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Autore: Soly_D    31/12/2014    3 recensioni
«Io, Uzumaki Naruto, giuro solennemente su quel braccialetto che sposerò la principessa Haruno Sakura portandola via dal suo castello! Questa è la promessa di una vita!». Sakura scosse la testa. «Apparteniamo a ranghi troppo diversi, Naruto! Mio padre non lo permetterà mai...».
«Te l’ho promesso ed io mantengo sempre le mie promesse, Sakura-chan».
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[AU NaruSaku, collegata a "The right time" di Jeo 95 ♥]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Once upon a time
[But not The Right Time]




Naruto accelerò il passo attraverso i corridoi del castello.
L’imperatore e sua moglie erano assenti: lui e la principessa non potevano assolutamente perdersi un’occasione del genere.
Arrivò di fronte alla stanza di Sakura. La porta era socchiusa.
Quando la spalancò, trovò la principessa ad attenderlo, stesa sul suo letto a baldacchino e libera dagli sfarzosi abiti che era costretta ad utilizzare in pubblico. Indossava una semplice vestaglia bianca che fasciava delicatamente le sue tenere forme e lo guardava con una punta di malizia che lo fece fremere di desiderio.
Sembrava una dea.


Sakura si affacciò dalla finestra ammirando estasiata il panorama. Era la mattina di Natale e stava nevicando.
Svelta si infilò il cappotto, la sciarpa e i guanti, e  percorse gli intricati corridoi del castello fino a scendere nel parco.
Attraversato il viale ricoperto di neve, raggiunse il grande cancello che la divideva dal resto del mondo.
Era tutto imbiancato e i bambini del villaggio, in lontananza, si divertivano a fare pupazzi di neve o a lanciarsi palline ghiacciate.
Avrebbe tanto voluto uscire a giocare con loro, ma non le era permesso frequentare la gente del popolo.
Avvertì gli occhi farsi lucidi e probabilmente avrebbe anche pianto se non le fosse arrivata una palla di neve dritta in faccia.
Un bambino biondo la fissava oltre il cancello. Doveva avere più o meno la sua stessa età.
Indossava abiti vecchi e trasandati: non poteva essere un nobile. La sua risata cristallina le perforò le orecchie.
«Come... come ti sei permesso, razza d’idiota?!».
«Oh, avanti, lo so che muori dalla voglia di oltrepassare quel cancello!».
Sakura sgranò gli occhi per poi asciugarsi una lacrima impigliata tra le ciglia.
«Come ti chiami?», chiese, nascondendo il viso nel cappotto, un po’ imbarazzata.
«Sono Uzumaki Naruto, Sakura-hime!», rispose il biondino, sorridendo raggiante.
Sakura non si stupì. In fondo chi era che non conosceva il suo nome? Era la figlia dell'imperatore!
«Perché sei qui? A voi del popolo non è concesso stare in questa zona».
«Ti guardo spesso da lontano e ho pensato che devi sentirti molto sola».
Sakura abbassò lo sguardo, stringendo le sbarre del cancello.
Quanto avrebbe voluto una vita normale, una vita come quella di Naruto...
Quando rialzò gli occhi, un’altra palla di neve la colpì sulla fronte e la risata di Naruto, questa volta, non poté che contagiarla.
«Vuoi la guerra? E guerra sia!».


Naruto le si avvicinò, salendo sul morbido letto, e Sakura lo attirò a sé cingendogli il collo con le braccia.
Le loro labbra si cercarono, affamate, desiderose le une delle altre. Naruto sentì le dita della principessa affondargli tra i capelli, carezzandoli, tirandoli, mentre il ciondolo del braccialetto che portava al polso gli solleticava la nuca. Si fermarono un momento e si sorrisero, bocca contro bocca.
Nonostante gli anni, nonostante gli ostacoli, la promessa era ancora lì, legata a quel bracciale, nei loro cuori.


