Capodanno a teatro!
Teatro di
Diagon Alley.
Il
più grande anfiteatro mai costruito nella storia del
mondo magico, era da sempre un’icona importante per
l’arte e la cultura dei
maghi.
Un luogo pieno
di magia, in cui si celebravano le feste
più importanti con spettacoli dal significato profondo, o
con orchestre
musicali, che facevano diffondere musica sublime in
quell’enorme teatro.
Nobili e
ricchi s’incontravano in quel posto nel periodo
delle feste Natalizie per passare una serata all’insegna del
lusso e della
ricchezza, senza perdere occasione per mettere in risalto lo sfacciato
patrimonio delle proprie casate.
Un velo di
falsità ricopriva quel grande teatro che aveva
ospitato le più grandi opere d’arte mai esistite,
adesso usato per accogliere
le più grandi orchestre magiche, allo scopo di intrattenere
quei ricconi snob e
annoiati.
Ricordava
ancora lo scintillio di emozione che accendeva
sempre gli occhi di Hermione-sua migliore
amica e cognata-quando parlava di quel leggendario anfiteatro.
Sembrava che
tutto il suo cervello si perdesse
nell’immaginare come sarebbe stato entrare in quel luogo, e
venir
immediatamente pervasi da un senso di eleganza e ricchezza a livello
culturale.
Ginny Weasley,
invece, aveva sempre odiato tutti i tipi
di teatri.
Non
perché non apprezzasse la storia che si nascondeva
alle loro spalle, bensì perché, ormai, quei
grandi saloni servivano solo a
scaldare il didietro di quei ricconi che partecipavano agli spettacoli
solo per
vantarsi della loro superiorità con altri nobili, non certo
per devozione nei
confronti dell’arte.
La
falsità rappresentava da sempre una delle poche
emozioni che la piccola di casa Weasley non aveva mai sopportato.
E, in secondo
luogo, la giovane non era mai stata in
grado di apprezzare la vera arte: per quanto si sforzasse,
l’unica cosa che le
facevano sentire quei motivetti lenti e snervanti, era il sonno.
Lei odiava il
teatro!
L’ultima
volta che era stata in quel grande monumento,
aveva avuto modo di osservare con disappunto i pomposi abiti delle
donne che
ridevano falsamente per ogni minima battuta di dubbio gusto: la ragazza
ne era
rimasta disgustata.
La piccola
Weasley, battezzata in Malfoy, odiava quel
tipo di celebrazioni, al contrario del marito che, invece, in
quell’ambiente
saturo di falsità c’era nato e cresciuto.
Draco aveva
partecipato tantissime volte a quegli
spettacoli insieme ai genitori e, anche se di malavoglia, alla fine li
aveva
accettati, e si era abituato a quelle note lente e depressive che
stimolavano
il sonno.
Ma da quando
si era sposato con Ginny, tutto era
diventato più divertente, anche andare a teatro: il giovane
Malfoy, infatti, si
divertiva molto a stuzzicare la moglie, costringendola a partecipare a
quelle
noiose celebrazioni solo per il gusto di osservarla mentre tentava di
non
addormentarsi.
Narcissa
Malfoy, invece, sembrava l’unica della famiglia
ad apprezzare davvero quel genere di musica: non staccava mai gli occhi
di
dosso all’orchestra, dall’inizio del concerto, fino
alla fine.
La passione
della donna per l’arte, era una delle poche
certezze conosciute, anche perché non era semplice
comprendere cosa passava per
la testa bionda di quella donna dagli occhi cerulei.
-Mi spieghi
per quale motivo mi hai costretta ad accompagnarvi?-
Domandò
la rossa, camminando a passo spedito verso la
cabina dalla quale avrebbe assistito a quel concerto snervante.
Lei odiava il
teatro!
-Oh,
bambolina. Dove sarebbe il divertimento, se non
osservarti mentre trattieni gli occhi aperti?-
Sogghignò
il giovane Malfoy, camminando a passo spedito
vicino al fianco della moglie, lanciandole un’occhiata
beffarda.
I due si erano
subito rifugiati nella loro cabina per non
avere a che fare con la falsità dei nobili che
già si stavano accalcando per
salutarli, più per convenienza che per una reale simpatia
nei loro confronti.
