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Autore: myskinnylove    30/12/2014    3 recensioni
Quando chiusi la porta alle mia spalle non riuscii a trattenere le lacrime, la determinazione che mi spingeva lontano da lui incominciava a vacillare. Anche io avevo bisogno di lui e non riuscivo più a sopportare quella sensazione di vuoto. Mi lasciai scivolare a terra, abbracciando le mie ginocchia, chinando il capo.
Oliver non capiva quanto mi feriva quel suo comportamento. Eppure non riuscivo a non amarlo.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No matter what

Sistemai il mazzo di rose gialle vicino alla foto che ritraeva me e Sara. Accarezzai il vetro ripensando al vuoto che sentivo ancora. Sentivo la sua mancanza e mi sembrava di vederla in ogni luogo, riempii il vaso di acqua e mi sedetti stringendomi nella coperta.

Era passato un po’ di tempo e non riuscivo a capacitarmene, la mia vita si stava sgretolando piano piano, sospirai ripensando anche a Oliver.
Dopo la morte di Sara tutto aveva preso una piega diversa, eravamo lontani e distaccati, freddi come sconosciuti.
Forse l’unica cosa buona di quel periodo fu la dolcezza e la premura di Ray.
Il campanello suonò e quando aprii la porta rimasi  completamente pietrificata.
«Laurel…»
«Ciao Felicity. Posso entrare?»
«Certamente.» mi scansai per farla passare, notando sotto l’occhio destro un livido violaceo.
Quando si sedette domandai se stesse bene, sorpresa soprattutto dal suo aspetto trasandato. Notai subito la giacca nera in pelle di Sara e la malinconia prese il posto dello stupore iniziale.
«Si, mi serve il tuo aiuto.» rispose guardandomi negli occhi per la prima volta.
«Se posso fare la differenza, allora si.» esitai.
«Non riesco a dormire più la notte. Io devo trovare chi ha ucciso mia sorella e non posso contare su Oliver.»
«Laurel, io vorrei ma ci penserà Oliver, te lo ha promesso.»
«No, Oliver non lo farà mai, non vedi? Non ha più la determinazione di una volta. Devo pensarci io!»
La guardai e per la prima volta notai la stessa espressione di Sara, un colpo al cuore mi fece sentire quel dolore così reale.
«Cosa ti serve?» sbottai.
«La lega degli assassini sta per tornare in città e voglio entrarne a far parte per scoprire i segreti, sai, Sara la notte dell’omicidio, mi disse che la sua vita era complicata e sono sicura che la lega c’entri qualcosa.»
«Sei impazzita!? No! Non puoi fare una cosa del genere è troppo rischiosa.»
«Felicity, ho bisogno di te, devi coprirmi in ogni modo e aiutarmi ad entrare.»
«Non posso. Sara non avrebbe mai voluto questo per te.» confessai sedendomi accanto a lei.
Per quanto non mi piacesse Laurel era una persona importante per Sara così mi sembrò giusto starle vicino nel momento del bisogno. «Piuttosto, cosa hai fatto all'occhio
«Niente. Fammi sapere se cambi idea, ora devo andare.» si alzò avviandosi alla porta.
«Grazie, Felicity.» si voltò prima d’uscire.
«Laurel, non fare sciocchezze, ricorda che Sara vivrà per sempre nei nostri ricordi.»
Annuì assente ed uscì.
Trattenni il respiro fino a quando chiuse la porta.
Sapevo che Laurel si stava mettendo nei guai, bastava guardarla per capire che aveva perso se stessa.
Presi il tablet e accesi il GPS inserito nel suo cellulare, si stava dirigendo nelle parti basse della città. Riguardai la foto di me e Sara. Presi il mio telefono e digitai il numero di Oliver, non sapevo se fosse una buona idea quella di informarlo, così chiusi il telefono prima che iniziasse a squillare.
«Al diavolo!» infilai le scarpe , presi la giacca e il telefono. Scesi le scale quasi saltando e mi diressi nella direzione di Laurel.
