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Autore: _lukeysmjle_    31/12/2014    0 recensioni
Lei era quel tipo di persona da evitare,ma eppure Michael e Ashton avevano deciso di sprofondare nel suo paradiso oscuro.
Luke forse era l'unico che avrebbe potuto controllarla
«Non provocarla mai»
«perchè?»
«perchè lei si vendica,ti estirpa il cuore,e ti fa sprofondare nel suo oscuro»
Lei non era altro che il demonio con due occhi color del ghiaccio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tre volte,tre volte che fuggivamo da tutto,tre volte che ci lascevamo alle spalle tutti i casini provocati,stavamo scappando da tutto,avremmo rincominciato tutto,ci saremmo resettati. Era una mattinata di Dicembre,pioveva a Londra,ma non mi importava,amavo la pioggia,ero sotto le coperte,e poca luce illuminava il mio letto,strinsi gli occhi e dopo qualche minuto decisi di alzarmi,mi sedetti sul letto portandomi le gambe al petto,presi in mano il telefono e scrollai la rubrica sulla lettera "M". «Mh»rispose,probabilmente si era appena svegliato anche lui,lo capivo da come mi aveva risposto,di solito mi salutava con qualche diminutivo che nonostante sapesse che a me davano fastidio mi avrebbe sempre chiamato così per farmi comprendere il bene che mi volesse quel ragazzo. «Hey»dissi semplicemente io per poi «pronto per Sydney?» chiesi sorridendo,erano due giorni che Michael mi ripeteva Sydney,era entusiasta,voleva veramente scappare,e forse lo volevo anchio,o forse no,ma avrei seguito quei due idioti dei miei migliori amici perchè gli volevo bene e non potevo di sicuro negarlo. «Ovvio«disse,stava sorridendo,non lo potevo vedere ma lo capivo e proseguì « passa Ash a prenderti,cerca di farti trovare pronta» «ok» dissi ridendo,Michael e Ash erano gli unici ragazzi,le uniche persone con cui ridevo,e scherzavo,non rientrava nel mio carattere sorridere a tutti,loro avevano deciso di sprofondare nel mio oscuro con me,avevano deciso di condividere la mia insanità. «a dopo,ragazzina»mi congedò lasciando uscire una lieve risata dalla sua bocca e «sai che odio i tuoi nomignoli»si io infastidita e proseguii «a dopo Mikey»,sorrisi al telefono per poi bloccare la chiamata. Mi alzai dal letto,mi avvicinai allo specchio che avevo i camera e mi guardai,mi sistemai i capelli raccogliendoli in una coda alta,mi tolsi il pigiama e rimasi li davanti a contemplare il mio corpo,ero pallida e qualche cicatrice era impressa sul mio corpo,come per ricordarmi il mio passato,per ricordarmi che la mia vita non era rose e fiori,e se fosse mai stata rose e fiori probabilmente erano appassiti da tempo. Mi avvicinai all'armadio,e lo aprii,presi una felpa che molto probabilmente apparteneva a Ashton,era larga e quindi mi uscii dalla bocca un «sí,è di Ash»per convincermi,me la infilai e poi tornai a guardami allo specchio,avevo coperto ogni cicatrice che copriva il mio corpo,scossi la testa e mi rigirai all'armadio frugandoci dentro,presi i legghins neri,i miei amati legghins neri,e me li infilai,mi guardai un'ultima volta allo specchio, mi toccai con le mani le punte dei capelli biondo platino,chiusi l'armadio e presi il mio trolley verde laccato,era pronto da quando Mikey mi aveva proposto di scappare. Scesi le scale trascinandomi dietro il trolley che ogni tanto faticavo a trascinare,presi il telefono e chiamai Ashton,che non rispose alla prima chiamata,ci vollero tre chiamate per ottenere una risposta. «Dove cazzo sei»dissi urlandogli contro,senti una porta chiudersi e capii che probabilmente era appena uscito di casa e «ok,ti aspetto» dissi semplicemente per poi chiudere la chiamata,andai davanti la porta d'entrata e presi dall'attaccapanni il mio giubbotto,l'unico che occupava il posto su quell'attaccapanni,abitavo lì da sola,ero fuggita da mia madre e mio padre,che probabilmente ancora erano alla ricerca di Alaska White,insieme alla polizia, e «illusi» sussurrai toccandomi i capelli per poi frenare i miei pensieri. Mi infilai il giubbotto e uscii di casa,chiusi la porta a chiave,e misi le chiavi sotto lo zerbino per poi lasciarmi alle