La ragazza si
sedette sulla sua poltrona -l’ultima
a sinistra-mentre il marito
prendeva posto al suo fianco.
La giovane
donna osservò con un sospiro sconsolato le
prime persone che stavano iniziando a prendere posto nella platea,
mentre
alcuni musicisti iniziavano già a sistemare i propri
strumenti.
La giovane
prese un profondo respiro per concentrarsi
sulla prima fase che aveva escogitato per non subire quella tortura.
-Draco…-
Richiamò
il marito con sguardo fattosi improvvisamente
sensuale, mentre le labbra perfette si curvavano in un sorriso
sbarazzino e
malizioso.
Il biondino la
osservò con un sopracciglio inarcato per
quell’improvviso-ma gradito!-cambiamento,
prima di ridurre gli occhi a due fessure nel vano tentativo di capire
cosa
passava per quella deliziosa testolina ramata.
La giovane
donna si sporse leggermente dalla sua
poltrona, abbastanza da posare il capo sulla spalla del marito.
Poi,
alitò sensualmente dalla spalla fino all’orecchio
del ragazzo, senza sfiorare la pelle, semplicemente facendola
intirizzire con
il suo fiato caldo.
Il ragazzo
biondo, per quanto tentasse di mantenere il
controllo, si lasciò sfuggire un sospiro quando la moglie
gli morse il lobo
dell’orecchio, per poi chiudere gli occhi quando ella gli
sussurrò rocamente.
-Lo sai che ti
amo, vero, amore?-
Ginny sorrise
quando vide l’uomo che amava rilassarsi
sotto il potere inebriante dei suoi gesti, e si lasciò
sfuggire un sorrisino
vittorioso.
Fece passare
la sua piccola mano attraverso i capelli
biondi di lui, senza scompigliarli, ma muovendo lentamente le ciocche
platinate, così come piaceva a lui.
-…E
che farei qualsiasi cosa per te…-
Gli
sussurrò nuovamente all’orecchio, schioccandogli
dei
leggeri e teneri baci sulla mascella: fu in quel momento che il giovane
Malfoy
aprì gli occhi di scatto, illuminato dal proposito della
moglie.
Si
lasciò sfuggire il suo solito ghigno di supremazia,
mentre sogghignava leggermente, scuotendo la testa.
Voltò
il capo in direzione della donna che amava,
osservandola, beffardo e superiore come sempre, mentre la sua mano
destra si
posava sulla sinistra della moglie.
Le
riscaldò la piccola mano posata sul suo petto, mentre
la giovane donna continuava a osservare il marito con
quell’aria maliziosa e
sbarazzina, che racchiudeva in sé una nota
d’innocenza propria solo alla
piccola Weasley.
-Non ti
farò scappare in bagno fino alla fine del
concerto…-
Proclamò
vittorioso il Malfoy, sfoderando il suo ghigno
più irritante e trionfo per aver scoperto il proposito
furbesco della moglie.
Quest’ultima
sbuffò a metà tra lo stizzito e lo
sconsolato, sedendosi compostamente sulla propria poltrona e
massaggiandosi la
fronte, alla ricerca di una nuova idea.
Lei odiava il
teatro!
-Ma come
Morgana fai a startene lì, seduto, quando tra
poco inizieranno con quell’insopportabile ninna nanna?!-
Gli chiese la
donna, osservandolo stralunata, mentre il
giovane Malfoy accavallava le gambe con una tranquillità
disarmante, che fece
irritare ancor di più la giovane.
-Dovrei
osservare il concerto in piedi?-
Le
domandò il ragazzo con una scrollata di spalle per
dimostrare la sua finta indifferenza, ma lo sguardo lanciato alla
moglie era
grondante di divertimento per gli inutili tentativi della donna al fine
di
eludere il concerto.
La giovane
donna prese un profondo respiro e osservò in
cagnesco il marito, lanciandogli uno sguardo irritato che fece
divertire ancor
di più il ragazzo.
-Se non la
smetti di crogiolarti, in quel concerto ci
farai un tuffo!-
Lo
minacciò, osservandolo con gli occhi ridotti a due
fessure, e fu in quel momento che le tende alle loro spalle si aprirono
in un
varco, facendo passare l’elegante figura di Narcissa Malfoy
attraverso esso.
