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Autore: Evee    30/12/2014    2 recensioni
Per Seth, è tempo di dire addio alla donna cui ha consacrato il suo cuore.
Di fare i conti con le proprie colpe, di andare avanti senza di lei.
Per Seto, è tempo di rendere omaggio all'anima fedele che è sempre rimasta al suo fianco.
Di riconoscere il proprio passato, di accettarlo come parte di sé.
Per entrambi, è tempo di promesse.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Seth, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER – Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, e per puri fini deprimenti. I fantastici personaggi di cui tratta purtroppo non mi appartengono, ma sono proprietà del sommo Kazuki Takahashi-sensei. Le strofe che accompagnano il testo sono tratte da “Promise This”, nella stupenda e lacrimosa versione di Adele, che siete liberi di ascoltare nella lettura ma, vi avverto, a vostro rischio e pericolo. Le due immagini che troverete le ho scovate in qualche remoto ed innominato angolo del web, per cui mi sono presa la libertà di modificarle a mio piacimento. Delle parole, invece, mi assumo tutta la responsabilità, e ai posteri l'ardua sentenza.

 

§ PROMISE THIS §

over my dead body

 

 

in the beginning
there was nothing
so empty
in the space between
and you came in

turned the lights on
and created
what has come to be

 

So che la sabbia al suo interno continua a scorrere, ma ho bisogno di fermare la mia clessidra.

Nonostante sia consapevole delle forze oscure incombenti, della distruzione che minaccia il regno, e che non dovrei esitare ad ergermi con coraggio in sua protezione, sguainare la mia spada, evocare il mio spirito guardiano, accorrere al fianco dei miei compagni per aiutarli a combattere il nemico e difendere il nostro popolo.

Per questa manciata di istanti, verrò meno agli obblighi del mio servizio e tradirò il mio stesso sovrano.

Ma non me ne vergogno, né mi pentirò di tale scelta. Lui è lì ad aspettarmi paziente, e sento che perdonerà quest'umana debolezza. Lo riesce a comprendere, che ho un dovere più sacro cui non posso sottrarmi, che ho bisogno di adempiere. Ed anche se non potessi confidare nella sua misericordia, anche se ora mi ordinasse a gran voce di rialzarmi subito e di accompagnarlo in battaglia, comunque disobbedirei ai suoi comandi e come un codardo mi macchierei persino di diserzione, pur di seguire le ragioni del mio cuore.

Per questa sola volta, oltraggerò gli dei rubando loro del tempo che non mi sarebbe concesso.

Ma io lo rivendico lo stesso, perché ne abbiamo avuto così poco, io e te. Non mi basta. Non riesco ad accontentarmi solo di quello, perché lo abbiamo vissuto troppo male. E per colpa mia. Non avevo ancora distinto quello che davvero vedevo in te, che ti rendeva così preziosa ai miei occhi, e l'ho sprecato. L'ho rovinato. Ho permesso al male di trovarti, di catturarti, di spegnere la tua luce. Ed anche se so che ormai ha abbandonato il tuo corpo, che non si tratta di una semplice ferita di cui si può fermare l'emorragia, devo stringerti tra le mie braccia. Nonostante il tuo cuore abbia cessato il battito, il tuo ultimo respiro sia stato esalato, il tuo sangue non scorra più nelle vene, continuerò a farlo, finché riuscirò ad avvertire anche la più tenue scintilla di calore ammorbidire la tua pelle. Fino a quando non sarò costretto a lasciarti, per non avere l'impressione di profanare il tuo cadavere. Lo sto già violando, in realtà, ma credimi quando ti dico che persino adesso, dei due, sei tu quella più viva. Sei tu che stai riscaldando gelide membra paralizzate, alleviando la sofferenza altrui con un sorriso sereno.

Dei due, d'altronde, sei sempre stata quella più forte.

