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Autore: PaneBianco    30/12/2014    1 recensioni
Artemis, Leale, Spinella e Polledro si ritrovano a Casa Fowl per uno scambio di regali. A Natale si è tutti più buoni, ma chissà cos'avrà architettato uno dei presenti per rendere l'atmosfera un po' più..."divertente".
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Artemis Fowl, Domovoi Leale, Polledro, Spinella Tappo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Era da tempo che pensavo di scrivere una (o più) fanfiction su Artemis Fowl e questo clima natalizio mi ha influenzato un po'. Spero di aver descritto i personaggi in linea con il libri (il più IC possibile) e spero che alla fine vi strappi almeno un sorriso.
Prego fortemente che Artemis non venga a cercarmi e a farmi fuori per quello che gli è successo, ma questi sono miei problemi.
A presto, PaneBianco

A Christmas present
Casa Fowl
Quando arrivarono, Artemis stava finendo di disporre ordinatamente i regali sotto il grande albero del salone. Leale, invece, si allenava in giardino tra la neve. Diceva che aumentava la sua resistenza e la sua concentrazione. Niente che Artemis potesse comprendere, ovviamente.
Spinella e Polledro fecero quasi cadere i pacchetti che avevano in mano quando varcarono la soglia della sala addobbata. Un albero gigantesco dominava la scena, verde acceso e profumato. Profumava di natura, di libertà, di casa. Era alto fin quasi al soffitto di cinque metri e occupava i due quinti della stanza, anche se Artemis teneva sempre a precisare che occupava i due virgola quattrocentosettant’otto quinti della stanza. Era addobbato con luci a intermittenza triangolari che, a intervalli prestabiliti, mandavano scintille dorate lungo tutti gli aghi dell’abete. Una meraviglia di luce. Palline di vetro soffiato oscillavano tra i rami più alti, palline di plastica dura a quelli più bassi, angioletti di pasta di sale qua e là, intervallati da lecca-lecca senza zucchero, che Artemis si ostinava a voler togliere provocando sguardi perplessi dei genitori e dei fratelli. Anche Leale non riusciva a capire il motivo di tanto fastidio, ma fece di meglio per nascondere i lecca-lecca alla vista di Artemis. E poi caramelle e cioccolatini sparsi ovunque sul pavimento, ologrammi di fiocchi di neve che cadevano dal soffitto, un Babbo Natale appeso al camino che invece di dire “Oh oh oh, Merry Christmas!” recitava gli elementi della tavola periodica in ordine di elettronegatività; una riproduzione nei minimi dettagli della cometa di Halley svolazzava sulla cima dell’abete e c’erano carte di regali sparse ovunque, come tappeti luccicanti lasciati dagli elfi di Babbo Natale. Sembrava di stare in un altro mondo. Che Artemis fosse uscito fuori di testa com’era già successo in passato?
«Myles e Beckett. Non fate domande.» e questo risolse ogni dubbio.
Polledro non si fece sfuggire l’occasione di lanciare una frecciatina ad Artemis.
«Ma come?! Il grande Artemis Fowl che si cimenta nella decorazione della casa invece di preoccuparsi della sua sicurezza? Incredibile.»
«Se proprio ci tieni a verificare i miei sistemi di sicurezza puoi ripensare al nostro primo incontro, caro Polledro.» ma Artemis sorrideva. E non era il solito ghigno di chi ha in mente qualcosa, ma sorrideva davvero sinceramente. Spinella sbatté due volte le palpebre, certa di stare sognando. Non poteva essere vero.
I due ospiti lasciarono cadere i pacchetti regalo accanto agli altri già sotto l’albero e si sedettero sulle due poltrone fatte su misura apposta per loro.
«Allora, Artemis» cominciò Polledro «non mi vorrai far credere di averci invitato qui solo per scambiarci i regali di Natale.»
Il sorriso di Artemis si allargò.
«Non proprio.»
E non disse altro. Nient’altro.
Certo che era strano quel giorno.
Si alzò impettito e prese un pacchetto da sotto l’albero luccicante, lo porse a Spinella e si sedette di nuovo al suo posto. Il pacchetto era piccolo e quadrato e poteva essere tenuto in una mano, anche se Spinella dovette prenderlo con due. Lo fissò.
«Grazie, Artemis.» disse, ma un sospetto si fece strada sul suo volto mentre guardava il felice giovane Fowl.
Sbiancò.
«Artemis…» sussurrò tirando il nastro del pacchetto.
Polledro, intanto, non riusciva a starsene zitto, come al solito.
«Questi pacchetti non sono assolutamente tecnologici, non si aprono al tatto, non sono nemmeno anti raggi X. Una vera noia. I miei, al contrario, sono stati costruiti con una lega di carbonio e zinco indistruttibile e quasi del tutto…»
Ma Artemis non lo ascoltava. Stava guardando il volto di Spinella che dal pallore era passato a una sfumatura rossastra.
Finalmente Spinella riuscì a scartare il pacchetto e si ritrovò in mano una scatoletta nera lucida con delle parole argentate impresse sul coperchio: ROCKS jewellers.