spalle la mia casa che per mesi mi aveva ospitato e «addio» dissi schiudendo le labbra,estrassi dalla tasca destra una sigaretta e la accesi,per poi sedermi sulle scale che precedevano la porta della mia vecchia casa,aspirai dal filtro per poi gettare fuori il fumo. Vivendo da sola e fuggendo avevo pure imparato a fumare. Gettai il mozzicone per terra per poi rialzarmi e prendere il trolley con la mano destra mentre con la mano sinistra presi il telefono chiamando Ash e «si può sapere dove sei finito?» dissi. «Sto girando l'angolo,arrivo»disse serio per poi chiudere la chiamata,e lo vidi da lontano con la sua macchina di seconda mano girare l'angolo e sfrecciare verso me,alzai la mano salutandolo,e lui fece uscire la mano dal finestrino ricambiando il saluto,sorrisi e lui accostó la macchina vicino me,scese e mi abbracció come per salutarmi e io avvolsi le mie mani attorno il suo collo,constrigendomi a andare in punta di piedi per raggiungerlo,dopo qualche secondo ci staccammo, lui prese il mio trolley riponendolo nel bagagliaio e «sali che partiamo,Michael ci raggiunge all'areoporto con la moto»mi congedó. Annuii e salii,e appena fui seduta lui partí,sfrecciando verso l'areoporto,durante il viaggio stavamo zitti,io contemplavo il paesaggio londinese che mai avrei rivisto,la malinconia e un po' di amarezza invasero il mio stomaco,il biondo invece era completamente concentrato alla guida,presi una sigaretta e la accesi,Ashton mi stava guardando,io continuai a guardare fuori dal finestrino per poi girarmi verso lui,fissai per qualche secondo quegli occhi verdi,e poi lui si girò tornando a guardare la strada e «beh?»dissi io continuando a guardarlo,contemplavo la sua perfezione nell'imperfezione e nonostante fosse il mio migliore amico,devo dire che si,Ashton era bello. «perchè mi stavi guardando»dissi,guardandolo sistemarsi la bandana che era solito indossare. «sei bella quando fumi» disse accennando un piccolo sorriso che fece comparire una fossetta sulla sua guancia,quelle parole fecero colorare le mie guance di un rosa chiaro e sorrisi imbarazzata aspirando dal filtro per poi gettare il mozzicone fuori dal finestrino. «Ma io dico»dissi intenta a costruire una conversazione, «ma a te e Michael non mancherá nemmeno un po' Londra?» Il biondo stette zitto e «no,a te mancherà?»disse dopo un po' di secondi che sembravano ore,lo guardai,mentiva, anche a lui sarebbe mancata Londra. «bugiardo»sussurai sorridendo,quasi per non farmi sentire e gli mollai un pugnetto sulla spalla. «Andiamo,Ali,veramente ti mancherá questo posto del cazzo?» disse infastidito Ashton guardandomi per un secondo. «Si,non fa per me abbandonare i ricordi,ed è la terza volta che lo faccio Ash.»la mia voce tremolava come la fiamma di una candela appena accesa,mi sarebbe mancata Londra,nonostante lo schifo che ci eravamo trascinati dietro per mesi,le pene scontate,i casini creati,ero affezzionata. «Se lo dici tu»fu l'ultima frase che uscí dalla bocca del biondo per tutto il viaggio. Iniziai a vedere l'areoporto da lontano,e Ashton aumentò la velocitá e lo raggiungemmo in pochi minuti,scesi dalla macchina e presi il mio trolley,finchè Ash cercava il parcheggio io presi il telefono,non feci in tempo a scrollare la rubrica sulla lettera "M" che due mani mi strinsero da dietro. «Michael?» dissi sorridendo,mettendo in mostra la fossetta che ogni tanto faceva la sua scena sulla guancia sinistra. «Ovvio,bionda»rispose lui,mi girai avvolgendo il suo petto con le mie braccia,stringendolo e «Sydney?» dissi. «Sydney.» Dopo un paio di secondi,ci staccammo da quell'abbraccio che pareva eterno,Ashton ci raggiunse e noi tre,come eravamo abituati,entrammo nell'areoporto,fecimo i controlli e dopo qualche ora fummo dentro l'aereo. «Sydney»ripetei sussurando per cogliere quel nome,ancora non capisco come mi sono fatta abbindolare da Ashton e Michael,scossi la testa e non stetti molto a pensarci. Eravamo decollati,mi trovavo vicino a Ashton,che dormiva e aveva poggiato la testa sulla mia spalla,Michael era un posto davanti a noi,e anche lui probabilmente