Persino nel momento per te più difficile ti sei mostrata coraggiosa e hai messo da parte ogni timore verso il tuo fato incombente pur di rassicurarmi, salutarmi con dolcezza, donarmi una carezza gentile. Quando io, spaventato come un bambino, sono riuscito a ricambiare quel tuo gesto soltanto con un fiume di lacrime.

Io, egoista che non riesco a lasciarti andare, e mi sto aggrappando a te per non cadere in pezzi.

Ma Kisara, non so come farlo. Non so come accettare che non sei più in questo mondo. In verità non ci voglio neppure provare, a causa della troppa paura che allora potrei riuscirci, e così superare i miei sensi di colpa quando, invece, dovrei essere tormentato dai rimorsi. E non per bieco vittimismo, ma perché me la merito, questa condanna, e desidero scontarla senza beneficiare di alcuna grazia. Non è stato mio padre, a ferirti a morte, poiché quel colpo in realtà era destinato unicamente a me. Non sei stata tu, a farti trafiggere, poiché non ti saresti mai comportata in maniera così incauta se io non fossi stato talmente debole da non riuscire nemmeno a difendermi da solo. Sono stato io, a metterti in pericolo, dunque sono solo io il vero responsabile della tua morte. Perciò è giusto che per un siffatto crimine venga costretto, se non da altri almeno da me stesso, a fare ammenda per tutto il resto della mia misera esistenza.

Inoltre, non lo voglio accettare perché ho il terrore che così facendo potrei rischiare di dimenticarti.

Per poco ho già corso questo pericolo, esitando a riconoscerti. Non si ripeterà più, però. Gli anni non ti sottrarranno nuovamente dalla mia memoria, e difenderò dall'oblio ogni singolo ricordo che ho di te, persino questo, il più doloroso di tutti. Soprattutto questo, perché è proprio quello per me più importante. Se lo scordassi non dimenticherei solo di quando ti ho perso, ma anche di quando ho compreso quanto ti amassi.

Sai, non credevo neanche che il mio cuore potesse arrivare a provare un simile sentimento. Purtroppo ho avuto due genitori che mi hanno abbandonato troppo presto perché potessero insegnarmelo, e sono stato costretto a crescere da solo in una realtà dura, spietata. Ho lottato con ferocia per crearmi un posto in questo mondo, per sfamare la mia ambizione, ma ho incontrato talmente tante difficoltà, così tanti nemici che ho smarrito i miei ideali per strada, ne sono uscito disilluso. Così il successo pur meritatamente conquistato infine mi ha accecato, ha trasformato il mio orgoglio in arroganza, facendomi sentire legittimato persino ad abusare della mia posizione, perché tanto non ritenevo degne le altre persone della benché minima stima. Anzi, le reputavo così inferiori da non valere neppure il mio disprezzo. Avrei dovuto aspettarmelo e non stupirmene, se ora il popolo si inchina al mio passaggio non con rispetto, ma solo per timore. Se nessuno mi ammira, ma tutti mi scrutano con diffidenza ed intima repulsione.

Invece, tu, hai creduto in me.

E sei stata così buona da continuare a farlo, persino quando mi sono lasciato asservire dall'oscurità. Siamo stati insieme per qualche ora appena, eppure mi conoscevi meglio tu di chiunque altro, e ben più di quanto credessi di conoscermi io. Per questa tua immensa fiducia, non ho solo potuto apprezzarti, non ti ho unicamente ammirato. Ti ho amato fin nel profondo dell'animo, e persino più di me stesso, perché sarei stato disposto a rinunciare a te, ad anteporre la tua vita alla mia, pur di assicurarti la felicità. Sei stata proprio tu a mostrarmi come si facesse, e credo persino che tu fossi l'unica in grado di riuscirci, di convincermi che ne sono capace. Come un fiore ho dovuto attendere la tua alba per saper dischiudere i miei petali, per accogliere la luce. E ti assicuro che persino dopo il tuo tramonto non mi rinchiuderò più nelle tenebre, perché anche se in futuro il mio sole non sorgerà più, il calore che mi ha trasmesso non se ne andrà mai. Sarà per sempre qui, protetto e sigillato nel mio cuore. Il mio cuore è e resterà devoto a te soltanto, ora lo so. Prima mi è mancata la consapevolezza e il coraggio, così non sono riuscito a riferirtelo di persona come avrei dovuto, ma te lo dico ora, perché sento che mi stai ascoltando, perché voglio che anche tu lo sappia.

