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Autore: Omega chan    31/12/2014    1 recensioni
Gillis, era lo studente più bravo di tutta la classe. I suoi compiti erano perfetti, non c’era mai una cancellatura e riusciva sempre a consegnare per primo. La sua pagella, non conosceva voti inferiori al nove. Solo in una materia, non riusciva ad eccellere: Educazione fisica.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gillis, Meia, Saryuu Evan - Saru
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Notre amour est une légende
 
Gillis, era lo studente più bravo di tutta la classe. I suoi compiti erano perfetti, non c’era mai una cancellatura e riusciva sempre a consegnare per primo. La sua pagella, non conosceva voti inferiori al nove. Solo in una materia, non riusciva ad eccellere: Educazione fisica.
Gillis, infatti, non riusciva a prendere più di sei, e la cosa lo infastidiva. Quel sei gli rovinava la media, e inoltre non se lo meritava nemmeno dato che il professore, gli aveva dato sei solo perché “partecipava e provava ad andare bene”. Tuttavia, aveva deciso per la sua salute e per la sua reputazione, di restare seduto durante le lezioni di educazione fisica. Quando avevano fatto il test di resistenza, aveva fatto solo pochi giri, ed era svenuto. Inoltre, non si poteva permettere brutte figure se voleva fare colpo sulla bella Meia.
Meia era la ragazza più carina della sua classe. Era brava a scuola, bella e brava in educazione fisica. Non aveva avuto difficoltà ad inserirsi nel gruppo dei più “cool” della classe. Gli occhi di quella ragazza avevano stregato Gillis dal primo momento in cui aveva incrociato il suo sguardo. Ma un ragazzo come lui aveva poche probabilità di essere calcolato dalla  ragazza che aveva conquistato quasi tutti i cuori della sua classe.
Guardò sconsolato il banco di Meia, che si trovava dietro tre posti rispetto al suo. Ora ci sarebbe stata educazione fisica, e lui non ne aveva nessuna voglia. Ma poco importava, si sarebbe portato il libro di matematica e avrebbe studiato per la verifica della settimana dopo. Il libro di matematica si chiuse di colpo, e Gillis alzò lo sguardo. Saru  guardava un’espressione di matematica con un’espressione sconcertata. Saru  non era male a scuola, anzi, se la cavava anche bene, ma di certo eccelleva in educazione fisica, e riusciva a conquistare le ragazze con un solo sguardo. Era anche l’unico che sapeva della cotta di Gillis per Meia.
-Calcola il risultato della seguente espressione: -7+3x+2x= 2+1…
Gillis si sistemò un po’gli occhiali, per poi sussurrare imbarazzato il risultato:
-x è uguale a due…
Saru lasciò cadere il libro, fissando Gillis con aria sempre più schifata.
-Ma sei serio? Come pensi di conquistarla in questo modo?
Gillis alzò le spalle, insicuro. Lui non aveva possibilità con Meia, aveva calcolato tutte le probabilità con calcoli complessi e faticosi, e loro due erano incompatibili. E i suoi calcoli non sbagliavano mai.  Saru sospirò. Per lui era facile, sapeva come conquistare le ragazze, e queste impazzivano per lui. Dato che non aveva ottenuto risposta, Saru continuò a parlare, lanciando occhiate ammonitorie al ragazzo dagli occhi blu.
-Caro mio, se “conquistare le ragazze” fosse una materia, non ti dico il voto che avresti, perché andresti a buttarti dal monte Fuji.
Gillis abbassò lo sguardo, mortificato. Era sempre stato un ragazzo molto timido, e soprattutto molto introverso. Da sempre avrebbe voluto tirare fuori il carattere, ma non ci era mai riuscito. Non ne aveva la forza. Stava per ribattere, quando sentì la mano di Saru chiudersi intorno al suo polso, per poi tirarlo con forza.
-Vieni.
-D-dove?
Disse l’altro, seguendolo titubante. Saru non rispose, e continuò a condurlo verso la palestra. Quel giorno c’erano le selezioni per la squadra di calcio, non c’era altro metodo per farsi notare da Meia. Qua sorgeva il dilemma. Gillis, faceva schifo a calcio, e non aveva mai giocato. Come poteva sperare di essere solamente tra le riserve?
Quando arrivarono in palestra, Gillis guardò il campo sconcertato. La palestra sarebbe stata la sua tomba. Saru gli si parò davanti, e lo fissò scettico.
-Allora. Se entri nella squadra di calcio, sei tra quelli “cool” se non ci entri, rimarrai il semplice ragazzo che fa copiare i compiti a tutti. Quindi impegnati.
-Mh…
-Sai…il calcio, è come la matematica. Devi ragionare per capire le intenzioni avversarie. L’unica differenza è che devi correre, e il calcio è più divertente.
Gillis annuì, anche se poco convinto, si mise in riga con gli altri. Girò un po’la testa, e vide che accanto a lui, c’era la bella Meia. Arrossì violentemente, e guardò subito dritto davanti a lui. La ragazza fu scelta tra le prime, mentre il ragazzo per ultimo nella squadra di Saru. Era avversario di Meia, quindi la ragazza avrebbe visto ogni suo errore.
L’allenatore fece segno di iniziare, e urlò a gran voce:
-Gillis! Se giochi bene ti do nove!
Il ragazzo annuì, e tornò a concentrarsi sulla partita. Gli avversari si stavano avvicinando, e lui non sapeva minimamente cosa fare. Iniziò a ragionare, entrando in uno stato di trance che lo faceva ragionare durante i compiti in classe.
“Allora. Le possibilità che Meia tiri, sono scarse, non superano il 20%. Le possibilità che invece  passi la palla al giocatore alla sua sinistra sono circa del 75%. Mentre le probabilità che passi la palla al giocatore dietro, sono circa del 5%, in quanto, causerebbe una riduzione notevole della velocità, e noi avremo più possibilità di rubare palla. “
Con uno scatto, corse verso il giocatore alla sinistra di Meia, intercettando il passaggio. L’allenatore lo guardò stupito. Gillis aveva fatto un intervento perfetto, che sarebbero riusciti a fare in pochi.  Saru si avvicinò a lui, per ricevere il passaggio e poi segnare.
La squadra di Meia ripartì all’attacco, andando verso la porta avversaria. Meia giocava molto bene, per essere una ragazza, non che volesse dire qualcosa, ma era molto più brava di molti ragazzi. Si trovava a pochi metri dalla porta, doveva fermarla. Meia si scostò una ciocca di capelli dal volto, con grazia. Gillis rimase ammaliato da quel gesto, ma non poteva  farsi stregare un’altra volta dai suoi occhi. Voleva quel nove, voleva entrare in squadra.  Voleva l’ammirazione di Meia.
La ragazza diede un calcio molto potente alla palla, che sfrecciò verso la porta. Prima che Gillis potesse fare qualcosa, la palla lo colpì in pieno viso. Barcollò un po’, stordito dal colpo, per poi svenire, cadendo a terra a peso morto.
 
