Eccoci
a voi gente! Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana sono avvenuti questi fatti e ora io, l’Autrice, la
presenza onnisciente e onnipresente che controlla costantemente le vostre vite
(?), sono pronta a raccontarveli. Se non
capirete assolutamente niente di quello che scriverò, non preoccupatevi, non
siete voi la causa, cioè non siete voi a essere diventati idioti per non capire
il testo, ma è semplicemente il mio Neurone Solitario che si è momentaneamente
assentato o addormentato. Non so nemmeno se vi piacerà, ma se
sarà così battete un colpo! Detto questo lascio il posto alla storia, che la
Forza dei jedi sia con voi,
o lettori che leggete!
1 – Come tutto ebbe
inizio ( e sarebbe stato meglio che non
avvenisse… )
“I amar prestar aen”
– Il mondo è cambiato
“Han mathon
ne nen” – Lo sento
nell’acqua
“Han mathon
ne chae” – Lo sento nella terra
“A han notron
ne wilth” – Lo avverto
nell’aria.
E tutto questo è segno che molte cose che si sono perdute Galadriel
riesce a ricordarle grazie a una buona dose di un po’ di polvere elfica ( bianca, oh, come è bello il candore! ) ( o di erba pipa, fate voi ). Tutto ebbe inizio in una terra di un mondo lontano lontano, no,
non nella Terra di Mezzo, come molti di voi penseranno, ma quella terra di uno
strano pianeta chiamato Pekopon.
Siamo in Giappone ( perché poi
tutto deve iniziare da lì, mi chiedo poi ), in uno dei tanti villaggi
dell’epoca Sengoku. Un mezzo demone, ma soprattutto
un mezzo esaltato, stava mettendo a ferro e fuoco il
villaggio in questione.
- Ah ah
ah ah! – ride fuori di sé.
– Vi sta bene, prendo io questa sfera degli Shikon! È il mio tessssssssssoro…
- urla con un raccapricciante scambio di personalità sul finale ( mi dispiace Gollum… a te non chiedo scusa Inu Yasha… ).
All’improvviso
una voce cattura la sua attenzione. Kikyo!
Quella maledetta sacerdotessa che è riuscita a sopravvivere al suo attacco (che
non era suo) e che solo grazie alla sua forza
spirituale si era ripresa! Era da giorni che non lo mollava
e adesso basta, quel giorno sarebbe stato l’ultimo. Era proprio una palla al
piede, cavoli anche Onigumo se
n’era accorto ( domandina innocente che al testo non è attinente: tra Onigumo e Kikyo sarà mai successo
qualcosa? Insomma soli soletti nella grotta… ) ecco
perché l’aveva ferita e ora lei ce l’aveva su con lui,
povero cane innocente, solo perché le aveva rubato una pallina di vetro con
poteri davvero interessanti!
- Inu Yasha! – lo chiamò ancora, guardandolo con
astio, prima di scagliare una delle sue temutissime frecce.
La freccia sibilò minacciosa
nell’aria e andò a conficcarsi nell’albero dietro Inu
Yasha che rise divertito. – Ah ah
ah ah ah!
Kikyo sei proprio scarsina,
eh? Prendere delle belle lezioni di tiro con l’arco no? Ora per colpa tua dovremo rifare la scena, Rumiko Takahashi ( ave, ave ) è molto deluso di te, lo sai?
Più rossa di rabbia che di
sangue, Kikyo gli urlò di rimando
contro: - Stai zitto, stupido mezzo demone! Vorrei vederti a te tirare una
freccia con un bersaglio in movimento e per di più con un braccio ferito per
colpa di qualcuno! E poi, lasciamelo
dire, io non ti ho mai amato!
( e questo che c’entra con la
scena? )
Spiazzato da
quest’ultima rivelazione, Inu Yasha
rimase bloccato sul posto, mentre Kikyo ebbe tutto il
tempo per prendere la mira e centrarlo vicino al cuore. Il mezzo demone
sentì che stava per perdere le forze e chiuse gli occhi, svenuto o addormentato?, poverino anche lui era stanco!, ma non prima di aver
mormorato:
- Kikyo,
brutta bastarda!
Poi lei raccolse la sfera rotolata
dalle mani dell’ “amato” e accorgendosi che la ferita
le faceva veramente, ma veramente male, si appoggiò al suolo, pronta per
recitare la parte della “sacerdotessa buona ferita dai demoni”. Ed ecco
arrivare puntuale la sorellina rompina, Kaede, che con premura le domandò.
- Sorella sei ferita?
( ma mia cara sorellina rompina, non ti accorgi da sola che un braccio gronda di
sangue? )
- Sorella! Ti curerò
immediatamente…
- Non potrai
salvami. – le rispose Kikyo
con voce addolorata – Perciò ascoltami Kaede. Tieni questa sfera degli Shikon e
bruciala insieme al mio cadavere. Bruciala affinché non possa mai più
cadere nelle mani sbagliate.
La piccola Kaede
l’ascoltò, sorpresa quasi nel sentirsi dire queste parole, poi tanto per
cambiare discorso le chiese:
- E’ successo qualcosa con Inu Yasha?
( ma sorellina rompina perché devi chiederglielo proprio adesso? E
soprattutto cosa diamine c’entra???? Comunque c’hai proprio un acume a volte… )
Ma la sacerdotessa era già
svenuta e non rispose a questa domanda. Il giorno dopo il suo corpo venne
bruciato insieme alla sfera.
Questo è quello che successe
veramente quel giorno, e Galadriel lo sa, come sa ciò
che avvenne negli altri giorni, ma questo appartiene a
un altro capitolo, e, se lo volete sapere, dovrete solo restare sintonizzati
sulla mia storia, sperando che vi sia piaciuta…
( non so se vi interessa, ma la
cara elfa ha fatto un uso eccessivo di sostanze
stupefacenti per raccontare questo fatto lontano lontano
e ora dice che è nel Paese delle Meraviglie, che sta inseguendo il Bianconiglio e sta ballando con le carte da gioco… la cosa
è molto, ma molto preoccupante… mi andava bene Alice, ma una signora elfa come lei… vabbè… )