E scusami, Kisara.

Scusami di non essermi comportato da uomo e di non essere riuscito a difenderti. Perdonami se non riesco a farlo nemmeno ora, costretto come sono ad abbandonarti qui tra il sangue e la polvere, proteggendo le tue membra dal vento del deserto e dall'insolenza degli sguardi altrui con nulla più che un vile, sporco brandello di tela. Ma non ti abbandonerò così a lungo. Tornerò il prima possibile a riprenderti, per adempiere almeno ai miei compiti da sacerdote, facendomi carico delle tue esequie. E non preoccuparti, anche se non dovessi trovare nessun imbalsamatore disposto ad occuparsi di te, ci penserò io stesso ad officiare un degno rito funebre in tuo onore. Anzi, lo farò in ogni caso, perché non posso permettere a mani ignobili, che disprezzano il tuo bellissimo candore, neppure di sfiorarti. Le mie, invece, non sono forse molto esperte, ma ti garantisco che saranno le più amorevoli e dedite di tutte. Avvolgerò il tuo corpo di seta preziosa, lo cospargerò di unguenti profumati, intreccerò i fiori più belli nei tuoi capelli. Intonerò poi per te le preghiere più dolci, perché ora davvero non ho voce per recitarle, e riuscirei solo a comporre i miei lamenti. E riempirò la dimora del tuo ultimo riposo dei doni con cui avrei voluto circondarti se avessi potuto averti quale mia compagna, ti offrirò per l'aldilà tutto ciò che nella tua vita non hai potuto conoscere ma che avrebbe dovuto spettarti, non per vuoto diritto di nascita ma per la tua assoluta nobiltà d'animo.

Questo mondo ignorante e meschino davvero non ti meritava, Kisara. Ti hanno ingiustamente temuto e discriminato, ma tu ti sei sempre rialzata con dignità dalle umiliazioni in cui intendevano farti sprofondare. Ti hanno voluto affliggere con odio e sofferenze, ma tu hai comunque conservato intatta la tua purezza ed innocenza. Ti hanno tolto tutto, ma non sono riusciti a corromperti. Non ci sono riusciti, a privarti della speranza. Quella era ben protetta dentro al tuo animo, ardente di impetuosa, inarrestabile voglia di vivere, tanto salda che nessun vento ostile è riuscito ad estinguerne le braci, ma con il soffio ne ha solo fomentato la fiamma.

E' questa la vera ragione per cui il tuo Ka era così forte e luminoso, Kisara.

Non era affatto un demone vendicativo, portatore di morte e distruzione. Se faceva la sua comparsa, ruggiva, passava all'attacco, era solo per andare in soccorso di chi gridava spaventato, per proteggere e salvare chi si trovava in pericolo. Non aveva semplicemente una potenza pari a quella di una divinità, era nella sua stessa essenza uno spirito superiore a quello di noi altri mortali. Noi, che eravamo troppo ciechi per andare oltre l'apparenza. Per vedere che non eri da temere perché troppo diversa, ma da venerare per quanto eri migliore. E adesso che riesco ad apprezzarlo, tutto il tuo splendore, non aspiro più a farlo mio, a servirmi del tuo spirito. Certo, avrei il tuo permesso per farlo, mi hai promesso che mi sarà fedele per sempre, che non mi abbandonerà mai, ma non mi ritengo abbastanza degno, di un tale onore. Non so e non potrei mai ricambiarlo, un simile dono.

