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Autore: Emrys_____    30/12/2014    6 recensioni
Dopo la questione albero Bryce aveva elargito la propria onniscienza riguardo i dolci tradizionali, come Christmas pudding, torrone, zeppole al miele, creando un tripudio di sapori ai quali Artù non aveva saputo resistere. Dulcis in fundo aveva decretato l’assoluta necessità di passare un Natale in famiglia, dove, oltre a barare a tombola e sperperare le proprie finanze al mercante in fiera, si osservava l’antica e rispettabilissima usanza che da sempre era la migliore tecnica per conoscersi, inaugurare relazioni partendo col piede sbagliato e ricavarci completini intimi di dubbio gusto: Babbo Natale Segreto.
[Lo so, NON STO BENE. E' EVIDENTE. XD]
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dunque, per correttezza ci tengo a dire che questa shot “natalizia” è legata al contesto della long post 5x13 che ho scritto ormai più di un anno fa, ovvero Take heart. Vi posto il link ché giustamente chi non l’ha mai letta potrebbe non capire un acca e chiedersi cosa diavolo stia succedendo XD

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1542405&i=1

Premetto che è una cosa leggera scritta tanto per ma ce l’avevo già dallo scorso Natale e mi sembrava un peccato privare il mondo di questa perla demenziale. xD (seh come no, sai che perdita XD )
Un bacio a voi tutte che mi seguite e incoraggiate sempre, vi adoro.
 
 
 
Take heart

Secret Christmas
 
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Artù prese il filo colorato con circospezione fra pollice e indice e lo infilò nel rametto verde. La pallina rossa che oscillò lievemente rimandò il riflesso dilatato del suo viso.
A pochi metri da lui, dietro il ripiano della cucina, Merlino era impegnato a sfornare biscotti al profumo di pan di spezie. Alcuni avevano la forma di alberelli, altri di stelle, altri di una faccia sorridente, una specie di pupazzetto con una sciarpa avvolta intorno al collo pericolosamente simile ad un boa di struzzo.
Aggrottò la fronte mentre fissava il pupazzo, poi prese una piccola sac à poche di carta e disegnò due guanciotte sorridenti con estrema soddisfazione.
Anche così non perse la sua faccia di bronzo.
In quell’esatto momento la porta si spalancò e una figura avvolta in attillati pantaloni di latex rosso vermiglio fece il suo ingresso: portava stivali con stiletto dieci, era a torso nudo e due bretelle decorate con batuffoli bianchi aderivano agli addominali scolpiti e alle ampie spalle. Probabilmente la cosa più eclatante di tutte era che sulla perfetta permanente dei riccioli color miele, portava un morbido cappello di stoffa rossa con una papalina bianca.
-Oh, oh, oh! Buon Natale Camelot!-
Merlino per poco non sputò un polmone ma quello che subì maggiori conseguenze fu Artù: fece letteralmente un balzo all’indietro alla vista di Bryce conciato in quel modo e per poco non cascò sull’abete che stava decorando, le palline e le stelle che tintinnavano pericolosamente.
Era così pallido che Merlino quasi si spaventò, sebbene volesse ridere. Artù stava rischiando più la vita nel XXI secolo che ai tempi in cui sulla sua testa pendeva un anatema.
Dietro Bryce, Solena trasportava un’alzatina per dolci con un bellissimo Mont Blanc ma aveva l’aria rassegnata di chi proprio non sa che pesci pigliare e ha abbandonato ogni speranza in un qualsivoglia cambiamento.
Guardò Bryce con la coda dell’occhio, poi scosse la testa.
-Ehm, questo è..- balbettò Artù indicando Bryce che ancheggiava sui tacchi verso la teglia con i biscotti –il… il costume tradizionale di Santa Nauls?-
-Claus- lo corresse il biondo, mordendo la punta di un alberello un po’ bruciacchiato. Appoggiato al ripieno smaltato aveva uno stacco di coscia che avrebbe indotto a ritirarsi dalle scene perfino Marylin Monroe.
Se avesse avuto la sfortuna di vederlo, s’intende.