Mi ritrovai in un locale mal ridotto, probabilmente era il seminterrato di un edificio, un mucchio di gente ubriaca spintonava e urlava verso il centro della stanza.
Mi avvicinai tra spintoni e gomitate, al centro c’era Laurel che lottava con un’altra ragazza.
Le mie gambe presero a tremare. Chiusi gli occhi ogni volta che Laurel incassava colpi. La folla mi respinse indietro e persi di vista l’incontro.
Le urla cessarono piano piano, cercai di farmi forza e rientrare nella mischia.
«Laurel, dio mio, che stai facendo!» le corsi incontro quando la vidi vicino al muro mentre sputava sangue dalla bocca.
«Felicity, che ci fai qui? Mi hai seguita?» si accigliò.
«Ero preoccupata…» mi giustificai timidamente.
«Ti ho chiesto un favore non che mi facessi da mamma!»
«Io..Io volevo solo…»
«Hey ragazze.» disse una voce alle mia spalle.
«Ted.» Laurel si ricompose quasi fiera delle sue condizioni.
Mi voltai per guardare chi stava parlando e quando lo vidi deglutii osservando i suoi muscoli e il suo viso.
«Laurel, andiamo.» presi il suo braccio.
«Chi è la tua amica?» si rivolse a lei per poi guardarmi e sorridere.
«Un’amica. » rispose.
«Mi dispiace ma dobbiamo andare.»
«No, io non verrò. Ho da fare.»
«Non ti preoccupare Amica, ci penserò io.» il moro si rivolse a me.
«Ti prego, Laurel, andiamocene, sei piena di lividi.»
«Smettila! Ho detto che non verrò! So cavarmela.» urlò sparendo dietro una porta.
Ted mi guardò serio per la prima volta e notai qualcosa di strano, probabilmente lui e Laurel si conoscevano da un po’.
Lui la seguì e io rimasi sola in quel buco pieno di ubriaconi sudati.
Tornai verso l’uscita e quando fui fuori erano ormai l’una di notte passata. Presi il cellulare e chiamai Oliver.
Forse non era la cosa giusta da fare ma non importava, se c’era una persona che poteva aiutare Laurel era proprio lui.
«Oliver.» dissi flebilmente.
«Felicity, stai bene?» chiese in tono allarmato.
«C’è una persona che ha bisogno di te, non Arrow, ma te.» precisai.
«Arrivo, dimmi dove sei.»
Gli dissi dove mi trovai e attaccò immediatamente. Mi immaginai il suo sguardo arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo.
Passarono circa dieci minuti, il freddo di ottobre mi faceva muovere avanti e indietro, quel vicolo illuminato soltanto dalla luce della luna mi faceva tremare invece per la paura. Riconobbi la sua figura da subito.
Aveva le mani in tasca e camminava rapido verso di me.
«Felicity, che diavolo ci fai qui? Stai bene?» mi domandò accarezzandomi il viso con la sua calda mano.
«Non si tratta di me» mi scostai leggermente per evitare quel tocco che tanto mi rassicurava «ma di Laurel.»
«Che succede?» chiese rimanendo un po’ turbato dal mio gesto.
«Non lo so, Oliver. So solo che ha bisogno di te in questo momento.» risposi quasi rimproverandolo. Per quanto avessi paura di perderlo e rivederlo tra le braccia di Laurel, non potevo permettere che la sorella di Sara si mettesse in una situazione difficile, la mia coscienza non mi avrebbe permesso di dormire la notte.
Proprio Laurel uscì in quel momento dalla porta dalla quale ero uscita pure io.
«Che ci fai qui, Ollie?» chiese mettendosi sulla difensiva.
«Laurel, cos'hai fatto al viso? E al labbro?» si avvicinò per scrutarla meglio.
«Non sono affari vostri!» si affrettò ad andarsene prima di fulminarmi con lo sguardo. «Spero che tu non gli abbia detto niente, Felicity! Lo spero per te.»