Tuttavia, questo era il tuo ultimo desiderio. Devo rispettarlo, devo provare ad esaudirlo. Tener viva la sola parte di te che mi resta, perché soffro a vederla imprigionata in questa stele quando dovrebbe essere libera di innalzarsi in volo. Perché ne sono diventato responsabile, ed è solo attraverso me se potrà far risplendere ancora la sua luce sulle due terre d'Egitto.

Raccolgo le forze, sollevo il mio capo, inspiro profondamente.

Kisara... ora mi sento pronto a rialzarmi.

Non per il mio orgoglio, non per il mio sovrano, non per la mia gente. Lo farò per te. Darò un valore all'esistenza che hai salvato. Continuerò a seguirlo, il cammino luminoso che mi hai mostrato. Sarò un uomo migliore, più virtuoso. Non permetterò più che il potere, l'avidità, l'ambizione corrompano la mia morale, ma la proteggerò dai vizi e la coltiverò con dedizione. Vivrò al meglio ogni singolo giorno che trascorrerò su questa terra. E spero di poterci rimanere a lungo, visti quanti sono gli errori che devo espiare. Così, forse, la piuma di Maat alleggerirà le mie colpe sulla bilancia che dopo la morte mi soppeserà l'anima, e riuscirò a superare indenne il suo giudizio. E non perché tema che poi Ammit divori il mio cuore, o perché brami la beatitudine nei campi della Duat. Se voglio entrare in quei giardini, è solo perché so che ora risiedi lì. E' unicamente per raggiungere te, se aspiro ad un simile privilegio. Pretenderlo ora sarebbe arrogante, ma per quando arriverà il mio momento desidero esserne meritevole. E lo voglio con tutto me stesso, dunque ci riuscirò. Ci riuniremo, cosicché assieme io possa conoscere la vera ricchezza, e tu non debba più soffrire la solitudine. E' questa, la mia promessa.

Tu aspettami.

Fino ad allora, non verserò più lacrime. Le conserverò tutte per quel giorno, perché è certo che mi commuoverò l'attimo in cui riconoscerò tra mille i tuoi occhi blu, che piangerò nel sentirti ancora chiamare il mio nome, e che non riuscirò più a smettere quando potrò abbracciarti per davvero.

Quando finalmente potrò iniziare ad amarti, e saprò che potrò farlo per tutta l'eternità.

 

before I pluck your wings
cover me, please

spread your wings
cover me and
promise this

if I die before I wake up
promise this

take the time to say your grace
on your knees you pray for me
promise this

be the last to kiss my lips

 

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alouette, déployer les ailés

 

§ § §

 

 

though I'm walking
through the shadows
you are with me

and you comfort me
lay me down now

time for sleeping
but before that

would you rest on me?

 

Nessuno più è rimasto in questo spiazzo desolato, ma le mie gambe non sono ancora pronte per riprendere il loro cammino.

Perché prima, dovrei decidere in quale direzione dirigermi. Purtroppo sono costretto ancora in questa realtà, e non è standomene fermo che posso sperare di uscirne, almeno non rapidamente come vorrei. Non ho una tale pazienza, e ancor meno confido nell'aiuto altrui. Preferisco cavarmela da solo, per quanto le mie attuali possibilità di azione risultino mortificanti. Posso solo scegliere una strada, sperando sia quella giusta. Anche se al momento vedo solo quella intrapresa dal Faraone, ed eviterei volentieri di seguirlo nella sua ennesima, gloriosa crociata per la salvezza dell'umanità. Se lui è così folle da divertirsi con questa recita, è libero di rendersi ridicolo. Ma a me non è mai importato nulla del mio, di mondo, figurarsi di uno passato, cui non appartengo e della cui effettiva esistenza resto tuttora dubbioso.

Io, con questo posto, non ho più nulla da spartire.