Gillis si svegliò con un gemito, cercando di mettere a fuoco gli oggetti presenti nella stanza. Doveva essere in infermeria, lo poteva dedurre dal forte odore di alcool e di disinfettante. Uno di quei classici odori pungenti che gli facevano arricciare il naso. C’era qualcuno vicino a lui, seduto nella sedia accanto al letto. Gillis si portò una mano al volto, ma come pensava, i suoi occhiali non c’erano.

-I tuoi occhiali sono integri…più o meno…
Gillis riconobbe la voce di Saru, che seduto con le gambe accavallate, che teneva in mano i suoi occhiali. Vide una piccola crepa nella lente sinistra.
-Saru?
L’altro annuì, senza scomporsi. Gillis si sollevò lentamente, tenendosi la testa.
-Cosa è sucesso?
Chiese. L’altro sorrise vagamente, e alzandosi iniziò a raccontare. Al ragazzo pareva di scorgere un’aria divertita nella voce del ragazzo dagli occhi indaco.
-Sei svenuto. Meia ti ha colpito con una pallonata, non lo ha fatto a posta, ma era molto preoccupata.
Gillis sentendo il nome di Meia, arrossì vistosamente, facendo scappare una risatina divertita a Saru.
-Sei rimasto incosciente per tre ore, ti devo aggiornare su un po’di cose. Meia ti è rimasta accanto per tutto il resto dell’ora di ginnastica, piangendo come una disperata.

Gillis piegò la testa di lato, incuriosito. Perché mai Meia avrebbe dovuto piangere per lui?

-Se te lo stai chiedendo, si sente molto in colpa. Dice che è tutta colpa sua, che ora la odierai. Sei stato preso nella squadra di calcio. Tra i titolari.

Gillis spalancò gli occhi, e si diede un pizzico sul braccio. Faceva male. Non stava sognando. Era in squadra e Meia era preoccupata per lui.
-Inoltre dopodomani ci sarà una gita. Andiamo al lago.

Gillis annuì. Sperava solo che i suoi occhiali fossero  aggiustati per quel giorno. Era forse l’occasione per dichiararsi a Meia, doveva solo riuscire a prenderla in disparte per un po’. Aveva paura, lo ammetteva, aveva paura di un rifiuto, ma infondo se non avesse  provato, non lo avrebbe mai saputo. Anche davanti ad un rifiuto, lui si sarebbe comportato da uomo. Magari non sarebbe stata la sua fidanzata, ma forse la sua amica si. Infondo era sempre meglio di nulla.
Saru si alzò, sorridendo leggermente.


