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Autore: Dopolatempesta    31/12/2014    1 recensioni
One Shot ambientata nella puntata 5x04
Pairing Chloe/Fred
"Era stato un momento di smarrimento, di debolezza. Tutto qui. Niente di importante."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In pace con il mondo
 
Mentre Chloe usciva di casa per recarsi alla stazione di polizia, ripensava insistentemente a ciò che era accaduto la sera prima con Fred.
Non riusciva a capire come fosse successo, come fosse stato possibile; ed era strano per lei, non riuscire a comprendere qualcosa, era abituata ad avere il controllo su ogni cosa e a poter, con un po’ d’intuito, arrivare alla soluzione di qualsiasi caso.
Ma quel “caso”, minuscolo e allo stesso tempo incredibilmente ingombrante, era un dilemma senza alcuna possibilità di controllo.
Fred poggiò le labbra sulla tazza fumante di caffè, sperando che tutti i pensieri e tutte le preoccupazioni potessero lasciarla in pace solo per un momento.
Inutile. I ricordi freschi e vivi della sera prima sembravano essersi ormai assestati nella sua mente, e lei non riusciva a smettere di pensarci.
Era arrivata al lavoro presto, quella mattina, sperando di poter trovare un minimo di razionalità e di tranquillità per fare chiarezza nei suoi pensieri. Il lavoro era sempre stato la sua valvola di sfogo, era l’unica cosa in cui riusciva a dare tutta sé stessa e da cui traeva soddisfazione.
Respirò profondamente e si calmò un poco.
Era stato un momento di smarrimento, di debolezza. Tutto qui. Niente di cui preoccuparsi.
Il lavoro che facevano era molto stressante e spesso poteva portare a dei momenti di instabilità, in cui si cercava un contatto eccessivo con qualcuno. Tutto qui. Niente di importante.
Il suono di una porta che si apriva la distolse dai suoi pensieri e Chloe entrò alla stazione di polizia.
Come se avesse perso tutto il suo coraggio, cercò di non farsi vedere da nessuno, soprattutto da Chloe, e si rifugiò all’interno della prima stanza vuota che trovò, chiudendo a chiave la porta.
Anche se fece di tutto per evitarlo, la prima persona che cercò, i primi occhi che voleva incontrare, erano indubbiamente quelli di Fred. Ma, per quanto si guardasse intorno, non riusciva a trovarla.
Mi sta evitando. Pensò. Era molto probabile, anche lei avrebbe preferito evitare la grande situazione di imbarazzo che ci sarebbe stata tra loro.
Nonostante questo, non riuscì a non dispiacersi di non vederla.
“Chloe, tutto bene?” La voce dell’ispettore Thomas la riportò alla realtà.
“Eh? Sì sì certo, tutto bene.” La sua voce era decisamente poco convincente, ma per fortuna Thomas non indagò oltre e si limitò a presentarle il caso.
Un ragazzo aveva sparato nella sua scuola e aveva ucciso molte persone, causando anche un gran numero di feriti.
Chloe iniziò a pensare al caso, alle motivazioni che avevano potuto portare quel ragazzo a un gesto del genere e, quasi senza che se ne accorgesse, il pensiero di Fred passò in secondo piano.
Prese  a scrivere sulla lavagna di vetro, sotto gli occhi degli altri agenti, quando ecco che di nuovo qualcuno le riportò in mente la donna.
“Scusate, ma dov’è Fred? Era qui poco fa e adesso non si vede più? Chloe, sai dove può essere?”
La ragazza ebbe un sussulto. “Cosa? No non l’ho vista.”
Fred era ancora chiusa nello sgabuzzino e sapeva che prima o poi gli altri si sarebbero accorti della sua assenza e sarebbe dovuta uscire di lì.
Si sedette per terra e si prese la testa fra le mani.
Ed ecco che i ricordi e le immagini della sera prima iniziarono a scorrere nuovamente nella sua mente.
Non sapeva come era successo, non sapeva se era stata lei la prima ad avvicinarsi alle labbra di Chloe o se quest’ultima lo avesse fatto.
Non sapeva perché non si fosse ritratta subito.
Non sapeva perché, per quanto lo negasse, in quel momento, in cui per la prima volta, inspiegabilmente, aveva assaggiato il sapore delle sue labbra, si era sentita stranamente…in pace, in pace con il mondo.
Tutto ciò che sapeva era che era sbagliato, terribilmente sbagliato.
Tra lei e Chloe non c’era niente. Assolutamente niente. Ripeté quella parola, niente, ad alta voce, come per imprimersela nella testa, ma la sua voce tremante non aveva grande autorità in quel momento.
Si alzò in piedi e cercò di trovare una soluzione razionale al problema.
Avrebbe parlato con Chloe, sì, le avrebbe parlato e avrebbero chiarito che quel bacio era stato un momento di smarrimento. Solo un momento di smarrimento.
Quando qualcuno bussò alla porta, sobbalzò.
“Fred? Sei qui dentro?” La voce di Chloe annullò improvvisamente il livello di coraggio e di tranquillità che aveva raggiunto. Si stupì del potere che quella ragazza aveva su di lei.
Una strana sensazione di panico si impadronì di lei. Avrebbe dovuto risponderle? Cosa avrebbe dovuto risponderle?
“Fred sei qui?”
Senza riflettere aprì la porta e fece entrare Chloe.
Nel momento in cui incontrò il suo sguardo le scese nel petto un’inspiegabile dolcezza. Quegli occhio di ghiaccio, quei capelli di fuoco.
Scacciò quelle sensazioni e si rivolse alla ragazza. “Senti Chloe, riguardo a ieri sera, volevo dirti che è stato solo un momento di debolezza, per entrambe, sai, il lavoro e tutto. Non è stato niente.”
Le sue parole la colpirono al petto come la lama di un coltello affilato. Non sapeva spiegarsi il motivo, non che si aspettasse o desiderasse niente, ma qualcosa nella freddezza della donna la ferì.
Si inventò una stupida e inesistente teoria psicologica e le disse. “Oh, sì, certo giusto. Quando due persone si trovano in uno stato di ansia è molto probabile che sentano il bisogno di un contatto del genere con qualcuno.”
Quella spiegazione non convinceva nemmeno lei.
“Va bene. Allora è tutto a posto, vero? Direi che dobbiamo tornare al lavoro.”
 
