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Autore: workingclassheroine    31/12/2014    5 recensioni
"Sono libero di mordermi le labbra a sangue quanto mi pare" riesce a sussurrare Paul, incantato da quella traccia scarlatta sul polpastrello bianco di John.
L'amico ride, "Oh, lo penso anche io" concorda, avvicinandosi ancora un po', solo un po', una cosa da niente davvero, "Anzi, se vuoi posso darti una mano".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Paul, hai mai pensato di poter essere frocio?"
L'interessato sputa il sorso di birra che ha appena bevuto, tossendo vigorosamente per non morire soffocato.
"Che cazzo significa?" riesce a sbottare fra un eccesso di tosse e l'altro, mentre John si stende amabilmente sulla panchina, osservando la strada buia e deserta.
"Significa quel che ho detto, hai mai pensato di poter essere frocio?" chiede candidamente, posando la testa sulle gambe di Paul per star più comodo.
"No, John, maledizione. Come cazzo ti viene in mente?" borbotta Paul, lanciando la bottiglia di birra vuota il più lontano possibile.
"Niente di che. Pensavo solo che in qualità di tuo migliore amico avessi il diritto di essere a conoscenza dell'uso che intendi fare del tuo cazzo"
"Io invece penso che tu sia completamente matto" mormora Paul, senza riuscire a trattenere una risata divertita, "E sentiamo un po', John, cosa ti fa pensare che io possa essere frocio?"
John alza appena le spalle, spostando di poco la testa sulle ginocchia di Paul "Forse l'aspetto da principessina, non saprei dirti. O quel modo che hai di ridere e coprirti la bocca con la mano che fa tanto reginetta del liceo. O questa tua fissazione con l'essere sempre così esteticamente inappuntabile" ride dolcemente, "O magari è solo il modo in cui mi guardi".
Il cuore di Paul perde un battito, ma i suoi occhi corrono ad incontrare quelli di John.
"Perché, come ti guardo?" chiede seccamente, scatenando un sorriso sul volto del compagno.
E una parte di lui, non importa quanto piccola o quanto grande, trova che in quel momento John sia incredibilmente bello.
Infila distrattamente una mano fra i capelli di John, sparsi sulle sue cosce, come un'aureola color sabbia a racchiudere quel viso elegante, e li accarezza con dolcezza.
Giusto un po', giusto per saggiarne la morbidezza, giusto per il piacere di scompigliarli ancora un pochino.
Nulla di anomalo, davvero.
"Mi guardi come se volessi salvarmi" spiega deciso John, senza vacillare per un attimo davanti all'espressione scettica di Paul, "Come se fossi una specie di stupido calice di cristallo da tenere in vetrinetta".
"Sai cosa credo sia di cristallo? I miei coglioni, John, dato che me li hai abbondantemente frantumati con questo discorso di merda" ribatte Paul, alzandosi di scatto in piedi, senza preoccuparsi del fatto che la testa di John possa sbattere contro il ferro della panchina.
Ora vediamo se sei fatto di cristallo, Lennon.
"Ma sei impazzito?" sbotta John, massaggiandosi la nuca con la mano e afferrando con l'altra l'avambraccio dell'amico.
"Non credo di essere io qui, quello impazzito" ribatte Paul, stringendo i pugni fino a sentire dolore alle nocche, "Merda, John, ho perso il conto delle volte in cui ho sentito queste stronzate su di me, e sono fottutamente stanco".
John lo guarda fisso, senza neanche rispondergli, e le sue dita si poggiano lievemente sulla labbra di Paul, disegnandone il contorno.
"E ora che cazzo stai facendo?" borbotta Paul, rassegnato.
"Sei carino quando ti incazzi" sorride John, deliziato dal tremore che le labbra in movimento di Paul rimandano alle sue dita.
È tutto così strano e sbagliato, così familiare e giusto.
"Dovresti farti vedere, non scherzo" mormora Paul, mentre la mano di John si sposta lentamente sul suo viso, a nutrirsi di quel calore.
"Quando ti arrabbi aggotti le sopracciglia" prosegue John, sfiorando dolcemente i punti che elenca, "E ti si forma una ruga sulla fronte, proprio qui" ridacchia, mentre Paul cerca di rilassarsi per farla scomparire, avvampando, "Ti si arrossano le guance e ti brillano gli occhi" spiega, avvicinandosi impercettibilmente al suo viso.
"Hai finito?" borbotta Paul, terribilmente a disagio, torturandosi il labbro inferiore fra i denti.
"Invece quando ti imbarazzi ti mordi le labbra" nota John, squisitamente divertito da quella reazione, "Credo che tu stia esagerando, hai un po' di sangue qui" aggiunge, raccogliendo con l'indice il liquido rosso che fuoriesce dalle labbra secche e martoriate del ragazzo.
"Sono libero di mordermi le labbra a sangue quanto mi pare" riesce a sussurrare Paul, incantato da quella traccia scarlatta sul polpastrello bianco di John.
L'amico ride, "Oh, lo penso anche io" concorda, avvicinandosi ancora un po', solo un po', una cosa da niente davvero, "Anzi, se vuoi posso darti una mano".
Lascia scorrere sul braccio di Paul la mano che ancora lo teneva fermo.
Ora sa che non andrà proprio da nessuna parte.
"Non voglio che mi guardi come se fossi fatto di cristallo, Paul, perché non puoi sbattere al muro una persona di cristallo per baciarla" spiega velocemente John, con un sorriso timido sulle labbra.
"Cristo, devi aver preso una botta in testa, e anche parecchio forte" ridacchia nervosamente Paul, avvicinandosi ancora un po', solo un po', una cosa da niente davvero.
"Magari sono ubriaco" ribatte prontamente John, sorridendo in quel modo strafottente che Paul ha imparato a farsi piacere, e ad amare.
"Dopo una sola birra? Mi sembra difficile, John" commenta l'altro, inclinando dolcemente la testa da un lato.
Le mani di John si posano sui suoi fianchi, ma non sembra davvero niente di sporco.
Non gli fa neanche schifo come avrebbe creduto.
Somiglia quasi alla felicità, per dirla tutta.
"Allora non credo di avere giustificazioni, se non il fatto che mi piaci da impazzire" si arrende John, stringendo finalmente a sé quel corpo fragile e caldo.
Paul sorride, stringendo le braccia intorno al collo del suo migliore amico, accarezzandogli con dolcezza la nuca, la sinistra nuovamente immersa fra le sue ciocche ramate.
"No, John, non ho mai pensato di poter essere frocio. Non lo sono, davvero, mi piacciono le donne" risponde infine, con la fronte contro quella del compagno, con quei loro respiri a scontrarsi e fondersi, terribilmente vicini e terribilmente lontani.
"Anche a me, Paul. Però amo te" sussurra John sulle sue labbra, un attimo prima che si incastrino, dolci e complementari.
E una parte di loro, non importa quanto piccola o quanto grande, sa che quella -quella-, è la felicità.  