Non ho più ragioni di rimanere, nemmeno per quel tizio, quella sottospecie di stregone, o sacerdote che dir si voglia. Non ho affatto bisogno di conoscere chi ero in una presunta vita precedente, per sapere chi sono. Di questo, ne sono sempre stato certo e ne ho pure avuto la conferma: aspetto a parte, io e quell'uomo non ci assomigliamo affatto. Ed infatti non è per lui, se mi sono lasciato convincere a venire in Egitto.

Volevo scoprire di te soltanto.

E qui, al cospetto di questa stele, ho raggiunto la mia meta. Mi hai trovato e mi ci hai condotto tu stessa, pur nella consapevolezza che stavi andando incontro ad un pericolo. Me l'avevi confidato ma, come con un presagio di morte, ho potuto comprendere il significato delle tue parole solo dopo l'accaduto. Anzi, inizio a dubitare di aver incontrato solo una semplice ragazza, perché i suoi occhi sono riusciti a riconoscermi in una terra dove nessuno è in grado di vedermi, dove non esisto nemmeno. In quella giovane c'era la saggezza di un oracolo, in quella donna più coraggio di qualunque combattente.

Ma ciò che la rende davvero stupefacente, è che in lei c'era lo spirito cui sono così legato.

Quel drago perfetto, terribile e assieme stupendo, che ho rivendicato come mio ancor prima di possederlo, in cui mi sono identificato e che ho reso il simbolo non solo della mia società, ma soprattutto di me stesso. Invece, la verità è che non è mai stato di mia proprietà, perché è sempre stato tuo. Sei sempre stata tu. Non sono io che ti ho scelto, sei tu che hai deciso di accompagnare la mia anima in ogni sua esistenza a venire. E, nonostante tutto il mio scetticismo, in questo io ci credo. Perché non mi richiede nessuno sciocco, irrazionale atto di fede, ma ne avevo la prova ancor prima di poter formulare la tesi da dimostrare. Tuttavia, nonostante ora abbia conquistato questa certezza, ammetto che non mi sono mai sentito più confuso.

Mi hai attirato in questo mondo di ricordi con la promessa di offrirmi delle risposte, ma non mi hai lasciato altro che un'infinità di domande.

Non lo comprendo, perché il tuo spirito abbia attraversato i millenni per vegliare su di me. Io non sono l'uomo che amavi. Eppure, in un certo senso, mi hai amato lo stesso. E prima ancora di fare la mia conoscenza, senza che me lo meritassi nemmeno. Sei stata tu stessa a rendermi degno della tua luce, a mostrarmi i miei sbagli, a risvegliarmi dal coma in cui la mia mente si era persa, ottenebrata. Mi hai salvato, gratuitamente, pur sapendo che non avrei potuto contraccambiarti, persino quando ti sfruttavo al pari di un qualunque altro oggetto. Mi hai perdonato, insensatamente, anche se non riuscivo ad apprezzare il tuo vero valore, addirittura quando ho stracciato una delle tue carte, mentre ero io che avrei dovuto chiederti scusa per aver commesso una simile pazzia. Non volevo rinnegarti. Non era mia intenzione spezzarti il cuore. Me ne pento e me ne vergogno profondamente, ora più che mai. Anche se tu non te ne sei risentita, non hai cercato vendetta, non mi hai mai tradito. Ecco, per quanto immensamente l'apprezzi, io di questa tua lealtà incrollabile, incondizionata, non riesco a condividere le motivazioni.

Né mi è chiara la ragione per cui ci tenevi così tanto a mostrarmi quanto ti è successo. A raccontarmi la tua, la nostra storia. Forse, a livello inconscio, ho desiderato così ardentemente il Blue-Eyes White Dragon anche per quello che in una vita precedente ho provato per te, ma se oggi mi sento tanto affezionato a quella carta dipende solo da ciò che per me ha rappresentato e continua a rappresentare in quella attuale. Per me, non per un altro. E niente potrà influenzare questi miei sentimenti, perché sono troppo radicati nel mio essere per potersi affievolire, e sono così intensi che non vedo proprio come potrebbero rafforzarsi ulteriormente.