Naruto era tornato il giorno dopo Natale e anche quello dopo e quello dopo ancora.
Sakura gli portava qualche leccornia rubata dalla cucina del castello e lui le insegnava ogni volta un gioco nuovo. Parlavano, parlavano e parlavano.
Sakura pensava che gli occhi di Naruto fossero belli e che le sarebbe piaciuto oltrepassare quel cancello e scappare via con lui, verso una vita normale.
«Sakura-chan», le disse quel giorno con aria triste, «ormai ho raggiunto l’età per iniziare a guadagnarmi da solo il pane».
A Sakura parve surreale che un bambino di appena dieci anni potesse lavorare.
«Mio zio mi ha trovato un lavoro decente fuori dal villaggio. Parto domani».
La principessa avvertì gli occhi farsi lucidi, per la prima volta dopo tanto tempo [con Naruto aveva dimenticato cosa fosse la tristezza].
«E... non ci vedremo più?».
«Mi dispiace tanto, Sakura-chan. Però guarda, ti ho portato una cosa!».
Infilò la mano in tasca e ne estrasse un braccialetto con un ciondolo di legno.
«L’ho fatto io... per te», spiegò passandoglielo attraverso la sbarre.
Sakura lo afferrò e lo guardò estasiata, per poi infilarselo al posto. «Grazie, è bellissimo!».
A quel punto Naruto si mise in piedi sollevando un pugno in maniera teatrale. «Io, Uzumaki Naruto, giuro solennemente su quel braccialetto che sposerò la principessa Haruno
Sakura portandola via dal suo castello! Questa è la promessa di una vita!».
Sakura scosse la testa. «Apparteniamo a ranghi troppo diversi, Naruto! Mio padre non lo permetterà mai...».
«Te l’ho promesso ed io mantengo sempre le mie promesse, Sakura-chan».
La principessa sorrise tra le lacrime. «Non ti dimenticherò mai, Naruto».
«Nemmeno io, Sakura-chan. Ci vediamo presto», le rispose lui, allontanandosi con un sorriso.
Sakura si strinse il polso al petto. Lo avrebbe aspettato.


Sakura lo spinse a sé per la nuca, baciandolo con tutta la passione di cui era capace. Come aveva solo potuto pensare di poter sposare un altro uomo?
Il solo pensiero la faceva rabbrividire. Si impose di non pensarci e voltò la testa di lato per permettere a Naruto di baciarle il collo, ma la verità era che non sapeva quanto sarebbe potuta durare quella relazione. Suo padre esigeva ancora una spiegazione sul perché avesse improvvisamente disdetto le nozze con Sasuke Uchiha.


«No, no e no!».
Kizashi afferrò la figlia per il polso prima che potesse allontanarsi.
«Tesoro, è per il tuo bene! Gli Uchiha sono una tra le famiglie più ricche del paese. Il conte Sasuke ti assicurerebbe un futuro felice e...».
«Non sarò mai felice con un uomo che non amo!».
Anche a distanza di dieci anni, la promessa di Naruto era ancora lì, impressa nel suo cuore.
Era da stupidi pensare che un giorno avrebbe potuto sposare un ragazzo del popolo che oltretutto non vedeva da anni e forse si era persino dimenticato di lei, ma solo così Sakura riusciva a sfuggire al clima monotono e opprimente della vita di corte.


Naruto infilò le mani sotto la vestaglia di Sakura, accarezzandole i fianchi sinuosi e le gambe snelle.
Il solo pensiero che una come lei amasse uno come lui lo mandava in estasi.
Un umile servo non meritava tanta bellezza, tanta fortuna.
Non meritava la principessa Sakura, ma per qualche scherzo del destino lei lo ricambiava.
E Naruto ancora stentava a crederci.