Le mani di Spinella cominciarono a tremare vistosamente, come se avesse paura di cosa ci fosse all’interno. Fece un gran respiro e si calmò. Era il capitano Tappo della LEP, dopotutto, non si lasciava certo spaventare da una stupida scatoletta della più rinomata gioielleria di Dublino. Polledro, intanto, si era zittito e guardava alternatamente Artemis e Spinella con gli occhi fuori dalle orbite. Leale sorrideva in direzione del suo datore di lavoro, anche se non sapeva per certo cosa avesse regalato a Spinella.
Spinella rivolse un ultimo sguardo di terrore ad Artemis e aprì la scatoletta.
Tre paia di occhi increduli guardarono Artemis.
«È davvero quello che penso?» sbottò Polledro sollevando l’oggetto che teneva in mano Spinella.
«Impossibile, Polledro. Non ne hai mai sviluppato uno in tutta la tua ricerca e, se te lo stai chiedendo, lo so per certo perché ho controllato tutti i tuoi file e i database. A proposito, carino quel video di te e Grana Algonzo che ballate il tip-tap con le gonne hawaiane.»
La faccia di Polledro si colorò di violetto.
«Era la festa di compleanno di Cavallina.» borbottò.
«Ma Artemis, diamine, che diavolo è questo coso?» esclamò Spinella facendo penzolare l’oggetto a due centimetri dal naso di Artemis.
L’oggetto in questione, se ve lo state chiedendo, non era nessun anello equivoco, né una dichiarazione d’amore. L’“oggetto” ricordava un orecchino, un apparecchio auricolare e un gioiello di diamanti messi insieme. E, in effetti era un po’ tutte e tre le cose.
«Questo, amici miei, è il mio nuovo progetto. È un auricolare con tutte le funzioni del vostro elmetto LEP, con air-bag incluso. Potrete visualizzare tutte le funzioni su uno schermo virtuale visibile solo alla persona, o elfo, che indosserà l’auricolare. Le funzioni potranno essere selezionate solamente pensandole e, cosa più importante, con questo apparecchio è possibile inviare i messaggi telepaticamente.» Artemis gesticolava e mentre spiegava si tolse un apparecchio uguale a quello di Spinella dall’orecchio. Nessuno l’aveva notato prima.
«E inoltre a contatto con l’orecchio, l’auricolare o, meglio, l’Auricolare con la maiuscola, assume il colore della pelle, a meno che il portatore non decida di renderlo visibile totalmente o in parte. Ed è per questo che il tuo, Spinella, possiede due diamantini del Distretto di Panama da 1,57 carati. Spero che il regalo sia di tuo gradimento.»
Spinella riprese l’Auricolare e lo indossò immediatamente. Subito scomparve a contatto col suo orecchio a punta, ma dopo pochi secondi i due diamanti ritornarono visibili. Spinella si guardò impaziente in uno specchio appeso alla parete.
«È fantastico, Artemis. E posso avere tutte le funzioni senza il peso di quell’inutile casco.»
«Ehi! Quell’inutile casco è stato progettato e aggiornato per decenni dal sottoscritto senza alcuna lamentela da parte di nessuno.» ribatté Polledro imbronciato, ma anche lui osservava con ammirazione l’Auricolare.
«Ora non resta che provare la funzione telepatia. Ma fai attenzione Spinella, perché devi imparare a controllare i pensieri quando indossi l’Auricolare. È probabile che nei primi tempi i pensieri si riversino nell’auricolare, e quindi a me, in maniera casuale e fuori dal tuo controllo, quindi devi assolutamente imparare in fretta se non vuoi che qualcosa di spiacevole capiti nella mia testa.»
Spinella annuì cupa e indossò l’Auricolare, mentre si domandava se il Fangosetto aveva qualcosa in mente. Si rispose che Artemis aveva sempre qualcosa in mente, anche mentre era uno spirito vagante, anche quando tutti gli altri erano troppo scossi e incapaci di connettere un singolo neurone. Artemis pensava continuamente e alla fine salvava tutti(dopo essere stato salvato innumerevoli volte, aggiunse).
Cercò di inviare un “Ciao, Fangosetto” al suo migliore amico, quando si accorse che quest’ultimo la guardava esterrefatto. Si chiese, spaventata, cosa avesse sentito Artemis e si sentì a un tratto imbarazzata. L’umano poteva sentire i suoi pensieri.
«Ebbene sì, Spinella. Il Fangoso può sentire i tuoi pensieri, ma tu devi stare attenta a tenerti la maggior parte per te e…»
«No, Fangosetto, non voglio sentire cosa hai sentito.» lo interruppe lei staccandosi l’Auricolare dall’orecchio.
«Non c’è bisogno di togliersi l’auricolare, basta che ti applichi un po’.»
«Io mi sto applicando, ma non voglio avere nessun odioso Fangoso vagante tra i miei pensieri.»
«Pensavo ti interessasse avere un modo di comunicare alternativo, dato che gli anelli si sono rotti.»
«Beh, ora non più se non trovi il modo di non leggere i miei pensieri come ti pare e piace.»