dormiva,io stavo contemplando il panorama per poi voltarmi contro Ashton,sembrava sereno,gli accarezzai la guancia,lui mugugnò,e mi scappò una risata debole,sorrisi e appoggiai la mia testa su quella di Ashton,serrando gli occhi. Dopo ore di volo la voce metallica ci comunicò che eravamo finalmente atterrati a Sydney e ci augurò buona giornata,mi alzai insieme a Ashton,e scesi,faceva freddo e mi strinsi in me stessa per farmi caldo,io e Ash aspettammo Michael,che e aveva un sorriso stampato in faccia e «Sydney.» annunció. «Mi spiegate dove andiamo ora»dissi con le braccia incrociate attendendo una risposta da uno dei due. «Andiamo a iscriverci alla scuola» disse Michael e io non potei che scoppiare a ridere «noi, a scuola?» dissi ironicamente e ricevetti un «si»secco del ragazzo dai capelli rossi,Ashton chiamò un taxi e Michael gli diede le informazioni per arrivare a questa scuola. Negli ultimi mesi non andevamo a scuola,negli ultimi mesi facevamo quello che volevamo,quello che volevo. Arrivammo davanti questo enorme edificio e scesi dal taxi trascinandomi il trolley dietro,era un edificio alto almeno tre piani,possente,un po' rovinato,con scritte sul muretto che lo circondava,era affiancato da altri tre edifici che erano un'insieme di appartamentini tutti uguali per gli studenti probabilmente,tanti gradini precedevano l'entrata e questo edificio era decorato con dei piccoli giradinetti,nel complesso era carino. Entrammo in questo grande edificio,ci accolse una segretaria,che non fece altro che salutarci,spiegarci cosa offriva la sua e farci iscrivere e «ora vi do le chiavi delle vostre stanze» ci avvisò,frugò in un cassetto e ci allungó due paia di chiavi, la 230 e la 231,la congedammo con un «grazie». Ci dirigemmo verso i tre edifici e entrammo nel secondo,ci fecimo tre rampe di scale e quando fummo al terzo piano andammo alla ricerca delle stanze 230 e 231. «230 e 231»lessi,erano una di fronte all'altra,io e Ashton prendemmo la 230 mentre Michael la 231 che avrebbe condiviso con un suo futuro compagno di stanza. Entrai nella stanza,era abbastanza semplice,era totalmente bianca,a destra un bagno,poi una tv appoggiata su un mobiletto, per poi proseguire una porta-finestra con un balconcino e infine due letti che occupavano il centro della stanza e un'armadio. Appoggiai il trolley e mi gettai di peso morto sul letto più vicino all'armadio,per poi coprirmi con le lenzuola bianche e candide,Ashton era ancora sullo stipite e contemplava la scena,lo guardai e «hai intenzione di stare lí fino a domani?»dissi ridendo e «adesso entro»rispose,entrando e chiudendo la porta. «Non è male.»commentò,io non risposi al suo commento,mi limitai a guardare ogmi sua mossa,aprí la porta-finestra per fumare una sigaretta,guardava il paesaggio a cui la nostra stanza si affacciava. Buttò il mozzicone sotto di lui e rientrò chiudendo la porta-finestra,si sedette sul letto su cui io ancora ero coricata,e ancora scrutavo ogni sua mossa,si tolse la bandana che indossava e i capelli gli ricaddero sulla fronte ,con una mano glieli spostai dolcemente e lui sorrise lievemente perchè quei piccoli contatti con la mia piccola mano gelida gli facevano solletico. Si coricò poi accanto a me e io ancora lo stavo fissando,con un braccio mi spinse contro il suo petto e come un rifugio dal mondo,mi ritirai nel suo petto caldo,potevo sentire il suo battito,misi una gamba in mezzo alle sue e allungai un braccio verso i suoi capelli,che sfioravo,tiravo,e arricciavo,mi lasciò un bacio umido sulla fronte per poi chiudere gli occhi per dormire,e io lo seguii,chiusi gli occhi anchio e mi addormentai. ((((Michael's Pov))) Entrai nella mia stanza,semplice,con tutto ciò per vivere,mi appropriai del letto vicino alla finestra fin da subito e lo feci mio gettando la valigia sopra esso,aprii la porta-finestra e uscii,aspirando l'aria fresca del mattino,Sydney era completamente diversa da Londra,sapeva di nuovo ,mi accesi una sigaretta e finchè la consumavo contemplavo il panorama. Gettai il mozzicone,e rientrai,decisi di farmi una doccia,che mi avrebbe