-Io vado. Riposati bell’Innamorato.
Gillis arrossì ancora di più, e abbassò lo sguardo, mentre sentiva la porta chiudersi. Non era mai stato così contento di andare in gita con la scuola. Avrebbe contato i giorni, le ore, i minuti, persino i secondi. Il suo cuore batteva rapidamente, ogni volta che pensava a quel giorno. Si immaginava il volto di Meia, sorridente e sereno. Si immaginava la ragazza, che con un movimento aggraziato della mano, si metteva una ciocca di capelli dietro l’orecchio. 
Il giorno della gita arrivò, e tutti i ragazzi erano in pullman, che guardavano fuori dal finestrino. Gillis teneva gli occhi chiusi, provando a formulare un discorso sensato per dichiararsi. Non voleva fare qualcosa di classico, ma nemmeno qualcosa di troppo complicato, altrimenti si sarebbe dimenticato la metà delle parole. Non sapeva se prepararsi il discorso, correndo il rischio di risultare schematico, robotico e freddo, oppure inventarsi e improvvisare, correndo il rischio di non dire mezza parola. Guardò Meia, seduta infondo al bus, con le cuffiette nelle orecchie, mentre le sue amiche spettegolavano sui saldi, sui ragazzi più belli e sui vestiti. Qualche volta, le chiedevano il suo parere, e Meia, colta alla sprovvista, si limitava ad annuire. Gillis non sapeva se stava con loro per piacere o per pura educazione. Forse per tutti e due, forse non le sopportava, ma stava con loro per non apparire scortese. Poco importava, la scena era esilarante, e mandava in delirio Gillis.
Meia era seduta al centro, tra altre due compagne. Quelle due parlavano, gesticolando frequentemente di vari argomenti. Meia sorrideva, nascondendo l’Mp3 tra le gambe sottili. A volte annuiva, ma poi tornava a concentrarsi sulla musica. Quando le chiedevano il suo parere, spalancava gli occhi, si toccava i capelli e le guardava alternativamente.

Il bus si fermò, erano finalmente arrivati. Tutti scesero, e iniziarono a fare piccoli gruppi per camminare e svagarsi assieme. Meia e le sue amiche erano sedute all’ombra di un ciliegio, ma questa volta la rosa, non ascoltava la musica, ma le chiacchere delle sue amiche, lasciandosi scappare qualche volta una risata cristallina. Gillis la fissò per un po’, per poi sospirare e sedersi su un ponte vicino alla riva del lago. Non poteva strapparla dalle sue amiche, era una cosa maleducata, e poi, l’avrebbero preso in giro a vita. Sconsolato, aprì il suo libro, ed iniziò a leggerlo. L’aria era fresca e piacevole, il leggero venticello rendeva la giornata più fresca delle precedenti, che invece erano state calde e afose. Era arrivato più o meno a metà libro, quando sentì dei passi.

-Saru, voglio stare solo…
I passi si fermarono.
-Sono Meia…ma se vuoi ti lascio…
Chiese timida la ragazza. Gillis si girò di scatto, arrossendo.
-Certo…scusa…vieni pure…
La ragazza si sedette vicino a lui. Il vento le muoveva leggermente i capelli. Era bellissima. Pensò Gillis.
-Senti Gillis…mi dispiace per la pallonata, non era mia intenzione, davvero…
Il ragazzo sorrise, guardando verso il lago.
-Ma no…tranquilla. Almeno sono in squadra
Disse sorridendo. Non poteva crederci nemmeno lui. Stava parlando con la ragazza dei suoi sogni, e la sua voce non stava nemmeno tremando. Lo sguardo della ragazza cadde sul libro.
-Ti piace leggere? Cosa leggi?
-Si, adoro leggere, specialmente i romanzi ispirati al passato. Ora sto leggendo Ragione e sentimento…
Meia si illuminò.
-Si! L’ho letto pure io, amo quella scrittrice, con tutto il mio cuore!
I due si sorrisero, incrociando i loro sguardi. Arrossirono entrambi e distolsero lo sguardo. Tra i due scese un silenzio imbarazzante, interrotto solo dal suono del vento leggero. Il silenzio tra i due fu interrotto da un rumore proveniente dall’acqua. I due guardarono in quella direzione, e poco dopo un pesce schizzò fuori dall’acqua per poi rientrarvi velocemente. Meia fissò sconvolta il punto dove il pesce era sparito.

-Helostoma temminckii.

 

Disse piano Gillis, come se temesse rovinare quel momento magico.

 

-La leggenda dice che la coppia che ne vede uno…è destinata  ad amarsi per sempre…per questo hanno la forma di un cuore stilizzato…

 

Meia ascoltò le sue parole sorridendo, arrossendo leggermente sulle gote. Si avvicinò al ragazzo, e sussurrò piano, come se fosse un segreto.

 

-Allora…dobbiamo mantenere fede alla leggenda…

 

Prima che Gillis potesse dire qualcosa, la ragazza lo baciò delicatamente sulle labbra. Gillis ricambiò, accarezzandole i capelli.

-Ti amo.

-Anche io…per sempre…

 

 

 

Angolo Autrice

 

E dopo mesi, mi faccio rivedere XD

Scusate per la lunga attesa, ma faccio la seconda liceo, quindi non posso permettermi di avere carenze. È la prima MeiaGillis che scrivo, e ho il terrore che sia venuta male…T.T

Fatemi notare eventuali errori : )

Io oggi parto, quindi non ci sarò fino al 7 Gennaio.

La leggenda l’ho presa da pokémon, ed è basata su Luvdisc, che è basato a sua volta sul pesce che ho citato prima. Bene. Ora devo andare, grazie a tutti J

 
  
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