La donna
ridacchiò quando udì la mia minaccia, e con
lentezza
calcolata si sedette sulla sua poltrona, al fianco del figlio.
Quest’ultimo
stava ancora osservando la moglie con gli
occhi perlati accesi di divertimento e un vago sorrisetto.
-Arrenditi,
Ginevra. Ti addormenterai ancora prima che
inizino il concerto…-
Le
sussurrò con un sorriso pregno di divertimento e lo
sguardo sornione, al che la donna alzò altezzosamente il
mento, osservandolo
con una calma glaciale.
-Almeno mi
addormenterò nel modo meno indolore possibile!
A differenza tua, se non ti tappi quella bocca velenosa!-
Replicò,
facendo sogghignare il giovane biondo, che si
sporse leggermente in sua direzione per osservare più da
vicino le espressioni
che avrebbe fatto durante quel tira e molla di frecciatine.
-E comunque
non è detto che mi addormenti…-
Gli
sussurrò, avvicinandosi a lui, al che il ragazzo
sogghignò con sincero divertimento, per poi tornare a
guardarla.
-Ah davvero?
Beh…allora immagino che non avrai problemi a
scommettere qualcosa, no?-
-…Continua…-
-Se ti
addormenterai, dovrai venire con noi a tutti i
concerti teatrali per i prossimi due anni…-
-…Ma
se non mi addormenterò, tu dovrai baciare sulle
guance mio fratello e dirgli quanto gli vuoi bene…-
Esordì
la giovane con un sorrisetto furbesco, facendo
rabbrividire il marito che-nonostante la
squallida condizione-accettò.
-Sapete cosa
penso riguardo alle scommesse!-
Lì
rimproverò la Signora Malfoy, mentre i due ragazzi si
sedevano compostamente sulle poltrone, poiché il maestro
aveva dato il segnale
d’inizio.
Il giovane
Malfoy si ritrovò a trattenere una risata
quando la madre-ironia della sorte-stabilì
con lo sguardo una punta di cinquanta galeoni, se la Weasley non si
sarebbe
addormentata.
Il figlio
accettò con un ghigno, e i due si strinsero la
mano senza farsi vedere dalla ragazza che, nel frattempo, stava
già ricorrendo
alla sua arma segreta.
Lei odiava il
teatro!
I musicisti
iniziarono a suonare le prime, lente, note
quando la ragazza aveva messo di soppiatto una mano nella propria
borsetta,
cacciandone l’ultima invenzione dei suoi amati fratelli.
Che
Merlino vi benedica Fred e George!
Pensò
la ragazza, osservando il cielo come per mandare
quella benedizione: la ragazza sapeva che non avrebbe resistito al
sonno
ingannatore di quelle note.
Anche ai tempi
di Hogwarts era solita addormentarsi
durante le lezioni del professor Ruf, ma questa volta c’era
di mezzo qualcosa
di ben più grande: due anni di celebrazioni a teatro, alias
la sua sanità
mentale.
La giovane
sorrise, convinta di avere ormai la vittoria
in pugno: ascoltò per quanto possibile quel lento motivetto,
non curandosi
delle occhiate che Draco le lanciava ogni tanto per verificare se si
era già
addormentata.
La ragazza si
concentrò, invece, sulla figura della
suocera che sembrava totalmente rapita dalla musica
dell’orchestra: le spalle
dritte e composte, la posa rigida e dignitosa e le mani strette in
grembo erano
segnali di grande concentrazione.
Forse dopo la
morte di Lucius -avvenuta durante la battaglia
di Hogwarts-il teatro le ricordava i
tempi in cui andava agli spettacoli con il marito.
La ragazza
scosse la testa, liberandola da quei pensieri
per concentrarsi solo sulle note musicali, ma-come
previsto-il sonno iniziò a farsi sentire.
La giovane
donna cacciò con un sorrisetto la mano che
aveva tenuto nascosta nella borsetta e, aprendo il palmo,
rivelò un paio di
occhiali, all’apparenza innocui.