Sakura si sedette a tavola per la cena. Il vecchio servo Jiraya era andato in pensione, sostituito da uno più giovane, e già sentiva la sua mancanza.
Era un brav’uomo, forse un po’ pervertito, ma le aveva insegnato che bisognava seguire il proprio cuore.
«Oh, sei quello nuovo! Come ti chiami?», sentì dire a sua madre, seduta dall’altra parte del tavolo.
«Uzumaki Naruto, sua maestà», rispose una voce calda e accogliente.
Sakura rialzò di scatto gli occhi. Non poteva crederci. Era lui, era proprio lui. Alla fine era tornato, come le aveva promesso!
Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Nonostante fosse vestito di stracci, era bellissimo.
E non le sfuggì l’occhiata che le aveva rivolto prima di portare via i piatti sporchi dal tavolo.
Significava che non si era dimenticato di lei.
Finita la cena, Sakura corse tutta eccitata a lasciargli un biglietto.
“Raggiungimi alle 9 in punto nella mia stanza. S.”
Poi si ritirò in camera da letto, ad attenderlo.
Allo scoccare delle 9 la porta si aprì lentamente, rivelando una zazzera bionda e un paio di occhi azzurri luminosi.
«Ha chiesto di vedermi, Sakura-hime?».
Sakura lo raggiunse, divertita. «Cosa sono questi formalismi, Naruto?».
Gli sorrise, mostrandogli il braccialetto al polso. Naruto lo guardò, ma la sua espressione non fece una piega.
«Sono contento che l’abbia tenuto, Sakura-hime».
La principessa lo guardò basita. «Naruto... perché ti comporti così?».
Lo vide sospirare, abbassando lo sguardo.
«Eravamo bambini... ed io non potevo capire. Si dimentichi di quella promessa, Sakura-hime. Io non potrò mai renderla felice. Lei sposerà un uomo adatto al suo rango». Non era lui che manteneva sempre le promesse? Cosa ne era stato del suo Naruto?
«Sparisci dalla mia stanza».
Naruto la guardò implorante. «Sakura-hime...».
«Vattene o chiamo mio padre!».
Sakura si buttò sul suo letto e si strinse nelle coperte, sentendo la porta chiudersi e avvertendo le lacrime inondarle gli occhi.


Sakura gli sfilò la casacca e Naruto le tolse a sua volta la vestaglia, per poi stringersi la principessa a sé, come se avesse paura di perderla ancora.
I seni nudi di lei premettero contro il suo torace, le loro labbra si cercarono ancora.
E pensare che aveva rischiato di perdere la sua unica ragione di vita per una stupida regola imposta dalla società...


Ottenere quel posto era stata la cosa migliore e peggiore che gli fosse mai potuta capitare: avrebbe convissuto con la bambina, ora donna, che aveva sempre amato, ma al prezzo di vederla andare in sposa ad un altro. Cosa poteva saperne lui, a dieci anni, di come andava il mondo?
I ricchi sposavano i ricchi e i poveri sposavano i poveri, era risaputo.
E lui, per quanto amasse Sakura, non avrebbe mai potuto renderla felice. Non avrebbe mai potuto mantenere la promessa.
Tuttavia era straziante vederla tutti i giorni senza poterle rivolgere parole diverse da «Cosa ordina, Sakura-hime?» e ricevere in risposta occhiate piene di rancore. Cercava di autoconvincersi che avesse fatto la scelta giusta, che solo in quel modo avrebbe potuto vedere felice la sua Sakura-chan, ma quella sera accadde la goccia che fece traboccare il vaso: Naruto si ritrovò ad origliare una conversazione tra l’imperatore e la figlia.
«Sposerò Sasuke Uchiha, padre».
«Oh, tesoro, che gran bella notizia mi stai dando!».
«Ma voglio farlo subito. Il mese prossimo, anche la settimana prossima se fosse possibile».
«Perché tutta questa fretta, figlia mia?».
«Non voglio più sprecare il mio tempo. Voglio delle certezze per il mio futuro... e Sasuke Uchiha è l'unico in grado di darmele».
Stava succedendo tutto troppo in fretta. Naruto sentiva il cuore sgretolarsi al solo pensiero che a distanza di un mese o forse solo di pochi giorni la principessa Sakura si sarebbe lasciata andare tra le braccia di un altro.
Quella notte bussò alla porta della sua stanza e quando Sakura gli aprì, la prese per le spalle guardandola dritta negli occhi.
«Sakura-hime, ho sbagliato a lasciarla andare. Non ho mai dimenticato la mia promessa e giuro di mantenerla, fosse l’ultima cosa che faccio».
Lo sguardo di Sakura era duro, ma nascondeva tanta tristezza.
«Quella notte hai infranto un sogno che durava da dieci lunghi anni, il mio più grande sogno. Come pretendi che io possa perdonarti?».
Naruto la guardò con una devozione tale che Sakura sentì le gambe molli.
«Io la amo, Sakura-hime, l’ho sempre amata. Le basta questo?».
Sakura lo attirò a sé per il colletto della casacca.
«Chiamami pure Sakura. E ora baciami, stupido di un servo».
Naruto si chiuse la porta alle spalle e non se lo fece ripetere due volte.


