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Autore: LalaK    30/12/2014    1 recensioni
Quando i problemi di cuore riguardano Lei,un'elfa decisamente fuori dalle righe, e Lui, il principe Legolas, che non ha certo bisogno di presentazioni, l'esito è tutt'altro che prevedibile. Sullo sfondo della Guerra dell'Anello, una storia che vuole essere una storia d'amore. O almeno,ci prova.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve ;) Questa fanfiction è il mio primo esperimento nella sezione dedicata al Signore degli Anelli. Ho voluto scrivere di un'elfa che si discosta un po' dai canoni elfici di perfezione,bellezza stratosferica ecc ecc. Finiamola qui perchè potrei andare avanti ore a enunciare i numerosi, nonchè innumerabili, pregi degli elfi. Il capitolo è corto, e molte cose verranno spiegate in quello successivo. Prima tra tutte, il nome della protagonista ;) Detto questo, vi lascio alla lettura. Commenti e critiche sono ben accette. Spero davvero di poter migliorarmi attraverso le vostre recensioni :) Un bacio e al prossimo capitolo!



 

Chapter 1: Please,stop raining!

  
Avevo sempre pensato che quando sarei partita per la mia avventura sarebbe stata una giornata memorabile. Uno di quei giorni in cui il sole splende nel cielo,gli uccellini cantano festosi,il vento è leggero e tutto sembra essere di buon auspicio per il viaggio. Probabilmente qualche Valar si stava prendendo gioco di me, perchè quando finalmente  quel giorno tanto agognato era arrivato, i cieli avevano deciso di mandare un acquazzone memorabile, di quelli che  ti fanno rimpiangere di aver messo anche solo un piede fuori casa.
Eppure ero qua, e la mia avventura era iniziata già da qualche ora. Più precisamente, da quando ero uscita dal palazzo di re Thranduil diretta verso Gran Burrone. Lì infatti si sarebbe tenuto un Consiglio che avrebbe radunato esponenti di varie razze. Argomento del giorno:  la minaccia pressante che ormai costituivano le truppe di Sauron. Il suo potere si faceva sempre più forte, e non poteva più essere ignorato.
Questo era quindi il motivo ufficiale.  Quello che invece aveva portato me a uscire da Bosco Atro era che finalmente,dopo ere, mio padre aveva acconsentito,detta in modo molto poetico,a lasciare che i miei orizzonti si ampliassero. E si può dire che convincerlo fosse stata già di per sè la più grande impresa che avrei mai potuto compiere. Non è facile gestire un padre iperprotettivo, e soprattutto due fratelli maggiori e anche gemelli quando essi sono decisi più che mai a far valere la propria opinione di maschio alfa a proposito della sorellina minore, ergo a tenerla segregata in casa.
Ma se c'era qualcosa, o meglio qualcuno, che poteva rassicurare mio padre più che la presenza di un esercito pronto a combattere o morire nel tentativo di difendermi, era lui. Legolas. Il figlio del re ufficialmente. Praticamente, il mio compagno di giochi fin da piccola. Mio padre lo adorava. Ufficialmente, perchè in quanto consigliere di Thranduil, era tenuto a mostrare rispetto e devozione al figlio del sovrano. Praticamente, perchè si e basta. Anzi, i motivi per adorarlo c'erano tutti, e potevo elencarli molto bene:  Legolas era responsabile, un ottimo guerriero sia nel corpo a corpo che con l'arco,era gentile,premuroso,affidabile,aveva capelli biondi,un fisico magro ma ben delineato,tratti del viso affascinanti,voce arrapante,labbra da bacia...beh,direi che gli ultimi cinque punti possano essere tolti dalla lista. Oltre a tutto questo,Legolas era  anche  la mia cotta da beh... circa mille anni, anno più anno meno. Lo so,mille anni sono molti anche per un'indecisa cronica come me. Avrei dovuto quantomeno cedere per sfinimento ad un certo punto,e dichiararmi in preda a un sentimento ormai troppo grande per essere contenuto... e invece no. Ma d'altronde siamo elfi e  il tempo non è certo un problema,avendo davanti una vita immortale. E probabilmente avrei atteso ancora prima di farmi avanti, ma evidentemente era giunto il momento di dare una svolta al nostro rapporto. E il motivo era lei, Aranel.
Ufficialmente, la figlia di un vecchio amico del re,giunto in visita da Gran Burrone qualche mese fa, e che ora, complice la spedizione, ne approfittava insieme al padre per tornare a casa. Praticamente, l'elfa che minacciava di soffiarmi da sotto il naso la mia cotta millenaria.  
Anche in questo momento, mentre il temporale impazzava e il vento che soffia minacciava di trascinarmi giù dalla sella del mio Argentovivo, lei riusciva ad essere bella.
Le gocce di pioggia scendevano ordinate lungo la linea del suo collo, e sembrava che pioggia o sole per lei non facessero la minima differenza. 
Io,anche senza aver bisogno di uno specchio,sapevo che l'acqua aveva reso i miei capelli appiccicosi e arruffati,che la treccia un tempo perfetta ora era informe e giaceva ormai floscia sulla mia spalla.
La guardai  con il mio migliore sguardo omicida, e lei,sentendosi osservata, si girò verso di me sorridendomi con sguardo interrogativo.
<< Tutto bene? >> 
Il mio grugnito di risposta sembrò essere abbastanza,perchè tornò a puntare gli occhi sulla strada, o almeno, quel misto di fango,foglie secche e sassi che in tempi migliori doveva essere stato un sentiero.
Mi afflosciai un po' di più sul mio cavallo. Altro particolare non indifferente. Aranel non era solo bella,aggraziata, provocante, ma anche intelligente e mio malgrado,simpatica. Difficile odiarla, ma io ce la stavo mettendo tutta,perchè insomma, eravamo rivali.
Speriamo solo che smetta presto pensai, guardando in alto.
Le chiome degli alberi non riuscivano ad impedire a grossi goccioloni di penetrare e inzuppare gli sfortunati viaggiatori che in quel momento avevano l'ardire di attraversare la foresta.
Come se i Valar avessero ascoltato la mia preghiera, un fulmine colpì in pieno un albero di fianco a me. Il frastuono fu tale che Argentovivo s'impennò,e io persi la presa sulle briglie. Annaspai in cerca di un appiglio,prima di cadere da cavallo e sbattere violentemente per terra. Non c'era parte del mio corpo che non urlasse per il dolore della botta.
Non era esattamente questo che intendevo con spero che smetta presto feci in tempo a pensare, prima di perdere i sensi.
  
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