Fred e George
le avevano spiegato che quegli occhiali
servivano proprio alle persone che desiderano schiacciare un pisolino
ma non
possono farsi vedere: avevano anche confessato che l’idea era
nata ai tempi di
Hogwarts, pensata per imbrogliare il professor Ruf durante le lezioni
di Storia
della Magia.
La giovane
indossò gli occhiali con un largo sorriso e
tenne gli occhi aperti per dieci secondi, il tempo necessario
affinché le lenti
magiche memorizzassero ogni minimo particolare.
Passati i
dieci secondi, notò con sorpresa che le lenti
degli occhiali non erano più trasparenti, ma avevano copiato
nei minimi
dettagli i suoi occhi, il trucco e un po’ della pelle intorno
agli occhi.
Sorrise
vittoriosa, ringraziando nuovamente Fred e
George, insieme a quella genialata di invenzione che era anche in grado
di
copiare il movimento delle palpebre quando si chiudevano.
La ragazza si
sedette compostamente sulla poltrona e chiuse
gli occhi, cedendo a un sonno lungo e gradevole, dettato dalle note
lente
dell’orchestra.
Lei odiava il
teatro!
La sinfonia
stava mettendo a duro rischio anche
l’autocontrollo del giovane Malfoy, che dovette puntellarsi
il gomito sul
bracciolo della sedia, poggiando la gota sul pugno chiuso.
Lanciò
uno sguardo alla consorte, e rimase stupito ancora
una volta nel vederla sveglia e attenta: la schiena dritta, le mani
congiunte
in grembo, il capo d’un lato poggiato mollemente sulla
poltrona e lo sguardo
fisso sull’orchestra.
Il ragazzo
prese un lungo respiro, non sentendosi più
così sicuro della sua vittoria: ma il solo pensiero di
proclamare a Lenticchia
il suo amore, lo faceva star male.
Il concerto
continuò per un’altra mezz’ora piena,
tempo
in cui le due donne Malfoy non avevano distolto lo sguardo
dall’orchestra:
Draco sembrava l’unico sull’orlo di un coma, ma
tentava di non darlo a vedere.
Osservò
ancora una volta la moglie che non si era mossa
di una virgola in tutta la mezz’ora, il che era piuttosto
sospetto,
specialmente considerando il suo carattere restio
all’attenzione di qualsiasi
tipo: poteva fare invidia a una statua, o-peggio
ancora-a Narcissa!
Il maestro
aveva appena terminato la sinfonia lenta
quando si voltò, inchinandosi, e Malfoy decise di rivolgere
la parola alla
moglie, approfittando del rumore degli applausi che avrebbero coperto
il suono
della sua voce.
Poggiò
una mano sulla gamba della moglie per richiamarla,
scuotendola leggermente e sussurrando un:
-Ginevra…-
Niente.
La ragazza non
si volse nemmeno a guardarlo, ma continuò
a rivolgere lo sguardo all’orchestra che ora si apprestava a
iniziare la
sinfonia moderata.
Il giovane
Malfoy inarcò stupito il biondo sopracciglio,
chiedendosi che cosa avesse fatto di male per meritarsi la sua
indifferenza.
Poi, il suo
sguardo individuò il paio di occhiali che
incorniciava i suoi stupendi occhi ambra, e si ricordò con
un sorriso che la
moglie non aveva mai avuto bisogno degli occhiali.
Con il suo
sorriso più trionfo, la scosse con fermezza e
velocità, facendo sobbalzare la ragazza che
ansimò a metà tra il sorpreso e il
disorientato.
-Ben
svegliata, bambolina…-
Sussurrò
il ragazzo, togliendo gli occhiali incantati dal
viso della moglie, rivelando così i suoi splendidi occhi
ambra che, assonnati,
si schiusero.
Una luce di
confusione illuminò lo sguardo della donna,
ma quando si rese conto del luogo in cui si trovava, e di aver appena
perso la
scommessa, desiderò non essersi mai svegliata.
Lei odiava il
teatro!
La donna
sbuffò irritata davanti al volto del marito che
la osservava con soddisfazione e divertimento.