-Non propriamente, ma ho apportato delle modifiche- esclamò –Non vorrete che me ne vada in giro come un vecchio grassone senza un minimo di sex-appeal-
-Babbo Natale non era uno spogliarellista- disse Merlino.
-No, ma io lavoro all’Albion oh sagace Emrys. Devo tenere alto il nome del mio locale- disse il biondo, guardando Artù –E ci lavori anche tu. Non sono i primi pantaloni in latex che vedi-
-Non così da vicino- sbottò Artù.
Le labbra di Bryce si incurvarono.
-Aspetta che sia Capodanno-
-Per carità non facciamo pronostici!- esclamò Sol, dandogli una spinta con il fianco per farlo spostare. Appoggiò l’alzatina sul ripiano e lo fulminò con lo sguardò.
-Restituiscimi il mio paio di Chloe- berciò.
-Neanche per sogno cocca-
Merlino guardò il pupazzetto che stava decorando con la glassa e sorrise. Bryce aveva creato con la magia uno stampo che fosse a sua immagine e somiglianza, però non aveva lo stiletto. Quello era il primo Natale di Artù e lui aveva insistito per istruirlo adeguatamente sugli usi del XXI secolo, consumismo in primis. Artù non aveva mai sentito di un tizio che se ne andava in giro di notte su una carovana per giunta senza cavalli a portare doni ai bimbi di tutto il mondo. La sua balia non aveva mai accennato a niente di simile e ai tempi di Camelot la vigilia del 24 Dicembre le serve di palazzo non appendevano alcuna decorazione. Bryce invece gli aveva detto che andava decorato un abete e che si, glielo assicurava, la tradizione lo voleva traboccante di boa di struzzo rossi perché lo sapevano tutti, la carovana di Babbo Natale era trainata da struzzi e non da renne.
Solena era intervenuta per chiarire le cose.
Dopo la questione albero Bryce aveva elargito la propria onniscienza riguardo i dolci tradizionali, come Christmas pudding, torrone, zeppole al miele, creando un tripudio di sapori ai quali Artù non aveva saputo resistere. Dulcis in fundo aveva decretato l’assoluta necessità di passare un Natale in famiglia, dove, oltre a barare a tombola e sperperare le proprie finanze al mercante in fiera, si osservava l’antica e rispettabilissima usanza che da sempre era la migliore tecnica per conoscersi, inaugurare relazioni partendo col piede sbagliato e ricavarci completini intimi di dubbio gusto: Babbo Natale Segreto.
Solena si era accasciata sul divano di fronte a quella proposta, immaginando già di dover impazzare per la città alla ricerca di case di tolleranza per pesci rossi e attrezzi da pasticciere dalla forma ambigua. Merlino si era messo a ridere mentre Artù aveva sbattuto le palpebre, leggermente guardingo.
E così Merlino aveva trascorso la settimana a cercare regali di Natale, terrorizzato dalla prospettiva che avrebbero incluso nella serata anche la vecchia Sirmal. Dopo il loro lieto fine la signora Belows era partita alla ricerca del perduto amore mentre Laila era ancora in viaggio per trovare un incantesimo che rendesse il fidanzato Albert immortale.
Quindi sarebbero stati in cinque, magari quattro se la vecchia Sirmal avesse deciso che la maratona di Sentieri meritasse più attenzione delle loro scempiaggini.
-Manca la decorazione in cima- notò Bryce osservando l’albero. Artù scavò negli scatoloni colmi di pallide e fiocchi e ne ricavò una stella gialla tutta glitterata.
-C’è questa- disse, sventolandola in direzione di Bryce, che inorridì.
-Nel nome della Pantene quello non va bene! Occorre qualcosa che abbia significato-
-Ma la stella cometa la seguirono i Re Magi per raggiungere la capanna dove nacque il bambin Gesù- disse Sol.
-Si, ma loro non avevano una vittoria da celebrare- corresse Bryce, sollevando l’indice. –Torno subito-
E si precipitò fuori, diretto nell’appartamento accanto.
Lo sentirono armeggiare con le chiavi, il loro tintinnio echeggiò nel silenzio.
Dei passi si fermarono sul pianerottolo.
-Oh, buonasera signora Robertson-
Passi precipitosi e porta che sbatteva.
Solena, Merlino e Artù si guardarono.
