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Autore: louisgivesmelovebites    31/12/2014    0 recensioni
|| Larry AU || Skater!Louis || Troublemaker!Harry ||
-Dopo i primi capitoli la storia diventerà a rating rosso-
"Era una di quelle giornate dove la vita, se aveva qualcosa da offrire, non la offriva a te.
Mi sentivo solo, sperduto, in luogo dove non era mio solito stare, decisamente quel posto non mi apparteneva.[...]
Tutti dissero qualcosa, tutti tranne un ragazzo, in piedi appoggiato all'angolo del muro. Cercava di accendersi una sigaretta e, da quando eravamo entrati, non ci aveva degnato di uno sguardo.[...]
E lì, proprio lì, quando alzò lo sguardo e mi fissò, giurai di aver visto la persona più bella di tutta la mia vita."
Harry Styles non si è trasferito a New York per cercare l'amore, lui nemmeno ci crede nell'amore, ma quando una sera ad una festa i suoi occhi incontrano quelli azzurro cielo di un ragazzo misterioso prova qualcosa, la cosa più simile all'amore che abbia mai provato. Quel ragazzo diventerà il suo punto di riferimento, la sua ancora e completerà il suo essere come mai nessuno era riuscito a fare prima di allora, e state pur certi che per lui farebbe qualsiasi cosa.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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New York City

 

Era una di quelle giornate dove la vita, se aveva qualcosa da offrire, non la offriva a te. Mi sentivo solo, sperduto, in luogo dove non era mio solito stare, decisamente quel posto non mi apparteneva. Sono sempre stato abituato a stare nel piccolo spazio che aveva da offrire Canterbury, ma adesso li tra le vie affollate di New York City mi sentivo come un bambino appena nato che deve ancora abituarsi a vivere in un mondo completamente nuovo. La separazione dei miei era stata più che sufficiente come scusa per poter uscire da quella che ormai ero solito chiamare casa; non avevo pero' chiesto un trasferimento completo, io adoravo il mio paese, ma come al solito tutti avevano frainteso quello che doveva essere il mio sogno. Mi sarei abituato col tempo a vivere in quell'enorme cittadina, ma trovarmi li adesso in cerca di quello stupido indirizzo di quella che doveva essere mia cugina mi faceva sentire più solo che mai. In ogni caso stare fermo immobile non avrebbe di certo migliorato la situazione cosi', con la foto di una ragazza rossa con occhi verdi e un indirizzo scritto a matita su un foglio ormai consumato, su cui avevo scaricato ogni tipo di tensione quando ero in volo, mi misi a cercare il campanello da cui sarebbe uscita la mia nuova guida femminile, e in quel momento sperai soltanto di non trovarmi di fronte la copia esatta di mia madre, ormai sola e abbandonata nella mia vecchia Canterbury.

 

Il numero 3 è sempre stato il mio numero fortunato, infatti dopo due inutili tentativi di trovare il cognome a cui fosse legato il nome “Sydney”, al terzo vidi sbucare dalla porta di quel piccolo appartamento, nel palazzo più bello che avessi mai visto, una testa rossa seguita da due grandi occhi verdi che mi fissavano confusi. «Harry- dissi -sono Harry.» Allora i suoi occhi si illuminarono e con accenno di eccitazione nel tono della voce. «OOH HARRY!- mi rispose -Dovresti essere un mio cugino giusto? Mi hanno accennato del tuo arrivo qui a New York e del fatto che saresti rimasto da me. Vedrai ti piacerà. Io sono Sydney piacere di conoscerti!» Era strana si notava, ma aveva una voce amichevole e accogliente, e si dava il caso che fosse l'unica persona di cui sapessi il nome li in città cosi le porsi la mano e «Piacere mio.» Annunciai.

 

