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Autore: vali_    31/12/2014    4 recensioni
“… gli unici fuochi d’artificio che poteva osservare erano quelli che scorgeva dalla finestra, lanciati in aria da chissà chi in chissà quale casa lontana. Puntini luminosi che si spargevano in cielo e che avrebbe tanto voluto vedere da più vicino, o addirittura farli scoppiare lui stesso”.
Un ricordo lontano giunge alla mente di Sam, più di dieci anni dopo quella sera fredda dell’ultimo giorno di dicembre. Una promessa mantenuta dalla persona più importante di tutte, qualcosa che lo spinge a voler fare di tutto pur di ricambiare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Quarta stagione
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Titolo: Fireworks
Personaggi principali: Sam Winchester
Collocazione temporale: Prima dell’inizio – Quarta stagione
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life
Avvertimenti: Nessuno 
Note: Ultimamente sembra che ci abbia preso gusto a fare queste cosucce, quando le idee balenano in testa e non se ne vanno e l’unico modo per lasciarle andare è assecondarle e metterle per iscritto.
Non so perché prediligo sempre il punto di vista di Sam quando si tratta di flashfic o one shot, ma pazienza. L’importante è che il risultato sia gradito.
Un abbraccio a chi passa da queste parti e un augurio – l’ennesimo, me ne rendo conto, ma questa storiella non era davvero prevista XD – per un anno scoppiettante! :)
 

Fireworks
 

«Dad would never let us do anything like this. Thanks, Dean, this is great».
 
(Sam in “The dark side of the moon”)
  

I fuochi d’artificio scoppiettavano fuori dalla finestra, lasciando nel cielo una colorata danza di scintille. Sam osservava quel ballo strepitoso con gli occhi luccicanti, lo sguardo concentrato e attento che scrutava ogni più piccolo sbrilluccichio di quelle stelle passeggere che svanivano dopo essere esplose nel manto nero – bluastro di quella notte buia.
 
Aveva solo dodici anni e il Capodanno doveva essere un giorno come un altro: niente cenone come facevano i suoi compagni di scuola – quando restava tanto a lungo in un posto per poterne sentir parlare –, niente feste in famiglia e gli unici fuochi d’artificio che poteva osservare erano quelli che scorgeva dalla finestra, lanciati in aria da chissà chi in chissà quale casa lontana. Puntini luminosi che si spargevano in cielo e che avrebbe tanto voluto vedere da più vicino, o addirittura farli scoppiare lui stesso.
 
Sospirò, le braccia incrociate sul davanzale e quello sbuffo d’aria si condensò sul vetro, lasciando una patina opaca.
 
L’ennesimo Capodanno in un motel. L’ennesima festa senza papà che chissà dov’era e cosa stava facendo, ma soprattutto chissà se era vivo e con quale mostro stava celebrando l’alba di quel millenovecentonovantasei.
 
La televisione si spense, ma Sam non ci fece caso, continuando a prestare attenzione solo a quelle luci passeggere, come i fantasmi di una vita che avrebbe tanto voluto vivere.
 
Una mano si appoggiò alla sua spalla e, sebbene sapeva a chi appartenesse, non si girò. «Va tutto bene, Sammy?»
Annuì poco convinto, continuando a guardare fuori dalla finestra.
Uno sbuffo e un paio di braccia lo costrinsero a voltarsi «Un giorno ti porto a vederli più da vicino, se vuoi».
 
Sam affondò i denti nel labbro inferiore «Non mi ci puoi portare adesso?» e Dean – quasi diciassette anni portati male, i capelli folti e lo sguardo più adulto di quello dei suoi coetanei – sorrise, scuotendo appena la testa. «Non ho una macchina e fa freddo, ma un giorno ti ci porto» Sam non era ancora convinto, ma un mezzo sorriso del fratello era qualcosa di più valido a cui aggrapparsi «Te lo prometto».

*

Beve un altro goccio di quel whiskey scadente, l’ultimo che era rimasto sul fondo dell’ennesima bottiglia consumata in poco tempo.
 
E’ il quattro luglio duemilaotto e i botti esplodono fuori dalla finestra, come quel giorno di più di dieci anni fa.
 
Sam lo ricorda bene: quella sera aveva pensato che Dean lo prendesse in giro, che glielo aveva detto solo per farlo stare buono, invece poi la promessa l’aveva mantenuta.
 
Gli ci erano voluti quasi sette mesi, l’arrivo di una festa importante come il quattro luglio e la certezza dell’assenza di papà in quel giorno festivo, ma c’era riuscito e quel campo a Sam era sembrato così sconfinato, così bello come la libertà che si erano concessi quella sera, quella di poter sfuggire dalle regole ferree di un padre distante e poter scoppiare petardi nel cielo.
 
Sam non ha nessuna voglia di farlo adesso, però. Dean non c’è più da un paio di mesi, sbranato da cani rognosi e invisibili, e Sam non si dà ancora per vinto, certo che una scappatoia c’è e che i giorni di Dean all’Inferno sono contati nonostante questi continuino a passare – lenti e monotoni, densi di alcol e sconfitte – e i ricordi gli annebbino la mente, a volte, proprio come questa sera e non si è mai sentito solo come adesso, mentre ascolta i botti lontani e ripensa a quando lo faceva con Dean o quando li aveva fatti scoppiare lui stesso, sentendosi un ragazzino come tanti altri.
 
Sbatte la bottiglia contro il muro con rabbia – piccoli cristalli risplendono sul pavimento, nella penombra –, le mani sugli occhi senza più lacrime da versare, solo stanchi e segnati dal dolore, i gomiti poggiati sul legno del tavolo di quella stanza spoglia in quella casa vuota, divorata dal tempo e dall’abbandono. [1]
 
Dean era un uomo di parola e Sam vuole almeno provare ad essere alla sua altezza, a mantenere una promessa, proprio come fece Dean quel giorno gelido. Gli aveva garantito che non sarebbe morto e non è riuscito a salvarlo, ma queste cose non hanno una scadenza e Sam desidera con tutto se stesso di riaverlo indietro, lo vuole così tanto che è disposto a tutto, anche a macchiarsi l’anima.
 
E’ per una giusta causa, ne è assolutamente convinto, e se servirà a fargli riabbracciare l’unica persona che conta in una vita fatta di gioie passeggere e dolori perenni ne sarà davvero valsa la pena.

 
[1] La stanza è la stessa che si vede nei flashback dell’episodio 4x09 “I know what you did last summer”, quella dove Ruby insegna a Sam come poter usare i suoi poteri.  
 
  
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