Bryce fece ritorno in tutta fretta e si diresse verso l’albero, sulla cui cima piazzò la lavagnetta che teneva n cucina, quella su cui campeggiava ancora la scritta Guardiani 1 – Avalon 0.
Portò le mani ai fianchi.
-Adesso ci siamo-
Solena rise e Artù espresse la sa approvazione dandogli un pugno sulla spalla. Bryce ancheggiò fino al divano e si accomodò prendendo i pacchetti che si era portato dietro in un sacco di satin rosa confetto e li accarezzò come avrebbe fatto Lord Voldemort con Nagini.
-Oh, i miei tesssori, mi sono superato quest’anno, sapevatelo-
-Sappiatelo- lo corresse Sol.
-Sono slag giovanili cara. Del XXI secolo. Un po’ come Per tutti i fulmini! O mamma folletta!-
Sol arcuò un sopracciglio.
-Quello lo dice Tonio Cartonio-
-E prima di lavorare al Fantabosco si dice facesse l’attore porno, l’avresti mai detto?-
Solena sbatté le palpebre e preso un piatto con dei biscotti dal ripiano li appoggiò sul tavolino, accanto alla pila di romanzieri. Lisciò le pieghe della gonna di bouclé a scacchi.
-Davvero?-
-Credo sia solo una panzana. Sarei pronto a giurarlo su Rocco Siffredi. Lo sai che su Rocco non scherzo mai-
Artù , che di folletti pornostar non sapeva un acca, si diresse verso Merlino rubando un biscotto a forma di Bryce. lo decapitò e poggiò i gomiti sul ripiano.
-Com’è?- chiese il mago.
-Troppo miele-
Merlino ne morse uno e fece una smorfia.
-Già-
La voce di Bryce li raggiunse dal salotto.
-Non si chiamerebbero pupe al miele, sennò-
Artù si sporse all’indietro per fargli un cenno con la testa.
-Quanto sei permaloso-
Bryce sorrise e diede un bacio a Sol. Quest’ultima intanto accese la televisione che fece il solito fracasso per qualche secondo ma davanti al quale Artù ormai non sobbalzava più. Anzi, si era mostrato perfino interessato al funzionamento di quei cosi, cercando di capire cosa fosse un tubo vatodico e che diamine avesse a che fare col mistero di quelle immagini nella scatola.
-Ehi! C’è il David Letterman show!- esclamò Bryce.
Merlino lanciò uno sguardo ad Artù che, poggiato il pezzo di biscotto gli si avvicinava, imprigionandolo alla parete della credenza.
Lo attirò a sé per il maglione, uno spelacchiato affare alla Molly Weasley con delle renne ricamate lungo il petto. Merlino sorrise contro le sue labbra, baciandole piano, un brivido scese piano lungo la colonna vertebrale. Baciare Artù gli faceva sempre effetto, al di la del piacere che si può provare compiendo un simile gesto.
Un brivido dolce, una soggezione delicata.
Briciole di ricordo, di un prendersi furioso, ricorrendo la notte.
Artù appoggiò la fronte contro la sua.
-Ti sta bene questo affare-
-Bugiardo-
-E’ vero, è orrendo, sembra una bizzarra cotta di maglia-
-Bryce l’ha fatto ai ferri, cioè, con la magia. In ogni caso sarebbe stato scortese non metterlo-
-Credevo fosse il tuo Babbo Natale Segreto-
Merlino sorrise.
-No. E ho paura di scoprire quello ufficiale-
Artù si morse il labbro inferiore.
-Spero che ciò che toccherà a me non sia imbarazzante-
Non sembrava troppo preoccupato a dispetto dell’espressione.
Merlino rise.
-Trattandosi di Bryce ci andrei coi piedi di piombo-
Andò ad aprire il forno e tolse l’ultima teglia di biscotti, mettendoli sul lavello e disponendoli, non senza scottarsi le dita, su un piatto rotondo col disegno di un pupazzo di neve. Artù certe volte lo osservava e si stupiva nel chiedersi come mai per delle piccole operazioni non usava mai la magia.
La routine di mille anni a quanto pareva era decisamente difficile da scrollarsi di dosso.