Anzi, se mi permetti di essere del tutto schietto con te, sappi che sono alquanto infastidito da questa tua iniziativa.

Confidavo che dopo essermi prestato a questa assurdità mi sarei finalmente liberato di tutte quelle stramaledette visioni con cui tu e il tuo adorato sacerdote ve la spassavate a perseguitarmi, ed invece ho il brutto presentimento che d'ora in avanti sarà per giunta peggio. Perché questi ricordi saranno pure riemersi definitivamente dal mio subconscio, ma si sono anche insinuati prepotenti nella mia coscienza. Così, grazie alla tua brillante idea, temo che finirò per ripensare a te ogni qualvolta il mio sguardo si poserà su una qualche raffigurazione del tuo spirito. Ottimo lavoro, i miei complimenti. Era forse questo il tuo scopo, farmi sentire in colpa quando mi troverò ad evocare il tuo spirito in duello? Non azzardarti, non ci provare nemmeno. Probabilmente non riuscirò più a guardarlo nello stesso modo, magari arriverò persino a personificare il Blue-Eyes a tua immagine, ma proprio mai a colpevolizzarmi per utilizzarne il potere. Non intendo impazzire per una responsabilità che non è la mia, ma solo di una brutta e patetica copia di me stesso. Io non mi sarei mai fatto salvare da nessuno, tantomeno da una donna. Io, avrei saputo difenderla, la persona a me più cara.

Io ci sarei riuscito, a proteggerti.

Davvero un gran affare quello che hai fatto, ad innamorarti di quello smidollato in gonnella. Non ne hai ricavato nessuna felicità, e l'hai pagato con la tua stessa vita. Ma te lo sei scelto tu, dunque ora non osare ribaltare le carte in tavola. Se vuoi prendertela con qualcuno che non sia lui, fallo con te stessa. Non essere irragionevole, e soprattutto non essere incoerente. Ti ho sentito sai, quando mi hai concesso il permesso di servirmi del tuo drago bianco, per cui adesso non cercare di rimangiarti la parola data.

Ma tu non sei quel tipo di persona che viene meno ad un impegno, vero? In quello, nel mantenere le promesse fatte, ho potuto apprezzare appieno quanto tu riesca ad essere così ostinatamente determinata. Dunque, dev'essere stato un altro, il tuo scopo. Che però continua a sfuggirmi. Non so neanche perché mi sia messo a conversare con te a dire il vero, come se ragionare assieme ad un cadavere potesse essermi di un qualche aiuto. E' stato assurdo, e una vera perdita di tempo. Dunque, ti comunico ufficialmente che non desidero sprecarne dell'altro in tua compagnia.

Faccio per andarmene, ma una ventata improvvisa mi trattiene ancora, scopre il tuo viso, mi costringe a guardarti.

Questo è davvero un tiro mancino, da parte tua. Provare ad impietosirmi, cercare di ammaliarmi con la tua bellezza unica, con cui sei già riuscita a lasciarmi sbigottito. Perché sì, te lo riconosco: anche così, al culmine del pallore e della fragilità, continui ad apparirmi di un incanto senza pari. E se dovessi attribuirti un'età, proprio non saprei come indovinarla, perché i tuoi capelli sono più candidi di qualsiasi anziana, il tuo corpo ha le forme rigogliose di una donna, la tua espressione è serena come quella di una bambina. Anzi, sembri così in pace, ora, come se non avessi affatto sofferto, non ti fossi nemmeno resa conto dell'attimo in cui sei spirata, e ti fossi semplicemente addormentata. Ma è inutile che fingi: sei morta. Spiacente, ma è la verità. E questa, a dispetto delle circostanze in cui si sta svolgendo, è la tua veglia funebre. Non so se ci siano altre persone che tengono a te, che desideravi fossero presenti, ma purtroppo ti devi accontentare di un sacerdote inetto e di un cinico ateo miscredente. Per cui, benché mi sia fermato qui ancora per un poco, vedi di non illuderti troppo. Non reciterò per te alcuna preghiera, perché non credo in nessun dio e in nessun aldilà, né intendo iniziare a farlo ora. Veditela da sola, con le tue infinite e fantomatiche divinità antropomorfe. E non mi premurerò nemmeno di ricoprirti con il mantello del tuo amato, perché tanto sarebbe tutta fatica sprecata: comunque il vento ci riuscirebbe di nuovo, a privarti di quel sudario.