Tirò fuori le chiavi della sua auto una volta raggiunta. Se ne stava andando così, senza dare nessun modo ad Oliver di avvicinarsi.
«Laurel!» gridò lui cercando di raggiungerla.
Schizzò via e scomparve dalla strada svoltando alla fine della corsia.
«Cosa non dovresti dirmi?» tornò verso di me, visibilmente più arrabbiato di prima.
«Niente Oliver, io ti sto solo facendo notare che lei ha bisogno di te. Non devo dirti nient’altro.» presi a camminare verso casa.
«No, tu mi stai nascondendo qualcosa!» mi raggiunse camminando al mio fianco.
«Senti, io non ho nulla a che fare con voi due, lei ha dei problemi e tu sei l’unica persona che sa e che è più vicina, quindi non devo dirti niente.»
«Che ti prende?» mi bloccò la strada imponendosi davanti a me.
«Oliver.» cercai di mantenere la calma «è notte fonda, fa freddo, io voglio soltanto tornare a casa e non stare qui a discutere con te, sono stanca di queste discussioni continue.»
Mi fissò dritta negli occhi e capii subito cosa stesse provando, era ferito dal mio distacco, abbassai lo sguardo cercando di lottare quel sentimento che mi avrebbe spinto ad abbracciarlo forte.
«Ti porto a casa.»
«Non è molto lontana da qui, torno a piedi come sono venuta.»
«Ho la moto e ti accompagno.» la sua voce assunse un tono più fermo. Annuì senza controbattere e  lo seguii.
Salì in sella e io feci lo stesso. Cercai un appiglio per reggermi, lui si reggeva con i piedi prima di mettere in moto, poi improvvisamente staccò le mie mani dall'appiglio del sedile e le portò sul suo busto.
«Reggiti su ti me.» disse dando gas.
Così strinsi la presa e appoggiai la guancia sulla sua schiena, avevo paura della moto ma con lui, tutto spariva e abbracciarlo così mi fece andare sottosopra lo stomaco. Il viaggio durò più del dovuto e Oliver non sembrava intenzionato a rallentare.
Mi strinsi più forte a lui sentendomi così strana e avrei davvero voluto che quella strada fosse infinita.
All'improvviso la velocità diminuì e la moto si fermò, aprii gli occhi e fui delusa nel vedere il mio appartamento.
Mi allontanai non appena notai che stavo stringendo troppo la presa e ormai da troppo tempo.
«Grazie per il passaggio.» scesi sistemandomi  i capelli.
«Felicity…» mi chiamò con un tono dolce.
Lo guardai. «Io…Io ho bisogno di te.» il mio cuore prese a battere più forte e mi sentii prendere fuoco da dentro.
«Buona notte, Oliver.»
«Anche a te.» incurvai le labbra in un piccolo sorriso sforzato, vidi il suo sguardo abbassarsi.
Aspettò che io entrassi e poi lo sentii ripartire.
Quando chiusi la porta alle mia spalle non riuscii a trattenere le lacrime, la determinazione  che mi spingeva lontano da lui incominciava a vacillare. Anche io avevo bisogno di lui e non riuscivo più a sopportare quella sensazione di vuoto. Mi lasciai scivolare a terra, abbracciando le mie ginocchia, chinando il capo.
Oliver non capiva quanto mi feriva quel suo comportamento. Eppure non riuscivo a non amarlo.




Ok eccomi qui (non so con quale coraggio visto che ho una fanfiction sugli olicity in sospeso ha ha ha)
Avevo scritto questa "cosa" appena erano uscite le prime puntate. quindi se vi piace continuerò, in caso contrario
PACE E AMORE E FORZA OLICITY!
Bene, ho altri capitoli in serbo per voi! 
A presto piccoli olicity shipper (adorati e amati da me forever and always)
kiss kiss
myskinnylove
  
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