La casa era accogliente, modesta. Le pareti erano dipinte di un blu accesso decorate con dei fiori rosa qua e là. Tutto era in disordine e mia cugina man mano che mi mostrava angolo per angolo dell'appartamento si affrettava a levare e sistemare nel posto più libero e adeguato possibile, gli oggetti o i vestiti che ostacolavano il nostro cammino. «Non preoccuparti- dissi -il disordine non è un problema.» Lei si fermò e girandosi mi rivolse un sorriso a trentadue denti con un accenno di ringraziamento, non capii però di cosa volesse ringraziarmi, in fondo era lei che stava ospitando un mezzo sconosciuto in casa sua, ma apprezzai comunque il gesto e di conseguenza, ricambiai. Mi mostrò la camera degli ospiti poi se ne andò e mi lasciò solo. Non riuscivo ancora a credere di essere li, di aver abbandonato tutto, avevo paura di sbagliare o di averlo già fatto. Presi il telefono e cercai il contatto in rubrica. Il nome apparse sulla schermata “mamma”, con diverse faccine colorate vicino. Avevo memorizzato il contatto tre anni fa, quando ricevetti il telefono in regalo per Natale... Natale la festività che avevo sempre amato maggiormente e che si stava avvicinando. Mancavano solo pochi giorni ma ormai che importanza aveva? Sarei rimasto solo, nel punto esatto dove mi trovavo in quell'istante, senza amici o parenti, non che ne avessi mai avuti molti, anzi, ma rimanevano pur sempre amici. Un rumore mi fece poi tornare alla realtà, era un voce che, come mi accorsi in seguito, proveniva dal salotto. «Daii voglio vederlo!» diceva, mentre un'altra, che sicuramente apparteneva a Sydney urlava. «Karen! E' appena arrivato, lascialo sistemare in pace e tranquillità.»

Forse sbagliando e contro ogni mia aspettativa uscii da quella che era diventata camera mia nel giro di venti minuti e mi ritrovai davanti una ragazza castana, occhi azzurri ,con accenno di malizia, che subito strillò un 'ciao' irriverente e mi tese la mano. «Ciao, io sono Karen!» Tesi a mia volta la mano. «Harry.» riposi. Inziò a parlarmi ed io nemmeno più la ascoltavo quando «Sei davvero un bel ragazzo sai?» disse, mi sentii arrossire, non perché mi piacesse o cose del genere, solo non ero abituato a complimenti di questo genere. Non mi diede il tempo di dire qualcosa al riguardo che subito aggiunse «Perché non vieni anche tu alla festa di Ben questa sera? Qui siamo tutti amici non gli dispiacerà di certo se vieni anche tu.» Non ci furono altri grandi discorsi e quando Karen uscì di casa, io mi ritrovai con un invito ad una festa a cui avevo accettato di andare senza conoscere veramente nessuno. Mi sentivo uno stupido, non avrei dovuto, ma ormai il gioco era fatto quindi iniziai a pensare ai lati positivi della cosa, che a dir la verità erano veramente pochi. Avrei però potuto conoscere nuove persone, ma per farlo mi sarei dovuto rendere il più presentabile possibile.

Mi appropriai del bagno, riempii la vasca e mi ci immersi all'interno. Avevo all'incirca tre ore per prepararmi e mi sarebbero dovute bastare. Adoravo, sin da quando ero piccolo, restare dentro all'acqua calda, riempita fino all'orlo con una montagna di bolle di sapone che andavano a ricoprire tutto il mio corpo, per ore ed ore, perdendomi tra i miei pensieri e creando un mondo tutto mio, ma ormai ero cresciuto e dovevo affrontare la realtà. Decisi di rimanere soltanto trenta minuti all'interno della vasca, quindi scoccata l'ora uscii e mi iniziai a vestire. Dalla valigia spuntarono fuori molti vestiti, avevo passato tanto tempo a pensare a quali portare a New York, in quel momento però tutto mi sembrò inappropriato. Alla fine optai per una semplice maglia bianca, con un paio di skinny neri e converse bianche, le mie preferite. Fuori dalla mia stanza c'era Sydney che mi aspettava; indossava un vestito nero attillato con la parte che le copriva la schiena in pizzo, dovevo ammettere che stava davvero bene.

 

Erano le otto e mezza quando prendemmo il taxi che ci portò in un locale tutto illuminato su cui, appoggiata al tetto risplendeva la scritta “DOWNTOWN” in mille colori.

Avevo il cuore che batteva all'impazzata, quello di stasera sarebbe stato il mio debutto o la mia rovina. Mi incamminai a fianco a Sydney e con passo sicuro entrai nel locale.

