Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: neverbethesame_    31/12/2014    1 recensioni
" -Cosa c'è che non va in te?- le urlò l'amica con sguardo infuocato. Clarissa strinse il pugno attorno alla bacchetta per non perdere il controllo e sospirò. Non riusciva a credere a ciò che aveva fatto, perchè doveva sempre rovinare le poche cose belle che le rallegravano l'esistenza? -Non lo so- sussurrò sfinita prima di uscire di corsa dalla Sala Grande."
Ci troviamo ad Hogwarts, mille anni luce dopo il trio delle meraviglie e la vicenda di Voldemort, con personaggi inventati interamente da me. Sperando che vi piaccia.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


                                                                                    Prologo                                                                                     

 Buio. Attraverso il vetro della finestra Clarissa vedeva solamente il buio, come un telo di velluto nero che copriva il mondo intero. Era  buffo quanto quella fredda atmosfera riflettesse lo stato d’animo della ragazza, rannicchiata su una poltrona della sala comune dei serpeverde e con lo sguardo perso nella notte. Anche se aveva le gambe  avvolte in una pesante coperta, il busto e le braccia nascoste da un largo maglione e le lunghe dita delle mani attorcigliate attorno ad una tazza di cioccolata fumante, la giovane avvertiva un gelo incredibile, che quasi le immobilizzava il cuore.  Ma quel freddo non poteva diminuire con una semplice bevanda calda o una coperta. Non proveniva dall’esterno, ma dall’anima di Clarissa: uno spirito focoso che era stato irrimediabilmente spento, una forza vitale ormai sgretolata in migliaia di pezzi, distrutta. Come può una persona sopravvivere a questa tortura? Come può rimettere insieme i pezzi e ricominciare a vivere?  Chiuse gli occhi e fece un lungo respiro che le provocò una fitta al petto indolenzito. Poi li riaprì di scatto, decisa a bloccare il flusso dei suoi pensieri prestando attenzione a ciò che la circondava. Per superare questi maledetti momenti in cui le sembra di vivere un incubo doveva distrarsi. La sala era gremita di studenti della scuola, tutti seduti vicino ai tavoli e in prossimità dei numerosi camini: chi leggeva un libro, chi studiava, chi parlava con un compagno e chi semplicemente si godeva il calore del fuoco acceso.
Due occhi grigi la fissavano da tempo, ma lei fece finta di niente e continuò ad osservare, tentando di carpire la vitalità che le pulsava attorno, cercando con tutte le forze rimaste di potersene impossessare. Perchè non poteva leggere spensierata come quella ragazza seduta su quel divano? Perchè non riusciva a scherzare allegramente come quei due ragazzini che le stavano di fronte? Perchè lei non era così, nè spensierata nè allegra. Era destinata alla sofferenza e alla solitudine. La seconda non le era stata imposta da nessuno, ma se l’era inflitta da sola. Non avrebbe mai voluto che qualcuno condividesse il suo dolore, non avrebbe imposto questa punizione neanche al suo più acerrimo nemico.
-A cosa pensi?- ed ecco che , parlando di nemici, un ragazzo magro e di bell’aspetto si gettò sul divano, accanto a lei. Le rivolse questa domanda all’apparenza semplice e banale, ma il giovane la pronunciò con un tono carico di sentimento. Voleva, anzi bramava una risposta. Aveva bisogno di sapere cosa passava per la mente di lei, come se ne dipendesse la sua vita.
-A quanto io odi la notte.- Clarissa le rispose sospirando, vinta dalla volontà dell’altro di fare conversazione. -E come mai? Dall’espressione lugubre che hai la gente potrebbe pensare che il buio è il tuo elemento.-
Il giovane Aron sbuffò impaziente e riprese a fissarla, tentando di trapassare la sua amica con lo sguardo. Esatto, Aron e Clarissa erano amici, veri e intimi amici. So che avevo presentato il giovane come un nemico della ragazza, ma in realtà non lo era. Anzi probabilmente lui sarebbe morto piuttosto che farle del male, ma è proprio per questo che per lei era una minaccia. Temeva che, se avesse abbassato la guardia anche solo per un secondo, lui sarebbe riuscito ad entrare nella sua mente e scoprire i segreti più nascosti, gli orrori che essa contiene. Non poteva permetterlo, perchè non avrebbe  condiviso mai con nessuno quel dolore atroce, soprattutto con l’unica persona che le voleva davvero bene. Ecco perchè aveva sviluppato una notevole capacità nel fingere e nel mentire, e riuscì per l’ennesima volta a nascondere ciò che aveva dentro con un sorriso.
-Ma tu mi hai insegnato che non bisogna credere a cosa pensa la gente, no?- Clarissa bevve un sorso dalla tazza e sentì una sensazione di calore scorrerle lungo la gola. Gettò un’ occhiata all’amico e vide il sorriso che gli si formò sulle labbra. Era davvero affascinante quando sorrideva in quel modo, con lo sguardo rivolto verso il pavimento come se si vergognasse di se stesso. Se solo avesse avuto la mente sgombra da ogni pensiero, sarebbe riuscita ad aprezzare davvero Aron e la sua bellezza. Ma non era questo il caso della nostra giovane protagonista, quindi quando l’amico le cinse le spalle con il braccio lei lo lasciò fare, pensando a quanto fosse fortunata ad averlo al suo fianco anche se faceva di tutto per respingerlo. Appoggiò il capo sulla spalla del ragazzo e rivolse di nuovo lo sguardo verso la finestra, perdendosi nel buio e nel gelo della notte. 

 
  
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: neverbethesame_