-…Merlino?-
-Uhm?-
-Ragazzi danno la maratona di Sherlock su BBC One!- esclamava intanto Bryce dal salotto, per poi abbassare la voce di un’ottava e borbottare –Odio la BBC. Mi ha rovinato il Natale con la morte di Sherlock-
Merlino sorrise.
-Non te la prendere biondino- esclamò a voce alta.
-Me la prendo eccome!- bofonchiò il poveretto, accavallando le gambe con sorprendente fluidità per essere un uomo. Artù ormai aveva smesso di considerare Bryce in qualunque modo. Era solo Bryce e basta.
Si morse l’interno di una guancia nell’accorgersi che la papalina bianca del suo capello sballonzolava da una parte all’altra a causa del suo gesticolare.
-…e il finale di Doctor Who? Ne vogliamo parlare?- s’imbronciò –ODIO la BBC-
-Cambia canale- propose Merlino, poggiando il vassoio sul tavolino fra le zeppole al miele e il Mont Blanc.
-Vuoi scherzare? C’è Ballando con le stelle a mezzanotte!-
Solena abbassò il volume, troncando un ragionamento di Sherlock proprio mentre entrava nel suo Mind Palace.
Si fregò le mani e prese i suoi pacchetti che aveva infilato in una bella borsa di cartone con una coccarda rossa.
-E la vecchia Sirmal?- chiese Bryce.
Intanto Artù si era seduto silenziosamente accanto a Merlino.
In quel momento la porta si aprì ed entrò Dolma, l’inseparabile grembiule di pizzo addosso e l’uncinetto nella tasca anteriore. Si era messa i bigodini ma a quanto pareva aveva scordato di levarne uno.
-Scusate il ritardo- borbottò –Stavo giocando a canasta con il postino-
-La sera della vigilia di Natale?- domandò Solena.
-Siamo diventati parecchio amici da quando ho profetizzato le corna di sua moglie. L’ho beccata a letto con l’amante-
-Brutta faccenda- decretò Bryce.
La vecchia fece spallucce, insolitamente silenziosa.
-Mi spiace per lui ma così potrà ottenere la separazione con addebito. E’ un brav’uomo. Bravo postino. Anche se non suona mai due volte- fissò Artù –Buon primo Natale nel XXI secolo, ragazzo-
Artù sorrise.
-Anche a voi-
-Beh, non è il mio primo-
-Né sarà l’ultimo…- bofonchiò Bryce.
La vecchia si appollaiò sul bracciolo del divano e gli tirò la papalina. Bryce la guardò male, risistemandosi il cappello.
Anche se aveva decretato che erano rimbecilliti fino al midollo, sapevano che quella vecchia burbera in fondo voleva loro un gran bene, ecco perché l’avevano invitata. E poi, per quanto spesso fosse acida era pur sempre una dei Guardiani di Merlino.
In quel momento guardava Bryce, con occhio critico e studiò il suo abbigliamento prima di commentare.
-Tu hai lavorato al Crazy Horse negli anni ’60. Confessa-
Bryce gonfiò il petto.
-Il più famoso locale di strip-tease della storia!-
Solena gli ficcò un pezzo di Mont Blanc in bocca. Mentre masticava, togliendosi uno sbaffo di panna col pollice dal labbro inferiore, Bryce le fece l’occhiolino.
Lei per un secondo sembrò arrossire, poi scosse la testa e passò il pacchetto a Merlino.
Il mago lo scosse.
-Non fa rumore- decretò.
Dolma agitò una mano con noncuranza.
-E’ uno schiaccianoci-
-Ma non dovete dirlo! E’ segreto!- piagnucolò Bryce.
-Tanto lo avrebbe aperto- sbottò la vecchia.
Si guardarono in cagnesco.
Lei gli tirò la papalina.
Bryce ormai tratteneva il cappello a due mani ammaccandosi la permanente.
-E sappi che il tuo regalo è uno specchio decorato con materiali di riciclo- gli disse.
Bryce si tappò le orecchie con le mani.
-Non lo voglio sapere!-
-Neache se sopra ci ho attaccto i tuoi adorati cimeli storici?-
Il ragazzo aprì un occhio.