Writer's corner.

Una fluff.
Ebbene sì, niente angst stavolta.
Piango, già ne sento la mancanza.
E a voi sono mancata? 
No, davvero, riguardavo il mio account ed era un po' triste senza nessuna nuova storia.
Poi Kia mi ha assicurato che questa non era da buttar via e allora ci ho provato, vada come vada.
Se penso che una volta ero terrorizzata all'idea di pubblicar qualcosa!
A questo punto ci stanno i ringraziamenti, sì, perché senza voi non esisterebbe neanche Heroine e tutto ciò che ne consegue.
Quindi, grazie a Kia85, la prima ad avermi "accolta" e che mi sopporta quotidianamente (povera te), a verystrange_pennylane, in cui ho ritrovato una persona molto simile a me e con cui mi trovo benissimo (povera pure te), a paulmccarteyismylove che si è rivelata un'amica paziente ed entusiasta, e che subisce le mie paranoie (poraccissima), Cynthia_Lennon, che una volta mi lasciò una recensione dolcissima, e Val_, che ha un soprannome e un nome bellissimo, ti invidio.
E grazie anche a nimphtaylor, Oh_darling_beatles, Paulmccartneyishot (oh te giuro che la prima volta avevo letto "paul mccartney is shot" e me chiedevo che cazzo di nome era) e vlr1999 che aggiungono le mie storie nelle preferiteseguiteecc ecc.
Grazie ai lettori silenziosi e a chi ha a malapena letto due righe prima di chiudere.
Grazie di cuore a tutti voi.


PS: ho pensato di mettere il rating giallo perché Paul mi è uscito in stile scaricatore di porto, mi perdoni Sir.

  
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