-Spero che tu
abbia addosso il vestito migliore perché,
se non la smetti di sorridere, ti seppellisco!-
Gli disse la
donna, facendo divertire ancor di più il
marito che-con la soddisfazione stampata
sul volto-fece schioccare la lingua sul palato, e
iniziò a far girare gli
occhiali che teneva in mano come se fossero la bandiera della vittoria.
-Shh!!
E’ iniziato il moderato!-
Lì
rimproverò la Signora Malfoy, voltandosi in loro
direzione con lo stesso sguardo che Mamma Weasley utilizzava per
rimproverare i
loro figli quando giocavano con il fango in casa.
-E questo
sarebbe “moderato”?!-
Si
ritrovò a gracchiare sottovoce la rossa, con fare
sconvolto quando si rese conto della lentezza soporifera delle note che
componevano la sinfonia dal “ritmo moderato”.
-Tu non
capisci la vera arte, bambolina! Tutti parlano di
questo concerto come qualcosa di grosso, grossissimo, enorme!-
-Tesoro…l’unica
cosa che io posso considerare “grosso,
grossissimo, enorme” è un documentario sulla tua
bocca!-
Gli rispose a
tono la rossa, evitando di farsi sentire
dalla Signora Malfoy che-sebbene
concordasse con lei-era meglio non disturbare durante il
concerto.
Il Malfoy rise
a quella battuta, per poi sporgersi in
direzione della moglie con lo sguardo acceso da un sottile scintillio
di
maliziosità e il sorriso di sfida.
-Oooh, ti
assicuro che questa bocca stanotte
farà magie sul tuo esile corpicino!-
Le disse,
inarcando una delle sopracciglia in segno di
sfida, mentre le gote della ragazza si tingevano di una delicata
tonalità
rosea, sebbene tentasse di mantenere uno sguardo freddo e di sfida:
quella
consapevolezza bastò a far sorridere il biondino.
-Non correre
troppo Signor Malfoy…dopotutto mi hai appena
costretta ad accompagnarti a teatro per i prossimi due anni!-
Lei odiava il
teatro!
A quella
sottile minaccia il ragazzo sghignazzò, e si
puntellò il gomito sul bracciolo della poltrona, mentre le
dita della mano
chiusa a pugno gli sfioravano la gota, mettendo in risalto
l’anello in argento.
-Te
l’ho già detto, ma chérie! Non
comprendi nulla di
arte! Quando un uomo si siede dentro una cabina del teatro, con la
musica a
inebriare i suoi sensi, si sente un gigante!-
-Beh…allora
con te non ha funzionato molto!-
Lo prese in
giro la moglie, osservandolo dal basso
all’alto, prima di aggiungere un altro complimento alla sua
precedente
affermazione.
-…E
comunque, tesoro, tu di arte ne capisci tanto quanto
me! Non crederti un intenditore solo perché hai la
capacità di mantenere gli
occhi aperti…-
Un sorrisetto
lezioso curvò le labbra rosee della donna
che lanciò al marito uno sguardo divertito.
Quest’ultimo
sogghignò scuotendo la testa, per poi aprir
bocca per rispondere all’affermazione della moglie, ma fu
bloccato da
un’interferenza esterna.
-Se, oltre
agli occhi, riusciste a mantenere anche il
silenzio aperto, ve ne sarei eternamente grata!-
Esordì
Narcissa con tono fintamente cordiale, con tanto
di mano sinistra al petto, come per simulare gratitudine.
I due coniugi
alzarono gli occhi al cielo e tornarono a
osservare l’orchestra con diversi pensieri a ronzare nella
testa.
…Moderato…
Pensò
la rossa, disperata dopo soli dieci minuti di
quella tortura, mentre si massaggiava intensamente le tempie, come per
farsi
forza.
Lei odiava il
teatro!
***
La ragazza dai
capelli ramati stava scendendo le scale
che portavano alla Sala da Pranzo, avvolta in un bellissimo abito color
blu
cielo.
-Madre,
sarà la decima volta che mi fate l’analoga
domanda. Non ho un segreto per gli affari. Forse il merito è
del mio carisma,
oppure del mio fiuto affaristico, oppure della mia
determinazione…-
-…o
potrebbe essere la tua bella mogliettina!-
Disse la
rossa, annunciando la sua presenza, presenza che
solo Narcissa sembrava aver colto.