Intanto Merlino scartava lo schiaccianoci.
-Che cimeli sono?- domandò Artù.
La vecchia elencò sulle dita.
-Ciglia finte di Lady Godiva, un pezzo delle sottane di Elisabetta I, i negativi fotografici di un photo shoot di Jude Law e glitter. Tanti glitter-
Bryce si illuminò. –Posso vederlo?-
-Certo è in quella scatola-
Venne fuori che era grande quanto uno specchietto da borsetta e le decorazioni erano praticamente ridotte ad un ammasso di roba brillantinata fucsia.
Bryce era estasiato.
-Non è così piccolo, sciocco- disse Dolma e con un incantesimo lo fece diventare un quadrato di 50 cm per lato.
La vecchia guardò poi Merlino che sperimentava lo schiaccianoci.
-Passami un paio di gherigli Emrys. Mi è venuta fame ma detesto i dolci-
-Ora tocca a me- disse Bryce, aprendo gli altri pacchetti. Trovò un paio di Denim maculati con tanto di cintura abbinata, “Oh Merlinuccio lo so che sei stato tu! Sono bellerrimi!”. Artù gli aveva comprato una maglietta bianca, dato che era completamente a corto di idee e Merlino l’aveva decorata con la magia scrivendoci sopra Keep calm and go to Albion, “E’ fantastica, me la metterò al lavoro! Grazie Sire!” Infine, lo scatolo più piccolo conteneva dei prodotti per capelli costosissimi, un diffusore da agganciare al phon e un tubicino nero che sulle prime Merlino non riconobbe.
-Cavolo ma è il mascara waterproof della Max Factor! Sol sei la fidanzata più brava del mondo!-
La ragazza aveva arcuato un sopracciglio, divertita.
-Non te lo dimenticare-
Alla vecchia Sirmal Merlino e Artù avevano comprato una trapunta a tinta unita da ricamare con la tecnica del chiacchierino, Solena un abbonamento annuale a Mani di Fata e Bryce un uncinetto nuovo nuovo, incantato grazie alla magia e in grado di aumentare le proprie dimensioni fino a diventare una specie di mazza da baseball, con la quale avrebbe potuto indugiare nel passatempo che le piaceva di più: spaventare i ladri che le si intrufolavano in casa.
-Uhm, mi sarà utile ragazzo- disse lei.
Bryce, soddisfatto, accavvallò l’altra gamba.
-Potreste anche picchiare il soffitto quando Robertson litiga con la moglie-
Dolma si illuminò.
Quando fu il momento di scartare i pacchetti di Artù, il Re del passato e del futuro lo fece quasi con circospezione ma il regalo di Solena e Bryce non fu terribile come pensava.
-…è…- si rigirò l’affare fra le mani.
-Una Wii- spiegò Bryce.
-…una che?-
-Un dispositivo con cui si possono simulare delle attività- spiegò –Tipo saltare la corda, sciare…-
Artù sbatté le palpebre.
-Gra-grazie-
-Naturalmente si può anche simulare uno scontro in battaglia. Mazza ferrata, spada, bastone…-
Gli occhi di Artù luccicarono d’aspettativa.
-Dici davvero?-
-Giuro sulla mia messa in piega-
-In realtà volevamo regalarti un fantoccio- disse Solena, passando dall’abituale voi al tu senza nemmeno farci caso. Accadeva sempre più spesso e Artù non se ne risentiva per niente. –Sai, di quelli di legno che si usavano un tempo nelle arene. Però ci è sembrato sciocco, dato che Merlino è capace di ricreare un combattimento fin nei più piccoli dettagli-
-E poi mi serviva un compagno per giocare a Just Dance- aggiunse Bryce, rimirandosi nello specchietto di Dolma.
Di fronte all’espressione guardinga e sospettosa di Artù davanti a quell’invito Merlino si morse l’interno di una guancia.
-Quello morbido è mio- disse Dolma, indicando ad Artù un pacchetto nella busta di Solena e ignorando le rimostranze di Bryce su quanto fosse assolutamente vietato spiattellare di chi era un pacchetto date le regole del gioco. Cosa esattamente delle parole “Babbo Natale SEGRETO” non le erano chiare?