Era tutto un gioco di luci e colori, poteva quasi sembrare una discoteca; attraversammo tutta la grande sala e ci inoltrammo dietro una porta nera. Dall'altra parte ci aspettava un enorme tavolo su cui era appoggiata la più grande quantità di cibo che io avessi mai visto in vita mia, e tutt'intorno ragazzi che avranno avuto un'età superiore ai vent'anni, così considerato che io ne avevo appena diciannove mi trovai più a disagio del previsto. Appena entrammo l'attenzione fu rivolta subito verso di noi. Avevo tutti gli occhi dei presenti puntati addosso e mi sentii andare a fuoco, un calore si divampò sulle mie guance e arrossii come mai prima d'ora mi era successo. Sydney invece, come suo solito, da quanto avevo capito, esordì uno dei suoi sorrisi più belli. «Ciao ragazzi!- disse -lui è mio cugino Harry, è venuto ad abitare con me oggi, e Karen ed io abbiamo pensato potesse essere carino invitarlo qui con noi stasera alla tua festa Ben- ammiccando in direzione di un ragazzo piuttosto alto, moro, con una corporatura tonica di un ragazzo che sembrava allenarsi tutti i giorni -giusto per farlo sentire più a suo agio fra noi.» Se pensavano di farmi sentire più a mio agio, beh non ci stavano riuscendo, ma comunque alzai una mano e accennai un saluto. La stanza, appena Sydney smise di parlare, scoppiò in un boato dal quale uscirono parecchi accenni di benvenuto o semplicemente un “ciao” o qualcosa di simile ad un “hey”. Tutti dissero qualcosa, tutti tranne un ragazzo, in piedi appoggiato all'angolo del muro. Cercava di accendersi una sigaretta e, da quando eravamo entrati, non ci aveva degnato di uno sguardo. Era più basso di me nonostante dimostrasse di avere un'età superiore alla mia, indossava un cappello grigio che gli lasciava scoperta una parte di capelli, una giacca nera, un paio di vans del medesimo colore, e dei pantaloni larghi grigi che assomigliavano vagamente ad una tuta. E lì, proprio lì, quando alzò lo sguardo e mi fissò, giurai di aver visto la persona più bella di tutta la mia vita.

 

Mi persi nei suoi occhi, di un azzurro così intenso, così bello, da far invidia al cielo terso di una giornata estiva. Sarei rimasto lì a fissarlo per ore a bocca aperta, quando però mi rivolse un sorriso malizioso, distolsi i miei occhi da quella visuale magnifica, cercando il più possibile di fare l'indifferente. Non ci riuscii, ormai mi aveva visto. Sembrava volesse avvicinarsi, ma mi si affiancò una ragazza della quale nemmeno conoscevo l'esistenza e in quel momento avrei preferito continuare a non saperne niente, così si voltò e uscì sul retro, dopo essere finalmente riuscito ad accendersi la sigaretta.

Le ore che seguirono furono per lo più devastanti. C 'era un via vai di persone: si avvicinavano e facevano domande, molte delle quali piuttosto inopportune, e molto probabilmente il mio tono fu tutt'altro che cortese visto che dopo poco se ne andavano affranti. Conobbi però un certo Nick, fu la persona più adeguata e gentile con cui parlai in serata e ci scambiammo perfino i numeri di telefono.

 

La mia mente quella sera fu comunque occupata dal ragazzo con gli occhi azzurri. Da quando l'avevo visto non potevo far altro che pensare a quel ragazzo per me ancora senza un nome, mi aveva colpito così tanto. Non mi ero mai interessato veramente a qualcuno, né mi ero mai innamorato; la mia famiglia era sempre stata piena di problemi che io non mi ero mai soffermato nemmeno per un secondo a pensare a me stesso, a cosa potesse interessarmi o a cosa no. Non conoscevo personalmente i sintomi dell'amore a prima vista o dell'amore in generale, ma quando i suoi occhi incontrarono i miei, in quel momento, qualcosa mi attraversò la schiena, era come una scarica di elettricità statica, la cosa più simile ad un brivido di adrenalina che avessi mai provato, e il mio cuore parve per un istante aver deciso di smettere di svolgere le sue regolari funzioni per poi riprendere a battere più velocemente della norma. Quindi, molto probabilmente sì, provavo qualcosa per quel ragazzo misterioso e sentivo il bisogno di rivederlo al più presto, così, steso nel mio nuovo letto, di quella che era la mia nuova stanza, chiusi gli occhi e mi addormentai con l'immagine di un ragazzo tutto fascino e mistero impressa nella mente, aspettando l'inizio di un nuovo giorno.

 

 

 

Okay, allora intanto vi ringrazio se siete arrivati a questo punto e mi ️scuso se la storia ha deluso le vostre aspettative. Mi chiamo Ilaria comunque ed è la prima volta che scrivo qualcosa di questo genere e lo pubblico quindi abbiate pietà e vi prometto che andando avanti nei capitoli col passare del tempo cercherò di migliorare. Quindi se avete anche solo un briciolo di curiosità continuate a seguire la storia. Vi stupirò prometto. Se vi va lasciate qualche recensione, così facendo mi aiutereste a capire cosa ne pensate😌
   
 
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