ripulito da tutto il marcio che avevo. Mi tolsi i vestiti che appoggiai sul mio letto,e andai verso il bagno,entrai e aprii la doccia,l'acqua scorreva,era bollente,mi ripulii da tutte quelle scorie,dopo un paio di minuti passati in doccia,decisi di uscire. presi un asciugamano che mi avvolsi alla vita,e tenendolo,uscii dal bagno,mi trovai davanti una figura non troppo alta,con la pelle ambrata,gli occhi leggermente a mandorla neri come la pece,i capelli altrettando neri erano leggermente arruffati,mi squadrava. «Ciao,sono Calum»disse con tono abbastanza imbarazzato,lo guardai dall'alto al basso e dal basso all'alto per poi dire «Michael» allungando una mano verso lui aspettando che la stringesse. «sei nuovo?»chiese,la risposta era ovvia ma gli risposi comunque «si». «sei qui da solo?» «no» dissi guardandolo,si stava dirigendo verso la porta-finestra,la aprii e prese dalle tasche una sigaretta che si portò alla bocca,non accendendola, e «sono qui con i miei migliori amici, magari,te li farò conoscere»proseguii finchè mi stavo vestendo. «magari»commentò e «io potrei farti conoscere Luke,è uno in gamba,un po' ribelle,strano e stronzo ma in gamba,organizza delle feste da sballo nella sua stanza.» «Propongo di andare da Alaska e Ashton,i miei due migliori amici» «come vuoi amico»mi seguii il moro. (((Alaska's Pov ))) Ero ancora intrappolata nel petto di Ashton quando sentii battere alla porta,aprii di poco gli occhi per poi richiuderli come se fosse solo un'illusione,cosa che non era,perchè continuavano a battere alla porta,allora aprii gli occhi mi liberai dalla presa di Ashton e aprii,due sagome mi si presentarono sullo stipite della porta,uno era riconoscibile,Michael,mentre l'altro mi era totalmente sconosciuto. «Chi cazzo è lui»dissi fredda accennando con la testa il ragazzo dai capelli mori. «Calum.Calum Hood,compagno di stanza di Michael.» «Alaska»risposi fredda invitandoli a entrare. Ashton era seduto sul letto,probabilmente non sentendo il mio calore,si era svegliato,Michael era seduto sull'altro letto,io ero appoggiata con la schiena alla porta mentre Calum,il ragazzo di cui non sapevo nulla era vicino a Michael. Il silenzio calò in quella stanza,Michael e Ashton erano assorti nel loro pensieri,mentre Calum rispondeva a messaggi al telefono e io ero impegnata a scrutare quella persona a me ancora sconosciuta. «Luke organizza una festa stasera,se volete venire,lo trovate alla stanza 1»annunciò il moro ripondendo il telefono nella tasca del jeans,Michael e Ashton risposerò subito «si,come potremmo non esserci» mentre io esitai,ma sentendomi tutti gli sguardi addosso non potei che sbuffare e annuire in segno di sconfitta sentendo esultare i tre. «Allora a stasera»ci congedò Calum,che uscí dalla stanza,andando probabilmente da questo "Luke",altro sconosciuto. «Dovremmo fidarci di questo Calum»commentai io sedendomi sul mio letto,non ricevetti risposta e in rassegnazione gettai la testa sul cuscino portandomi una mano sulla fronte,andando a arruffare la frangetta,Ashton e Michael mi guardavano,e poco dopo Michael si mise nel letto di Ash mentre lui si mise vicino a me e ci riaddormentammo tutti e tre insieme,come sempre. Arrivata la sera,eravamo ancora mezzi addormentati,io in particolare ero ancora scossa dal viaggio,io mi vedevo ancora a Londra. Per la festa alla stanza 1 non misi nulla di seducente,mi misi una felpa di Ashton blu,dei jeans e le vans,mi pettinai i capelli sistemando la frangia che mi ricadeva sulla fronte e mi sedetti sul letto aspettando Ash che stava decidendo quale bandana mettersi. Si girò verso di me e «blu o verde?» mi disse mostrandomie due bandane e io risposi «rossa,mettiti una bandana rossa» lui annuí e si misa una bandana rosso fuoco,poi si mise dei pantaloni neri che gli fasciavano le gambe e una felpa altrettanto nera,uscimmo dalla stanza chiudendola a chiave e bussammo alla porta di Michael, che aprí subito e uscí dalla porta anche Calum che ci accompagnò alla 1,vicino alla porta delle 1,appoggiati a terra si trovavano bicchierini,e la puzza di alcool e odorabile fin dal