La vecchia Sirmal alzò gli occhi al cielo, ignorandolo e osservò  Artù scartare l’enorme centrino che aveva realizzato, praticamente un arazzo.
-Raffigura una battaglia fra draghi-
-…è davvero realistico-
Lei fece spallucce.
-Cosa si regala ad un Re immortale nato dalla magia, sopravvissuto ai secoli e fidanzato col suo servitore?-
Merlino per poco non soffocò da solo diventando paonazzo mentre un altrettando imbarazzato Artù gli batteva una mano dietro la schiena.
-Cos-cosa sarei io?- esclamò, tossendo, gli occhi lucidi.
Dolma lo guardò male.
-…il suo servitore-
Le guance di Merlino diventarono due mele e lei fece un sorrisetto.
I restanti regali, aperti, con grande soddisfazione di Bryce, senza sapere chi li aveva confezionati, si rivelarono contenere degli elastici per capelli decorati con dei fiori di feltro, “Oh grazie Sire, sono stupendi!”, una camicetta a fiori con le maniche a sbuffo, “E quella che ho visto da H & M? Merlino sei il migliore!”, un abitino attillatissimo di pelle nera, sobriamente decorato con lustrini nella parte inferiore ma che dietro la schiena possedeva una scollatura vertiginosa.
Bryce pungolò una spalla di Sol.
-Questo è il mio-
-Non ne avrei mai dubitato-
-In realtà abbiamo contribuito anche io e il Re- disse Dolma indicando con un cenno del mento Artù che si era alleato un po’ con tutti perché non sapeva come uscire da quella situazione.
Alla fine anni di politica estera a Camelot avevano dato i loro frutti in materia di lungimiranza.
Solena sorrise.
-Grazie-
-Mi sono anche fatto mettere i punti sulla carta fedeltà- spiegò Bryce –La commessa ha una cotta per me-
Merlino rise.
-Tutti hanno una cotta per te, biondino-
Il rubacuorei si fregò le mani.
-Bene. Una partita al Mercante in Fiera?-
 
Il resto della serata trascorse tranquillo, tutto sommatto.
Certo, non cosiderando che a giocare erano un sovrano risorto e quattro stregoni di cui uno talmente potente da piegare il destino e un altro che dissacrava la figura di Babbo Natale trasformandolo in una specie di spogliarellista ossigenato, s’intende.
Mangiarono dolci, guardarono Sherlock, fecero oscure previsioni sulle sere successive e lanciarono silenziosi anatemi a David Moffat, affinché si decidesse a velocizzare i tempi, piantarla di scrivere le sceneggiature degli episodi quando era strafatto e possibilmente eliminasse, in modo lento e doloroso, la moglie di John Watson e il suo orrido taglio di capelli.
-E’ così anonimo- aveva decretato Bryce, rabbrividendo.
Fecero progetti per i giorni successivi, organizzarono il veglione di Capodanno, che avrebbero passato nel quartiere decorato a festa per l’occasione e si godettero un sereno silenzio, punteggiato dal ronzio della tv, delicatamente illuminato dalle lucine dell’albero e, come osservò Bryce soddisfatto, pieno di amore e felicità come quei melensi film di Natale.
Anche se probabilmente in Miracolo nella 34A strada non c’erano coppie di pesciolini innamorati che quella sera si erano visti addobbare a festa la boccia con piccole lucine che grazie ad un incantesimo non andavano in corto se messe in acqua.
Quando alle due tutti se ne andarono, rimasto solo, Merlino lanciò uno sguardo alla figura addormentata sul divano, un braccio sotto la guancia e le labbra un po’ imbronciate.
Avvertì un piccolo morso allo stomaco.
Stava mettendo a posto in cucina cercando di non fare rumore quando due braccia gli cinsero la vita e un respiro caldo e familiare si insinuò sotto il colletto del maglione.
Sorrise.
-Ti ho svegliato? Scusa-
Artù scosse la testa.
-No, ero sveglio da un po’-
-E perché non ti sei alzato?-
-Avevo voglia di ascoltarti mentre facevi rumore in giro. E’ rilassante. A volte quando venivi a svegliarmi ti sentivo prima ancora che scostassi le tende del baldacchino. Chiudevi la porta, poggiavi il vassoio sul tavolo e aprivi la finestra. Con il tatto di un elefante, però-
Merlino sorrise mentre sentiva le labbra di Artù sulla pelle del collo.