«Io sento solo quello che mi invii tu. Fai un’altra prova, Spinella.» Artemis la guardò dritta negli occhi e si ricordò di quanto poteva essere testarda la sua amica. Lei le rispose con uno sguardo arrabbiato e il suo occhio azzurro scintillò. Indossò nuovamente l’Auricolare e Artemis sentì dei ronzii nell’orecchio, proprio come prima, come un canale radio che non prende bene. Tra i fischi sentì distintamente frasi come “Stupido Fangoso”, “Prima o poi lo strozzo”, “Quanto sono belli i suoi occhi azzurri”… un momento, pensò Artemis. Cosa aveva appena sentito? No, forse era la sua immaginazione, anche se lui odiava pensare ad allucinazioni o cose varie. Provò ad inviare un messaggio a Spinella.
“Tutto bene?”
Fischi e ronzii.
“Quest’affare non funziona. Non puoi aver appena pensato che i lecca-lecca sull’albero saranno inceneriti presto.”
Forse doveva esercitarsi di più anche lui.
“Riesci a sentirmi, Spinella?”
Questa volta ci fu un solo ronzio.
“Sì, credo. Ma, seriamente, cos’hai contro i lecca-lecca? Hai solo quello in mente.”
“Niente che ti riguardi.”
Spinella spalancò gli occhi.
“Oh sì, ora ricordo. ‘Non mi piacciono i lecca-lecca’” e chissà come riuscì a pensarlo in un’orribile imitazione della voce di Artemis, il quale le rivolse un’occhiata di fuoco.
Ordinò al sistema di chiudere la comunicazione telepatica.
«Bene! Andiamo avanti ad aprire i regali?»

Mezz’ora più tardi…
I quattro amici avevano finito di scartare i pacchetti ed ora osservavano Leale esercitarsi con la sua nuova Neutrino 3ooox3, ribattezzata così da Polledro per la sua tripla grandezza rispetto al normale. Artemis e Spinella si stavano esercitando ancora con il canale di telepatia, quando Polledro emerse da sotto il divano con cinque marshmallow in bocca e un pacchetto in mano. Cercò di dire qualcosa, ma finì con lo sputare tre dei suoi marshmallow sul tappeto.
«C’è ancora un pacchetto da aprire.» disse, dopo aver ingoiato le caramelle.
«E per chi è?» chiese Leale abbandonandosi sul divano.
Artemis prese il pacchetto. Non si ricordava di aver fatto altri regali.
Lesse il nome di Spinella sul retro e lo spinse verso di lei.
«È per te.»
Lei lo guardò turbata.
«Ma di chi è?» chiese stupita.
Polledro rivoltò la scatola guardandola da ogni angolazione, ma non riuscì a trovare il mittente.
“Artemis? Non è tuo?”
“No, io non ho fatto altri regali”
“Ma è impacchettato con la stessa carta del tuo.”
“Lo so, ma non è mio.”
Spinella strappò la carta dal pacchetto e tirò fuori un strana scatola di plastica rossa e nera. Strano, pensò.
Artemis intanto era sbiancato. Probabilmente aveva capito tutto, anzi l’intricato piano del nemico gli apparve ora molto chiaro.
“Spinella non aprirlo.”
Lei lo guardò sorpresa con le mani sospese sopra il pacchetto.
“Non aprirlo. È pericoloso.”
“Come fai a saperlo se non è tuo.”
“Riconosco i segni sulla scatola. Quella decorazione nera e quei cuori rossi. Non aprirlo.”
«Che state dicendo voi due?» sbottò Polledro osservandoli impaziente.
«Artemis non vuole che apra il pacchetto. Dice che è pericoloso.»
«Niente di pericoloso entra in questa casa.» affermò sicuro Leale.
Spinella rivolse un’ultima occhiata ad Artemis e tolse il coperchio, proprio mentre il giovane Fowl le urlava nella mente di non farlo.
Quando vide che i suoi sospetti erano fondati, Artemis desiderò ardentemente di trovarsi il più lontano possibile da lì. Gliel’avrebbe fatta pagare a Polledro.
Spinella sollevò con disgusto il capo di vestiario che giaceva nella scatola. L’osservò mentre il suo viso passava dal verde al rosso d’imbarazzo.
Era un babydoll nero argentato, con trasparenze ovunque e inserti di pizzo rosso. Lo lasciò ricadere sconvolta nella scatola e guardò Artemis, che per una volta era rimasto senza parole e la guardava anche lui imbarazzato.
“Che diavolo è questa roba?”
Lui non rispose.
Intanto, Polledro sogghignava e Leale guardava Artemis con un sorrisino sulle labbra e un sopracciglio alzato.
«Guarda, Spinella. C’è un biglietto.» sghignazzò Polledro porgendole un pezzo di carta di pergamena.
Spinella lo lesse e diventò ancora più rossa. L’ultima frase che rivolse ad Artemis prima di uscire dalla stanza fu “Io ti uccido, Fangoso.”
Artemis non replicò e prese il biglietto che Spinella aveva lasciato cadere sul tavolo.
♥♥Alla mia dolce Spinella,♥♥
spero che potremo condividere insieme altri moment passionné,
per sempre tuo,
♥♥Arty
♥♥
  
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