Si ritrovarono entrambi nudi, stretti in un abbraccio che sapeva di imbarazzo e di proibito.
«Sakura-sama...», sussurrò Naruto con impazienza a un centimetro dalla bocca della principessa.
«Quante volte... ti ho detto... di chiamarmi... solo Sakura?», ribatté lei con poco forza, cingendogli la vita con le gambe.
«“Sakura-sama” è più eccitante, non trovi?».
Sakura arrossì, aggrappandosi alle sue spalle e affondando la testa tra le sue clavicole.
Naruto le baciò la fronte, quella fronte spaziosa che aveva amato fin dal primo momento, ed entrò piano in lei, sussurrandole «Ti amo, Sakura-chan».
Ogni volta era come la prima e Sakura non riusciva a non farsi sfuggire un gemito avvertendo l’amore e la passione prorompente di Naruto travolgerla e sconvolgerla, lasciandola piacevolmente stordita.
«Shhh», le sussurrò lui, mettendole un dito sulle labbra. «Ci sentiranno».
Sakura si spinse maggiormente contro di lui. «I miei non sono a casa».
«Ma ci sono le guardie e il resto della servitù».
La principessa lo zittì con un bacio, infine raggiunsero insieme l’estasi.
Naruto si accasciò al suo fianco e la tirò a sé con un braccio.
Sakura poggiò la testa sul suo petto chiudendo gli occhi, la mano del suo amato che le accarezzava amorevolmente i capelli.
«Scappiamo insieme». Era stato poco più di un sussurro.
Sakura sollevò di poco la testa per guardarlo negli occhi. «C-Cosa?».
«Solo così potrò mantenere la mia promessa».
Era ciò che aveva sempre sognato: sposare un uomo che amava e vivere una vita normale.
Ma Naruto era un servo, era solo un servo.
«Come faremo a mantenere una famiglia?».
Naruto le sorrise, come se fuggire da quella prigione dorata fosse la cosa più semplice del mondo.
«Ho accumulato del denaro in questi anni. Mi troverò un altro lavoro, ce la caveremo».
Sakura lo guardò negli occhi. Era una pazzia... ma lei lo amava.
«Scappiamo», ripetè, sorridendo emozionata.
Naruto la attirò a sé per poterla baciare, ma un rumore di passi li costrinse a dividersi.
Le guardie sfondarono le porta e irruppero nella stanza, afferrando la principessa e bloccando a terra il ragazzo.
«Naruto!». «Sakura!».
Lo stesso crudele destino che li aveva fatti innamorare, ora li stava dividendo.
Quella notte, due giovani amanti morirono insieme, mano nella mano.
Non c'era spazio per loro. Non in quella vita.
Forse in un altro tempo, avrebbero potuto amarsi senza ostacoli.
















Note dell'autrice:
v
L'immagine qui a fianco è l'unica che rispecchia più o meno i ruoli di Naruto e Sakura in questa fanfiction, ma in realtà c'entra poco... è più una cosa per sdrammatizzare, visto l'angst dilagante del finale.
IMPORTANTE: le parole in grassetto sono state fedelmente riprese dalla one shot The right time di Jeo 95 (che vi consiglio!), dove è descritto il finale della storia tra la principessa Sakura e il servo Naruto. Spero che non mi accusiate di plagio: la storia appena accennata da Jeo mi ha così affascinato che ho pensato
di scrivere una sorta di PREQUEL. E spero che piaccia anche a voi, gradirei sapere la vostra opinione!
Ringrazio infinitamente tutti coloro che mi seguono e commentano le mie fanfiction.
Rinnovo il mio appello: coloriamo il fandom di ROSA! Una drabble, una one shot, una long, una raccolta, un AU... tutto quello che volete. Scrivete, scrivete, scrivete, perchè Naruto e Sakura hanno bisogno di stare insieme almeno nelle fanfiction. E noi abbiamo bisogno di loro! Alla prossima.
Soly Dea
 


  
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