Però, quest'ultimo saluto te lo devo. Non riuscirò mai ad andarmene per davvero da qui, se prima non mi libero di questo enorme peso che grava opprimente sul mio animo. Non tollero di sentirmi in debito con qualcuno, nemmeno per interposta persona, per cui devo pensare ad un modo per ricambiarti. Non posso riportarti in vita, ovviamente, però posso sempre dedicarti tutta la mia riconoscenza. Al confronto non è nulla, ma è più di quanto abbia mai fatto per qualunque altra persona. Non hai idea di quanto mi costi, quest'umiliante ammissione. Pertanto, vedi di ascoltarmi per bene perché non te lo ripeterò una seconda volta.

Grazie.

Grazie di essermi venuta a cercare oltre il tempo e lo spazio, ti conserverò sempre con me con la cura che meriti. Grazie di avermi donato ciecamente la tua fiducia, continuerò a riporre sempre in te la mia. Grazie di aver combattuto fiera e fedele al mio fianco, sarai sempre tu la mia compagna di battaglia preferita. E grazie di tutto quello che hai fatto per me. Non lo scorderò.

Contenta, ora?

Sembrerebbe di sì, da come le tue labbra paiono sorridermi. Dunque, era solo questo di cui ti volevi assicurare? Che non ti dimenticassi di nuovo? Eppure, dovresti saperlo quanto poco gradisca rivangare il passato, specialmente se si tratta di ricordi spiacevoli e fini a se stessi. Non ti conserverò nella mia memoria per il tuo solo compiacimento, se vuoi che lo faccia dev'essere per una ragione ben precisa. Deve significare qualcosa anche per il mio presente, avere una sua utilità anche per il mio futuro. Dopotutto ciò che mi hai trasmesso non è un insegnamento, ma un'informazione. E per te sarà anche importante, ma per me rischia di essere troppo ingombrante se non ne scopro la funzione, capiscimi. Mi serve un degno scopo per il quale metterla debitamente a frutto. Ho bisogno di trovarle un senso.

Ci medito su, pondero le mie opzioni, sospiro piano.

E va bene.

Kisara, giusto?

Stai tranquilla, Kisara. Non ti dimenticherò mai più. Ancora meglio, ora sono io a farti una promessa. Forse ti apparirà impossibile, ma ti garantisco che farò di tutto pur di mantenerla. Anzi, la manterrò di certo, perché non mi sono mai tirato indietro davanti a nessuna sfida. Né le difficoltà mi hanno mai scoraggiato, ma solo spronato a superarle, a raccogliere tutta la mia determinazione e a dar fondo ad ogni mia risorsa pur di raggiungere gli obiettivi che mi ero prefisso. Compresi quelli più insperati, quando ogni probabilità era a mio sfavore, chiunque mi diceva che ero solo un illuso, e il mondo intero mi era contro. Anche se il fato stesso mi fosse avverso, perché io non ci ho mai creduto e continuo a non crederci, nel destino. Sono solo io, con la mia volontà, a decidere della mia vita. E poi sei stata tu stessa a dimostrarmelo, che per noi tutto è possibile. Dunque, sono sicuro che accadrà.

