero mai abbandonato. E li vedeva così belli, perfetti, innamorati l’uno dell’altro.
Niall a volte, nascondeva il volto tra le mani, perciò Zayn gli circondava le spalle con le sue grandi braccia tatuate per rassicurarlo e gli sussurrava qualcosa di solo loro nell'orecchio. Allora, Niall riportava le mani al cristallo del bicchiere contenente una striscia di scotch e tornava a sorridere.
Gli episodi di questo tipo erano molto frequenti, dopo l’inferno che gli avevano fatto passare la sua famiglia. Il “non essere un normale ragazzo etero” per loro era inconcepibile. Zayn poi era l’apoteosi della stupidità di Niall, a parer loro. Un ragazzo che non era nemmeno serio. Ma Zayn non era quello che tutta la gente credeva che fosse. Era dolce e protettivo, soprattutto nei confronti del marito. Passare la serata con loro è stato per Harry qualcosa di rinfrescante.
Passò la mano sulla cintura dello stesso materiale della borsa, per poi slacciarsela. I pantaloni gli caddero con un fruscio silenzioso lungo i fianchi e le gambe lunghe. Harry li lasciò lì, nel bel messo dell’ingresso, ma non se ne curò: da ormai due mesi in quella bella e grande casa della più famosa città statunitense, ci viveva da solo. I rumori delle auto che sfrecciavano veloci sull'asfalto gelato erano aumentati notevolmente. O forse sembrava solo a lui, perché in casa sua non c’erano più i gridolini di sua figlia e i fischiettii del marito. Si sbottonò la camicia bianca e la gettò sul divano del salotto. Si diresse nel bagno così com'era, in mutande, il petto denudato, in modo da mostrare la bellissima farfalla che si era fatto tatuare otto anni prima, quando era nata Callie. Era un modo per averla sempre vicina. Invece gli altri tatuaggi erano quasi tutti collegati al suo Louis.
 Si tolse per la prima volta dopo quattro anni la fede in oro bianco e l’appoggiò su una mensola del bagno. Si sciolse i capelli e gettò il laccino dove capitò.
Aprì il getto della doccia al massimo e aspetto qualche secondo prima di entrare.
-
Louis guardò per la terza volta l’orologio. C’era un ritardo, e non poco notevole.
“Papà ma perché andiamo a Londra?” Callie guardò Louis che sorrideva. Era la terza o forse la quarta volta che Callie gli chiedeva la stessa cosa. E lui tutte le volte le rispondeva gentilmente; “Andiamo a trovare zio Liam e Sophia” era la scusa più plausibile per allontanarsi da Harry il più possibile.
“Perché il papà non viene?” questa era la prima. La prima volta che gli faceva la domanda più scontata. Si inginocchiò all’altezza della bambina, con gli occhi lucidi. Penso che fosse totalmente inutile mentirle, visto che era una bambina molto intelligente.
“Stiamo divorziando tesoro” lo disse cercando di sorridere, ma le lacrime lo tradivano e non poco. Callie si ammutolì.

Si avverte la gentile clientela che il volo New York è stato cancellato per maltempo, vi auguriamo una buona serata

“Fanculo tu e la buona serata” pensò Louis improvvisamente incazzato. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
“Andiamo a dormire da Niall?” chiese Louis tremante alla figlia. Callie si limitò ad annuire. La prese per il polso ed iniziò a camminare velocemente.
Quando mise in moto l’auto cominciò a piangere copiosamente. Non poteva reggere una tale pressione. Harry, il divorzio, l’amore per una figlia che di suo aveva solo il secondo cognome e un documento all’anagrafe.
Parcheggiò davanti al portone di Niall e suonò. Zayn venne ad aprirgli mezzo addormentato, ma si svegliò quando vede brillare gli occhi di Louis nel buio.
“Ciao bimba! Dormi da noi?” Callie annuì vigorosamente e corse in casa.
“Cosa è successo?” chiese Zayn a Louis. Quest’ultimo si limitò a muovere la testa ed a pronunciare;
“Buonanotte, fate attenzione alla bambina” e montò in macchina. Guidò veloce fino a quella bellissima casa rossa. Estrasse le chiavi ed aprì il portone. I vestiti di Harry erano sparsi a terra, lasciati così come erano.
Louis si denudò completamente, quando sentì l’acqua della doccia scrosciare. Si avviò verso il bagno.
Harry stava appoggiato con la testa al muretto della doccia, piangeva, col vapore che gli circondava il corpo nudo. La porta in vetro del box si aprì e lui quasi non se ne accorse. Louis lo abbracciò da dietro e lui si lasciò abbracciare

Ci vogliono quattro abbracci al giorno per sopravvivere;
otto per vivere e dodici per crescere.
Alessandro d’Avenia – Cose che nessuno sa

“Ti amo Harry Styles” sussurrò ai riccioli bagnati.
“Anche io Louis Tomlinson” per la prima volta Harry si voltò a guardarlo. Si fissarono a lungo verde contro azzurro. Ci volle parecchio tempo, ma poi si baciarono e fu bello come il primo.
 

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*Callie è figlia naturale di Harry, avuta da una "scappatella", ma spesso le persone non sanno di chi sia, visto che ha i capelli di Harry e gli occhi identici a Louis.

Nota autrice:
Allora premetto che non sono una Larry, però trovo che siano molto dolci, perciò ho voluto pubblicare una ff scritta molto tempo fa. 
Spero che faccia piangere voi come ha fatto me, quando l'ho riletta, ieri.
Un bacio e un grande augurio di buon 2015
Restart

 
   
 
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