-No, questo lo
escludoooohh, tesoro! Buongiorno!-
Si corresse il
Malfoy quando si rese conto dell’identità
di colei che aveva annunciato la frase: nel frattempo Ginny era rimasto
a
osservarlo con un’espressione omicida sul volto.
Malfoy si era
voltato in sua direzione, e solo in quel
momento Ginny si rese conto che stavano entrambi facendo colazione.
Il biondino
approfittò di quel breve momento di silenzio
per trarsi d’impaccio.
-Buon primo
dell’anno, Ginevra! Stavo solo…osservando e
commentando la composizione di questa magnifica torta…-
Inventò
sul momento, mentre la moglie gli si avvicinava
alle spalle come uno squalo che bracca la sua preda.
La donna
posò una mano sullo schienale in mogano della
sedia, osservando dall’alto il marito con un largo sorriso e
la mano destra poggiata
sul fianco.
-Sì,
caro. E’ davvero una bella torta! Vorresti vederla
da più vicino?-
Gli propose la
rossa con un sorrisetto sornione,
lasciando intendere la lieve minaccia, prima di prendere posto alla
tavola.
-Come avete
dormito, miei cari?-
Domandò
distrattamente Narcissa, con lo sguardo rivolto
alla tazza di thè che aveva tra le mani.
-Magnificamente!-
Rispose
all’istante il figlio, lanciando uno sguardo
malizioso e d’intesa alla moglie, percorrendo distrattamente
le curve del suo
corpo con lo sguardo e portandosi la tazza di thè alle
labbra.
-Draco, ti
ricordo che le mura del nostro castello non
sono insonorizzate…-
Dichiarò
la donna, lasciando perplessa la nuora, che capì
cosa intendeva quando si ricordò che la notte scorsa Draco e
lei si erano
dimenticati di insonorizzare la stanza.
Lanciò
uno sguardo al marito che era impallidito e
osservava la tazzina da thè a mezz’aria: dopo le
provocazioni dei due la sera
prima, non c’è bisogno di specificare cosa avevano
fatto la notte di Capodanno.
-Ah, Ginevra!
Gradirei se mi restituissi il vestito che
ti ho prestato per il concerto di ieri sera, cara. Ho intenzione di
darlo agli
elfi per una ripulita, così da indossarlo alla celebrazione
di domani sera. E
tu sai quanto tempo ci mettono i nostri elfi per lavare i
vestiti…-
La rossa stava
quasi per rispondere positivamente,
quando-portandosi la tazzina alle labbra-si
ricordò che Draco, la sera prima, nella foga del momento,
aveva strappato
l’abito.
La stessa cosa
stava pensando il giovane Malfoy, che si
stava sfregando le dita sugli occhi con fare già stanco.
Non male come
inizio dell’anno…
Ginevra non
poteva fare a meno di pensare che la colpa
era tutta del teatro: in fondo, tutte quelle belle notizie erano
arrivate dopo
il concerto no?!
Lei odiava il
teatro!
Angolo autrice
Buon
anno a
tutti!
E
qual è il
modo migliore per iniziare il nuovo anno, se non con una bella Drinny?
Ormai
sono diventata una patita degli stili comici (e chi non lo
è? :P), quindi ho
deciso di creare una bella one-shot stile comedy! Yeeee! Cosa ne
pensate? :) Mi
sono immaginata proprio una bella famiglia, eh? XD Quest’idea
del teatro è nata
grazie ad un sogno premonitore! Ci credete?! Certo, ho aggiunto qualche
battutina in più (il mio marchio di fabbrica ahahaha :P) ma
nel complesso
questa è la descrizione del mio sogno! Ho scritto questo
gran pezzo di one-shot
nel giro di un giorno, e contando tutti i momenti sfiancanti in cui ho
aiutato
i miei genitori con il cenone, credo proprio di essermi meritata un bel
po’ di
recensioni ^^. Fatemi sapere cosa ne pensate, tesori ^.- Prometto che tra qualche
mese tornerò in pista
con una nuova long fiction (naturalmente Drinny ) ;) Parola di
Potteriana! Un
grande bacio, con i migliori auguri!
Bimba