-Che c’è?-
-Non ti ho dato il mio regalo- la voce gli si abbassò di tono –Non sapevo cosa prenderti in realtà…-
Merlino si girò e gli scoccò un’occhiata significativa.
-Non mi serve. Non mi serve niente-
Lo abbracciò, la guancia contro la sua.
Artù rimase immobile per un istante, poi lentamente, gli cinse la schiena con un braccio.
Merlino ridacchiò.
-Certe volte ancora ti sembra strano abbracciarmi, confessa-
-…ma che diavolo dici-
Ridacchiò di nuovo.
-Sei un pessimo bugiardo-
-A dire il vero-
-Un bugiardo incapace-
-…-
-Di un’incapacità colossale, davvero, peggio della mi-
-Merlino?-
Artù lo sentì ridere contro la guancia.
Cadde il silenzio.
-Gli altri si saranno accorti che non ci siamo scambiati niente- disse.
Artù face spallucce e salì sul ripiano, dondolando e gambe mentre lui rimetteva a posto i biscotti.
-Da bravi ficcanaso non ci hanno chiesto niente- disse Artù.
Il magò lo guardò.
-Quest’espressione è una contraddizione in termini-
Artù sorrise. Poi guardò per terra.
-Sul serio, ci ho pensato parecchio ma non ho trovato niente per te-
-Se ti può consolare nemmeno io ti ho comprato qualcosa- rispose Merlino, le mani poggiate sopra il lavello, le caviglie accavallate.
Artù aggrottò al fronte.
-Davvero?-
Merlino si prese un secondo prima di scoppiare a ridere ma bastò per imbarazzare Artù che gli lanciò un’occhiata omicida, una di quelle famose che gli scoccava sempre ai tempi di Camelot.
Il mago ficcò una mano nella tasca sinistra dei jeans e tirò fuori un tintinnante mazzo di chiavi.
Artù arcuò un sopracciglio.
-Mi hai fatto una copia delle chiavi di casa? Ai vostri tempi non è una specie di traguardo in una convivenza?-
-Guarda che questo è anche il tuo tempo e comunque no, non sono le chiavi di casa, quelle te le regalo al tuo compleanno- esclamò Merlino, ghignando –Sono le chiavi di una VolvoXC60-
-…una macchina?-
Annuii. –Esatto-
-Quattro cilindri? Da 0 a 100 in 8,5 secondi?-
Merlino sbatté le palpebre.
-Certo che a guardarti non si direbbe proprio che tu abbia cavalcato fino a un millennio fa-
Artù scese dal ripiano e cercò di afferrare le chiavi. Merlino, ridendo, si divincolò e corse nel corridoio ma Artù lo raggiunse e gliele sfilò di mano. Poi sorrise, tenendole in alto.
-Come regalo imparerò a guidare. Così ti portò dove vuoi-
Merlino soppesò la proposta.
-Andata- decretò, dirigendosi verso la stanza col tetto a mansarda, non prima però di aver lanciato l’ultima stoccata. –Tanto se stiamo per ammazzarci ci teletrasporto con la magia-
Silenzio.
-…come ti permetti, guarda che Bryce mi ha spiegato come si fa!- esclamò, afferrandolo per la vita e quasi prendendolo di peso.
Merlino scoppiò a ridere peri l solletico nei fianchi.
-Allora siamo a posto!-
Artù lo lasciò andare solo per intrappolarlo contro la parete, le braccia ai lati del suo viso, la bocca a un soffio dalla sua.
Merlino si perse in quell’istante, la vista leggermente velata, le labbra secche.
-Sei un uomo di poca fede- sussurrò Artù, prima di baciarlo.
Merlino si aggrappò alle sue spalle e sorrise contro la sua bocca.
-In te ci credo però-
 
 
Avevo questo ammasso di fogli A4 sparsi in un quaderno e volevo farvi sorridere.
Spero di esserci riuscita.
Buona serata ;)
Emrys_____
 
 
   
 
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