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Autore: _Lookingforpenguins___    30/12/2014    1 recensioni
«non credere di fermarmi! Tu continuerai a studiare il violino! Chiamerò un insegnante che non si farà mettere i piedi in testa da una bambina capricciosa come te!» urlò.
La ragazza si alzó con aria arrogante e incroció le braccia al petto, mentre il vento scuoteva i suoi lunghi capelli d'oro.
«ah, davvero? Vedremo, Miss Charlotte» disse sicura di sé.
Pensava di farli fuori tutti, nessuno sarebbe riuscito a tenerle testa
Genere: Malinconico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Per Ridley, quella prima lezione, fu completamente inutile. Non fece altro che fissare il violino e ascoltare i discorsi senza senso di quello squilibrato. Sospirò, poi tornò in sala di violino, sperando che l'insegnante non ci fosse. Così fu. Era leggermente nervosa, cosí prese istintivamente il violino e cominciò a suonare 'The Phantom Of The Opera' per scaricare la rabbia. Infatti rischiava di spezzare le corde del violino e suonava piú velocemente del solito. Non si poteva negare la sua bravura. Le sue performance erano davvero sublimi, lei era elegante, era davvero portata per quello strumento. Aveva preso tutto dalla sua famiglia, anche se non voleva ammetterlo. Mentre suonava, sentí degli applausi e si fermò di colpo. «oh, signorina, come mi dispiace che lei odi il violino! È cosí brava. Mi ha ipnotizzato! Le sue note mi hanno fatto traboccare il cuore come avrebbero dovuto!» era il suo insegnante pazzo. «e tu da dove sbuchi?» chiese Rid perplessa. «sono sempre stato qui, solo che lei era accecata dalla rabbia e ha visto solo ciò che voleva vedere, milady» rispose lui inchinandosi. La ragazza sbuffò. «fila via. Voglio stare sola» disse lei, scontrosa. «cosa turba tanto il suo animo?» chiese ancora lui. Ridley, stufa, puntò l'arco verso l'insegnante con violenza. «un'altra parola e ti am-» ma Grey la bloccò. «signorina, vorrei informarla che non stiamo giocando a scherma» disse con un sorriso innocente, che fece infuriare Ridley. «SMETTILA, MANIACO!» urló con tutti i suoi polmoni, tantò che la sentí anche Miss Charlotte, che corse su. «che sta succedendo?!» chiese perplessa. «scusi per il baccano, miss» disse Grey inchinandosi. Ridley aveva ancora quella faccia infuriata e lanció un'occhiata mortale alla zia. «stanno procendendo bene le lezioni?» chiese Charlotte ignorando le occhiataccie della nipote. «ma ha semplicemente un talento naturale, signora» sorrise l'insegnante. «ne sono lieta, allora vi lascio continuare. Buona lezione» sorrise Miss Charlotte per poi congedarsi. Ridley voleva ammazzare sia l'insegnante che la zia. Era stanca, stanca di non essere ascoltata, era stanca del fatto che i suoi sentimenti venissero ignorati. Stava per scoppiare a piangere, non ce la faceva piú a resistere. Scappò dalla stanza di violino e corse via da casa per andare dove qualcuno l'avrebbe capita. Dal suo amico segreto, di cui nessuno sapeva l'esistenza. Dopo dieci minuti di corsa era arrivata. Si trovava per l'ennesima volta davanti a quell'umile casetta, nulla in confronto ai suoi standard. Ma per lei era confortevole: si trovava meglio lí che nella sua villa. Lí sentiva quel calore familiare, anche se c'era solo una persona; a casa sua c'era solo astia, e autorità, nonostante ci fossero la zia e una cifra smisurata di servi. Bussó al campanello, e in men che non si dica, il suo tanto adorato amico aprì: era molto piú grande di lei, aveva un bellissimo sorriso che rassicurava, dei lunghi capelli argentei e degli occhi quasi grigi. «Robert!» esclamò la ragazza disperata, per poi abbracciarlo. «che succede, piccola?» chiese lui premurosamente. Lei cominciò a piangere, così Robert capí che era meglio entrare. Ridley era ancora abbracciata a lui, mentre le accarezzava i lunghi capelli biondi che gli erano sempre piaciuti. Finalmante Ridley finí di piangere. Robert la fece sedere su una poltroncina davanti al camino e le offrí una tazza di latte e miele, che alla ragazza piaceva tanto. «cosa la porta nella mia umile dimora, milady?» chiese sperando di farla ridere. Lei accennò un sorriso, poi gli spiegò tutto. Robert era l'unico, oltre sua zia, che le dava del tu. Si erano conosciuti in un modo del tutto casuale. Lei era piccola e si era allontanata dal giardino di casa per raccogliere tanti fiori, per fare una ghirlanda a sua madre. Mentre li raccoglieva con tanta concentrazione, dietro di lei spuntò questo ragazzo dalla strana capigliatura, che cominciò ad insegnarle i nomi, le caratteristiche e la storia di tutti i fiori che la bambina stava raccogliendo, ed era davvero interessata, così cominciarono a parlare, e Ridley, per la prima volta, capí che lui era uno di quelli che si chiamano 'amici'. «non capiscono che odio il violino!» esclamò arrabbiata. «purtroppo non puoi sottrarti alle tradizioni di famiglia, piccina» disse Rob dolcemente. «perchè non posso vivere come te?!» chiese lei. «perchè il Signore, per te, ha scelto una vita rosea» «questa non é una vita rosea! Per niente! Il mio insegnante di violino é pazzo!»
   
 
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