Ci incontreremo ancora, e sappilo: la prossima volta sarò io a riconoscerti.

 

by a thread we're hanging on
and I hope you don't let go
if you ever leave me
no, I wanna go with you

 

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alouette, plumerai les ailés

 

§ § §

 

 

N/A – H^o^la!

Per il mio compleanno mi sono voluta auto-regalare questa modesta shottina, in cui però ci ho messo tutto il mio cuoricino e su cui ho versato pure più di una lacrima nella scrittura. Ma quello delle esequie di Kisara è un momento di ygo che mi ha sempre commosso terribilmente, più di qualunque altro. Perché è la sua la vita che è stata spezzata più tragicamente, e il suo rapporto con Seth non può essere in intensità paragonato a quello di nessun altra coppia Canon: Takahashi ha dedicato loro un'attenzione speciale, ha raccontato del loro amore quasi come una storia a sé, ha descritto i loro sentimenti con le sue parole più belle.

Perciò, ho voluto ritornare a quel momento e soffermarmi davanti a lei con l'attenzione che si meritava. Dar voce a quello che ha provato Seth nell'abbracciarla, Seto nell'osservarla, 2000 parole esatte a testa (ho una lieve fissa con la simmetria, lo so). Perché nonostante tutte le loro differenze, in questo sono accomunati, nel fatto che dopo nessuno dei due sarà più lo stesso, scoprendovi il primo la forza di continuare a lottare, il secondo di iniziare a credere. E succede proprio lì, grazie a quel silenzioso dialogo con Kisara. Lo si capisce, dai loro sguardi. E nei loro occhi, ci ho sempre visto una promessa. Per questo, ho trovato perfette le strofe di questa canzone. Non penso che serva la traduzione per quelle in inglese, ma vi devo una spiegazione per quelle in francese che accompagnano le immagini. La prima significa “allodola, dispiega le ali”, la seconda “allodola, ti spiumerò le ali”. L'allodola ovviamente è Kisara, perché rappresentare il sorgere del sole, alla cui luce si innalza in volo cantando. E mentre Seth incita la sua anima angelicata a raggiungere la beatitudine celeste, per poterla poi raggiungere, Seto è ben deciso a riportarla per terra, ad averla nell'unica vita in cui crede e non più come un drago, ma in carne ed ossa. D'altronde, dopo tanta tristezza ci tenevo a concludere entrambi i PoV con almeno una nota di speranza. Quella, in fondo, è sempre l'ultima a morire.

Quanto alle notazioni puntualizzo solo che il riferimento fatto da Seth alle “ragioni del cuore” a dispetto della ragion di Stato è una semi-citazione dell'Antigone di Sofocle. Per chi non conosce la vicenda, basti sapere che è la storia di una ragazza che, pur di offrire sepoltura al fratello morto da traditore, disobbedisce al padre e viola le leggi della sua città, anche se poi pagherà con la vita la sua scelta. Poi, quanto all'accenno alla psicostasia o prova della pesatura, si tratta del giudizio in cui secondo la religione egizia Thot e Anubis decidono la sorte dell'anima del defunto. Se il suo Ba pesa più della piuma di Maat viene dato in pasto ad Ammit “la divoratrice”, se è più leggero può accedere alla Duat, l'oltretomba idealmente situato in cielo e formato dal campo Iaru e dal campo Hotep.

Bene, ora è davvero tutto. Mille grazie per la lettura, vi voglio davvero tanto, tanto bene! E, già che ci siamo, auguri di buon anno!

XOXO

– Evee

P.s. la storia si è classificata decima al contest "Divulghiamo il verbo" indetto da S.Elric_ sul forum di EFP, con la seguente valutazione

Grammatica: 9.90/10 - Stile: 4/5 - Originalità: 3/5 - Gradimento personale: 7.5/10 - Titolo: 3.5/5 = Totale: 27.9/35

   
 
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