Aveva bloccato il dado con il piede.
Un numero.
Un numero sbagliato e lei sarebbe morta.
“Togli il piede.”
Chloe non si mosse.
“Togli il piede, ho detto! Muoviti, toglilo!”
Improvvisamente una serie di immagini prese a scorrerle nella testa.
Fred.
D’un tratto si rese conto di quanto ciò che le aveva detto nello sgabuzzino l’avesse ferita, si rese conto di quanto le fosse piaciuto sentire quelle labbra calde sulle sue, si rese conto di quanta voglia avesse di sentire il suo profumo su di sé.
Non morirò così.
Fece ricorso a tutte le sue conoscenze e a tutte le sue capacità per manipolare e smascherare la mente di quell’assassina.
E, come sempre, ci riuscì.
 
Fred era rimasta lì, ferma, senza neanche riuscire a respirare regolarmente.
Quello strano stato di apnea si interruppe solamente quando Thomas ammanettò la donna e fece scendere Chloe dall’autobus.
Improvvisamente capì la verità; mentre Chloe era lì a rischiare la vita, lei aveva avuto paura, vera e propria paura.
Si rese conto di quanto la vita fosse instabile e incerta, e soprattutto, troppo corta per permettersi di rifiutare i propri sentimenti.
Chloe era scesa dall’autobus e Thomas l’aveva lasciata sola, dirigendosi verso i medici e gli altri agenti.
“Ehi.” Le disse avvicinandosi  a lei. “Sei stata brava lì dentro.”
“Grazie.” Rispose Chloe arrossendo.
“Ehm.. Ti va di venire a casa mia a bere qualcosa, quando abbiamo finito qui?”
Non riuscì a non sorridere. “Certo.”
 
Le porse un bicchiere di champagne e, facendolo, sfiorò, come per sbaglio, la mano di Chloe.
Si sedette sul divano affianco a lei e la guardò, la guardò per un tempo indefinito, soffermandosi su ogni particolare: gli occhi, i lineamenti del viso, le labbra. Quelle labbra.
“Ho capito una cosa, mentre eri lì nell’autobus.”
Chloe posò lo sguardo sulla ragazza davanti a lei. Era bella, non poteva negarlo. Di una bellezza dolce.
“Ho capito che la vita è troppo corta, e che possiamo tutti morire da un momento all’altro, quindi è meglio essere sinceri con sé stessi.”
“Io…credo…che sia giusto.”
Fred le prese la mano e si avvicinò a lei.
Le loro labbra si incontrarono, e quella sensazione di pace investì di nuovo entrambe.
Si avvicinarono di più, e un brivido corse lungo la schiena di Chloe al contatto con il corpo dell’altra.
Si staccarono e si persero l’una negli occhi dell’altra.
Andarono in camera da letto e si sdraiarono, l’una sopra l’altra, senza mai smettere di baciarsi, come se il solo separarsi avrebbe potuto ucciderle.
Fred le accarezzò i capelli, sorrise, e la baciò ancora.
Le sfilò la maglietta e prese a baciarle il collo, adorando già il dolce sapore della sua pelle.
Chloe invertì le posizioni e si stese su di lei, ammirando la sua bellezza.
“Sei bellissima.” Si stupì di sé stessa, non aveva mai esternato così i suoi pensieri, non era mai riuscita a farlo con nessuno.
Slacciò la camicetta di Fred e iniziò a baciare e mordere un punto tra il collo e la spalla.
Fred era scossa dai brividi che i baci infuocati della rossa le regalavano. Era bella, bellissima.
E in quel momento, in cui unirono i loro corpi in un solo battito, entrambe, per la prima volta, si sentirono in pace con il mondo.
 
Si abbandonarono sul letto, abbracciate, sudate e felici.
“Dovevo rischiare di morire per farti essere sincera con te stessa?”
Risero
“Ma smettila, sei troppo brava per morire così.”
Le baciò la fronte.
“Mi sento…non lo so… è strano. Mi sento in pace.”
Fred le accarezzò una guancia e avvicinò ancora di più a sé il corpo nudo della ragazza.
Si diedero un altro bacio e si addormentarono così, abbracciate ed in pace con il mondo.
  
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