secondo piano. Calum bussò alla porta e nonostante la musica alta rimbombava per tutto l'edificio,si era udito le nocche del moro battere sulla porta,ci aprí un ragazzo,biondo con un ciuffo sparato in aria,con gli occhi color dell'oceano,le labbra inarcato in un lieve sorriso che metteva in mostra una fossetta sulla guancia destra,all'angolo della bocca si notava un piercing nero. «Hey Calum,sei in compagnia»disse stringendo la mano al moro,aveva una voce roca,ma non troppo roca per non poter renderla fragile,per non distruggerla. Continuavo a contemplare il ragazzo che ci aveva appena aperto la porta,e anche lui dopo aver squadrato Michael e Ashton si soffermò su di me,lanciandomi un'occhiata di sfida,che ricambiai con un sorriso malizioso. «Sono Luke»si presentò a noi. «Michael,loro sono Ashton e Alaska»rispose Michael che mi strinse la mano come per attirare la mia attenzione,e ciò non mi dava fastidio. «Entrate»ci invitò il biondino,e fui subito trascinata da Michael al bancone allestito probabilmente in caso di queste feste organizzate dal biondino. Un ragazzo si girò verso noi chiedendocu che bevanda volevamo,ordinai tre bevande super alcoliche e «fai te»lo congedai,lui annuí e inizio a mixare vari alcolici,Michael si sedette al bancone,come me,mentre Ashton stette in piedi,dietro di me,girando la sedia su cui stavo seduta e voltandola verso lui,mi fissò e io feci lo stesso,per poi ridere e lasciargli un bacio sulle labbra. Rigirai la mia sedia verso il bancone prendendo il mio bicchiere,Ash e Michael presero i loro bicchieri e «a noi »esclamò il ragazzo dai capelli rossi facendo tintinnare i nostri bicchieri fra loro. Ordinammo una decina di bicchieri super alcolici quella sera,noi siamo fatti cosí,ci godiamo la vita,se andiamo in un locale,la passiamo attacati a un bancone,con le bevande sotto mano.Eravamo tutti e tre sbronzi da far schifo. Michael dormiva sul bancone nascondendosi il viso con le braccia,mentre io e Ashton eravamo su due sedie appiccicate al bancone,lui si alzò e girò la mia sedia verso lui,mi aprí le gambe e si mise in mezzo,io avvolsi le mie braccia sul suo collo toccandogli i capelli,lui mi guardava sorridendo e io facevo lo stesso,lo baciai sulle labbra,una volta,due,tre,per poi prolungare il bacio. Il nostro era un rapporto insano ,se poi ci aggiungi pure un bicchiere alcolico. Si girò di schiena e mi prese in groppa. «Andiamocene Alaska,siamo ubriachi da far schifo e non vorrei mai sboccare addosso a qualcuno»commentò Ashton «E Michael?» Mugugnò per poi avvicinarmi a Michael e «svegliati coglione,dobbiamo tornare in stanza»dissi mollandogli una sberletta sulla testa coperta di capelli rossi. «Arrivo,voi andate,prima chiamo Calum,dovrebbe essere lá che balla»si giustificò Michael indicando dove dovesse troavarsi Calum. «ok»dissi solamente,non avevo più fiato per parlare quindi sussurai a Ashton di andare in camera perchè non avrei retto minuto di più e lui annuí. Finchè attraversavamo la stanza ancora immersa nella festa guardai i visi dei ragazzi che ballavano,felici spensierati per poi incontrare ancora quegli occhi color oceano,su cui mi soffermai,mi stavano guardando,mi squadrarono e Luke mi fece un cenno con la testa e io lo lasciai con un'occhiolino e un sorriso prima di varcare la porta che portava al corridoio. Ash si fece le tre di scale, e giunto alla 230 tirò un sospiro,aprí la porta spalancandola e mi appoggiò delicatamente al letto,mi levai le scarpe e i pantaloni,rimanendo con la felpa che a stento mi copriva il sedere,ma non importava. Mi tirai le coperte fino sotto le ascelle e chiusi subito gli occhi,Ashton si sedette sul suo letto. «Mi sento uno schifo»gli uscí dalla bocca «Anchio»commentai «Però è stato divertente»disse sorridendo «Si,ubriacarsi per noi è sempre divertente»gli feci notare. «Hai ragione»disse ridendo «Ashton»sussurai «Dimmi.»sussurò anche lui,il silenzio che era calato permetteva di far sentire anche il minimo sussuro. «Quel tipo,Luke, mi piace»dissi facendo notare la mia fossetta.
   
 
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